Il Partito Democratico ha superato ogni limite: usa la povertà per regolare ripicche interne. 155 mila famiglie toscane vivono sotto la soglia di povertà relativa e loro presentano un atto che rinvia a Rossi il compito di trovare fondi per un ipotetico Reddito di Solidarietà Attiva. Giocano con le parole e col dramma dei cittadini quando c’è già la nostra proposta di legge sul Reddito di Cittadinanza con coperture certificate che attende di essere discussa. Loro usano verbi al futuro come “faremo”, noi esigiamo il presente: la nostra proposta risolve un’emergenza e dev’essere calendarizzata nel prossimo Consiglio Regionale.

Gli esponenti PD continuano a trattare la povertà parlando di marginalità e inclusione, riferendosi ad un’idea più simile al clochard che al giovane neolaureato precario. Forse ignorano che i dati ISTAT e OCSE raccontano altro: la povertà affligge e affliggerà soprattutto i giovani. Altro che solidarietà e pietismo, qui dobbiamo restituire la dignità della cittadinanza alle nuove generazioni, associando un sostegno finanziario al collocamento lavorativo.

NON SANNO NEMMENO COPIARE PROPOSTA EMILIANA. TEMONO PARAGONE PERCHE’ LORO SI SONO TAGLIATI LO STIPENDIO?
Mentre noi abbiamo risposto a tutto questo con una proposta di legge validata dagli uffici, loro – che sono numericamente 5 volte noi – presentano una banale risoluzione per iniziare a parlare del tema. Viene da dire che non sanno nemmeno copiare la legge dei loro colleghi dell’Emilia Romagna. Sarà forse per paura di stimolare qualche paragone? Perché almeno gli emiliani due anni fa si sono tagliati lo stipendio, avvicinandosi al trattamento Cinque Stelle, mentre qui ogni proposta in quella direzione viene bocciata dal PD e a ruota gli altri partiti.

GIACOMO GIANNARELLI

COS’E’ IL NOSTRO REDDITO DI CITTADINANZA. ESEMPIO NEOLAUREATO
Facciamo chiarezza il reddito di cittadinanza che promuoviamo noi è una misura economica, non assistenziale. Non è un costo, è un investimento perché mette in circolazione 114 milioni di euro l’anno dando a chi ha poco o nulla un potere d’acquisto. A beneficiarne oltre loro sarebbero le nostre piccole e medie imprese. Ma è anche una misura di emancipazione. Facciamo un esempio tipo: il neolaureato che il giorno dopo la discussione della tesi si trova disoccupato. In attesa di cercare impiego troverebbe col reddito di cittadinanza la sua prima indipendenza economica. Se ha reddito irpef sotto 9360 euro, ISEE sotto 6500, arriverebbe a ricevere quanto serve per arrivare a 780 euro al mese, soglia di dignità. I dati ISTAT e INPS ci dicono che sette volte su dieci troverà lavoro al massimo in un anno, 3 volte su 10 nei primi tre mesi, quindi per lui il sostegno finanziario finirebbe presto.

ANDREA QUARTINI

COS’E’ IL NOSTRO REDDITO DI CITTADINANZA. ESEMPIO GIOVANE DISOCCUPATO VINCITORE DEL BANDO PSR AGRICOLTURA
Un altro esempio: i giovani disoccupati che accedono al bando del Programma di Sviluppo Rurale regionale per diventare imprenditori agricoli. Abbiamo visto che la giunta PD ci ha messo 14 mesi per saldare alcuni vincitori, per altri ancora non si sa quando vedranno i loro soldi, e nel frattempo cosa dovrebbero fare? Il reddito di cittadinanza li aiuterebbe a gestire questa fase di attesa e magari questo sarebbe sprone alla Regione per ridurre le inefficienze nell’erogazione dei fondi a chi vince i bandi.

IRENE GALLETTI

QUANTO COSTA ALLA REGIONE IL NOSTRO REDDITO DI CITTADINANZA
Chiariamo anche le cifre della nostra proposta, perché dal PD sparano cifre a caso: 58 milioni per il 2017, visto il tempo di approvazione della legge, e 114 milioni per il 2018 e 2019. Anche se, come saprete, qualora vincessimo le prossime politiche la regione Toscana non spenderebbe più nulla perché la misura, ancor più completa, sarà realizzata e coperta dallo Stato. Tutte le coperture segnalate sono comunque valide, verificate col dirigente al Bilancio della giunta e approvate dagli uffici del Consiglio. Quindi Marras conferma la sua ignoranza quando parla di scelte che metterebbero in ginocchio la Regione: sono tutte scelte politiche, fattibili, serve solo la volontà di farle e concordarle. A questo proposito vi diciamo che da forza di governo stiamo già avviando le negoziazioni su alcune di queste coperture con le parti sociali interessate: dalle organizzazioni di categoria a quelle sindacali. Come è naturale che sia.

GABRIELE BIANCHI

COPERTURE DELLA PROPOSTA
Dove troviamo i soldi? Intanto tagliando gli stipendi a consiglieri regionali e giunta, in linea col taglio emiliano. Solo così troviamo 4,2 mln. Poi recuperiamo 18 milioni prendendo l’11% del capitolo “interventi istituzionali in sanità”, che – bene precisarlo – non sono i 9,6 miliardi per assicurare i livelli essenziali d’assistenza (LEA) ma una parte di spese che la giunta ad oggi tiene per sé sul tema. Poi interveniamo eliminando gli sprechi: chiunque di voi quando entra qui sente questo clima tropicale. Questo è l’effetto del tenere i riscaldamenti a 22° – limite massimo di legge – in ogni stanza, anche se vuota. Portando la temperatura a 19° e spegnendo caloriferi e luci nelle stanze vuote possiamo risparmiare fino a 700 mila euro. Infine vogliamo rinegoziare il contratto di servizio con Toremar. Se il prezzo del greggio è crollato del 50% negli ultimi anni e rappresenta la voce di costo principale per un armatore perché non possiamo diminuire di un semplice 10% l’importo che diamo ad Onorato di Moby?

ENRICO CANTONE

GIUNTA CI BOICOTTA SUL FONDO SOCIALE EUROPEO
Una buona parte di queste coperture potrebbero essere anche superate rinegoziando il Fondo Sociale europeo o direttamente dal Programma Operativo Nazionale dedicato interamente all’inclusione sociale (PON Inclusione), cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, al quale attinge il Sostegno all’Inclusione Attiva nazionale. Il problema è che la giunta Rossi da 8 mesi ci boicotta non fornendoci il dato di quanta quota sia rinegoziabile. Abbiamo fatto richiesta di incontrare la responsabile del FSE di Giunta, ma ci è stato negato l’incontro. Abbiamo fatto un’interrogazione a Bugli per ottenere il dato ed è riuscito a rispondere con 1800 parole, senza dare quel numero. Evidentemente il PD ha un’incapacità di governare il welfare, è miope: invece di lavorare sulle cause del disagio fa degli spot populisti. Il populismo vero lavora sugli effetti e non sulle cause. Qui arrivano ora a chiedere di aprire un dibattito per ripresentare una social card. Siamo a livello di quello che per pulirsi la coscienza va a messa una volta l’anno.

ANDREA QUARTINI

ROSSI, NON SERVONO I LIBRI, IL TUO LIBRO E’ IL TUO CURRICULUM
Ad un anno e mezzo dall’insediamento di questa legislatura si possono tirare le somme sul governo PD. Il PD aveva già governato, tant’è che diciamo a Rossi non serve che scrivi nuovi libri, il tuo libro l’hai già scritto ed è il curriculum di quanto hai fatto in questi anni. La situazione è preoccupante, non c’è una cosa che funziona. Non sanno dare risposta alle 155 mila famiglie in povertà, abbiamo un’emergenza sulla Costa che non sanno risolvere e la Commissione dedicata ha dato risposte da aria fritta. È servita a sdoganare ancora una volta le grandi opere infrastrutturali. Noi abbiamo bisogno di investimenti infrastrutturali ma il PD non sapendo governare non sa definire le priorità. Pensate che nel Piano Regionale di Sviluppo Costa ci ritroviamo la Tirrenica, quando pochi giorni fa SAT ci ha spiegato che non ha nemmeno il Piano economico finanziario. Per il resto è tutto fermo. Pensiamo a Piattaforma Europa, il bando è fermo da un anno anche perché il PD non sa nemmeno leggere le note della Corte dei Conti UE che rileva la necessità di una visione nazionale sullo sviluppo portuale prima di lanciare grandi opere analoghe su tre porti compresi in 200 km di costa. Ieri è arrivato il commissariamento di SEI Toscana, simbolo del fallimento PD in tema di gestione rifiuti. Le nostre ricette di governo sono qui davanti una dopo l’altra in forma di proposte di legge: Economia circolare, Reddito di cittadinanza, taglio dei vitalizi … mentre loro sono ancora lì a chiedersi se fare la gara sul trasporto ferroviario. Pare non vogliano più farla, forse perché si sono resi conto di non essere in grado visto quanto successo con TPL e Toremar.

GIACOMO GIANNARELLI