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FORTETO, FORSE LA VOLTA BUONA. ORA AULA APPROVI, FERITA ISTITUZIONALE ANCORA APERTA

Siamo soddisfatti del voto in Commissione giustizia del Senato. L’istituzione della Commissione d’inchiesta parlamentare sul Forteto potrebbe rappresentare una seria risposta alla ferita istituzionale ancora aperta rispetto a quanto accaduto in quella comunità degli orrori. Una ferita che l’indagine regionale ha solo parzialmente contribuito a rimarginare. Auspichiamo che l’aula approvi subito quanto condiviso dalla Commissione e non si perda altro tempo.

Certo la commissione bicamerale avrebbe garantito il successo dell’iniziativa non legando la sopravvivenza dell’inchiesta ai tempi della legislatura in corso. Ma è comunque un risultato, positivo, che conforta noi ma soprattutto chi ci sta più a cuore, ovvero le vittime del Forteto.

In attesa del commissariamento, bene si faccia luce su tutti gli aspetti più oscuri della vicenda. Tra i quali anche il coinvolgimento della politica.

ANDREA QUARTINI

DEPURATORE ARETUSA SOTTOUTILIZZATO, A REGIME PUÒ SODDISFARE SOLVAY. MA INTANTO ATTUARE DELIBERA REGIONALE

Abbiamo realizzato stamattina un sopralluogo al depuratore Aretusa di Rosignano.

Questo impianto è strategico: oggi può arrivare a 3,6 milioni metri cubi l’anno, ma se ne usano solo 2,6. Si può fare di più e soddisfare le finalità industriali di Solvay, liberando così l’acqua della Steccaia per i cittadini che per legge deve andare a loro, ad uso potabile.

Da gennaio la Regione è intervenuta sul tema ma dopo cinque mesi i cittadini non hanno visto alcuna novità. Bene il tavolo istituzionale ma perché la Regione arriva a mettere nero su bianco delle decisioni, nell’interesse dei cittadini e in rispetto della legge, per poi non attuarle?

Parliamo di 8 milioni di euro dei cittadini spesi bene, perché esempio di economia circolare. Quella che con fatica abbiamo tentato di spiegare al PD e messo in proposta di legge arenata da mesi in Commissione. Col trattamento delle acque reflue è possibile garantire il fabbisogno industriale, liberare per uso potabile l’ottima acqua di fonti quali qui quella della Steccaia e migliorare la qualità del mare. Ci guadagniamo tutti. Perché la Regione non insiste sul punto? Questo territorio ha già dato, le leggi ci sono, le delibere pure. Ora si arrivi all’unica cosa che conta per i cittadini: il risultato.

GIACOMO GIANNARELLI

DIMISSIONI ENRICO CANTONE SCELTA ESEMPLARE: PERSONE POSSONO SBAGLIARE, DIFFERENZA ETICA STA NEL PASSO INDIETRO

Enrico Cantone ha firmato la lettera di dimissioni da consigliere regionale. Ad integrazione del comunicato precedente aggiungiamo quanto segue.

Oggi Enrico ha compiuto una scelta esemplare: le persone possono sbagliare, e l’entità dell’errore non lo attenua, ma il passo indietro dimostra la differenza di etica pubblica che i cittadini chiedono ai rappresentanti istituzionali e noi soli rappresentiamo. Il PD prenda appunti al pari di tutti gli altri partiti. Soprattutto si sciacqui la bocca chi si permette note di demerito o illazioni mentre mantiene la poltrona nonostante ci risulti sotto indagine per atti compiuti mentre rappresentava i cittadini in un’Istituzione pubblica.

La scelta di Enrico preserva il Movimento 5 Stelle e gliene siamo grati.

MOVIMENTO 5 STELLE TOSCANA

GRAZIE ENRICO, SEI UN ESEMPIO. MOSCA BIANCA NELLA TOSCANA INCOLLATA ALLA POLTRONA

Il Movimento 5 Stelle è fatto di persone e le persone possono sbagliare.
La differenza tra noi e il resto del panorama politico è che nel Movimento 5 Stelle chi sbaglia paga e l’entità dell’errore non è un’attenuante.
Enrico ha commesso un errore, di lieve entità, ma l’ha commesso.
E per questo ha fatto un passo indietro. Scelta della quale lo ringraziamo e gli fa onore. Un esempio, una mosca bianca nella toscana incollata alla poltrona a guida PD e MdP.

Come ha scritto Enrico, il progetto del Movimento 5 Stelle è più importante del singolo che ne fa parte.
Per noi l’etica pubblica non è uno slogan ma un principio inderogabile.
Siamo certi che Enrico sarà ancora al nostro fianco in questa battaglia, da libero cittadino, come lo è stato in questi due anni da portavoce in Consiglio regionale.
Noi continueremo con la nostra azione in consiglio, a tutela dell’interesse dei cittadini.

MOVIMENTO 5 STELLE TOSCANA

ARRESTATO FUNZIONARIO ESTAR: ALZARE ANTICORPI, SENZA MAGISTRATURA TUTTO SAREBBE RIMASTO SOTTO TRACCIA?

L’arresto di un funzionare pubblico pone sempre un problema di anticorpi: sono passati anni dai fatti e dobbiamo al fondamentale operato di Guardia di Finanza e magistratura l’emersione di questo ennesimo scandalo. Inquieta riconoscere che senza il loro intervento sarebbe rimasto tutto sotto traccia. Ci chiediamo quanti altri casi analoghi ci siano e gli organismi di controllo interno non riescono ad intercettare. A Roberto Borchi sono contestate condotte su una gara da oltre 17 milioni, non qualche spicciolo. Al netto del necessario accertamento dei fatti: possibile che nessuno si sia accorto di niente?

MOVIMENTO 5 STELLE TOSCANA

PARADOSSO TOSCANO A TUTELARE INTERESSI AMBIENTALI NELLE ATC … CI FINISCONO ASSOCIAZIONI PRO CACCIA

La legge impone ai Comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia una rappresentanza delle istanze di protezione ambientale: due designati su dieci. Lo scopo è chiaro, equilibrare i pesi decisionali tra i mondi interessati dall’attività venatoria: quello della caccia ha tre rappresentanti, due vanno alle organizzazioni professionali agricole e due rispettivamente ad amministratori locali e associazioni ambientaliste. Purtroppo c’è chi ha fatto il furbo e nelle ATC toscane a tutelare gli interessi ambientali ci sono finite associazioni pro caccia quali Terra Nostra, Ekoclub e Wilderness.

Queste organizzazioni non hanno mai fatto mistero della loro visione. Basti citare l’associazione Wilderness (AIW) che si vanta pubblicamente di essere “l’unica associazione ambientalista in Italia a non essere contraria alla caccia”.

Siamo i soli a rilevare inopportuno che AIW e le altre a lei analoghe rappresentino le istanze ambientaliste negli ATC toscani?

Perché contrasta con l’equilibrio che ispirava la normativa e rende il peso dei pro caccia evidentemente sproporzionato. Un risultato persino rivendicato pubblicamente proprio da AIW che lamentava il fatto che le organizzazioni venatorie “pur in gran numero” venissero a volte messe in minoranza nei Comitati di gestione ATC “quando i rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori e quelle degli ambientalisti si uniscono per contrastare scelte non condivise”. Si chiama democrazia, spiace qualcuno se ne rammarichi.

La Regione è già scivolata troppe volte sul terreno ATC, auspichiamo questa non sia l’ultima della serie. Certo non ha aiutato la diserzione di organizzazioni ambientaliste importanti e meno discusse, alla manifestazione di interesse per partecipare ai Comitati di gestione ATC come rappresentanti della protezione ambientale.

Ma come non condannare il silenzio della Regione su questo paradosso toscano che va avanti da anni? Questo squilibrio nei Comitati di gestione influisce inevitabilmente sull’operato delle ATC che di fatto nella composizione dei loro Comitati di gestione tradiscono il senso della legge, così come prevista dalla normativa nazionale. Una anomalia che fa pendant con quella ancora più grave dei loro bilanci. Sui quali abbiamo chiesto anche in Parlamento chiarezza, tramite la nostra Chiara Gagnarli, per ottenere in risposta giri di parole.

IRENE GALLETTI
GABRIELE BIANCHI

STIGLITZ LA PENSA COME NOI SU MPS, MA DOPO INCHIESTA REGIONALE POLITICI SEMPRE LÌ E METODO IMMUTATO

Durante la sua lectio magistralis al Sant’Anna di Pisa Joseph Stiglitz – Premio Nobel per l’economia – ha dichiarato che “i manager, e nel caso MPS anche i politici, dovrebbero essere chiamati a rispondere dei disastri che hanno generato”. La pensa come noi, ma purtroppo chi governa questa Regione e ad oggi l’intero paese ha idee diverse e lo testimoniano i fatti.

Sette mesi fa abbiamo chiuso la commissione d’inchiesta regionale sullo scandalo MPS e tutti i politici coinvolti nella vicenda sono ancora lì. Al netto di prese di distanza generiche su quello che si vorrebbe relegare al passato, i partiti di appartenza di quei politici – su tutti PD e MdP – non hanno buttato fuori nessuno. Sono tutti ancora lì a scegliere per conto dei cittadini, decidere nomine in ambiti importanti – penso in Toscana a rifiuti e acqua – e riproducono in altri scenari lo stesso metodo che ha portato al disastro Monte dei Paschi. Sono riusciti persino a rimettere Profumo, sotto indagine per lo scandalo MPS, a guida di una società pubblica.

Nei consigli di amministrazione delle società partecipate toscane siedono figure apicali del mondo bancario regionale e suoi rappresentanti. In questi mesi l’azione della Banca d’Italia – affiancata a quella della magistratura – ha palesato in questi istituti gli stessi difetti che hanno condotto al tracollo di Monte dei Paschi finito in conto ai cittadini. I circuiti ristretti, rappresentati o semplicemente assecondati dai gruppi politici al potere, continuano a comandare sulla pelle dei cittadini, spesso oltrepassando i limiti delle leggi scritte e persino, non di minor importanza, quello del buon senso. Sapere che questa rete di interessi particolari governa e gestisce l’interesse collettivo su ambiti cruciali come accesso al credito, rifiuti, acqua, non dovrebbe lasciare indifferenti i cittadini.

Serve una scossa in Toscana e deve partire dalle prossime elezioni amministrative. Loro non sanno cambiare, lo hanno dimostrato. E il caso MPS ne è l’emblema. Al punto che si è sentito di denunciarlo pubblicamente persino un Premio Nobel.

GIACOMO GIANNARELLI

NUOVO OSPEDALE DI PISTOIA: TEMPO DI BILANCI – Sopralluogo e conferenza stampa

Domani 12 maggio visiteremo l’Ospedale San Jacopo di Pistoia insieme al candidato sindaco M5S per Pistoia Nicola Maglione.

Abbiamo visitato tutti gli ospedali costruiti in project financing riscontrando in ciascuno errori di progettazione e disfunzioni logistiche a danno di operatori e pazienti. Ci mancava il San Jacopo di Pistoia e domani saremo lì per verificare se riproduce lo scenario poco edificante dei suoi “gemelli”.
Sarà l’occasione anche per verificare le soluzioni trovate su un problema che un anno fa abbiamo portato all’attenzione della giunta: scoprimmo che la ASL aveva pagato circa 20mila euro per avere due delle quattro porte principali chiuse e tre “barriere a lama d’aria” inutilmente accese con inevitabile spreco di energia e soldi pubblici. Il tutto condonato, manco a dirlo, al costruttore. Nonostante si trattasse di evidente errore di progettazione. Sembrava una barzelletta, ma era tutto vero. A distanza di 12 mesi vedremo se anche a questo si è posto rimedio o meno.

Al termine del sopralluogo previsto alle ore 17 è prevista una conferenza stampa (orario di inizio stimato: 18:30).

MOVIMENTO 5 STELLE TOSCANA

REGIONE CI HA RIMESSO 12 MLN CON FIDI TOSCANA, ORA TUTTI FELICI PER 96MILA EURO?

Apprendiamo dalla stampa che Fidi Toscana spa, società partecipata al 46% dalla Regione Toscana, ha chiuso in utile per 210mila euro il bilancio 2016. Un risultato che il cittadino toscano concentrato sulla sua vita e quindi dimentico o ignaro della storia recente di questa azienda potrebbe ritenere positivo. Bene ricordare che quei 96mila euro di utile destinati alla Regione rappresentano lo 0,8% di quanto ci è costata negli ultimi 4 anni: 12 milioni di perdite in conto ai cittadini toscani.

Apprezziamo la franchezza di Petretto, presidente di nomina PD, quando affida al comunicato stampa la cruda realtà: questo risultato esiguo non sarà replicabile senza un nuovo piano strategico, cioè Fidi Toscana non regge alle condizioni attuali, e – aggiungiamo noi – forse è il frutto di un esercizio creativo contabile, che verificheremo appena vedremo le carte, interpretabile come tentativo maldestro di eludere il decreto Madia. Quell’atto voluto dallo stesso PD che imporrebbe la dismissione della partecipate con cotanti esercizi in perdita.

La nostra proposta è già sul piatto da tempo, intanto unire Fidi Toscana a Sviluppo Toscana poi avviare una valutazione condivisa sull’interesse generale della società. In attesa della risposta di Rossi, spezziamo una lancia a favore del nominato PD Petretto: ha fatto spending review per 300mila euro, più di così non può muoversi. Anche perché di nomina politica e indirizzato da obiettivi del binomio PD – ‘Diversamente PD’. Quando governeremo noi e sarà in essere un sistema di nomina e controllo ben diverso, anche figure della competenza di Petretto saranno messe nelle condizioni di ben altri risultati, per i cittadini.

GABRIELE BIANCHI

TI OPERI DAL PRIVATO PERCHÉ NEL PUBBLICO PRIMA DATA OLTRE 90 GIORNI? TI POTEVA (E PUÒ) RIMBORSARE LA REGIONE

L’assessora alla sanità regionale ha risposto alla nostra interrogazione sulle liste d’attesa chirurgiche, confermando la nostra “scoperta” incredibile.

Dal 2009 i cittadini toscani avevano un’opportunità importante offerta dalla Regione in ambito sanitario, ma ignorandolo non ne hanno potuto approfittare. Sono tutti coloro che si sono pagati di tasca propria l’intervento chirurgico in una struttura privata dopo aver saputo dall’operatore CUP che nel servizio pubblico dovevano aspettare più di tre mesi.

Potevano chiedere il rimborso integrale della spesa sostenuta alla Regione Toscana – tramite il numero verde 800 556060ma, guarda caso, nessuno in otti anni lo ha fatto, come segnalatoci dall’assessora Saccardi in aula. Un bel risparmio per le casse regionali e un bel salasso per quelle dei cittadini, del quale in otto anni nessuno prima di noi si era accorto.

Dire che è mancata l’informazione alla cittadinanza forse è poco. I cittadini avevano un diritto e qualcuno ha forse evitato di farglielo sapere.

Abbiamo provato a chiamare il numero verde oggi, ma dopo le 15: dopo l’orario di chiusura del servizio. Ci riserviamo di verificarlo domani e invitiamo i cittadini a farlo con noi. Di certo questo provvedimento regionale ha notevoli profili di interesse: basti pensare che il cittadino toscano rimasto insoddisfatto dal dover attendere oltre tre mesi per un’intervento in una struttura pubblica, potrebbe persino recarsi presso un centro privato ubicato oltre il territorio regionale e – paradossalmente – con la medicina transfrontaliera – addirittura all’estero.

La nostra deputata in Commissione Sanità, Giulia Grillo, si è subito attivata per chiedere di estendere questo modello toscano a tutte le altre regioni, questa volta senza però lasciare all’approssimazione PD la comunicazione dell’opportunità verso i cittadini. Potrebbe rappresentare un ottimo deterrente per la privatizzazione sanitaria, perché di fronte al conto salato che presenteranno i cittadini costretti ad operarsi al di fuori del servizio sanitario nazionale, l’amministrazione pubblica dovrà necessariamente migliorare per evitare la bancarotta.

ANDREA QUARTINI