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PORTAVOCE OPPOSIZIONE “PARTITO UNICO BOCCIA PROPOSTA DI CHIAREZZA. BORGHI PORTA VOCE SUA COALIZIONE NON LA NOSTRA”

Gabriele Bianchi
“A nostro parere la chiarezza è caratteristica necessaria per riportare fiducia nelle istituzioni. Prima di votare questa nostra proposta vi chiedo di rispondere, in modo intellettualmente onesto, ad una sola domanda: l’attuale “portavoce dell’opposizione” parla a nome di tutti i gruppi di minoranza di questo consiglio? Se come penso la risposta sarà “no”, ci auguriamo sappiate essere onesti al punto da votare a favore di questa modifica, dove si chiede semplicemente di sostituire all’espressione “dell’opposizione” la più corretta “della coalizione”. Claudio Borghi è il “portavoce” di una coalizione di minoranza che si è dichiarata tale con una atto ufficiale indirizzato al Presidente Giani. “Porta la voce” di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia, non la nostra né quella di Sì Toscana. Perché è un problema essere chiari? C’è una coalizione e questa sceglie un suo “portavoce”. Ma perché questo portavoce deve definirsi “dell’opposizione” se l’opposizione è composta di altri gruppi – qui due: M5S e Sì Toscana – oltre la coalizione che lo ha eletto a suo portavoce?”.

“Marras ha detto che un problema di questa modifica è la moltiplicazione dei costi, perché se si creassero altre “Coalizioni” ci sarebbero più “portavoce di coalizioni”. Forse ha dimenticato di leggere lo Statuto, visto che è consentito “un portavoce delle opposizioni espresso dai gruppi consiliari della coalizione di minoranza maggiormente rappresentativa”. Quindi è possibile avere solo un “portavoce della coalizione” di minoranza”.

“Sarà l’ultima volta in cui affronteremo la questione, ci abbiamo dedicato in tutto 2 ore. Borghi ha detto in commissione “non avete altro da fare?”. Due ore per questo le abbiamo dedicate volentieri Borghi. Siamo qui anche per questo: votando il nostro programma elettorale 205 mila toscani ci hanno chiesto anche di rendere questa istituzione più chiara. E di qui l’iniziativa che oggi andiamo a votare”.

MPS: DUE SINDACI CONFERMANO, SCELTE BANCA DETTATE DA POLITICA

“La politica, non soltanto locale, ha deciso le sorti della Fondazione e della Banca in riunioni che avvenivano fuori dalle istituzioni. Io stesso sono stato oggetto continuo di pressioni da parte del partito cui appartenevo, perché facessi certe operazioni e non altre. È uno dei motivi per cui ne sono stato espulso nel 2004. La mia visione dello sviluppo del Monte dei Paschi era diametralmente opposta a quella che girava non solo nel mio partito, ma anche negli organi di controllo”. Lo ha dichiarato Pierluigi Piccini, sindaco di Siena dal 1990 al 2001, eletto con il Pds, nel corso della sua audizione davanti alla Commissione d’inchiesta sull’istituto di credito senese del Consiglio regionale, presieduta da Giacomo Giannarelli (M5S).

Secondo Piccini gli anni 2004 e 2007 sono cruciali per il destino dell’istituto di credito senese. “Nel 2004 Giuseppe Mussari, presidente della Fondazione, porta in evidenza tutte le riserve e le distribuisce a tutti i soci, anche di minoranza” ha ricordato. “Il Monte compra così tutti: a destra, a sinistra, in alto, in basso, a livello nazionale, regionale, locale. Diventano i padroni, non solo della banca”. Al riguardo Piccini ha suggerito di guardare i “primi venti nomi che sono a contenzioso”. “Capirete – ha sottolineato – come mai ci sono 47 miliardi di crediti incagliati dopo tre aumenti di capitale”.

L’altro punto di svolta, secondo l’ex sindaco di Siena, avviene nel 2007. “Il Monte dei Paschi ha il miglior bilancio della sua storia, ma comincia a distribuire patrimonio” ha sottolineato. “Compra Antonveneta, senza soldi, indebitandosi sul mercato”. A suo giudizio è “impossibile che gli organi di controllo non sapessero i particolari dell’acquisizione, riportati in un documento ufficiale, pubblico, scaricabile da Internet, inviato alla Consob in data 16 giugno 2008”.

La commissione ha quindi ascoltato Maurizio Cenni, sindaco di Siena dal 2001 al 2011, che ha ricordato come nel 2004 sia iniziata una vera e propria “campagna politica e istituzionale contro il Monte, accusato di essere troppo isolato”. “Sull’acquisizione di Antonveneta ci sono punti oscuri, c’è qualcosa che non quadra” ha affermato. “Se sul piano strategico si può esprimere un giudizio positivo, ci sono stati problemi gestionali e difetti contrattuali”. Un po’ quello che è successo con l’acquisizione di Banca 121. “Ci sono state pressioni politiche. Si diceva che Massimo D’Alema fosse lo sponsor di questa operazione” ha dichiarato. “Fu pagata troppo ed era un istituto di credito ‘virtuale’, senza penetrazione nel territorio pugliese”.
La commissione ha in programma altre audizioni, a partire dal banchiere Davide Serra per le sue dichiarazioni sull’influenza del Pd nella vicenda.

“Dalla ricostruzione dei due sindaci emerge che il patto del Nazareno esisteva già negli anni passati” ha concluso il presidente della commissione Giannarelli. “Quando, cioè, uomini legati a Denis Verdini di Forza Italia entrarono in Fondazione e nel consiglio di amministrazione della banca e quando la sostituzione di Giuseppe Mussari con Gabriello Mancini ha sancito il patto tra Margherita e Ds”.

RIFIUTI “GESTORI DISCARICHE HANNO ACCANTONATO FONDI PER LA BONIFICA? TEGOLAIA INSEGNI: CASO DA RISOLVERE E NON RIPETERE”

Il Movimento 5 Stelle torna sul caso dell’ex discarica Tegolaia (Cavriglia-AR) rilevando errori nella risposta della giunta e chiedendo chiarimenti in merito con un nuovo atto. Nell’occasione presentato il problema di rilevanza regionale sul tema “discariche”.

Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S vicepresidente della commissione ambiente e territorio:
“Il piano dei rifiuti regionale prevede il conferimento in discarica solo del 10% del rifiuto solido urbano indifferenziato, entro il 2020. Oggi le discariche ne ricevono il 43% quindi ci aspettiamo che molti di questi impianti chiuderanno e ci chiediamo se i gestori hanno accantonato i fondi per la bonifica dell’area. Ricordiamo che la legge prevede tale obbligo per i 30 anni successivi alla chiusura. Quanto avvenuto con l’ex discarica di Tegolaia dev’essere sì sanato, ma soprattutto deve insegnare ad evitare altri casi analoghi. L’assessorato all’Ambiente può e deve vigilare su questo problema, meglio di come ha dimostrato di fare con una risposta che non ci soddisfa, perché contiene rassicurazioni confutabili da un semplice sopralluogo. Speriamo l’assessora lo faccia con noi e ARPAT, prima di rispondere alla nostra nuova interrogazione. Soprattutto verifichi la questione affidamento diretto a SEI Toscana sulla quale abbiamo molti dubbi”.

Massimiliano Secciani, consigliere comunale M5S di Cavriglia:
“Ci siamo documentati sul posto e abbiamo realizzato foto chiare: il percolato si disperde nel bosco e arriva al torrente Valcareggia raggiungendo così l’Arno. Addirittura l’acqua contaminata viene usata per innaffiare orti della zona. Questa situazione gravosa si deve anche al fatto che l’area ha solo una recinzione di 4 metri di lunghezza, quando l’intero perimetro andava chiuso. Così gli animali entrano, raspano e portano alla luce i rifiuti interrati. Pare poi mancare l’impermeabilizzazione dell’area. Purtroppo quando abbiamo presentato il tutto in Comune a Cavriglia prima ci hanno detto che abbiamo visto male e poi hanno minacciato di denunciarci per procurato allarme. Ma qui non c’è niente di procurato, c’è solo l’allarme”.

TURISMO “REGIONE TRASFORMI EX MARMIFERA DI CARRARA IN PISTA CICLABILE”

Trasformare la ferrovia marmifera di Carrara, oggi in stato di abbandono, in una percorso ciclabile con pannelli informativi sul territorio, per il suo rilancio turistico. Questa la proposta del Movimento 5 Stelle in Regione Toscana firmata da Giacomo Giannarelli.

“Carrara può rinascere, valorizzando la sua offerta turistica. Oggi abbiamo un ex tracciato ferroviario abbandonato a se stesso, che parte dalla stazione di Avenza e raggiunge l’area S.Martino, vicino al centro antico di Carrara. Un noto architetto locale ha progettato la conversione di questo bene degradato in una pista ciclabile, recuperandolo in chiave originale e di valorizzazione fino a leggerlo come un museo a cielo aperto della città che fu e dei manufatti ferroviari all’epoca utilizzati. Abbiamo apprezzato a tal punto il progetto da chiedere alla Regione di farlo proprio, entro il 2018, e di valutarne nel caso un suo sviluppo in chiave tramviaria”.

‪#‎5MINUTIA5STELLE‬ TOSCANA – quinta puntata

– Questa settimana Gabriele Bianchi ci fa un resoconto sull’attuale situazione del trasporto pubblico locale in Toscana e sui disagi che cittadini e lavoratori stanno subendo in questo momento.

– ATO Toscana Sud è il primo ambito in cui il PD ha sperimentato il suo modello di gestione dei rifiuti: fallimentare per ogni indicatore. Giacomo Giannarelli riepiloga quanto accaduto.

– La nostra Irene Galletti ci spiega quanto è accaduto in Regione in materia di Turismo e quali siano le incoerenze rilevate in commissione sul tema;

Enrico Cantone Consigliere Portavoce alla Regione Toscana fa il punto sul fenomeno dei fallimenti delle cooperative edili in Toscana, spiegando cosa farà il M5S per arginare questo problema;

– Questa settimana il PD ha bocciato una nostra mozione, in cui chiedevamo di intervenire per climatizzare il centro sociale anziani di Lastra A Signa, eccellenza nel settore. Andrea Quartini ci racconta come si sono svolti i fatti;

Infine, il nostro Luigi Di Maio chiude la quinta puntata di 5 Minuti a 5 Stelle con un messaggio molto importante per tutte le ‪#‎PMI‬ toscane e per tutti i cittadini che vogliono avviare una nuova attività.

State a sentire.

RIFIUTI “AVEVAMO RAGIONE NOI. MODELLO PD FALLIMENTARE”

Il Movimento 5 Stelle raccoglie le evidenze delle indagini scattate sulla gara ATO Toscana Sud e rilancia la propria idea di governo sulla gestione rifiuti alternativo a quello del Partito Democratico. Oggi conferenza stampa in Consiglio regionale.

Giacomo Giannarelli consigliere regionale M5S e vicepresidente commissione Ambiente e Territorio:
“ATO Toscana Sud è il primo ambito in cui il PD ha sperimentato il suo modello di gestione dei rifiuti: fallimentare per ogni indicatore, dal costo per i cittadini alle percentuali di raccolta differenziata, e ora per la Procura di Firenze anche terreno di potenziali illeciti. Recentemente l’Antitrust ha dato ragione alle nostre posizioni in materia di rifiuti: la gestione del servizio è ottimale con bacini di massimo 100mila cittadini e 90mila tonnellate di rifiuti da trattare e soprattutto ci devono essere gare ogni 5 anni. Quando l’assessora regionale dice che l’inceneritore di Montale sarà chiuso entro il 2023, conferma che abbiamo ragione noi, ma governa secondo tempistiche molto diverse dalle nostre”.

“Le anomalie nell’affidamento della gara di ATO Toscana Sud erano palesi ma solo noi le abbiamo denunciate. Quando un bando è tagliato su misura sul vincitore resta poco spazio all’immaginazione e una situazione analoga è stata già evidenziata per ATO Toscana Costa dai nostri consiglieri comunali di Pisa. Presenteremo un’interrogazione su queste strane procedure di gara e la porteremo in tutti i comuni dove siamo presenti. Intanto ne abbiamo presentato una sullo scandalo convenzioni con gli impianti di smaltimento, dove ATO Toscana Sud ha firmato clausole sul conferimento minimo contrarie alla normativa italiana ed europea”.

L’argomento è stato chiarito dagli avvocati Donella Bonciani e Claudio Fiori, tecnici M5S in materia di rifiuti “L’Antitrust evidenzia conflitti di interessi tra chi affida la gara e chi la vince. Alcune modifiche alle convenzioni esistenti tra ATO Toscana Sud e gestori degli impianti includono delle “soglie minime” di rifiuti garantite a questi ultimi, in violazione delle norme UE. Questi atti dovevano poi passare preventivamente dall’assemblea per approvazione ed è grave che questo non sia avvenuto. Bene l’indagine della Procura di Firenze perché le nuove clausole del contratto di gestione vanno contro gli interessi dei committenti stessi: un gestore inadempiente ha comunque diritto a pagamento previsto, ATO riceverà comunque soldi e non sono previsti pareggi con crediti vantati dai Comuni. Altro esempio: il bando prevedeva che l’aggiudicatario rimborsasse al vecchio gestore la TIA non riscossa (circa 10 milioni di euro). È chiaro che tale clausola scoraggia possibili nuovi gestori. Inoltre la durata del contratto è indefinita temporalmente da 15 a 25 anni e questo scoraggia nuovi gestori, perché la differenza monetaria è pari a un miliardo di euro”.

Andrea Borella, consigliere comunale M5S di Bucine:
“Così non si premiano le eccellenze del territorio: se un Comune differenzia tanto. In conseguenza sarà impossibile applicare la tariffa puntuale e far pagare ai cittadini meno se differenziano di più. Il Movimento 5 Stelle vuole una gestione dei rifiuti trasparente e soprattutto efficiente”.

Giacomo Gori sindaco, Il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle per Grosseto:
“le anomalie sulla gara oggi riportate dalla stampa sono il frutto di anni di analisi e studio del Movimento 5 Stelle sul tema. Il nostro modello di gestione dei rifiuti è quello europeo, opposto a quello oggi in Toscana: ambiti territoriali minimi e molte più gare di quelle che ci sono oggi. Adesso non abbiamo concorrenza e pertanto aumentano le tariffe. In ATO Toscana Sud solo il 38% è differenziata. Per invertire la rotta occorre incentivare le attività che tolgono il rifiuto dal sistema di smaltimento. Occorre “affamare” il sistema attuale e crearne uno nuovo che prevede recupero e differenziata. Il rifiuto non è tale quando ci vediamo dentro una risorsa per i cittadini”

“Oggi abbiamo una sottomissione costante dei comuni rispetto agli Ato. Occorre premiare i comuni che attuano una maggiore differenziata”.

FALLIMENTI COOPERATIVE EDILI “TOSCANA ARGINI IL FENOMENO DEI SOCI TRUFFATI E SENZA CASA”

320 famiglie solo nei casi di Scandicci, San Miniato e Livorno sono rimaste senza una casa e senza i fondi anticipati per costruirla a causa dello scandalo fallimenti di cooperative edilizie. Il Movimento 5 Stelle accende un faro regionale sulla questione, seguita a livello comunale dai consiglieri M5S dei tre centri toscani citati. La mozione di indirizzo sarà votata nel prossimo Consiglio Regionale.

“L’unico appiglio minimo di tutela per i soci delle cooperative edilizie di fronte al loro fallimento sarebbe il decreto legge 122/2005, ma resta in gran parte disapplicato. La Regione Toscana dovrebbe esigere dal governo misure per evitare l’elusione di questa legge fondamentale, che tutelerebbe quantomeno i denari versati dai soci in anticipo per la realizzazione della loro casa, tramite le fidejussioni obbligatorie. Ma oltre a quest’opera di pressione verso il governo Renzi, possiamo anche creare strumenti di garanzia, come un fondo di tutela dedicato, per limitare il danno subito dalle famiglie che hanno investito in queste operazioni. Ad oggi questi cittadini sono stati truffati, in molti casi da cooperative senza scrupoli” ha dichiarato Enrico Cantone, consigliere regionale M5S e vicepresidente della commissione Toscana Costiera e Arcipelago.

“Le 300 famiglie coinvolte a Scandicci nel fallimento della cooperativa Unica hanno subito anche la richiesta maggioritaria del prezzo di vendita delle case. Sono passati da 140mila euro a 260mila euro per appartamento. Pensate che a Scandicci un signore si è visto passare il terra tetto da 300mila euro a 420mila euro e poiché alla firma del rogito si è opposto è stato buttato fuori dalla cooperativa e a fine marzo la sua abitazione andrà all’asta. Il totale della differenza tra prezzo iniziale e prezzo finale saldato dai soci ammonta a 25 milioni di euro in tutto” ha precisato Fabiana Fulici, consigliera comunale M5S di Scandicci.

“Non dobbiamo trascurare il problema correlato degli oneri di urbanizzazione – ha precisato Edoardo Marchetti, consigliere comunale M5S di Livorno – in molti casi prima sono state costruite le case in aree non servite da infrastrutture cruciali, come le strade, e poi le amministrazioni comunali hanno avviato i lavori per farle, lasciandoli a metà per assenza di fondi. A Livorno l’amministrazione precedente ha addirittura evitato di costruire alcune infrastrutture viarie strategiche per servire aree dove erano stati edificati palazzi. Noi abbiamo invertito la questione: ora a Livorno prima si fanno le opere infrastrutturali e poi si rilasciano eventuali permessi a costruire” ha concluso il Cinque Stelle.

PORTAVOCE OPPOSIZIONE “TRUFFA SEMANTICA, NOSTRA PROPOSTA DI CHIAREZZA. SE CENTRODESTRA E’ COALIZIONE PARLI CON VOCE SOLA”

Bocciata in Commissione Affari Istituzionali la proposta del Movimento 5 Stelle di convertire la figura del “portavoce dell’opposizione” in “portavoce della coalizione” con limitazione delle dichiarazioni di voto ad una sola figura per tutte le tre forze politiche parte della coalizione.

“La chiarezza è caratteristica necessaria per riportare fiducia nelle istituzioni. Peccato non la pensi così il partito unico PD-Lega Nord-Forza Italia-FdI. Evidentemente per loro presentarsi alle elezioni come divisi e poi formare una coalizione senza sostanziarla nel voto, al solo scopo di spartirsi poltrone, non è un problema”.

“La nostra proposta cercava solo di rendere meno ipocrita e inefficiente il Consiglio Regionale: sostenere che esista un “portavoce dell’opposizione” è una truffa semantica. Esiste un portavoce di una coalizione che si è dichiarata al Consiglio e include Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Peccato che alle elezioni i cittadini avevano trovato 2 liste divise: una guidata da Borghi (LN-FdI) e una da Mugnai (Forza Italia). Se è riscoppiato l’amore appena entrati in Consiglio, con buona pace degli elettori, lo si sostanzi con una sola figura che fa dichiarazioni di voto per tutta la coalizione. Altrimenti che coalizione è?”.

“La verità è che per l’ennesima volta i regolamenti e gli statuti scritti dai partiti sono cuciti ad arte per alimentare truffe semantiche, a danno dei cittadini, e giochetti politici per garantire a qualche poltronato più soldi per sé e uno staff di collaboratori di cui i bilanci consiliari potrebbero fare a meno. Auspichiamo un ripensamento del Partito Democratico prima del voto in Consiglio Regionale”.

ENERGIA-TOSCANA, SEI BANDI PER IL PRIMO PACCHETTO DEL PIANO ENERGIA M5S

Il Movimento 5 Stelle presenta il primo pacchetto di interventi del suo Piano energia per la Toscana. Sei bandi regionali per favorire interventi di produzione distribuita d’energia da fonti rinnovabili, risparmio energetico e bonifica dei tetti d’amianto. I sei atti presentati, a prima firma Giacomo Giannarelli consigliere regionale M5S vicepresidente della commissione ambiente e territorio, saranno all’attenzione del prossimo Consiglio Regionale.

“La Toscana consuma circa 20mila GWh di energia elettrica, ma solo il 43% proviene da fonti rinnovabili. Si può fare di più per abbandonare progressivamente la dipendenza dalle fonti fossili e occorre farlo secondo una visiona nuova. Iniziamo con  sei bandi per 1000 interventi ciascuno, 100 per provincia, dedicati a interventi di risparmio energetico, solare termico, mini eolico e fotovoltaico. Le risorse a bilancio ci sono e una parte sono integrabili da fondi indiretti UE legati al rispetto della Direttiva 27. Basta la volontà politica di sposare la terza rivoluzione industriale: non abbiamo bisogno di un impianto da 1 milione di chilowattora ma di un milione di cittadini che si producono 1 chilowattora di energia da fonti rinnovabili, mettendola in rete”.

“Il nostro primo pacchetto del piano energia è anche un sostegno alle piccole e medie imprese del settore delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, prima sostenuto dallo Stato e poi depennato dall’agenda governativa di PD e centrodestra. Auspichiamo che qui in Toscana il Partito Democratico regionale accolga questi sei interventi di buon senso e buon governo”.

“Le prossime misure che proporremo saranno dedicate alle altre due componenti energetiche: trasporto e energia termica. Quest’ultima già presente in questo primo pacchetto con interventi dedicati ad efficientamento energetico degli immobili e solare termico”.

VERDE URBANO “SERVE MAPPATURA REGIONALE E PIANIFICAZIONE CON CRITERI DI QUALITA'”

Il verde urbano toscano ha bisogno di migliorare, rispettando quanto prescritto nella legge 10/2013. Il Movimento 5 Stelle chiede una programmazione delle aree verdi come beni d’interesse pubblico e regole certe su bandi e controllo specie nocive provenienti dall’estero. Presentata una mozione in discussione nel prossimo Consiglio Regionale a firma Irene Galletti.

“La Toscana è indietro rispetto alle aree verdi urbane. Nell’ultimo rapporto “Qualità dell’ambiente urbano” di ISPRA la Toscana continua ad avere in molti comuni valori medi inferiori al 5%. La aree verdi però sono fondamentali per prevenire il dissesto idrogeologico, assorbire anidride carbonica ed altri gas serra e migliorare la qualità dell’aria. Basti pensare che ogni albero produce in media 20-30 litri di ossigeno al giorno, su un fabbisogno per persona di 300. L’Italia ha una legge apposita che obbligava le regioni a realizzare una mappatura del patrimonio arboreo, in accordo coi Comuni. Purtroppo né i Comuni né la Regione si sono mossi in tal senso e per questo chiediamo un’accelerazione”.

“La Regione Toscana potrebbe promuovere criteri per bandi e appalti sul verde urbano dove sia data precedenza alla piantumazione delle varietà autoctone, a basso impatto allergico e la spesa sia divisa al 40% per il costo delle piante e al 60% per la loro manutenzione, garantita da personale qualificato, da realizzarsi per i cinque anni successivi”.

“Infine la Regione potrebbe vincolare i Comuni ad approvare e applicare appositi piani di gestione del verde urbano, realizzati da figure formate in tal senso e quindi competenti. Scongiureremmo in questo modo operazioni che magari prevengono il diffondersi di vere e proprie epidemie da organismi nocivi non autoctoni, come il tristemente celebre punteruolo rosso, originario del sud est asiatico, che ha decimato le chiome di moltissime palme toscane”.

Atto disponibile al seguente link http://bit.ly/1RPObqm