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PADULE DI FUCECCHIO E’ RISORSA, SI ASCOLTINO GLI ESPERTI

Abbiamo chiesto ufficialmente l’audizione in Commissione Ambiente e Territorio di alcuni esperti in merito alle problematiche del Padule di Fucecchio e del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione.

Il Padule di Fucecchio continua ad essere letto dalla maggioranza PD più come un problema che come una risorsa. Un cortocircuito che non tiene conto di quanto quest’area sia zona umida di importanza internazionale, sito Natura 2000, difesa da tempo da esperti di indiscutibile valore, tutt’oggi inascoltati. Per questo abbiamo richiesto la loro audizione in Commissione: siano le voci di Alberto Malvolti, Fabrizia Fagnani, Carlo Galletti, Aldo Morelli, Fausto Ferruzza e Guido Scoccianti lo strumento attraverso il quale il Consiglio possa prendere coscienza dell’incredibile potenziale di questa risorsa.

Un patrimonio per il quale solo la cecità politica di qualcuno poteva portare all’assurdo di poter mandare a casa i pochi dipendenti del Centro di Ricerca.

GIACOMO GIANNARELLI

CUP SERVIZIO SENSIBILE. PD VUOLE GESTORE UNICO REGIONALE (PRIVATO) NOI L’INTERNALIZZAZIONE CON CONCORSO (DIPENDENTI PUBBLICI)

Nel silenzio generale sta arrivando l’atto finale della privatizzazione del servizio CUP decisa dal Partito Democratico: l’affidamento unico regionale. Centinaia di lavoratori precari, dipendenti delle società affidatarie nelle ex ASL, potranno perdere il lavoro in questo scenario e molti di questi ancora lo ignorano. Resta un’unica via di fuga per il Consiglio regionale, votare la nostra proposta per internalizzare questo servizio sensibile e procedere a regolare concorso dove sia premiata l’esperienza lavorativa in tale ambito.

Abbiamo già rivelato l’incredibile ‘escamotage’ amministrativo col quale l’ATI Consorzio Evolve – Deloitte Finance Process Solutions è diventata affidataria del servizio front office di libera professione. Sono bastate due mosse: un Accordo Quadro con la ASL Toscana Centro e la richiesta delle altre due macro ASL di aderire a quell’accordo e così, senza gara regionale, questa ATI anomala – composta da due società di consulenza una delle quali casualmente guidata da un noto esponente del PD fiorentino – è diventata affidataria regionale di quel servizio.

Un ‘escamotage’ che potrebbe replicarsi per il call center per la prenotazione specialistica ambulatoriale e per le informazioni sanitarie, dove c’è già un Accordo Quadro stipulato il 1 giugno 2017 con la ditta S.D.S. srl per ora sulla sola Area Metropolitana Fiorentina.

Sempre che invece non arrivi prima il capitolato sulla gara unica regionale per i servizi front office, elaborato dal Collegio Tecnico nominato dalla Regione il 21 giugno scorso.

In ogni caso, che ci si arrivi da destra o da sinistra, poco cambia: alla giunta PD-MdP non bastava privatizzare questo servizio sensibile, costringendo i cittadini ignari ad affidare notizie sulle loro condizioni di salute a dipendenti di ditte private. Hanno deciso persino che questa mole di dati sensibili debba passare da un’unica realtà privata. Ennesimo effetto perverso della riforma Saccardi-Rossi.

ANDREA QUARTINI

CONCORSI TRUCCATI, 7 ARRESTATI 22 INTERDETTI. RETTORI VENGANO IN CONSIGLIO A SPIEGARE SITUAZIONE

Oggi ci siamo svegliati con un’inchiesta enorme che ha interessato l’ateneo fiorentino: si parla di concorsi truccati cui sono seguiti 7 arresti e 22 interdizioni dai pubblici uffici tra il personale accademico.

Più sintomi fanno una sindrome e se è malata l’Università ne paga tutto il sistema paese. Per questo vogliamo capire se quanto accaduto, al pari del caso Giulia Romano, sia intollerabile eccezione o regola illegittima ma tollerata negli atenei toscani. Per questo abbiamo prodotto subito una richiesta di audizione dei rettori delle Università di Pisa, Firenze e Siena.

Ringraziamo gli inquirenti e il ricercatore fiorentino che ha saputo dire no ad un sistema malato.

Alla parte sana e onesta dell’Università diciamo: denunciate, a tutela di tutti i cittadini, perché non può essere considerato normale truccare dei concorsi accademici.

E quando gli atenei sono investiti da casi del genere non dovrebbero temporeggiare nel chiarirli. La Commissione Etica dell’Università di Pisa ha finito l’indagine sul caso di Giulia Romano? Se sì, divulghi i risultati. Se no, spieghi perché questi mesi non le sono bastati a chiarire quanto emerso.

IRENE GALLETTI

CONFRONTO CON NUOVE AMMINISTRAZIONI PER SUPERARE STALLO PRESIDENZA E NUOVA PERIMETRAZIONE

E’ stata rinviata a data da destinarsi la discussione della proposta di legge sulla riperimetrazione del Parco della Alpi Apuane.

La riperimetrazione del Parco delle Alpi Apuane deve uscire da un tavolo di coordinamento tra istituzioni, a guida regionale, dove a prevalere siano legalità e aspetti ambientali, idrogeologici, paesaggistici e storico culturali, ovvero quanto distingue un parco. Bene quindi che la maggioranza abbia ascoltato i nostri richiami e si sia fermata per correggere l’ennesimo errore di governo con l’incredibile empasse delle tre mappe. Ci aspettiamo che nel prossimo Consiglio votino coerentemente la nostra proposta.

Le leggi regionali e i ricorsi pendenti al TAR devono essere la guida di questa elaborazione, da sottoporre a percorso partecipato.

Quanto sarà deciso segnerà infatti la strada per il piano integrato del parco, cui si legherà la fortuna di qualcuno o di tutti quei cittadini apuani che potrebbero trovare in un Parco a guida rinnovata una nuova chiave di sviluppo sostenibile. Anche per questo abbiamo chiesto nel nostro atto che la nomina del Presidente del Parco passi da un confronto istituzionale con i Comuni della comunità interessata, incluse le nuove amministrazioni.

Serve un esperto di aree protette, biodiversità e gestione amministrativa, non un uomo di partito. E per la prima volta ci sarà qualcuno a chiederlo nella sede opportuna.

GIACOMO GIANNARELLI

APPELLO AI GIORNALISTI: CANDIDATEVI PER CAMBIARE ESITO GIA’ SCRITTO

Tra i corridoi del Consiglio regionale in molti giurano di sapere già chi sarà il nuovo capo dell’ufficio stampa dell’istituzione. Questo nonostante ci sia un bando pubblico, quindi una “gara” tra candidati. Com’è possibile allora che si sappia già il vincitore? Effetti del famoso, noto e illegale, metodo di governo che produce bandi e concorsi per dare il packaging istituzionale ad esiti già scritti dalla politica partitica.

Ma questi giochini devono finire e nello specifico puntiamo a far saltare questo con l’unica arma a disposizione: promuovere la partecipazione al bando di uno sfidante che possa mettere in difficoltà la Commissione giudicante.

Chiediamo a tutti i giornalisti coi requisiti indicati dal bando di presentare la propria candidatura. Non lasciamo questo ruolo ad una figura frutto della deprecabile arte della spartizione partitica, i cittadini toscani meritano di avere un finale diverso.

Ai tanti giornalisti professionisti della nostra regione diciamo quindi: cogliete l’occasione. Serve esperienza nell’organizzazione e coordinamento di uffici stampa, anche in ambito di relazioni istituzionali, e conoscenza dei nuovi strumenti di tecnologia dell’informazione (web e social network).

Caposervizio, caporedattori e direttori indipendenti fatevi avanti, c’è tempo fino al 6 ottobre. I cittadini toscani hanno bisogno di voi!

MOVIMENTO 5 STELLE TOSCANA

LA MAFIA IN TOSCANA C’E’. DAGLI ESPERTI LE SOLUZIONI PER ERADICARLA – CONVEGNO IN CONSIGLIO REGIONALE IL 29 SETTEMBRE

La mafia in Toscana c’è e va eradicata. Un obiettivo che possiamo ottenere solo se la politica inizia ad interessarsi della questione e ad ascoltare le voci più autorevoli in materia di antimafia.

Il convegno di venerdì 29 settembre va in questa direzione. Abbiamo riunito magistrati, giornalisti, rappresentanti della società civile e delle forze dell’ordine che si sono distinti per il contrasto alla malavita organizzata. Saranno loro a spiegarci perché si può e si deve parlare di mafia in Toscana e soprattutto come le istituzioni possono sconfiggerla lavorando insieme. Meglio di quanto fatto finora.

Abbiamo usato un’immagine forte per promuovere questo convegno, lo abbiamo fatto per contrastare l’immagine che invece la mafia si è data qui in Toscana: il colletto bianco che porta denaro, colmando i vuoti di credito dalle banche e acquistando immobili di pregio o la piccola e media impresa che vince appalti pubblici per le mense scolastiche o si occupa di movimentare rifiuti speciali.

Ancora oggi molti cittadini credono che la mafia non stia da queste parti per un problema di percezione: se ne parla poco quindi sembra non esistere. Ma in soli due anni in Consiglio regionale abbiamo incontrato questo fenomeno diverse volte. Penso alla nostra azione per fermare una concessione dell’autorità portuale regionale ad un’azienda in odor di mafia o alla segnalazione del nostro Andrea Quartini che ha preceduto l’inchiesta della DDA sui fanghi tossici, per non parlare del fatto che solo da pochi mesi siamo riusciti ad ottenere dalla Giunta l’elenco dei beni confiscati, 400 in Toscana, sollevando il caso dei mancati affidamenti ad uso sociale da parte dei Comuni.

Le leggi, nate sul sangue di Falcone e Borsellino, ci sono, vanno solo applicate. Ma per applicarle a volte serve conoscere bene il fenomeno che vogliono contrastare. E lì servono le istituzioni.

Nel tipico spirito Cinque Stelle abbiamo preso un obiettivo del programma e cercato di capire come realizzarlo. Per eradicare la mafia dalla Toscana bisogna partire dall’ascolto degli esperti che l’hanno studiata e combattuta. Per questo siamo certi che dal convegno del 29 settembre arriveranno le soluzioni per raggiungere un obiettivo che dovrebbe essere trasversale a tutte le forze politiche.

GABRIELE BIANCHI

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NOTE DI SINTESI SUL CONVEGNO

“Mafia in Toscana. Faccende di casa nostra”
Venerdì 29 settembre 2017, ore 15
c/o Auditorium Consiglio regionale della Toscana
Via Cavour, 4 Firenze
Locandina disponibile qui
Ingresso libero (gradita prenotazione)

Relatori

  • ANGIOLO PELLEGRINI, Generale dei Carabinieri, storico Capocentro della DIA in Calabria e uomo di fiducia del pool di Giovanni Falcone
  • ETTORE SQUILLACE GRECO, Procuratore Capo presso la Procura di Livorno, già procuratore della DDA di Firenze
  • ANGELA PIETROIUSTI, Sostituto Procuratore della DDA di Firenze, prima PM a procedere sulla strage del rapido 904 (avvenuta a Vernio), la prima di stampa terroristico mafioso
  • PIETRO SUCHAN, Procuratore Capo presso la Procura di Lucca, già procuratore della DDA di Firenze, primo magistrato a svolgere indagini sulla mafia cinese in Italia
  • DOMENICO VALTER RIZZO, Giornalista RAI, autore, già Premio Ilaria Alpi, cui dobbiamo il reportage sulle infiltrazioni mafiose nella nostra regione, TOSCANA NOSTRA
  • ANGELO CORBO, Poliziotto superstite della strage di Capaci
  • SALVATORE CALLERI, Presidente della Fondazione Caponnetto
  • ANDREA BIGALLI, Coordinatore di Libera – Toscana
  • MARIO MICHELE GIARRUSSO, Senatore M5S in Commissione Antimafia
  • ALFONSO BONAFEDE, Deputato M5S in Commissione Giustizia

Modera il convegno, PAOLO BORROMETI, giornalista e scrittore, sotto scorta dal 2014 autore di una celebre inchiesta che porterà allo scioglimento del Comune di Scicli.

DIVERSAMENTE ABILI E INVALIDI CIVILI CON TARIFFE AGEVOLATE SUI TRAGHETTI. SI PUO’ MA PD NON NE VUOL PARLARE

Da maggio giace in Commissione un nostro atto di indirizzo su Toremar. Un ritardo incomprensibile visto che chiedevamo l’inserimento delle agevolazioni tariffarie per diversamente abili e invalidi civili.

La Regione può chiedere questa integrazione del contratto di servizio, in ragione di un affidamento che porta nelle casse della società di Moby circa 13 milioni annui di contributo pubblico. Se la linea politica del PD è quella di negare questa possibilità si prendano almeno il tempo, in commissione, di votare contro.

GIACOMO GIANNARELLI

CRAC MONDEGGI, REGIONE VIGILI SU BENI VINCOLATI DA SOPRINTENDENZA

La Villa di Mondeggi ha un tesoro di arredi di pregio e suppellettili di alto valore storico-artistico alcuni dei quali vincolati dalla Soprintendenza. Facendo leva sui 282 ettari di alto valore agricolo, su tutti oliveti e vigne, la Provincia di Firenze, oggi Città Metropolitana, la trasformò in azienda agricola e, col consueto piglio del buongoverno PD, riuscì nell’impresa al contrario di produrre un indebitamento monstre cui è seguita la messa in liquidazione della società.

Quest’estate si sono tenute tre aste pubbliche di vendita dei beni non vincolati e non pertinenziali.

Ma ancora non si sa niente della fine che faranno arredi e suppellettili di pregio, vincolati dalla Soprintendenza.

La Regione deve difendere questo patrimonio pubblico, prima di tutto sincerandosi di quali beni siano stati vincolati e secondo quali criteri, pubblicando infine l’elenco a beneficio dei tanti cittadini interessati alle sorti di Mondeggi e lasciati finora senza notizie. Non vorremmo mai infatti che nell’ansia del far cassa, in regime di liquidazione, la proprietà pubblica finisca il disastro, dismettendo quanto va protetto a beneficio dei cittadini.

IRENE GALLETTI

ESCLUSI DA SCUOLA PER COLPA DELLA ‘PROCEDURA TOSCANA’. SACCARDI RISPONDA SU VIOLAZIONE PRIVACY

Ho ricevuto numerose segnalazioni di genitori sconcertati che hanno visto i propri figli esclusi dal percorso scolastico perché avevano seguito la “procedura toscana promossa dalla giunta regionale. L’avevamo previsto ed è successo: mentre Saccardi mandava comunicati stampa invitando i genitori a non presentare alle scuole la documentazione indicata dalla legge, questa era l’unica via per non aver problemi.

L’assessora alla sanità deve venire in aula a riferire su quanto accaduto venerdì scorso. È intollerabile che nella Toscana dell’inclusione abbiamo bambini estromessi dalla scuola per il caos amministrativo generato dalla giunta PD-Rossi sull’attuazione della legge 119/2017.

Ancor più grave è che l’esclusione di questi bambini da scuola pare sia arrivata a seguito di una evidente violazione della privacy. Stando al racconto dei genitori le ASL avrebbero comunicato ai dirigenti scolastici gli elenchi dei bambini “non in regola”, chiedendo di sollecitare i loro genitori all’autocertificazione d’urgenza, pena appunto l’esclusione. Se questo fosse vero ASL e Dirigenti Scolastici avrebbero agito in contrasto con le disposizioni del Garante della Privacy e con la stessa legge che ha tempi e modalità di regolarizzazione ben più inclusive.

Saccardi deve venire in aula a spiegarci se questo scenario era l’obiettivo reale dell’accordo toscano con ANCI e Ufficio Scolastico Regionale o le ASL hanno operato in autonomia. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a comportamenti gravi che devono generare opportune conseguenze.

Abbiamo casi di persone che hanno fatto quanto disponeva la legge, hanno preso l’appuntamento con l’ASL, avevano già consegnato la documentazione richiesta, e si sono visti rigettare il tutto dalle segreterie perché procedura non consentita. Un caos amministrativo pagato sulla pelle di questi bambini lasciati fuori dalla porta in violazione dell’articolo 34 della nostra costituzione, senza dimenticare le migliaia di genitori chiamati in fretta e furia a recarsi nelle segreterie, lasciando lavoro e altri impegni, per l’incredibile incapacità amministrativa di chi ha pensato bene d’inventarsi quel “le famiglie non devono fare nulla, neanche presentare l’autocertificazione”.

I vaccini rappresentano una delle conquiste più importanti della medicina e le campagne vaccinali vanno sostenute e incoraggiate nel rispetto delle linee guida internazionali. Quanto sta accadendo nelle scuole toscane non è una promozione consapevole di questo trattamento sanitario, ma un’operazione coercitiva irricevibile e inutile. Basti pensare che, senza ancora la legge PD-Lorenzin, al 31 dicembre 2016 le coperture vaccinali a 24 mesi dei bambini toscani erano già quasi del 95% per l’esavalente e vicine al 90% per l’MPR (morbillo, parotite, rosolia). Ce lo scrive la stessa Saccardi in risposta ad una nostra interrogazione. Uno scenario che tutto rendeva necessario tranne quanto stanno facendo le autorità regionali.

ANDREA QUARTINI

IN VALDARNO SI PARTORISCE “CON DOLORE”. EPIDURALE DAL 1 GENNAIO 2018

La giunta regionale ha risposto alla nostra interrogazione sull’assenza del servizio di parto in analgesia epidurale presso l’ospedale del Valdarno “Santa Maria della Gruccia”.

Nonostante anni di segnalazioni ad ASL e assessorato alla sanità l’ospedale del Valdarno continua a non essere attrezzato per il parto indolore. Una discriminazione inaccettabile per i cittadini della zona, costretti a spostarsi di 35 km nel vicino presidio San Donato di Arezzo per trovare un servizio sanitario dove da 10 anni “l’epidurale” è normalità.

Dopo l’ennesima rassicurazione dell’assessora Saccardi, da leggersi come “auspicio”, abbiamo protocollato un’interrogazione precisa cui la giunta ha risposto finalmente dando delle date: entro dicembre 2017 il servizio sarà garantito. Questo l’impegno del Direttore Generale Enrico Desideri, da realizzarsi tramite la conclusione della “procedura amministrativa” per assumere dirigenti medici specialisti in anestesia e rianimazione.

Una buona notizia sulla quale vigileremo: perché dal 1 gennaio 2018 ogni partoriente dovrà varcare l’ingresso del Santa Maria della Gruccia sapendo di poter partorire senza soffrire.

ANDREA QUARTINI