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INCHIESTA ATO TOSCANA SUD “TUTTO ANTICIPATO IN NOSTRA MOZIONE DEL 2014, AMMINISTRATORI PD CI DERISERO: “SE FOSSE VERO ARRESTEREBBERO PERSONE”. LO STANNO FACENDO”

“Nel 2014 i nostri gruppi locali elaborarono una mozione per autotutela dei Comuni di ATO Toscana Sud, dove quanto rilevato dai magistrati era già scritto nero su bianco. Quando presentammo l’atto nei consigli comunali dei territori coinvolti – Siena, Arezzo e Grosseto – gli amministratori locali, soprattutto PD, ci derisero dicendo “se fosse vera la metà delle cose che dite arresterebbero delle persone”. Intanto uno l’hanno già arrestato ed altri li hanno interdetti. E non crediamo finirà qua” ha dichiarato in conferenza stampa Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio.

“Ma il dato politico importante che denunciamo oggi è il fallimento del sistema di pianificazione dei rifiuti voluto dal Partito Democratico, Rossi in testa. ATO Toscana Sud era il modello apripista per gli altri due Ambiti Territoriali enormi: Costa e Centro. Oggi possiamo dire che è fallito sotto tutti i punti di vista, al di là degli arresti. 800 mila cittadini di Siena, Arezzo e Grosseto pagano la TARI più alta, per un servizio pessimo di Raccolta Differenziata guidato da un sistema a quanto pare corrotto alla radice. Un modello da rifiutare quindi, altro che esportarlo al resto della Toscana come vuol fare il PD. Siamo qua per entrare nel merito di questa vicenda, stimolare nei cittadini le domande giuste perché non dobbiamo abituarci a questa malagestione della cosa pubblica. Non dobbiamo abituarci agli arresti. Spiegheremo quanto accaduto, attraverso la voce di chi ha portato alla luce quanto avete letto oggi sui giornali, e daremo la soluzione a quanto ci compete come forza di governo: una migliore gestione del sistema rifiuti toscano, riassunta nella nostra proposta di legge sull’economia circolare che presenteremo oggi al termine della conferenza stampa” ha dichiarato in conferenza stampa Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio.

“A noi legali è stato chiesto un contributo tecnico sul sistema di gestione integrata dei rifiuti dell’ATO Sud, all’interno di un lavoro analitico realizzato dai gruppi locali del Movimento 5 Stelle interessati” ha aggiunto l’avvocata Donella Bonciani.

“Abbiamo così esaminato dei documenti accessibili a tutte le amministrazioni, perché pubblici, relativi alla gara d’appalto di assegnazione del servizio a Sei Toscana e al contratto sottoscritto con quest’ultima. Abbiamo evidenziato gravi criticità e irregolarità in entrambi. Questo lavoro si è tradotto in una mozione dove queste irregolarità e criticità furono evidenziate chiaramente. La mozione fu anche postata su un sito, Rifiutopoli, nel 2015, per darne la più ampia diffusione ed è stata fatta arrivare anche in quei Comuni interessati dalla gara dove non erano presenti consiglieri M5S. Nessuna delle amministrazioni l’ha approvata. E quanto si chiedeva non era sconvolgere da un giorno all’altro il sistema, era compiere atti di autotutela entro l’ATO Toscana Sud per esaminare tali documenti messi a disposizione da anni ed eventualmente annullare gara e contratto. Purtroppo per i cittadini questo non è stato fatto” ha concluso l’avvocata Bonciani.

“Il contratto sottoscritto nel marzo 2013 è stato il primo documento che abbiamo analizzato – ha aggiunto l’avvocato Claudio Fiori, parte del gruppo M5S di analisi – un documento di 97 pagine, tre volte lo schema tipo approvato dalla Regione Toscana. Nella delibera di approvazione scrissero “apportate leggere modifiche” e si commenta da solo. Leggendo il contratto emergevano situazioni strane, evidenti. Il contratto pensate prevedeva e prevede che il progetto di realizzazione del servizio fosse da presentarsi dopo l’aggiudicazione, cioè il concorrente non presentava prima come avrebbe svolto le attività e l’importo corrispettivo era basato ad esempio su un calcolo raccolta cassonetto tot euro. Ma quanto costa il servizio dipende da come lo realizzo: se un cassonetto lo svuoto una volta a settimana per 4 euro, costo meno ma con un servizio più scarso, rispetto a chi lo svuota a 3 euro ma 10 volte a settimana. Come si può fare una gara con queste premesse”.

“Quando oggi ho letto l’articolo con le parole della Procura riprodurre quanto abbiamo scritto due anni fa nella mozione ho provato un po’ di soddisfazione: nella selezione avevano inserito dei criteri cuciti su misura per far vincere Sei Toscana. L’esempio lampante era il caso TIA: nel bando si prevedeva che appena vinta la gara il concorrente avrebbe dovuto pagare al precedente gestore quantomeno 10 milioni di TIA non riscossa. Se io come vinco la gara devo pagare il precedente gestore, che partecipa alla gara, è evidente che privilegio questo, perché è l’unico che se vince di certo non si deve auto pagare 10 milioni. Guarda caso il principale creditore TIA era Siena Ambiente, capofila di SEI Toscana. Ma ne ricordo un’altra: la durata del contratto, indicata “tra 15 e 25 anni”. Se io vinco una gara per espletare un servizio pubblico, i miei utili vengono dall’economicità di come gestisco il servizio, dovrebbero essere contenuti, ma avete visto l’anno scorso SEI Toscana autocelebrare in conferenza stampa 4,5 milioni di utili senza ricordare che quindi hanno tolto quei soldi ai cittadini facendo pagare il servizio 4,5 milioni in più di quanto costa. Se l’affidamento dura 15-25 anni io ti do una forchetta di 1 miliardo di euro, i circa 160 milioni l’anno per 10 anni. Fa una bella differenza sapere se l’avrò o meno quel miliardo di euro, quando 10 milioni so già di doverli saldare appena entrato. Eppure questa nemmeno nel preavviso di gara fu indicato definitivamente se l’affidamento era per 15 o 25 anni” ha aggiunto l’avvocato Fiori.

“Infine l’ultima. Quando hanno vinto hanno modificato il contratto e hanno inserito delle regole fuori da ogni grazia di Dio. Ne dico una. È stata inserita una regola dove per qualsiasi ipotesi di scioglimento anticipato del contratto SEI Toscana avrebbe avuto diritto a rimborso della TIA non riscossa anticipata e altre somme dicendo che quei soldi erano non compensabili da crediti di ATO Toscana Sud e qualora non fosse arrivato questo pagamento il gestore restava in carico. Tradotto se il gestore era inadempiente a livello tale da chiedere lo scioglimento anticipato, il pubblico non solo non poteva chiedere i danni ma doveva tenersi il gestore. È come se chiamate qualcuno a rifarvi la casa e vi dice “però se sbaglio il mio lavoro, mi devi pagare lo stesso altrimenti non ti lascio il bagno libero”” ha concluso il legale.

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BENE CONFISCATO PER 23 ANNI A CAPPELLANO SEMINARA, INDAGATO PER PECULATO E TRUFFA NELL’AFFAIRE SAGUTO, REGIONE CHIARISCA

“A Suvignano, Comune di Monteroni d’Arbia, c’è un bene confiscato alla mafia di ben 700 ettari, da 23 anni affidato ad un amministratore, Gateano Cappellano Seminara, che è indagato per peculato e truffa nella maxi inchiesta della Procura di Caltanissetta che ha colpito l’ex presidente del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto. Lo stesso Cappellano Seminara già oggetto di pesanti procedimenti legati ai rifiuti anche presso la Procura di Roma. Purtroppo torniamo a rilevare un altro filo che lega Toscana e Sicilia sul piano degli illeciti dopo il caso Viareggio – con la delibera di concessione ad un’azienda in odor di mafia da parte del Comitato Portuale – che abbiamo sollevato in Consiglio Regionale”.

“Anche qui, come per Viareggio, serve chiarezza dalla Regione perché nel luglio 2016 ha deliberato un protocollo, con anche Ministero e Comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo, per individuare il soggetto gestore della Fattoria di Suvignano, da 23 anni amministrata da Cappellano Seminara. Perché per un ventennio nessuna istituzione ha provveduto all’assegnazione deliberata a luglio dalla Regione. Quanto ha pesato su questa delibera l’ultima indagine a carico della figura che per 23 anni ha gestito la Fattoria che ha colpito la giudice Saguto?”.

“Noi come sempre terremo alta l’attenzione, perché vogliamo una Regione senza infiltrazioni mafiose e senza punti oscuri nella gestione pubblica dei beni confiscati presenti nel nostro territorio”.
Enrico Cantone

INCHIESTA ATO TOSCANA SUD “FALLIMENTO SISTEMA PD DI GESTIONE DEI RIFIUTI. ECCO L’ALTERNATIVA: NOSTRA PROPOSTA SULL’ECONOMIA CIRCOLARE”

All’interno della conferenza stampa sull’inchiesta ATO Toscana Sud, il Movimento 5 Stelle presenta la propria proposta regionale di riforma organica del sistema integrato di gestione dei rifiuti.

“Da forza di governo non ci basta rilevare i problemi e stimolare la magistratura all’intervento, come avvenuto per l’inchiesta ATO Toscana Sud. Presentiamo l’alternativa: la nostra proposta di legge sull’economia circolare per una Toscana a “Rifiuti Zero”. È indispensabile aprire in Toscana un percorso virtuoso nella gestione dei rifiuti, che devono essere considerati come una risorsa ed una concreta opportunità di rilancio dell’economia regionale e quindi anche dell’occupazione. La scienza ci dice infatti che ogni milione di tonnellate di rifiuto riciclato si ottengono 2mila posti di lavoro”.

“La nostra legge facilita la transizione della Toscana verso un modello di economia circolare, così come indicato dagli indirizzi europei, superando in tal modo il sistema attuale, definito di tipo “lineare”. Stabiliamo infatti, ai fini della programmazione regionale, obiettivi chiari di
– riduzione del quantitativo di rifiuto urbano non inviato a riciclaggio: 150 kg per abitante/anno entro il 2025 e 81 kg per abitante/anno entro il 2030;
– la riduzione della produzione procapite di rifiuti urbano entro il 2020 di almeno il 20%;
– una raccolta differenziata media in Toscana del 75% entro il 2020 – oggi è di poco sopra il 43%;
– un riciclaggio di materia portato al 70% entro il 2020 e di lì a salire”
ha segnalato il consigliere regionale M5S.

“Tutto questo si ottiene con alcuni ingredienti portati a regime in tutto il territorio toscano, come la raccolta porta a porta con tariffa puntuale obbligatoria, dove il cittadino o il negoziante – che magari con fatica dividono i rifiuti prodotti – sono incentivati a farlo perché pagano il servizio in proporzione solo a quanto non differenziano”.

“Ma soprattutto gli obiettivi si raggiungono rivoluzionando il sistema PD di gestione con alcuni ingredienti: via i tre macro ambiti territoriali e via i conflitti di interesse, con pochi passaggi. Il primo: la separazione netta tra chi cura la raccolta dei rifiuti urbani e chi li smaltisce. La raccolta spetterà ai Comuni, anche in forma consortile, ma su ambiti territoriali più piccoli: massimo 90mila abitanti o 100 mila tonnellate annue di raccolta, come ricordato dall’Antitrust nazionale. Mentre lo smaltimento dev’essere lasciato in mano ad imprese private, in libero mercato, togliendo però gli attuali cortocircuiti da conflitto di interesse. Chi gestisce la raccolta non può essere neppure azionista di chi cura lo smaltimento, altrimenti succede come in ATO Toscana Sud dove non si stimola la raccolta differenziata, perché bisogna garantire livelli minimi di materiali ai gestori di discariche e inceneritori. Infine un punto che ci sta a cuore, rinforzato dallo stop all’impianto di Case Passerini di ieri che rendiamo con questa legge inutile approvando una moratoria sugli inceneritori: in tre anni li chiudiamo tutti e, d’accordo coi gestori, saranno riconvertiti ad impianti a freddo”.

“Ma non solo: chiediamo che sia la Regione a dare il buon esempio e viri su acquisti esclusivi da recupero o riciclo fino al 100% entro il 2050 (50% nel 2020). E a monitorare e aggiornare il tutto ci sarà il Forum permanente per l’Economia Circolare, con componenti delle tre Università Toscane, dei Distretti Industriali – cioè chi dovrà curare la riduzione alla fonte del rifiuto urbano e del rifiuto industriale – delle organizzazioni ambientaliste, di ANCI e per la Regione il referente di ARPAT. Il Forum recepisce l’esempio virtuoso del Centro Rifiuti Zero di Capannori, un’eccellenza Toscana che questa legge del Movimento 5 Stelle finalmente recepisce a livello regionale”.

Sui tempi della proposta di legge, Giannarelli ha chiarito che sarà per 60 giorni sottoposta al vaglio degli iscritti M5S sulla piattaforma Rousseau, nonostante il testo sia il frutto del percorso partecipativo iniziato con la stesura del programma elettorale per le regionali 2015 e proseguito con tavoli di lavoro durante i 16 mesi di consiliatura. “Noi crediamo nella partecipazione e anche oggi ne diamo prova. Sappiamo dire No quando necessario, come faremo il 4 dicembre, ma abbiamo molto chiari i nostri Sì”.
Giacomo Giannarelli

 

RIFIUTI SALTA IL SISTEMA TOSCANA: GARA TRUCCATA E STOP ALL’INCENERITORE DI FIRENZE

Oggi in Toscana giornata di soddisfazioni per le nostre battaglie.
 
Avevamo ragione noi, tutto scritto nella denuncia pubblica dei nostri gruppi locali datata 2014: la gara da 3,5 miliardi di euro per la gestione dei rifiuti nell’ATO Toscana Sud era truccata. Il direttore generale dell’ente è agli arresti domiciliari, altre figure sono coinvolte nell’inchiesta della Guardia di Finanza. E come sempre sono i cittadini ad aver pagato il prezzo più alto di un sistema di gestione fallimentare, pensato dalla Regione e a quanto pare terreno fertile per attività illecite. 800 mila cittadini tra Siena, Grosseto e Arezzo pagano una TARI tra le più alte d’Italia benché la raccolta differenziata media sia al 33,56% cioè la metà dell’obiettivo al 2012. ATO Toscana Sud era il primo ambito sperimentale del modello PD di gestione dei rifiuti per macro ATO e questi sono i risultati. Il sistema che Rossi insiste per esportare negli altri due ATO, Centro e Costa, è inefficiente, inefficace e humus di illegalità diffuse. Il PD si fermi e scelga il nostro piano alternativo sull’economia circolare che presenteremo proprio in questi giorni.
 
Una proposta di governo necessaria anche per l’altra novità emersa oggi: il TAR regionale ha bloccato l’Autorizzazione Integrata Ambientale dell’inceneritore di Firenze. Ora la palla passa alla Regione che dovrà scegliere tra prendersi la responsabilità di autorizzare un impianto da sempre contrastato da cittadini, medici e ambientalisti o imparare a dire No e rimettere mano alla Pianificazione regionale sui rifiuti.
 
Noi gli forniamo tutti gli argomenti per scegliere la seconda, proprio nella nostra proposta sull’economia circolare che include una moratoria all’incenerimento dei rifiuti entro tre anni. Un risultato gestibile grazie ad una serie di inequivocabili scelte di sistema messe nero su bianco.
 
Ma la chicca l’abbiamo scoperta leggendo la sentenza del TAR. Pensate: l’inceneritore di Firenze, fortemente voluto da Matteo Renzi, salta proprio per un protocollo di intesa firmato da lui quando era Presidente della Provincia. Stando all’atto l’ente doveva realizzare le opere di mitigazione prima di dare l’autorizzazione alla costruzione dell’inceneritore. Invece la Provincia non l’ha fatto, autorizzando comunque l’impresa alla realizzazione dell’impianto. I giudici amministrativi la giudicano una scelta “inspiegabile”, mentre per noi è l’ennesima prova dell’incapacità di governo da parte di chi oggi, riformando l’art 117 della Costituzione vorrebbe arrogare a sé la possibilità di poter dire sì o no anche sugli inceneritori.

REGIONE DICA NO A INCENERITORE CASE PASSERINI E ADOTTI NOSTRO PIANO ALTERNATIVO

“Adesso la Regione non ha più alibi: è arbitro della questione. Rossi dovrà scegliere tra prendersi la responsabilità di dare l’AIA per l’inceneritore o imparare a dire No a questo impianto inutile e pericoloso, rimettendo mano alla Pianificazione regionale. Noi gli forniamo tutti gli argomenti per scegliere la seconda. Presenteremo in questi giorni una proposta di legge sull’economia circolare che include una moratoria all’incenerimento dei rifiuti entro tre anni, risultato gestibile grazie ad una serie di inequivocabili scelte di sistema messe nero su bianco. Un’alternativa di governo mai come oggi necessaria per la Toscana. Basta il coraggio di scegliere la scienza e il vero futuro del paese” così i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle insieme ai parlamentari toscani M5S a commento della sentenza del TAR Toscana che ha fermato l’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’inceneritore di Case Passerini (Firenze).

“Certo è curioso che Case Passerini salti per un protocollo di intesa firmato da Renzi, quando era Presidente della Provincia. Stando all’atto l’ente doveva realizzare le opere di mitigazione prima di dare l’autorizzazione alla costruzione dell’inceneritore. Invece la Provincia non l’ha fatto, dando lo stesso l’autorizzazione a Q-Thermo, forse per la fretta inceneritorista renziana di realizzare un impianto da sempre contrastato da comitati, ambientalisti e medici”.

“Qualcosa di “inspiegabile” secondo i giudici amministrativi toscani. Di certo ennesima prova dell’incapacità di governo da parte di chi oggi, riformando l’art 117 della Costituzione vorrebbe arrogare a sé la possibilità di poter dire sì o no anche sugli inceneritori”.

TRUCCATA GARA ATO TOSCANA SUD / RIFIUTI “AVEVAMO RAGIONE NOI, SISTEMA FALLIMENTARE ORA STOP A GARE ATO CENTRO E COSTA”

Il Movimento 5 Stelle commenta l’indagine sulla gara truccata Ato Toscana Sud Rifiuti e l’arresto relativo dell’attuale direttore generale dell’ente.

“Avevamo ragione noi, tutto scritto nella denuncia pubblica dei nostri gruppi locali datata 2014, e come sempre sono i cittadini ad aver pagato il prezzo più alto di un sistema di gestione fallimentare, pensato dalla Regione e a quanto pare terreno fertile per attività illecite. 800 mila cittadini tra Siena, Grosseto e Arezzo pagano una TARI tra le più alte d’Italia benché la raccolta differenziata media sia al 33,56% cioè la metà dell’obiettivo al 2012. ATO Toscana Sud era il primo ambito sperimentale del modello PD di gestione dei rifiuti per macro ATO e questi sono i risultati. Il sistema che Rossi insiste per esportare negli altri due ATO, Centro e Costa, è inefficiente, inefficace e humus di illegalità diffuse. Si fermino”.

“Basta con i Comuni azionisti del gestore della raccolta, proprietari degli impianti di conferimento e soci del soggetto “terzo” che dovrebbe vigilare: l’ATO. E’ un corto circuito inefficiente, al pari del socio privato, da sempre portatore in Toscana di aumenti del costo del servizio e conflitti di interesse pagati dai cittadini. Sei Toscana è oggi al 26,8% di S.T.A. spa, primo socio privato, che ha quote azionarie anche di chi gestisce gli impianti e fa capo a Banca Etruria. Abbiamo pronta la nostra proposta sull’Economia circolare che, se accettata dal Consiglio Regionale, renderebbe tutto questo solo un passato da dimenticare. Un passato che oggi grazie al PD è presente e vorrebbero anche futuro, sul quale speriamo le Procure continuino comunque ad indagare. Magari quando governeremo noi avremo così gli strumenti per chiedere istituzionalmente, a chi ha provocato questi danni ai cittadini, l’opportuno risarcimento”.

CORECOM / CONTROVERSIE TELEFONICHE “STOP A CONFLITTI DI INTERESSE. COMPONENTI NON SIANO PROFESSIONISTI DELLA CONCILIAZIONE”

Il Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM) da anni si occupa di conciliazione e risoluzione delle controversie telefoniche oltre alla sua vocazione originaria. Tale attività è esercitata dagli uffici dell’organo regionale e, con delega, da professionisti del settore. Il Movimento 5 Stelle chiede con una proposta di legge l’incompatibilità per coloro di questi che sono in attività, al ruolo di componente del CORECOM.

“Avvocati e conciliatori professionisti in attività non dovrebbero poter diventare componenti del CORECOM, il conflitto di interesse è evidente. Eppure ad oggi il PD ha ritenuto normale ritenere incompatibile al ruolo una commessa di un negozio Vodafone ma tranquillamente nominabile l’avvocato più noto su piazza che gestisce le conciliazioni tra compagnie e persone magari infastidite dalla cessione di dati sensibili ai gestori dei call center” .

“Auspichiamo la massima condivisione del Consiglio Regionale su questo atto di buon senso e anticorruzione”.
Enrico Cantone

 

LEUCEMIE “DISSERVIZI INACCETTABILI PER PAZIENTI ASL NORD OVEST. QUANDO E COME ARRIVERA’ IL PERSONALE NECESSARIO?”

L’attività di oncoematologia nell’area vasta Nord Ovest è impossibilitata a gestire le richieste dei pazienti, per carenza di personale. Il Movimento 5 Stelle chiede risposte alla giunta regionale dopo le conferme del disservizio date alla Commissione Sanità dall’Associazione della Lotta contro le Leucemie (AIL), sez. Livorno.

“A Livorno siamo al collasso, con tre specialisti assegnati, dei quali uno in partenza per Pisa, che ogni giorno gestiscono oltre ai leucemici livornesi anche più di quaranta pazienti provenienti da Cecina, Piombino, Portoferraio, Volterra e Pontedera. Persone cui è destinata una sala d’attesa di tre metri per sei. Una situazione aggravata dal fatto che ASL ha deciso solo 3 aperture mensili per il centro di Piombino, dopo anni di soppressione, costringendo circa 150 pazienti, spesso malati cronici, a recarsi nell’ospedale labronico”.

“La situazione è simile nel resto dell’Area vasta: a Lucca abbiamo un ematologo solo che svolge tutto il lavoro e le difficoltà legate al poco personale si avvertono anche a Massa e Viareggio”.

“La Commissione Sanità ha preso l’impegno di chiedere una verifica ai vertici ASL, ma finora a 20 giorni dall’audizione di AIL non ci risultano aggiornamenti. Per questo chiediamo direttamente a Saccardi in che modo ed entro quando garantiranno il personale medico e di assistenza necessario ad assicurare un funzionamento corretto dei centri dedicati ai pazienti leucemici nell’area Toscana Nord Ovest”.
Andrea Quartini

TAV FIRENZE “1,6 MLD DI INTERVENTI? SOLDI SPRECATI SONO DEI CITTADINI. PD INCAPACE SI FACCIA DA PARTE”

Il Movimento 5 Stelle commenta la comunicazione di Enrico Rossi sulle ipotesi di stralcio della stazione Foster avanzata da RFI.

“Nero su bianco Rossi racconta il fallimento di anni di governo, targato soprattutto PD: 1,6 miliardi di interventi collegati al nodo TAV Firenze, di cui 700 milioni già appaltati, sono soldi dei cittadini sprecati da una politica incapace che si deve fare solo da parte per il bene pubblico. Auspichiamo questa ulteriore conferma porti i cittadini a dire No il 4 dicembre e avviare l’unica rottamazione necessaria: quella di questi politici”.

“Giorni di attesa e Rossi porta in Consiglio solo un elenco delle ipotesi aperte da RFI, senza un solo paragrafo dove chiarisca nel merito gli indirizzi regionali. Questo è gravissimo”.

“Passi la timidezza strategica nel prendere posizioni di merito, perché il 4 Dicembre è vicino e sul buco TAV Firenze come sulle altre grandi opere serve un profilo basso: nessuno vuole e sono lo specchio del fallimento del PD. Ma il ridicolo lo toccano lo stesso: dopo quasi vent’anni di complesse procedure approvative, spesso passate in barba alle regole di buona e corretta amministrazione, un’infinità di protocolli, accordi, più di un miliardo di stanziamenti e quant’altro, si annuncia il ripensamento della stazione Foster per … un’indagine di gradimento, effettuata tra luglio e settembre 2016, dove alcuni viaggiatori avrebbero dichiarato un fastidio nell’arrivare a Belfiore rispetto che a Santa Maria Novella! Il PD vorrebbe quindi dire ai cittadini che una delle opere più importanti tra quelle definite strategiche per il nostro paese, perde la sua affermata strategicità – attribuita da almeno 4 governi e non si sa quanti ministri, sottosegretari e parlamentari – per un’indagine di mercato? Ma la smettano di prenderci in giro”.

“Se così fosse pretendiamo che si applichi questo metodo, cioè lo stop tramite indagini di gradimento, anche a tutte le altre opere che interessano il nostro territorio dal Nuovo Peretola all’Inceneritore di Case Passerini. Fermino ogni protocollo, accordo di programma e procedano con le indagini su utenti e cittadini. Li scoprirebbero tutti Cinque Stelle: perché a nessun cittadino verrebbe in mente di spendere 1,6 miliardi intorno al progetto di bucare Firenze, per farci passare dei treni ad alta velocità che già arrivano in superficie da anni”.

“Servono aggiunte al nuovo binario a Campo di Marte e ai sistemi di gestione del traffico già definiti da RFI e Regione? Si scelga l’intervento in superficie con costi molto contenuti, proposta dall’Università di Firenze. Ma né Rossi né RFI lo citano mai nei documenti. Idem per la proposta di stazione AV in zona Statuto, non si è mai voluta discutere. Noi M5S abbiamo chiesto un’audizione del gruppo tecnico del comitato No Tunnel Tav e dell’Università per far conoscere le proposte di superficie altrimenti negli atti del Consiglio manca questa alternativa chiara da buon padre di famiglia. Infine il comitato No Tunnel Tav comitato ha chiesto, insieme al FAI, Italia Nostra, Legambiente, Rete dei Comitati di incontrare Rossi, ma Rossi non ha nemmeno risposto. Il problema non è tecnico ma politico: l’ottusità di una maggioranza unità da arroganza e incapacità di governo che è capace di generare danni millenari”.

Link alla Comunicazione della giunta: Comunicazione-Giunta-TAV-FIRENZE

MALTEMPO “SE NEL 2016 TEMIAMO ANCORA L’ARNO LA COLPA E’ DELLA MALAPOLITICA”

Migliaia di cittadini toscani hanno subito danni o disagi per il maltempo delle ultime 24 ore. Tra le preoccupazioni principali l’esondazione dell’Arno, che ha causato danni in Valdarno. Il Movimento 5 Stelle chiede una reazione della cittadinanza.

“Se nel 2016 temiamo ancora l’Arno, la colpa è di chi ha amministrato finora la Toscana. I disastri da maltempo sono disastri da mala-politica, incapace di investire seriamente in prevenzione del dissesto idrogeologico. Dal post guerra ad oggi lo Stato ha speso circa 62 miliardi di euro per risarcire i disastri da maltempo. Quando la prevenzione, numeri alla mano, sarebbe costata un decimo”.

“Siamo di fronte a grandi sfide legate a quel riscaldamento globale che, come ricordato in ultimo dal Prof. Maracchi, causa trombe d’aria e piogge torrenziali abbattutesi ieri sul nostro territorio. Noi da sempre proponiamo le ricette indispensabili per invertire la rotta – ridurre l’uso dei combustibili fossili, l’incenerimento ad esempio dei rifiuti e incentivare le fonti rinnovabili diffuse e in rete – ma il Partito Democratico è lontano anni luce da questo approccio di governo e ancora pensa a terze corsie autostradali, nuove piste aeroportuali, sondaggi per le elezioni comunali e il passaggio dal bicameralismo perfetto a quello “a caso” della riforma Renzi-Boschi-Verdini”.