“Il PIT toscano indica 9 forni crematori nel territorio regionale. Sono più che sufficienti ed è necessario vedere oltre anche nel campo del come trattare i corpi defunti”.

Giacomo Giannarelli​, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio:

“La cremazione del nostro corpo, al pari della sepoltura, sono tecniche superabili. Comportano difficoltà di gestione degli spazi o il noto problema dell’emissione di inquinanti. Le soluzioni ci sono e la Toscana potrebbe essere il motore di un percorso istituzionale di indirizzo, centrato sulla conversione degli attuali impianti crematori in impianti di resomazione o criomazione a freddo. La prima utilizza l’idrolisi alcalina e conclude il processo di consumazione negli stessi tempi della cremazione con tre vantaggi rispetto a quest’ultima: serve meno energia, si evitano esalazioni di mercurio (derivante dalle protesi dentali) e diminuiscono del 35% le emissioni inquinanti generali”.

“La criomazione a freddo sfrutta invece il processo inverso a quello della cremazione, usando il freddo al posto del calore. L’idrogeno liquido porta il corpo a -196° e questo viene successivamente polverizzato eliminandovi parte ferrose estranee come appunto le protesi. Un secondo raffreddamento riduce ulteriormente i volumi rimasti fino ad asciugare tutti i liquidi e produrre ceneri simili a quelle effetto della cremazione ma privo di virus e batteri. Appurata la visione etica di ognuno sul tema, la stessa polvere potrebbe essere riutilizzata per completare il ciclo della vita come terriccio per seminare piante, fiori o alberi”.

“E’ necessario parlare con la massima lucidità e discrezione di questi temi. Ma un buon governo deve trattarli e non far finta di niente. Deve avere una visione del mondo a venti trent’anni, e tra 30 anni auspichiamo che nel mondo sviluppato i corpi defunti saranno trattati con tecniche capaci di tutelare i vivi dai loro inquinanti”.

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