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PRASSI PERICOLOSA NEI COMUNI A RISCHIO SISMICO. REGIONE TUTELI SICUREZZA DEI CITTADINI

Le leggi per tutelare la sicurezza dei cittadini ci sono, ma spesso non sono applicate. Un caso preoccupante è quello relativo all’applicazione della l.r. 65/2014 nei Comuni caratterizzati da pericolosità sismica.

La normativa è chiara: in questi Comuni l’amministrazione deve imporre l’adeguamento antisismico a tutti gli edifici esistenti e a quelli in corso di realizzazione. Invece cosa succede? Nei piccoli Comuni dove l’ufficio tecnico spesso manca di personale adeguato, è accettata l’autodichiarazione dell’architetto o ingegnere edile che assiste il cittadino o l’impresa nella pratica edile. Un documento dove di fatto questo libero-professionista dichiara quanto la legge imporrebbe ai tecnici comunali.

Mentre quindi la legge è perentoria, e il Comune dovrebbe quindi rifiutare qualsiasi richiesta edile che non applichi la normativa in materia antisismica, la prassi è diventata più larga con un laconico “basta che la responsabilità se la prenda il progettista”. Questo ha comportato disomogeneità di applicazione della legge regionale nei diversi Comuni e addirittura tra sedi dei Geni Civili nella stessa Area Vasta. La Regione deve intervenire, a tutela della sicurezza delle centinaia di migliaia di cittadini che vivono in Toscana in aree soggette a pericolo sismico.

GIACOMO GIANNARELLI

CASTELLO E PARCO SAMMEZZANO DA VALORIZZARE GARANTENDO ACCESSO AI VISITATORI. GOVERNO E REGIONE RISPETTINO IMPEGNI

Eravamo presenti stamani all’evento celebrativo del primo posto ottenuto da Castello e Parco di Sammezzano nel VIII censimento nazionale “I Luoghi del Cuore”.

“Un risultato simbolico importante per riportare al centro quella valorizzazione e fruizione pubblica del Castello e Parco di Sammezzano per le quali ci siamo spese e continueremo a spenderci. Il contributo di 50 mila euro è molto piccolo rispetto a quanto necessario, ma parliamo di un ennesimo passo nel cammino verso l’obiettivo. Per questo continueremo ad impegnarci, visto che né Regione né Governo hanno dichiarato disponibilità in tal senso. Infatti senza conservazione è inutile parlare di rilancio in chiave turistica e godimento del bene da parte dei cittadini, col ritorno economico relativo.

Ci fa piacere che il sindaco di Reggello abbia assicurato in conferenza stampa che non ci sarà alcuna speculazione edilizia su Sammezzano, confermando che gli indirizzi approvati 15 anni fa nel Piano regolatore trovano corrispondenza nell’attuale Piano Strutturale in approvazione.

Il Castello di Sammezzano è opera incredibile, faraonica, con un parco che ti trasporta in una dimensione suggestiva. Tutti dovrebbero vederlo. Ma solo pochissimi possono farlo grazie agli sforzi di una piccola Associazione di volontariato. Quasi un anno fa abbiamo presentato in Regione una mozione che impegnava la Giunta a negoziare con la proprietà di Castello e Parco una gestione capace di assicurare l’accesso ai visitatori e a tal proposito indicammo doveroso un tavolo interistituzionale di aggiornamento sulla situazione nel suo complesso. Quel tavolo era la sede opportuna dove discutere le idee di rilancio. Spiace rilevare che per l’ennesima volta il PD non abbia rispettato l’impegno su una vicenda per la quale ci siamo spesi a tutti i livelli istituzionali: dai portavoce comunali di Reggello fino a Camera e Senato.

IRENE GALLETTI

Grazie all’interrogazione di Chiara Gagnarli abbiamo costretto il Governo ad una risposta sulla nostra richiesta di impegnarsi nell’acquisizione del Castello di Sammezzano. Il Governo Renzi rispose che “per la congiuntura economica sfavorevolenon poteva tentare l’acquisto entrando nell’asta, attualmente sospesa, che fissa a 20 milioni il valore del bene. Tramite però un ordine del giorno a mia firma, approvato dal Senato, lo stesso Governo dovrà collaborare con le altre istituzioni territoriali coinvolte per salvaguardare questo patrimonio e la possibilità di accedervi ai visitatori.

Il Castello di Sammezzano è un unicum in Italia e in Europa per l’eccletismo orientaleggiante e per la ricchezza dei materiali usati all’interno. Non è solo un bene architettonico, tra l’altro set del famoso film “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone. Il suo Parco presenta infatti anche un patrimonio unico di flora e fauna. Possiamo dire con orgoglio che grazie all’impegno del Movimento 5 Stelle il Governo dovrà concorrere alla valorizzazione e fruizione di questo luogo da parte dei cittadini, scongiurando il timore che la sua natura privata potesse portarlo nelle mani di chi avrebbe precluso alla collettività l’accesso a questa meraviglia.

MICHELA MONTEVECCHI

SACCARDI VUOLE ‘RIPRENDERSI’ I 4 OSPEDALI? NOI CI SIAMO, SPERIAMO NON SIA MOSSA ELETTORALE O SOCCORSO AD ASTALDI

Apprendiamo dalla stampa* che l’assessorato regionale alla Sanità sta lavorando per interrompere la concessione pluridecennale dei 4 ospedali in project financing e riprendersi così la gestione dei servizi non sanitari. Un barlume di saggezza per il quale troverà il nostro appoggio quando si passerà dalle dichiarazioni ai fatti.

Abbiamo criticato da sempre l’operazione project financing in sanità e la storia ci ha dato ragione: a Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara si sono moltiplicati i problemi per i cittadini mentre il privato ha fatto un affarone da circa 721 milioni, pari alla differenza tra quanto investito, circa 419 milioni, e la resa dei servizi non sanitari per i 19 anni di concessione. Senza considerare che i 19 anni partono dalla consegna dell’ultimo ospedale, Massa-Carrara avvenuta nel 2015. Per questo la stima che sta circolando sulla rinegoziazione del contratto di concessione ci sembra bassa, ma se davvero per “200 milioni di euro” Astaldi è disponibile, si proceda subito con l’accordo.

Speriamo di non trovarci davanti all’ennesima operazione elettoralistica del Partito Democratico. Tra pochi mesi Pistoia, Lucca e Carrara andranno al voto. Sarebbe davvero intollerabile l’ennesima presa in giro per i cittadini che hanno già pagato sulla loro pelle i danni della visione sanitaria PD dietro i 4 ospedali: affari per il concessionario, pronto soccorso nel caos, operatori stremati e il principio della cura ospedaliera rapida per lasciare alla famiglia del paziente, senza una rete territoriale di sostegno, tutto il decorso post ospedaliero.

Bene chiudere con un tappo la falla verso il concessionario, ma visti i suoi problemi economici, non vorremmo mai che si usino i soldi destinati a migliorare la sanità toscana per l’ultimo soccorso al Gruppo Astaldi.

ANDREA QUARTINI

* La Nazione Pistoia, 6 marzo 2017

ROSY BINDI, CI SONO I MASSONI ANCHE QUI!

Ci uniamo alla richiesta del nostro senatore Giarrusso. Perché la Commissione Antimafia a guida PD (Rosy Bindi) non ha esteso il sequestro degli elenchi dei massoni anche alla Toscana?

Lo faccia o sarà lecito pensare che il Partito Democratico è complice di quel sistema occulto non a caso parte in causa nei principali scandali toscani, in primis Monte dei Paschi di Siena.

Una complicità che con preoccupazione potrebbe essere corrispondenza, anche nelle istituzioni regionali. Inquieta infatti che da quasi un anno chiediamo di sapere quanti massoni ci siano tra consiglieri regionali e giunta, ma Eugenio Giani continua a negarci una risposta.

Di seguito il Comunicato Stampa del senatore M5S Mario Giarrusso

 

COMMISSIONE ANTIMAFIA: ELENCHI MASSONI, GIARRUSSO (M5S), ABBIAMO PARTORITO IL TOPOLINO

 

“Abbiamo partorito il topolino: restringere l’ambito di sequestro degli elenchi a due regioni quando il raggio d’azione delle mafie è nazionale, con soggetti operanti stabilmente a Roma, è una limitazione che renderà monca l’indagine”. A dirlo è il senatore Mario Michele Giarrusso (M5S), commentando la decisione assunta oggi dall’Antimafia di chiedere alla Finanza il sequestro degli elenchi degli iscritti alla massoneria in Calabria e in Sicilia. “Si è evitato di prendere gli elenchi della Toscana – prosegue ironicamente Giarrusso – non sia mai si trovasse qualche nome molto conosciuto. E’ questa una scelta incomprensibile alla luce delle evidenze investigative in cui si trova traccia di rapporti tra massoneria e mafie che ha riguardato da tempo, per esempio, il traffico dei rifiuti in Toscana. La verità è che chiedendo il sequestro di tutti i nomi, si sarebbe aperto un vaso pandora che qualcuno vuole tenere chiuso, non sia mai possa esplodere”.

MICROCREDITO UNA SPERANZA CHE CRESCE ANCHE IN TOSCANA!

Domani Alessandro Di Battista sarà con noi a Cecina per presentare le prime due aziende toscane beneficiarie del c.d. “microcredito a Cinque Stelle: l’accesso a finanziamenti entro i 25mila euro – estendibili a 35mila – garantiti dal Fondo centrale di garanzia per le Pmi del MISE alimentato con gli stipendi restituiti dai nostri parlamentari.

Grazie ad oltre 20 milioni di euro restituiti dai nostri parlamentari, 4mila imprese italiane hanno avuto accesso al microcredito e generato più di 10mila posti di lavoro. Siamo felici di poter festeggiare anche le prime due aziende toscane beneficiarie, in un territorio in crisi complessa bisognoso di questi interventi.

Ancora una volta il Movimento 5 Stelle, pur essendo forza d’opposizione, ha dimostrato che passare dalla politica delle parole a quella dei fatti è solo un fatto di volontà.

L’appuntamento è per domani venerdì 3 marzo 2017, ore 17:30, al Palazzetto dei Congressi di Cecina in P.zza Guerrazzi.
GIACOMO GIANNARELLI

NUOVO AEROPORTO DI FIRENZE NON SI FARA’. ECCO PERCHE’

Ecco gli spunti principali della conferenza stampa di oggi.

“Il nuovo aeroporto di Firenze descritto nel Masterplan non si farà. Qualcuno vorrebbe far credere ai cittadini che è realizzabile un’opera per la quale la Commissione VIA nazionale indica 140 prescrizioni. Oggi vi dimostreremo perché si sta sbagliando e lo faremo soprattutto con l’ausilio di tre tecnici qualificati.

In ottica di governance regionale abbiamo appena speso 72 milioni di euro sul People Mover, per velocizzare lo spostamento dall’aeroporto alla stazione. Firenze quindi ha già, oltre ad un Peretola da mettere in sicurezza, l’aeroporto strategico nazionale di riferimento, ad un’ora di distanza da Santa Maria Novella. La prossima Regione a Cinque Stelle ha questa visione, in linea con le prescrizioni europee che indicano una distanza di 200 km tra gli aeroporti strategici. Se è preoccupazione delle imprese fiorentine ridurre i tempi, miglioreremo i collegamenti veloci da Pisa a Firenze, senza sperperare centinaia di milioni per un’opera inutile, pericolosa e scellerata perché capace di aggravare la situazione sanitaria in quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la seconda piana più inquinata d’Europa“.

GIACOMO GIANNARELLI

MASTERPLAN / STADIO / RISCHIO INCIDENTE
Il masterplan è compatibile col nuovo stadio della Fiorentina? Nessuno sa, e forse non lo sanno nemmeno loro, se i due progetti possono coesistere, in base alle zone di sicurezza previste intorno agli aeroporti che impediscono la costruzione di fabbricati ad alta densità abitativa come scuole, ospedali, centri commerciali e stadi.

Dal 2006 ENAC aveva chiesto al Comune l’adozione delle zone di rischio, spazi dove evitare grandi assembramenti di persone come uno stadio. Abbiamo fatto un esposto per questa inadempienza ed è stato archiviato perché il Comune di Firenze, dopo dieci anni, “stava inserendo” nel Regolamento Urbanistico queste zone, forse mosso dal nostro esposto. Ecco vedendo dove le hanno collocate risultano interessate le popolazioni dei borghi storici – Peretola, Motrone – ad oggi non avvisate dal Comune. Un problema se si considera che negli ultimi anni il numero dei voli è incrementato del 40%. Quindi l’aeroporto sarebbe a rischio già così. Figurarsi usando le moderne curve di isorischio, più precise nell’analisi dei fattori di pericolo.

SILVIA NOFERI

“Ancora una volta noi tuteliamo la salute dei cittadini e il territorio. Le priorità di ogni azione politica secondo il Movimento 5 Stelle. Purtroppo il Partito Democratico che oggi governa nazione, regione e Comune di Firenze invece di tutelarli pensa a quanto devono essere sacrificati in nome di progetti che di regola non capisce nessun cittadino.

Rileviamo poi il paradosso di un Partito Democratico che non riesce a chiudere la procedura di VIA su questo progetto, perché nessuno tra Galletti e Franceschini vuole rimanere col cerino in mano nel pubblicare un esito che dice: questo nuovo aeroporto, così, non è fattibile. E nel frattempo i cittadini devono scoprire se faranno o meno un aeroporto dalla stampa perché Franceschini non firma un parere con già 140 prescrizioni gravi e serie tra le quali la sicurezza del volo. I Ministri PD firmino questo atto e pubblichino questo documento così tutti potranno capire la follia delle scelte del Partito Democratico.

Noi siamo compatti a tutti i livelli istituzionali e infatti siamo qui con tutti i nostri rappresentanti. Ma nel condurre questa lotta non portiamo avanti un’opinione che è del Movimento 5 Stelle, noi portiamo avanti la voce dei cittadini e di quelle eccellenze tecniche che devono avere voce in capitolo nelle scelte politiche. Questo metodo lo abbiamo solo noi, è la nostra rivoluzione. Nell’Italia dove sindaci e presidenti di Regione sono tuttologi e spendono opinioni su traffico, mobilità, salute senza averne cognizione, noi diamo voce ai tecnici per arrivare dopo ad una scelta politica. Il caso stadio di Roma dimostra come noi nel perimetro del possibile, quando governiamo, determiniamo dei cambiamenti fondamentali. Abbiamo dimostrato all’intero paese che l’economia non detta le condizioni alla politica, ma il contrario.

ALFONSO BONAFEDE

PAROLA AI TECNICI
Le principali criticità tecniche sono state riassunte da Fabio Zita, ex dirigente Regione Toscana ed ex membro Commissione VIA Nazionale, Luciano Battisti, Generale dell’Aeronautica Militare, e Gianfranco Ciulli, portavoce Comitati della Piana.

ZITA “RISCHIO INCIDENTE, TERRE DI SCAVO E AVIFAUNA”
“La Commissione VIA segnala un problema di rischio incidente aereo e definisce la necessità di affidare ad un organismo terzo, che non sia il proponente ENAC, uno studio sugli scenari probabilistici sul rischio incidenti aerei perché ENAC non l’ha ancora realizzato. Poi il problema terre e rocce da scavo: il progetto prevede di movimentarne 3 milioni di metri cubi ma la legge prescrive che la VIA possa concludersi solo dopo la consegna del Piano di utilizzo riguardante, cioè l’analisi di queste terre; un documento mai consegnato dal proponente. Manca inoltre qualsiasi garanzia in merito alla sicurezza del volo legata all’avifauna. Inoltre resta la prescrizione riguardante il lago di Peretola, sito di interesse comunitario che per prima di essere asfaltato deve essere ricreato altrove anche in termini di habitat come prescrive la Direttiva UE. Feci parte della Commissione VIA sulla Tirrenica e ricordo allora il procedimento si concluse con parere favorevole e 165 prescrizioni, qualcosa di simile al caso masterplan. Mi risulta che ancora l’opera non sia stata realizzata” ha detto Fabio Zita.

BATTISTI “DELLA SICUREZZA DEL VOLO NON GLIENE FREGAVA NIENTE A NESSUNO”
“Nella mia consulenza sul progetto, per conto della Regione Toscana, mi sono impegnato nell’ottica di aiutare una soluzione in piena sicurezza, economicamente valida e che non impattasse troppo sul territorio. Dopo due anni di consulenza mi sono reso conto che non gliene fregava niente a nessuno della sicurezza del volo e di altre problematiche. Tra queste sia i costi dell’opera sia la questione Stadio. Sia il codice della navigazione sia il Regolamento per la costruzione degli aeroporti individua le aree di tutela per i terzi sorvolati dove non è possibile fare qualcosa ad elevato affollamento, ad esempio uno stadio. In parte di quest’area c’è il Mercafir” ha aggiunto Luciano Battisti, Generale dell’Aeronautica Militare.

In merito alla sicurezza del volo ha precisato: “il documento 2012 inserito nel PIT da ENAC non parla di sicurezza del volo, nel Masterplan c’è di tutto ma non c’è niente sulla sicurezza del volo. Poi durante la VIA, l’ENAV ha inserito un documento dove per la prima volta si cita la parola “safety” (sicurezza del volo) e lì si pongono dieci quesiti, con relative indicazioni risolutive per le quali la decisione spetta ad ENAC che che ben si guarda dal dar risposte, nonostante il doppio ruolo di controllore e proponente”.

A riguardo del rischio incidenti causati dai volatili, tema importante per la sicurezza del volo, il Generale Battisti ha puntualizzato “parliamo di una zona acquitrinosa, piena di fauna e si arriva ad ignorare la loro stessa documentazione presentata che dice: Fosso Reale deviato per 3 km, all’esterno del Fosso Reale un nuovo canale di raccolta acque basse per altri 3 km e intorno alla recinzione aeroportuale ci sarebbe un fosso di guardia, poi una cassa di espansione e zona Osmannoro una cassa di laminazione, quindi altre due aree umide; sopra l’area continuano fossi e canali, sotto l’oasi di Fortugnano. Quindi dove la spostano l’avifauna? Resterà lì”.

Da ultimo Battisti si è soffermato sulle stime economiche. “siamo a livello di quelle offerte commerciali con l’asterisco. Nel Masterplan scrivono “Stima costi: 334 mln”, “più 31 mln per la manutenzione”. Ma nella pagina dopo c’è una postilla, scritta in piccolo, “gli interventi sono al netto dell’iva e al lordo dei ribassi d’asta e non tengono conto di imprevisti e costo legato alle terre”. Quindi a monte delle dune e di altre prescrizioni arriviamo già a 700 milioni di euro, senza considerare che con 140 prescrizioni gli imprevisti faranno lievitare enormemente la cifra”.

CIULLI “COMMISSIONE DI VIA HA ESAUTORATO ENAC, SERVE EASA di COLONIA”
Gianfranco Ciulli, portavoce e tecnico dei Comitati della Piana, ha precisato un punto sul rischio incidente aereo “L’approvazione della VIA è avvenuta in un giorno e mezzo, dal 1 al 2 dicembre. In questo tempo c’è stato il gruppo di coordinamento, la sottocommissione di VIA e la plenaria finale che ha licenziato parere favorevole con tutte queste prescrizioni. Ora dopo 90 giorni non ci si venga a dire che non sanno come fare il decreto di VIA. Il problema è del soggetto che deve avere il cerino in mano, prima dell’approvazione del Ministero Infrastrutture e Trasporti che è soggetto preposto dalla 250/97 ad indirizzo e controllo di ENAC. La vera questione è che la Commissione plenaria di VIA ha bocciato ed esautorato ENAC nella linea tecnica di approvazione della valutazione del rischio rimandando a soggetto tecnico terzo. Questo è il problema: è come se il Ministro Lorenzin esautorasse l’Istituto Superiore di Sanità. Addirittura qui il Ministero dell’Ambiente ha esautorato l’ente tecnico del Ministero dei Trasporti. E il fatto che in maniera bonaria abbiano detto che il soggetto che deve fare valutazione di rischjio dev’essre pubblico e terzo superiore ad ENAC, quindi le EASA di Colonia, European Safety Agency

Sono intervenuti anche i consiglieri comunali M5S di Prato, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, rispettivamente Gabriele Capasso, Niccolò Rigacci e Pietro Cavallo, presentando le ragioni del no territoriale all’opera.

MALATTIE INVENTATE PER CONFLITTO D’INTERESSE E PD SI FERMA A RIEMPIRE BUCO DA SPESA FARMACEUTICA

Perché non avviamo una verifica seria e attenta sui farmaci innovativi che di innovativo non hanno niente se non la possibilità di recuperare la fase di brevetto per mantenere alto il prezzo dei farmaci? Da subito potremmo risparmiare la metà delle prescrizioni di antibiotico in tutte le bronchiti acute. Si sta parlando di spesa farmaceutica e se il rischio di buco di bilancio in Toscana c’è è soprattutto per questo.

Il sistema sanitario toscano ripropone ciclici buchi di bilancio dovuti alla spesa farmaceutica cui il PD reagisce solo tamponando e facendo quadrare i conti. Rimangono sugli effetti senza lavorare sulle cause.

Per noi la chiave è invece cambiare paradigma: lavorare più sulla promozione della salute e meno sulla cura. Perché in quest’ultima si annida quel conflitto di interessi che alimenta la continua crescita della spesa farmaceutica. La maggior parte delle Linee guida sui trattamenti farmaceutici e sui protocolli terapeutici e diagnostici sono suggerite dalle società scientifiche sponsorizzate dalle aziende farmaceutiche. Lo dicono Lancet, British Medical Journal, le più importanti riviste scientifiche. Un esempio dell’effetto: le Linee guida vogliono portare il colesterolo LDL al di sotto di 70, impossibile con gli attuali farmaci e allora le aziende hanno impostato delle terapie biologiche con anticorpi monoclonali che costano fino a 24mila euro l’anno.

Il sistema a prestazione induce bisogni. Mi dicono che ho il colesterolo troppo alto, io mi curo e qualcuno ci guadagna. Noi vogliamo che questi bisogni non vengano indotti e si inizi a lavorare seriamente sulla promozione della salute, quindi prima che il colesterolo si alzi. Uno stile di vita sano è alla base di una longevità sana. La Regione potrebbe da subito avviare una sperimentazione: leghiamo la remunerazione alla salute della comunità, misurando la salute con il criterio della longevità sana. In un contesto di promozione di stili di vita sani le probabilità di ammalarsi sono più basse, riuscendo a creare comunità sane si camperebbe più a lungo e in salute consumando meno farmaci. Remunerare nel servizio sanitario in base alla capacità di far campare più a lungo e in salute i cittadini sarebbe una rivoluzione.

ANDREA QUARTINI

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DI SEGUITO L’INTERO DISCORSO PRONUNCIATO DA ANDREA

Presidente, Assessore, Colleghi, abbiamo ascoltato con attenzione la comunicazione in merito alle risorse di bilancio (sanità ndr). Riteniamo la comunicazione, per quanto doverosa, viste le segnalazioni allarmanti della stampa, ancora una volta insufficiente a chiarire la politica sanitaria del governo della nostra regione, che si limita, come a luglio scorso, ad descrizioni burocratico-amministrative, alchimie contabili, e, sostenendo l’ineluttabile crescita della spesa farmaceutica, non entra in merito ai reali problemi che incidono sulla salute dei cittadini e sulla sostenibilità del servizio sanitario pubblico.

Dalla comunicazione, e successivamente, anche da altre fonti si evince che mancherebbero 60 milioni. Immaginiamo che si ricorrerà nuovamente, come a luglio scorso, a sostenere che il meccanismo del pay back coprirà questo scoperto di bilancio. Immaginiamo che il balletto delle cifre su questo tema, tra ricorsi e contenziosi con AIFA sul calcolo della cifra da riavere, rispetto alla spesa farmaceutica ormai fuori controllo (la nostra regione è la pecora nera nazionale!) andrà avanti anche negli anni a venire, in un clima di incertezze che bene non fa al SSR. Continuare a ragionare in questi termini significa continuare a lavorare sugli effetti e non sulle cause che generano il continuo aumento dei costi della sanità.

Proviamo a farci una semplice domanda, ma che ha declinazioni molto complesse: davvero è ineluttabile il progredire della spesa farmaceutica?

Il tema che dovremmo affrontare seriamente è quello del rapporto ambivalente, contraddittorio, con troppi rischi di conflitto di interessi che soggiacciono al binomio: salute – sanità!

Quante volte abbiamo parlato di prevenzione dalle malattie? Quante volte abbiamo parlato di promozione della salute, di educazione alla salute, di protezione della salute? E quante volte ci siamo detti che si tratta di un lavoro che richiede tempi lunghi, che richiede presenza e coinvolgimento partecipativo delle comunità oltreché della attivazione di reti sociali formali e informali?

Ebbene chi amministra questa regione, l’attuale PD, in continuità con DS, PDS, PCI ha avuto, in 40 anni ininterrotti di governo, tutto il tempo necessario per sviluppare azioni virtuose nella direzione della salute e tuttavia oggi siamo ancora una volta a ragionare sui costi della sanità, sul rischio di un bilancio negativo, sulla mancanza di risorse finanziarie, sulla sostenibilità di un SSR sempre più in bilico, incapace, da un lato, di rispondere ai bisogni di promozione e protezione della salute (si impegnano pochissime risorse in prevenzione, meno del 5% della spesa totale; per non parlare delle politiche ecologiche che comportano disastri ambientali sempre più gravi: un esempio per tutti: la piana fiorentina è l’area più inquinata d’Europa insieme alla Val Padana e ci si vogliono realizzare inceneritori e nuovi aeroporti!), ma anche incapace di rispondere alla domanda di cura da parte dei cittadini.

Ebbene, invece di intervenire su questi temi, mantenendo un sistema sanitario sbilanciato sulle cure, invece che sulla prevenzione, la soluzione alla sostenibilità del sistema che avete ipotizzato è stato lo smantellamento del SSR, iniziato con la ex-legge 28, legge politica, sulla quale, vogliamo ricordarlo, da falsi democratici, vi siete negati ad un confronto referendario. Questo smantellamento sta procedendo come non mai: ne se sono esempio sperimentato:

  • gli ospedali costruiti con lo sciagurato Project financing, basati su un modello industriale, concepito per le automobili e non per gli umani, che visto la drastica riduzione di posti-letto, taglio di servizi e di personale, stanno implodendo, congestionati da richieste che il territorio non è in grado di gestire, anch’esso a corto di personale e di strutturazione adeguata;
  • le liste d’attesa che sono in continuo aumento (nonostante le costose convenzioni con il privato, che peraltro è facilmente dimostrabile che sarebbe molto più conveniente se quelle attività fossero reinternalizzate!);
  • i ticket sanitari, nati per implementare l’appropriatezza sono uno dei balzelli più alti che i cittadini toscani pagano e odiano, come sovrattassa alla fiscalità generale, con cui il sistema si dovrebbe finanziare;
  • la tendenza alla privatizzazione del sistema è evidente con il 75.9% delle famiglie toscane che ha dovuto sostenere spese sanitarie private; con il 6.6% dei toscani che ha rinunciato a curarsi per ragioni economiche nel 2014 (quarto peggior risultato nazionale); tra chi rinuncia alle cure e impoverimento a causa di spese sanitarie private la Toscana conta ben il 7.7% di disagio economico per spese sanitarie;
  • Secondo gli Indici di Performance Sanitaria di Demoskopika la nostra regione si trova tra le regioni “influenzate”, quindi non sana, tutt’altro che eccellente, nonostante l’abuso che fate di questo temine.

Nella comunicazione l’assessora afferma che in relazione alla necessità di contenere la spesa e non minare l’equilibrio economico del SSR ha richiamato le direzioni aziendali affinché adottassero misure necessarie alla dinamica della spesa farmaceutica (capitolo più critico in termini di costi); “ciò in ogni caso garantendo comunque adeguati livelli di assistenza ai cittadini”; ma dimentica di dire che vi sono state sofferenze anche nel reperire garze e flebo, con spostamenti “strategici” di interveti chirurgici, su cui siamo ancora in attesa di risposte alle nostre interrogazioni.

L’assessora afferma inoltre, suo malgrado che la sperata razionalizzazione dei costi, che altro non è che un razionamento, un’austerity dei diritti alla cura, desiderata dalla controriforma sanitaria, tarderà a venire. Del resto le evidenze scientifiche, vogliamo ricordarlo, suggeriscono che gli accorpamenti voluti, non solo generano numerosi disservizi, ma non generano nemmeno virtuosità contabili.

Visto che si tenta ancora una volta di dimostrare la bontà della scelta di questa amministrazione nel processo degli accorpamenti aziendali (tra breve ci troveremo a dover affrontare lo spinoso problema degli accorpamenti delle zone-distretto, secondo triste capitolo della riforma cangurizzata a dicembre 2015), voglio riportare alcuni studi recenti sul tema:

Si tratta di evidenze analizzate che provengono da tre studi, uno inglese (di tipo longitudinale su 102 accorpamenti ospedalieri), uno statunitense (di tipo trasversale su 140 accorpamenti ospedalieri) e uno studio trasversale, che considera 152 Primary Care Trust, che si riferisce al rapporto tra popolazione servita e performance delle organizzazioni di assistenza primaria. Questi studi dimostrano la sostanziale inutilità degli accorpamenti sia in termini di costi, che in termini di esiti clinici. Non migliora la mortalità per infarto, non migliorano le dimissioni entro 48 ore dei nuovi nati, aumentano la mortalità per ictus e le riammissioni ospedaliere a 28 e 90 giorni… i tempi e le liste di attesa di durata superiore a 180 giorni e la percentuale di spesa per il management e la percentuale di spesa del personale a tempo determinato sono incrementate dopo l’accorpamento.

Infine dallo studio che riguardo l’assistenza primaria (per dare un contributo anche alla questione dell’accorpamento delle zone-distretto) non emerge alcun risultato statisticamente significativo tra strutture accorpate e non per quanto riguarda efficacia clinica, efficacia preventiva, esperienza del paziente, accessibilità, performance finanziaria e coinvolgimento dei dipendenti.

All’inizio di questo intervento sottolineavo con forza il vecchio slogan: “prevenire è meglio che curare”! Ma per chi? Naturalmente per i cittadini! Naturalmente per la sostenibilità del SSR! Sicuramente non lo è più per chi fa profitto sulle malattie, che anzi ha tutto l’interesse ad ampliare l’offerta specialmente con farmaci o con procedure tecnologiche sempre più costose, oltreché a generare rischi di sovra-diagnosi per alcune malattie cosiddette “indolenti”. Credo che sia doveroso ricordare che per lo più i cosiddetti farmaci innovativi non aggiungono quasi niente ai presidi terapeutici precedenti, e che il 50% degli studi sui farmaci non sono resi disponibili e accessibili, neanche ai medici, in quanto secretati dalle aziende, così come non c’è trasparenza sui contratti che AIFA conclude con le aziende farmaceutiche…

Pagare a prestazione, a farmaco assunto, a esame effettuato ha introdotto evidenti conflitti di interesse, amplificando a dismisura i costi, rendendo molto più conveniente la malattia rispetto alla salute.

La regione Toscana che cosa ha fatto in 40 anni di governi gestiti sempre dalla stessa forza politica su temi scottanti come il disease mongering e sull’induzione di bisogni di cure sempre costose (per esempio terapie biologiche per abbassare ulteriormente il colesterolo, quando esistono stili di vita da promuovere che sono anche più efficaci delle terapie farmacologiche; questo tema è vero anche per le discutibili azioni di propaganda sull’Alzheimer, che non sembra affatto vero che sia in aumento), fosse anche solo sul piano culturale?

Ancora oggi, nella patria dei colossi farmaceutici, come Glaxo o Menarini, chi si vuole formare su questo tema è costretto a riferirsi ad agenzie esterne (nonostante la presenza di agenzie interne come la stessa ARS o il MeS), come la Cochrane Library o Allineare sanità o Slow-medicine o lo stesso Gimbe.

Con politiche serie su questi temi il risparmio sui costi dei farmaci sarebbe assolutamente prevedibile e significativo, e ci si guadagnerebbe in salute!

Vedete, la società, i cittadini, le comunità sostengono il SSN con le tasse perché si aspettano salute, longevità sana, di aver sollievo dal dolore e rassicurazione dalla paura, a costi sostenibili… Allora come si potrebbe intervenire per incoraggiare a far lavorare la politica e i sanitari per la salute, perché si persegua con coerenza e costanza la longevità sana degli assistiti e la salute della Comunità?

Noi riteniamo che si debba cambiare radicalmente paradigma, cominciando ad elaborare e attuare sperimentazioni che ribilancino la ripartizione del fondo sanitario premiando in base alla salute prodotta e non alle prestazioni fornite. Mantenere un sistema che rende conveniente la malattia e non la salute amplificherà i costi all’infinito e non migliorerà la salute della comunità.

ANDREA QUARTINI

GLIFOSATO PERICOLO SANITARIO E AMBIENTALE. REGIONE SOSTERRA’ PETIZIONE STOPGLYPHOSATE

Approvata la nostra mozione M5S in merito alla petizione europea “Stopglyphosate”.

Il glifosato fa male, la Danimarca lo ha messo al bando da 14 anni e l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo classifica come probabile cancerogeno. Nonostante le campagne informative, ancora oggi molti cittadini usano pesticidi al glifosato spesso ignari di mettere a rischio la loro salute e quella del territorio nel quale questo pericoloso principio attivo viene poi sparso.

Con l’approvazione del nostro atto la Regione promuoverà iniziative pubbliche di divulgazione a sostegno della messa al bando dei pesticidi con Glifosato in tutta Europa. Un sostegno concreto alla petizione popolare ICE “Stopglyphosate” che favorirà il raggiungimento dell’obiettivo 1 milione sottoscrizioni per ottenere una risposta formale dalla Commissione Europea.

IRENE GALLETTI

GRAVE LA SITUAZIONE SANITARIA PER EX PAZIENTI OPG A SOLLICCIANO

Siamo preoccupati per la situazione degli ex pazienti OPG portati a Sollicciano. Sabato 25 febbraio insieme alla senatrice Laura Bottici ho potuto verificare di persona quanto la condizione di queste persone con patologie psichiatriche sia un problema grave. Non possono rimanere lì, ma intanto ci stanno in attesa che la politica nazionale fornisca i fondi per concludere i lavori sui nuovi spazi.

GABRIELE BIANCHI

CI BOCCIANO TAGLIO AI VITALIZI MENTRE TAGLIANO FONDI A LOTTA ALLA POVERTA’

Per l’ennesima volta il Partito Democratico si dimostra a favore dei privilegi dei politici e contrario al contenimento dei costi della politica. Voi tagliate i servizi ai cittadini per mantenere e alimentare i costi della politica. 4 milioni di euro l’anno non vanno in servizi ai cittadini per finire nelle tasche di questi politici, soprattutto vostri, e voi oggi, votando così, tenete tutto com’è.

La nostra proposta si poggiava sulla legge regionale n.3/2009 che consentiva di ridurre il vitalizio per emergenze sociali. Estendevamo l’entità del taglio e la durata fino al 2020. Oggi abbiamo casi limite come Pietro Ralli, consigliere dal 1980 al 1990, che prende 4700 euro al mese. Un meno 20% a queste persone rientra nella ragionevolezza richiesta dalla Corte Costituzionale, come confermatoci dagli uffici legislativi del Consiglio, e ci avrebbe fornito subito mezzo milione da investire sul contrasto alla povertà.

Col voto di oggi il Partito Democratico ha superato ogni limite di decenza in un paese con 2 milioni di pensionati a 500 euro il mese e chi è nato dopo il 1980 dovrà aspettare almeno 75 anni per la pensione. Il vitalizio è un privilegio immorale, senza se e senza ma. Ci hanno detto che l’attività dei consiglieri regionali è equiparabile a quella di dirigenti perché si approvano bilanci da miliardi con grande responsabilità. Mi permetto di far notare che anche un elettricista che firma la certificazione di conformità si assume una grande responsabilità, lo stesso il muratore che tira su una casa, ma non godono di questi privilegi.

Il voto di oggi diventa ancor più intollerabile nel momento in cui scopriamo dal nuovo Programma Regionale di Sviluppo che il PD taglia drasticamente i fondi destinati alla lotta alla povertà. Sul 2017 l’insieme di azioni previste nel PRS originale indicava una spesa di 36,74 milioni di euro, il nuovo PRS del PD ne indica 30,42. Ancora peggio nel triennio 2018-2020: nel documento precedente avrebbero ricevuto interventi per 36,77 milioni l’anno, mentre il nuovo PRS ne stanzia al massimo 9,38. Quindi altro che Reddito di Solidarietà Attiva! Una truffa sulla pelle di 155mila famiglie in povertà che attendevano scelte come il nostro reddito di cittadinanza.