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BONIFICHE A PIOMBINO? (SE TUTTO VA BENE) NEL 2021

Il 10 dicembre 2014 il Presidente della Regione Toscana sfidò Beppe Grillo a tornare a Piombino, chiamando il suo partito Peste Rossa, perché, diceva Rossi, “noi appestati, con gli operai, abbiamo salvato Piombino”.

A distanza di due anni noi eravamo in piazza con quegli operai che nel frattempo non sono stati salvati, mentre Rossi era a Brindisi a presentare il suo nuovo partito.  


Certo è più facile scrivere un tweet e raccontare principi che governare con onestà, ma al netto del fatto che qualcosa sia andato storto, su Piombino serve fare chiarezza.

Ad oggi su Piombino si è assistito al festival degli annunci politici. Rebrab ha certo le sue colpe, ma come definire se non incapace e opportunista chi gioca sulle parole mentre gli eventi consegnano ad un dramma sociale 4mila famiglie? Tutti sanno che le bonifiche sono propedeutiche ad ogni intervento serio sull’area. Per questo da quando siamo entrati in Consiglio regionale abbiamo chiesto cosa stessero facendo Regione Toscana e Governo sulla questione. L’ultima risposta ci è arrivata il 9 marzo scorso e definisce come i 50 milioni sbandierati dai rappresentanti di Regione e Governo siano un esercizio di futurologia. Il CIPE avrebbe assegnato 50 milioni alla Regione per le bonifiche, ma finora neanche un euro è partito da un conto all’altro. Nel frattempo i milioni sono già diventati 47, perché il Governo ne ha distratti tre per un motivo che sa tanto di giustificazione in politichese: “l’adesione al programma CIPE “Azioni di Sistema”. Coi 47 milioni rimasti, quando arriveranno, la Regione dovrebbe rendere operativa la convenzione firmata con Invitalia spa, stazione appaltante dell’unica cosa che interessa ai cittadini ovvero la fine delle agognate bonifiche, ancora al palo, e per questo prevista non prima del 2021.

Non solo la politica ha acconsentito a diversificare i tempi tra supposta regolarizzazione del personale ex Lucchini e produzione del Piano Industriale. Ma è riuscita nell’impresa deprecabile di non riuscire in tre anni a far partire le bonifiche sull’area. La Regione stessa ci ha messo più di due anni per individuare come responsabili della contaminazione le due società che producevano nell’area: Fintecna e Lucchini. E solo l’11 luglio il MATTM ha formalmente condiviso la compatibilità tra finanziamento pubblico e normativa europea in materia di aiuti di Stato.

GIACOMO GIANNARELLI
IRENE GALLETTI

REGIONE MONITORI CASO DELLE TRE GUARDIE AMBIENTALI VOLONTARIE SOSPESE A PISA

Nel caos della visione PD sulle province, tradotta in riforme choc che stanno portando al dissesto enti esistenti che dovevano essere aboliti, la Polizia Provinciale è rimasta al suo posto a controllare la viabilità provinciale regionale oltre che altre forme di illeciti su caccia, pesca ed agricoltura.

Ad assistere i pochi agenti presenti ci sono le c.d. Guardie Ambientali Volontarie (GAV) che, in forza alla l. 266/1991, svolgono compiti di prevenzione, vigilanza e salvaguardia come Pubblici Ufficiali, a titolo gratuito. Nel novembre scorso il Comandante della Polizia Provinciale di Pisa ha sospeso tre di queste persone infliggendo sospensioni corpose (12, 24 e 30 mesi) per – pare – un controllo documenti a un cacciatore, effettuato con zelo eccessivo, secondo l’accusa inappellabile.

Visto che la Regione ha funzioni di indirizzo e coordinamento tecnico su questi enti, si prenda la briga di verificare quanto accaduto. Perché anche se ormai certa politica dà per scontato che i servizi pubblici in Toscana si reggano sul volontariato – basti pensare al 118 – chi presta gratuitamente il proprio tempo ad attività di pubblico interesse merita la massima tutela e attenzione. Soprattuto quando alza mano per dire “secondo me ho subito un’ingiustizia”.

ENRICO CANTONE

CINECA È ‘AZIENDA’. TAR DEL LAZIO APRE PORTE A CONTENZIOSI

Con la sentenza dell’11 febbraio, il TAR del Lazio ha aperto le porte a possibili contenziosi riguardanti gli affidamenti diretti al Consorzio CINECA.

La Regione Toscana potrebbe essere coinvolta per un atto in tal senso del 10 marzo 2014: 39.850 euro affidate a CINECA senza gara, quando il Consorzio era da tempo un soggetto di natura privata che agiva in ottica commerciale al pari di altre aziende, penalizzate quindi dalla condotta esclusiva degli enti pubblici affidatari. Se ci fosse stata una gara, magari avrebbero partecipato e prodotto condizioni migliori. A questo serve la concorrenza.

CINECA è un Consorzio Interuniversitario attivo dal 1969. Vi aderiscono 70 università italiane, il MIUR e sei enti nazionali di ricerca. Sulla carta il Consorzio è senza scopo di lucro e promuove “l’utilizzo dei più avanzati sistemi di elaborazione dell’informazione a favore della ricerca scientifica e tecnologica, pubblica e privata”, ma da tempo – stando alla sentenza del TAR del Lazio pubblicata l’11 febbraio scorso – agiva come un’impresa commerciale vendendo servizi ad aziende pubbliche e private, quali ENI, Fiat e Unipol, pur continuando a ricevere affidamenti diretti dagli enti pubblici, in forza di una sua supposta natura “pubblica”. Questa promiscuità, come l’hanno definita i procuratori del TAR laziale, è illegittima e se la sentenza si limita a bollare come aiuti di Stato i 18,7 milioni versati dal MIUR a CINECA per un servizio offerto in affidamento diretto (quindi senza gara), vorremmo sapere cosa succederà alla Regione Toscana per le sue situazioni analoghe, su tutte quella definita dal Decreto n.1030 del 10 marzo 2014.

Con questo atto la Regione Toscana affidò in via diretta a Cineca il “Servizio CVL (Cineteca Virtual Library)” per lo “sviluppo di sistemi avanzati di accesso tramite Carta Nazionale dei Servizi a risorse elettroniche biomediche per l’Istituto Toscano Tumori”. 39.850 euro oltre iva dati quindi senza gara ad un soggetto che, dice il TAR del Lazio, doveva essere trattato come un’impresa privata. A questo punto vogliamo sapere quante situazioni analoghe a queste si siano registrate tra la galassia regionale – Regione Toscana, Agenzie dipendenti e Aziende Sanitarie – e Cineca e in che modo saranno trattati eventuali contenziosi prodotti dalle PMI danneggiate da tale atteggiamento distorsivo del mercato.

IRENE GALLETTI

“SOS BELLEZZA TOSCANA” – PRIMA TAPPA IN OCCASIONE GIORNATE FAI DI PRIMAVERA

In occasione delle Giornate FAI di Primavera lanciamo il nostro “SOS Bellezza Toscana” tour.

Lo sviluppo della Toscana passa dalla salvaguardia e dal rilancio dei suoi beni culturali. Episodi come il recente crollo delle mura quattrocentesche della Villa medicea di Lorenzo il Magnifico a Poggio a Caiano o la caduta della volta di quel gioiello romanico del XII secolo che è l’Abbazia di San Giusto a Carmignano, sono il sintomo di un malgoverno del nostro primo tesoro a costo zero: paesaggio e beni culturali. Doni arrivati dalla storia gloriosa di questa regione che dobbiamo solo imparare a preservare e valorizzare.

Abbiamo chiesto alla giunta un censimento dei beni culturali toscani a rischio, pubblici e privati che siano, riproponendo quindi quella necessaria ricognizione già avviata sul tema edilizia scolastica dal collega Giannarelli. In assenza di questa anagrafe dei beni culturali toscani, proporremo la sua istituzione e l’avvio di un approfondimento in commissione sui fondi pubblici e privati disponibili per recuperare e valorizzare questo patrimonio toscano.

Nel nostro programma elettorale 2015 avevamo approfondito poco questo aspetto, con richiami generali alla tutela di questi beni culturali. Con umiltà stiamo recuperando, come sempre partendo dall’ascolto dei cittadini e di quelli tra questi che prima di noi si sono impegnati in tal senso.

Inizieremo il nostro tour in occasione delle Giornate FAI di Primavera e invitiamo tutti i toscani ad aderire all’iniziativa.

IRENE GALLETTI

REGIONE ALZA LE MANI SULLA STRADA. MA STOP ALL’INTENTO E’ UNICA TUTELA

Avevamo sollecitato la Regione sul progetto di realizzare una strada di “arroccamento” da Cava Paolina, nel bacino di Torano, alla via di cava. La risposta è un’alzata di mani: perché – dice l’assessora – il rilascio della autorizzazioni per la coltivazione dei siti di cava è attività di competenza dei Comuni e la direzione regionale ambiente non ha tra i ‘suoi compiti’ quello di ‘esprimersi sui progetti di coltivazione dei siti estrattivi’ e nemmeno ‘sui progetti relativi a strade di arroccamento. Noi ne facevamo un problema ambientale e di tutela del paesaggio ma la Regione si nasconde dietro il fatto che trattasi di ‘viabilità locale’.

Ci conforta comunque il finale della risposta: l’Amministrazione avrebbe infatti precisato alla Regione che la questione è ancora alla fase di studio. Lo stop all’intento resta quindi ancora l’unica tutela, visto che il Protocollo tra gli enti interessati – Comune di Carrara incluso – è sempre in piedi.

GIACOMO GIANNARELLI

ATC: A CHE PUNTO E’ LA CENTRALE UNICA DI COMMITTENZA?

Dopo il pastrocchio normativo sulle ATC e i comportamenti, quantomeno dubbi, tenuti da queste organizzazioni nel limbo tra una legge incostituzionale e il suo salvataggio in corner operato dal PD, continuiamo a rilevare una difficoltà di governo serio del tema da parte della giunta regionale.

In attesa di verificare gli esiti del nostro interessamento presso la Procura di Arezzo, rileviamo che la legge approvata a dicembre dal Consiglio regionale manchi ancora della sua piena attuazione per quella Centrale Unica di Committenza che doveva favorire razionalizzazione delle spese e trasparenza sulle ATC toscane.

Aspettiamo di sapere della giunta regionale che fine abbia fatto questo tassello della nuova gestione amministrativa ideata dal PD e a che punto sia l’iter procedurale deliberativo del regolamento di attuazione della nuova legge. Senza dimenticare la nostra richiesta puntuale su entità e tipologia dei finanziamenti partiti dalle ATC alle associazioni regionali degli agricoltori.

GABRIELE BIANCHI
IRENE GALLETTI

NAVI DEI VELENI NEL NOSTRO MARE? REGIONE ACQUISISCA ATTI DESECRETATI

Di recente la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha declassificato 71 documenti relativi alle c.d. ‘navi dei veleni’. Riteniamo doveroso che la Regione verifichi quante e quali di queste imbarcazioni siano affondate nel nostro mare. Per questo abbiamo chiesto alla giunta di acquisire tali atti e analizzarli.

Di alcune di queste imbarcazioni sappiamo già la storia e la stampa ha già aiutato i cittadini nel riconoscere nel porto di Marina di Carrara uno snodo di una rete criminale che gestì questo tipo di operazioni tra il 1989 e il 1995. Finora sapevamo che partivano anche da lì e da La Spezia molte di queste imbarcazioni cariche di rifiuti tossici, poi lasciate affondare nel sud Italia. Ma non vorremmo mai che nei documenti declassificati ci fosse scritto che altre, meno note, sono state abbandonate davanti alle nostre coste.

ENRICO CANTONE

DOMANI TUTTI A PIOMBINO: CITTA’ ALLO STREMO, PIANO B A TUTTI I LIVELLI ISTITUZIONALI

Domani saremo alla manifestazione di Piombino per esprimere la massima solidarietà ai cittadini e lavoratori sottoposti ad una situazione di stallo e incertezza inaccettabile.

Stiamo continuando a lavorare al piano B, a tutti i livelli istituzionali e sappiamo che il 27 marzo o Rebrab tira fuori dal cilindro il piano industriale atteso oppure il tempo per intervenire sarà pochissimo.

Siamo infatti molto preoccupati che siano i lavoratori a pagare l’incapacità di governo di quella politica che non è stata in grado nemmeno di esigere gli stessi tempi per l’impegno occupazionale e la pianificazione industriale.

IRENE GALLETTI

“Abbiamo presentato negli anni atti ufficiali ai Ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico per discutere della gravissima situazione di Piombino e non si sono mai pronunciati. Il destino di 4mila lavoratori, tra Aferpi e indotto, non sembra interessare ad un governo più incline a grandi annunci e foto trionfanti con i “salvatori della situazione” rivelatesi incapaci di garanzie risolutive. Continueremo a far pressione affinché si agisca contro questo stallo drammatico di una città intera che sta morendo: qui senza il nostro reddito di cittadinanza, da luglio migliaia di persone potrebbero non avere più un posto di lavoro e una garanzia certa di ammortizzatori sociali adeguati, e molte di queste famiglie, penso ad esempio all’indotto ex Lucchini, cadrebbero nella disperazione più totale”

SARA PAGLINI

La scadenza del 1 luglio è vicina e la città sta attraversando un periodo pessimo. Dietro l’economia industriale girava una città, ci sono ingiunzioni di sfratto, chiudono i negozi: abbiamo un problema di tenuta sociale. Questa situazione di incertezza peggiora la situazione e per questo esigiamo certezze là dove finora a qualcuno sono bastate le strette di mano e le foto alla stampa.

DANIELE PASQUINELLI, M5S Piombino

MONTECATINI-PESCIA. REGIONE OTTENGA DUE PROGETTI DA RFI E SCELGANO I CITTADINI CON DIBATTITO PUBBLICO

“I raddoppi ferroviari sono una priorità, per realizzarli noi useremmo un metodo più lineare e partecipato del PD: prima RFI presenta i progetti, poi i cittadini e le amministrazioni scelgono tra questi quello migliore.

Oggi invece il Partito Democratico ha deciso un tetto di 478 milioni per un’opera della quale, per buona parte, i cittadini non hanno visto neanche un disegno.

Per questo chiediamo che la Regione esiga da RFI almeno due progetti con le varie soluzioni tecniche possibili – a raso, sopraelevata o ulteriori – sulla tratta Montecatini-Pescia e le sottoponga ad un dibattito pubblico. Dibattito pubblico richiesto dal comitato Montecatiniunasola in rispetto della legge regionale, cui RFI ancora non ha mai dato risposta.

Nel nostro atto al voto del prossimo Consiglio Regionale di martedì chiediamo inoltre che la Giunta regionale si impegni ad attivare quel tavolo istituzionale proposto nella riunione del 16 febbraio tra RFI, Regione e Sindaci coinvolti, pubblicando un calendario programmato delle riunioni. Passiamo dalle parole ai fatti, bene il tavolo ma diteci quando si riunisce e in quante occasioni. Infine raccogliamo le istanze di cittadini e comitati di Pieve a Nievole nel pretendere che i progetti attesi da RFI includano i passaggi pedonali”.

GIACOMO GIANNARELLI

“Ad oggi noi non sappiamo cosa il Sindaco si sia detto con RFI. La nostra mozione approvata nell’ultimo consiglio prevede l’istituzione di un tavolo comunale aperto, dove le soluzioni attese da RFI siano discusse in modo collegiale per evitare che, come accaduto sino ad oggi, i cittadini non vengano informati su quanto deciso dall’alto. Una soluzione deve essere trovata, non decidere e lasciare un binario solo con la chiusura dei passaggi a livello non è una soluzione.

E’ necessario che il committente Regione chieda ad Rfi di presentare almeno due progetti alternativi con le opere compensative necessarie alla gestione della viabilità da presentare alla città attraverso tale tavolo comunale aperto. Solo così si potrà valutare la soluzione migliore”

CRISTIANO BERTI, M5S Montecatini Terme

7 BALLE IN UN COMUNICATO SOLO. BORGHI SI RIVOLGA AD UNO BRAVO E LEGGA ALMENO I GIORNALI

Borghi farebbe bene a rivolgersi ad uno bravo perché o ha letto male la nostra proposta e ascoltato male le nostre parole oppure tra delirio di onnipotenza e caccia all’immigrato ha perso ogni equilibrio e lucidità. Ci troviamo costretti a replicare alla sua distrazione demagogica, ancor più deprecabile perché avvenuta su un tema così importante come la lotta alla povertà, per evitare che qualcuno, anche in buona fede, possa dare credito alle sue parole senza documentarsi, ingannato da quell’aura di autorevolezza della quale si è circondato il personaggio senza che ad oggi, dopo due anni di convivenza in Consiglio Regionale, ne abbia mai dato prova sostanziale almeno qui in Toscana.

Per questo riteniamo doveroso un fact checking su ciascuna delle menzogne da lui scritte in merito alla nostra proposta di legge sul Reddito di Cittadinanza.

Balla n° 1: ISEE inferiore a 6500. Scrive Borghi “Per la prima volta questa parametro, mai rivelato dal M5S è scritto nero su bianco”.
Falso. Capiamo che nel tempo quasi nullo che Borghi dedica alla Toscana gli sia sfuggita questa scelta. Se per lui è troppo aprirsi la proposta di legge, protocollata il 12 gennaio (testo sostitutivo il 18 gennaio), bastava leggere da ottobre un qualsiasi giornale (anche online) che ne descriveva i termini dopo la nostra presentazione pubblica. Borghi non doveva nemmeno comprarlo di tasca sua il giornale, spendendo qualcuno dei circa 9mila euro mensili a lui garantiti dal Consiglio regionale della Toscana, perché ha accesso gratuito alla rassegna stampa istituzionale grazie a 20mila euro di servizio pagato ogni anno dai toscani affinché i loro consiglieri si leggano almeno i giornali

Balla n° 2 “Mi è stato confermato che si tratta dello stesso parametro previsto per la proposta di legge nazionale
Falso. La nostra proposta nazionale, diversamente da quanto falsamente asserito da Borghi, non indica l’ISEE come un requisito. Utilizza il solo reddito irpef ponendo 9360 euro annui (soglia di povertà relativa) come obiettivo della misura. L’ISEE è richiesto, nella proposta nazionale, solo a titolo di verifica, ma senza porre dei tetti. Non è un requisito, come invece nella nostra proposta regionale.

“Balla n° 3 “Basta avere una casetta di proprietà o la liquidazione incassata al momento del licenziamento per essere fuori
Falso: nell’elaborare la nostra proposta di Reddito di Cittadinanza regionale abbiamo studiato e confrontato i parametri di misurazione e gli indicatori della povertà, in collaborazione con IRPET. L’Italia utilizza a fini statistici un parametro basato sull’Indagine sui Consumi delle famiglie, che fornisce sì un numero di persone e famiglie in povertà assoluta, ma non è un indicatore e quindi risulta inutilizzabile a livello amministrativo. Da tempo ormai l’Italia ha introdotto un indicatore, il c.d. “ISEE”, cui i cittadini hanno ormai acquisito una certa familiarità. I toscani, Borghi vivendo in Lombardia forse non lo sa, usano l’ISEE per l’abbonamento al treno, l’iscrizione dei figli all’asilo nido e decine di altre pratiche amministrative.

Abbiamo abbinato all’unico criterio di definizione della povertà assoluta presentato dalla nostra proposta nazionale, il reddito IRPEF, anche l’ISEE per un motivo semplice: le scarse risorse regionali ci impongono di essere millimetrici nel riconoscimento di chi è in povertà assoluta. Se qualcuno può ingannare lo Stato con la dichiarazione dei redditi, è più difficile che lo faccia anche con l’ISEE. Tuttavia invitiamo Borghi a rileggersi bene come funziona la nostra proposta e il nuovo ISEE dove lo stesso possesso di una casa è decurtato ampiamente.

A titolo di esempio una famiglia di quattro persone (due adulti e due bambini), con una casa di proprietà (o usufrutto gratuito) di 80 mq dove uno solo dei coniugi lavora e porta a casa 18mila euro di reddito da lavoro dipendente, ottiene un’ISEE pari a 6000 c.a.. Se la nostra proposta fosse attiva oggi in Toscana, questa famiglia tipo potrebbe ricevere il nostro reddito di cittadinanza tramite il coniuge che non lavora. Sempre che vada al Centro per l’impiego, chieda di poter lavorare e accetti i termini della nostra misura. Quella famiglia potrà godere di un sostegno, anche finanziario, fino ad elevare alla soglia di dignità (6500 ISEE) la sua condizione.

E parliamo di qualcuno che ha la casa di proprietà, quando sono in molti a vivere in affitto!

Certo se Borghi ragiona sul valore della sua casa forse non rientrerebbe nei parametri, ma non crediamo che avrà bisogno del reddito di cittadinanza anche dopo la fine della sua avventura politica, visti i suoi investimenti finanziari (resi pubblici) e il cospicuo emolumento che intanto sta sottraendo ai Toscani ogni mese, nonostante una presenza consiliare che eufemisticamente possiamo definire eterea”.


“Balla n° 4 “Inizio della pacchia per immigrati e rom, sempre strutturalmente nullatenenti all’anagrafe

Falso: Appurato che Borghi non parla dallo sgabello di “Dalla vostra parte” ma in Consiglio regionale, ci aspetteremmo un pochino meno bufale. I beneficiari della nostra proposta sono indicati all’art. 4: residenti in Toscana da tre anni, inoccupati o disoccupati, con ISEE inferiore a 6500 annui e reddito individuale inferiore a 9360 euro annui, iscritti al Centro per l’Impiego, con cittadinanza italiana o europea o cittadinanza straniera regolata da convenzioni bilaterali di reciprocità con l’Italia per la sicurezza sociale. I dati IRPET ci dicono che circa un quinto degli iscritti al Centro per l’Impiego sono stranieri. Se hanno cittadinanza europea o straniera con un paese col quale abbiamo convenzioni bilaterali di reciprocità (esempio Argentina, Messico, Venezuela, USA) e rispettano gli altri requisiti nessun problema ad erogare loro un reddito di cittadinanza. A noi interessa risolvere i problemi non cavalcarli. E qui permetteteci una nota sui rom citati da Borghi. Forse quest’ultimo non sa che circa la metà dei 180mila rom e sinti che vivono in Italia hanno cittadinanza italiana. La nostra proposta assicura un reddito di dignità anche a quelli tra questi disposti ad uscire dalla povertà lavorando. Capiamo che la Lega li preferisca per strada a mendicare o nei campi perché altrimenti gli manca la metà del repertorio dei comizi, ma ci aspetteremmo almeno un pelino in più di onestà professionale e competenza da chi si dichiara professore universitario.

Balla n° 5 “Questo pseudo reddito di immigrazione assorbe le altre misure di sostegno alla disoccupazione
Falso: se le misure di sostegno alla disoccupazione non consentono alla famiglia e alla persona di superare la sua condizione di povertà assoluta, interviene il nostro reddito di cittadinanza a supporto.

Balla n° 6 “I conti sono sbagliati di un fattore 13 con coperture di 114 milioni a fronte di un costo di 1,4 miliardi
Falso: il nostro reddito di cittadinanza è complementare ad altre forme di sostegno della povertà, tra le quali anche il Sostegno all’Inclusione Attiva nazionale. Quando una forza di governo fa una legge definisce una platea di beneficiari cui risolvere il problema e indica delle coperture. Le nostre coperture sono state approvate dagli uffici, quindi sono valide, e garantiscono l’obiettivo: sostenere quei 58mila toscani in povertà assoluta che ogni anno si rivolgono al Centro per l’Impiego per uscire dalla loro condizione col lavoro. I dati ISTAT ci dicono che entro 3 mesi quasi il 30% di questi trova un’occupazione in grado di garantire un reddito di dignità, una percentuale che arriva quasi al 60% in un anno. La nostra proposta assicura per questo in tre anni l’uscita dalla povertà assoluta di tutti coloro che vogliono uscire dalla povertà lavorando, ma chiedono di essere sostenuti come in tutta Europa – tranne noi e la Grecia – durante questo percorso. Non sappiamo dove Borghi tiri fuori questo 1,4 miliardi. Quando un “esperto economista” riesce persino a sbagliare i conti viene il sospetto che o non si sia preso il tempo di contare bene o sia da mettere in dubbio la qualifica. Se si riferisse alla quota toscana della misura nazionale se fosse approvata, ci sentiamo di rassicurarlo: in quel caso ci penserebbe lo Stato e lo farà nel prossimo parlamento a maggioranza Cinque Stelle”

Balla n° 7 “Se il M5S smettesse di ingannare i cittadini con proposte assurde e pensasse più a lavorare con noi per recuperare sovranità monetaria
Falso: ci risulta che mentre noi protocolliamo proposte certificate dagli uffici, votabili domani mattina, Borghi continui a spendere più tempo in tv a millantare atti mai realizzati, come questi sulla sovranità monetaria. Del resto cosa aspettarsi da un partito come la Lega Nord che ha votato a favore del Pareggio di Bilancio in Costituzione – causa di molti dei nostri mali – e a livello europeo è stato capace addirittura di astenersi sul Bail in che ha azzerato i risparmi per Banca Etruria e potrebbe causare uno tsunami se adottato su Monte dei Paschi di Siena?

Siamo abituati comunque alle lezioncine di Borghi, meno ai suoi contributi. Speriamo inizi ad impegnarsi più seriamente. Siamo a disposizione per fargli capire quante scelte si possono fare già così, prima della sovranità monetaria, con 6 miliardi di PRS sprecati dal PD quando potevano finire ad un’edilizia scolastica in grave crisi, nel contrasto alla povertà e in quelle poche opere infrastrutturali utili che sosteniamo o il percorso per l’autonomia energetica da fonti rinnovabili della regione. Certo se Borghi aspetta la sovranità monetaria per far politica attiva, cosa ci sta a fare in Consiglio regionale? Nell’attesa poteva rimanere a casa o in qualche studio televisivo, risparmiando centinaia di migliaia di euro ai toscani.

p.s. Un’ultima balla, detta da Borghi su un’altra questione. Con la scusa di questo fact checking è doveroso svelarla. In un’intervista ha dichiarato di aver “scritto la metà della relazione finale della Commissione inchiesta sullo scandalo MPS” da noi presieduta. Non vorremmo dover tirar fuori le mail che dimostrano come ci siamo visti costretti a riscrivere quasi tutte le parti affidate alla Lega Nord, perché per 10mila euro il mese Claudio Borghi Aquilini non si sprecò a scrivere su materie a lui note come i derivati e affidò la stesura ad un assistente che evidentemente per sua ammissione non ne capiva molto. Occhio Claudio perché le bugie hanno le gambe corte, ma tu sei all’usura del bacino.

GIACOMO GIANNARELLI
ANDREA QUARTINI
IRENE GALLETTI
ENRICO CANTONE
GABRIELE BIANCHI