L’assessora alla sanità regionale ha risposto alla nostra interrogazione sulle liste d’attesa chirurgiche, confermando la nostra “scoperta” incredibile.

Dal 2009 i cittadini toscani avevano un’opportunità importante offerta dalla Regione in ambito sanitario, ma ignorandolo non ne hanno potuto approfittare. Sono tutti coloro che si sono pagati di tasca propria l’intervento chirurgico in una struttura privata dopo aver saputo dall’operatore CUP che nel servizio pubblico dovevano aspettare più di tre mesi.

Potevano chiedere il rimborso integrale della spesa sostenuta alla Regione Toscana – tramite il numero verde 800 556060ma, guarda caso, nessuno in otti anni lo ha fatto, come segnalatoci dall’assessora Saccardi in aula. Un bel risparmio per le casse regionali e un bel salasso per quelle dei cittadini, del quale in otto anni nessuno prima di noi si era accorto.

Dire che è mancata l’informazione alla cittadinanza forse è poco. I cittadini avevano un diritto e qualcuno ha forse evitato di farglielo sapere.

Abbiamo provato a chiamare il numero verde oggi, ma dopo le 15: dopo l’orario di chiusura del servizio. Ci riserviamo di verificarlo domani e invitiamo i cittadini a farlo con noi. Di certo questo provvedimento regionale ha notevoli profili di interesse: basti pensare che il cittadino toscano rimasto insoddisfatto dal dover attendere oltre tre mesi per un’intervento in una struttura pubblica, potrebbe persino recarsi presso un centro privato ubicato oltre il territorio regionale e – paradossalmente – con la medicina transfrontaliera – addirittura all’estero.

La nostra deputata in Commissione Sanità, Giulia Grillo, si è subito attivata per chiedere di estendere questo modello toscano a tutte le altre regioni, questa volta senza però lasciare all’approssimazione PD la comunicazione dell’opportunità verso i cittadini. Potrebbe rappresentare un ottimo deterrente per la privatizzazione sanitaria, perché di fronte al conto salato che presenteranno i cittadini costretti ad operarsi al di fuori del servizio sanitario nazionale, l’amministrazione pubblica dovrà necessariamente migliorare per evitare la bancarotta.

ANDREA QUARTINI