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RESTITUTION SCUOLE SICURE: 15 MILA EURO ALLA SCUOLA GIUSTI DI MONSUMMANO TERME

E’ arrivato a Monsummano Terme il nostro tour di restituzione “Scuole sicure”. Con 15 mila euro del taglio di indennità e rimborsi non rendicontati saranno realizzati interventi di adeguamento sismico e superamento delle barriere architettoniche nella scuola secondaria di primo grado “G.Giusti” di Monsummano Terme.

La sicurezza è una nostra priorità e questa si declina in molti campi tra i quali l’edilizia scolastica. In un paese civile chi studia e lavora in una scuola dev’essere sicuro che quella struttura non abbia problemi. Una condizione davvero minima ma assente in quasi metà delle strutture regionali.

Siamo qui oggi per migliorare la qualità di chi studia e lavora in questa scuola, restituendo così alla cittadinanza soldi eccessivi dati alla politica che non rifiutiamo.

A descrivere la genesi della restituzione per la Scuola “G. Giusti” ci ha aiutato il nostro consigliere comunale M5S Alberto Natali
“Fin dall’inizio del mandato da opposizione abbiamo chiesto la verifica sismica degli edifici pubblici, per prime le scuole. Dall’iniziale “meglio non farla” con cui fummo accolti, dopo nostra insistenza si è passati ad un censimento e successivamente agli interventi necessari. Era rimasta fuori la Scuola Giusti e grazie al Restitution deciso dagli iscritti toscani M5S abbiamo potuto aiutare il Comune a completare questa operazione doverosa di messa in sicurezza”.

Questa non è una donazione ma una restituzione di soldi eccessivi dati alla politica che noi rifiutiamo. L’anno scorso con i 120mila euro accumulati abbiamo comprato e distribuito cento defibrillatori ad associazioni sportive, scuole e comuni, garantendo un miglioramento della diffusione di questi salva-vita. Quest’anno stiamo aiutando le scuole noi la politica la interpretiamo così: poche chiacchiere e molto esempio. Le scuole hanno bisogno di più soldi, la politica di meno e noi, senza bisogno di una legge per farlo, abbiamo dato il buon esempio.

CHIEDEVAMO DISTANZE MINIME DA SPAZI RICREATIVI, COME IN EMILIA ROMAGNA. PD HA DETTO NO

Bocciata in Consiglio regionale la nostra proposta di avviare un percorso normativo regionale per risolvere il problema delle distanze minime tra strutture funerarie (cappelle del commiato, camere mortuarie) e abitazioni o luoghi ricreativi.

Siamo rammaricati per la scelta del PD di affossare la nostra richiesta, sostenendo che una norma regionale sarebbe di intralcio all’autonomia dei sindaci a livello urbanistico. Marche, Lombardia e Emilia Romagna hanno la normativa che chiedevamo e ci risulta non siano ancora governate dal Movimento 5 Stelle.

Chiedevamo semplicemente rispetto per i morti e per i vivi, perché la presenza delle camere ardenti e delle cappelle del commiato merita rispetto. Un rispetto difficilmente acquisibile quando sono a pochi passi da sale ricreative dove si fanno feste di compleanno. Disciplinare le distanze minime tra questi luoghi di socializzazione e gli spazi dove le persone si stringono nel ricordo del loro caro defunto è, per noi, un atto di governo e di civiltà.

Spiace non lo sia per le altre forze politiche.

DISMISSIONE TERME, ECCO LA PROROGA. CITTADINI CI AIUTINO A FERMARLI

Ieri il Consiglio Regionale ha approvato la proroga delle procedure di dismissione delle quote regionali delle società termali di Montecatini, Casciana e Chianciano. Abbiamo votato ovviamente contro e lanciamo un appello.

Da due anni combattiamo in Consiglio regionale perché il duo PD-Rossi non svenda le Terme. Sono un patrimonio culturale, storico ed economico su cui gravitano intere comunità. Per Montecatini abbiamo proposto una visione strategica, l’hanno ignorata. Adesso a due anni dal flop di quest’opera di svendita e dismissione presentano la nuova proroga. Sono incapaci di governare persino i processi che avviano. La cittadinanza ci deve aiutare per fermare questa dismissione senza criterio.

Ricordo proprio alla cittadinanza che le Terme si possono e potevano salvare, con un banale atto di Giunta che indicasse le società termali come strategiche per la Toscana. Una scelta che il duo PD-Rossi ha fatto ad esempio per l’Aeroporto di Grosseto. Lo abbiamo proposto, ci hanno bocciato l’atto. Ora dicono di voler salvare “almeno” il Tettuccio di Montecatini, una vera e propria presa in giro.

Le Terme sono le uniche vere partecipate toccate dalla scure regionale in questo piano di razionalizzazione. Una scelta politica chiara e fallimentare: una svendita raccolta forse da qualche imprenditore d’oltralpe o ancora più probabilmente la strada per farci trovare nel patrimonio immobili di pregio da Montecatini e Chianciano senza una società di gestione in grado di valorizzarli.

Siamo preoccupati per tutto questo, inclusa la tutela delle fonti, bene finora trascurato anche dalla gestione pubblica, ma pur sempre rimasto preservato sotto il tetto di una gestione pubblica che loro vogliono dimenticare.

Sull’operazione poi di Casciana serve chiarezza e massima attenzione: non vorremmo mai trovarci figure impresentabili a sostituire il partner regionale.

SERVE PROTOCOLLO D’INTESA SU VILLA BELLAVISTA

Venerdì scorso abbiamo fatto un sopralluogo a Villa Bellavista.

Per assicurare un futuro a questa splendida Villa serve un protocollo d’intesa tra istituzioni, finalizzato al suo inserimento nel circuito turistico, così da rendere certi gli introiti necessari a coprire i costi della manutenzione futura.

Le rassicurazione dell’architetto Micheletti e della direttrice ci confortano, la struttura non è a rischio e questa è una buona notizia ma la Villa necessita comunque di interventi di manutenzione che hanno un costo. Crediamo che questo costo sia copribile puntando al turismo, anche per il tramite di un’intesa tra tutti i livelli istituzionali coinvolti nella salvaguardia e valorizzazione di questo patrimonio culturale.

Ne parleremo in un incontro pubblico coi nostri nuovi parlamentari, dopo le elezioni del 4 marzo. Per parte nostra continueremo sulla strada segnata dal nostro atto di indirizzo regionale.

INSEGNANTI DIPLOMATE, TOSCANA SI SCHIERI PER EVITARE LO SCANDALO

Avrete sentito del caso delle 43mila insegnanti con diploma magistrale conseguito entro il 2002, escluse dalle Graduatorie ad esaurimento per il conferimento del ruolo nella scuola, a causa di una sentenza recente del Consiglio di Stato.

Ho partecipato ieri al presidio di Pisa sotto il Provveditorato e rinforzato quanto contenuto nel nostro atto a sostegno: serve un’azione istituzionale seria per risolvere questo ennesimo scandalo italiano.

Queste docenti della scuola primaria sono in servizio, l’applicazione della sentenza significherebbe sconvolgere la vita loro e degli alunni cui è doveroso assicurare la continuità didattica” aggiunge la Cinque Stelle che sottolinea “è intollerabile che chi da tempo è il volto del servizio pubblico scolastico per centinaia di migliaia di bambini e bambine si trovi oggi costretto ad un eterno precariato da supplente.

Le sentenze si rispettano, ma quando producono una distorsione del genere è compito della politica elaborare da subito dei correttivi. Dopo la decisione del Consiglio di Stato abbiamo una disparità di trattamento inaccettabile anche in termini costituzionali: da una parte chi è stato immesso a ruolo nel 2015, salvaguardati dal licenziamento, e dall’altra chi ci è arrivato nel 2016 con riserva per il cavillo di non avere una sentenza di merito passata in giudicato.

Sappiamo che la ministra Fedeli ha chiesto un parere all’avvocatura di Stato e attende lumi su come intervenire: le chiediamo di lasciare da parte gli impegni elettorali e tornare al ruolo che lo Stato ancora le assegna, sollecitando una risposta urgente e lavorando di conseguenza per una soluzione che non deve tardare ad arrivare. Capiremo martedì se la richiesta è solo del Movimento 5 Stelle o troverà consenso anche da parte dei partiti.

VISITA DI LUIGI DI MAIO CONFERMA FINALE: NOI UNICO INTERLOCUTORE CREDIBILE PER IMPRESE E CITTADINANZA

Luigi Di Maio, Arezzo (25 gennaio 2018)

Negli ultimi due giorni il tour del nostro candidato premier, Luigi Di Maio, ha toccato la Toscana, segnando una linea di demarcazione finale, crediamo, tra la narrazione caricaturale che i partiti fanno del Movimento 5 Stelle e la realtà dei fatti.

Abbiamo con piacere accompagnato Luigi nella visita all’azienda Rocca delle Macie, simbolo dell’imprenditoria vitinicola toscana targata Chianti Classico, e siamo stati contenti della partecipazione delle tante aziende analoghe e delle delegazioni di Legacoop Agroalimentare, Fedagri Confcooperative e Coldiretti all’incontro d’ascolto nello storico Relais Vignale di Radda in Chianti. È stata l’ulteriore occasione per raccogliere le istanze di un settore, quello agricolo e agroalimentare, strategico per la Toscana e l’Italia, in larga parte già raccolte nel nostro programma: legalità sui fondi europei, tutela vera del made in italy a partire dai trattati che i partiti hanno votato, come il dimenticato TTIP, l’inversione dell’onere della prova a livello fiscale e la cooperazione come modello di valorizzazione della filiera, al pari della battaglia contro le false cooperative.

Dal bagno di folla di Arezzo raccogliamo la convinzione di aver lavorato bene, a partire dalla Toscana, sul tema banche. Grazie a noi la Toscana ha fatto i conti con lo scandalo Monte Paschi di Siena, tramite una commissione d’inchiesta regionale presieduta dal nostro Giacomo Giannarelli, e grazie a noi esiste oggi un’inchiesta parlamentare su un sistema bancario che ha visto proprio in questa regione dare le peggiori dimostrazioni di commistione malata tra partiti e istituti di credito.

Le centinaia di persone intervenute ad Arezzo hanno capito che il Movimento 5 Stelle è l’unico interlocutore credibile per la cittadinanza, l’unico che realmente potrà mettere mano al sistema bancario per riformarlo nell’indirizzo di maggiore trasparenza, riduzione dei conflitti di interesse e soprattutto ritorno alle origini: al dare credito a imprese e cittadini.

Ringraziamo Lucense per aver ospitato un incontro importante per la lucchesia, dove Luigi Di Maio ha potuto incontrare gli artefici del progetto Ecopulplast, incontro tra l’industria e il Centro di ricerca Rifiuti Zero di Capannori, nel segno della vera economia circolare. Siamo l’unica realtà politica regionale che ha parlato da sempre con serietà di economia circolare, leggendo opportunità di sviluppo sostenibile in visioni che PD e centrodestra bollano ancora come utopie. L’incontro nel Centro Lucense è la conferma che il Movimento 5 Stelle è una forza di governo capace di far dialogare il miglior civismo col tessuto produttivo.

Prendiamo atto che qualche professionista della politica PD ha cercato di offuscare l’importanza dell’iniziativa lanciando fake news e sterili polemiche sulla nostra posizione relativa ad alcune infrastrutture mitologiche legate a Lucca. Ai cittadini ricordiamo, come ha detto lo stesso Di Maio, che noi non siamo contro le grandi opere, ma osteggiamo e osteggeremo sempre le grandi opere inutili. C’è chi vuol continuare a raccontare fiabe e chi, come noi, si misura col distretto cartario sulla mobilità intermodale e l’autostrada free slot per risolvere due problemi: il traffico lucchese e l’inquinamento aereo. Così come sul Ponte sul Serchio la nostra posizione è sempre la solita: bene farlo, ma il dove si decide insieme alla cittadinanza.

Il segnale dato da Luigi Di Maio sui bacini di carenaggio ci sembra infine il miglior modo per aiutare i cittadini nel capire chi fa sul serio e chi invece non vuole rimuovere i blocchi storici allo sviluppo di Livorno. Così come la grande adesione al pranzo di ieri tra attivisti e portavoce M5S è il segnale che il Movimento 5 Stelle, diversamente da altri, marcia insieme, determinato, verso l’obiettivo di governare le istituzioni.

Abbiamo vissuto una due giorni simbolo che ci auguriamo abbia aiutato la cittadinanza a lasciare da parte le novelle dei partiti sul M5S. Anche in Toscana, la migliore società civile, quella che tiene in piedi questa regione e chiede sicurezza, liste d’attesa civili, libertà di sviluppare la propria idea imprenditoriale e garantire vera occupazione, ha un solo interlocutore: il Movimento 5 Stelle.

BOLLO AUTO IBRIDE. TOSCANA SEGUA ESEMPIO REGIONI DOV’É ESENTE

Otto regioni italiane, tra le quali Lazio e Liguria, non fanno pagare il bollo alle auto ibride. La Toscana dovrebbe seguire il loro esempio e vorremmo capire le intenzioni delle Giunta a riguardo.

La Regione ha già esentato dalla tassa automobilistica disabili, vetture antincendio e autobus di linea – precisa il vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali e Bilancio – sfruttando i margini di manovra forniti dalla normativa statale. Tutte scelte legittime, ma la leva fiscale è un modo per dare segnali di indirizzo e qui manca verso la transizione 100% elettrico. Quella che caratterizzerà l’Italia nei prossimi trent’anni, se dal 4 marzo uscirà una maggioranza a trazione M5S.

La giunta regionale vuole andare in questa direzione e iniziare a ridurre così anche le emissioni inquinanti?

300 CARROZZINE FERME PER PROBLEMA INFORMATICO DELLA DITTA AFFIDATARIA. MA NIENTE PENALI … PERCHE’ SE N’ERANO

Vi ricordate la nostra interrogazione sul caso delle trecento carrozzine bloccate nel magazzino dell’ufficio ausili ASL Toscana Centro (Firenze) per mancata revisione e sanificazione? E’ arrivata la risposta.

Trecento carrozzine ferme, i cittadini con disabilità costretti a rivolgersi al privato a pagamento e il motivo è che il software della ditta affidataria dell’appalto non si parla con quello ASL. In pratica l’applicativo non legge le richieste inserite dal Centro Ausili e quest’ultimo non legge la disponibilità di ausili igienizzati, sanificati, incelofanati utili per la consegna. Un problema informatico quindi, venuto fuori negli ultimi sei mesi, che questa ditta con un contratto da 4,3 milioni di soldi pubblici non ha saputo risolvere. Pagheranno almeno la penale? Certo che no, perché la parte pubblica si è dimenticata di inserirla nel contratto.

Un bel vantaggio per questa impresa e un bello svantaggio per i cittadini: a quale dirigente dell’ex ESTAV, di nomina politica, dobbiamo questo errore? Speriamo ce lo dicano e speriamo siano presi a riguardo tutti gli opportuni provvedimenti.

Leggiamo che per risolvere il problema software della ditta esterna è dovuto andare addirittura un tecnico ESTAR e si sono dovute acquisire 2100 nuove carrozzine per limitare i disagi. Paga sempre ‘pantalone’ e tutti zitti?

Spiace poi rilevare che Saccardi ha evitato di risponderci su una questione cruciale del caso: la normativa nazionale – il DM 332 del 199 – prevede che un cittadino bisognoso di carrozzina debba aspettare al massimo 20 giorni lavorativi per ottenere quanto gli spetta di diritto senza doversi rivolgere altrove, a pagamento. Appurato il problema informatico, come si giustifica questo mancato rispetto della legge?

Infine ci sembra interessante la parte di risposta sul tema carrozzine proveniente dall’ASL Toscana Sud EST. Secondo il Direttore Generale va tutto bene, ma i dati forniti lasciano qualche dubbio: nel 2016 risultano sanificate, ricondizionate e riciclate 2838 carrozzine. L’anno successivo, da gennaio a settembre, solo 2248, con 84 parcheggiate in magazzino in attesa di pezzi di riparazione. Perché sono sparite quasi 600 carrozzine da un anno all’altro e come mai il monitoraggio 2017 ci viene fornito oggi solo per il periodo gennaio settembre 2017?

LE FAKE NEWS IN TOSCANA SI DIFFONDONO COI SOLDI PUBBLICI. REGIONE CHIARISCA!

Ieri cittadini e cittadine della Toscana hanno trovato sulla propria home di facebook un annuncio a pagamento del progetto pubblico di infomobilità Muoversi in Toscana. Il testo aveva tutto tranne che le caratteristiche di una informazione sul traffico e si presentava come un chiaro post di propaganda politica.

Il post recita: ‘20 miliardi per le infrastrutture in Toscana. 20 miliardi destinati a rendere più moderna la nostra regione, a connetterla con il resto del Paese e con i traffici internazionali e a renderla più competitiva e attrattiva’. 20 miliardi alla Toscana? Qui siamo ad un livello oltre la semplice fake news. Infatti aprendo la pagina imbeccata con l’annuncio a pagamento, pagato da tutti i toscani con le loro tasse, l’utente facebook avrebbe potuto accedere a quello che tutto sembra tranne un “servizio” nel senso giornalistico del termine, ospitato nel portale intoscana.it.

Nell’articolo si leggono frasi come “Fondi sbloccati e programmati gli interventi per migliorare la viabilità in Toscana e connetterla con il resto del Paese e con i traffici via mare”, “Oltre 20 miliardi a cavallo degli ultimi due Governi per le infrastrutture della Toscana” e di lì un elenco di fondi e opere fantasma come la Bretellina di Piombino, data dall’articolo come certa grazie “ad un finanziamento di 50 milioni”.

Praticamente la classica narrazione del PD renziano dove tutto è smentibile semplicemente conoscendolo, come confermeranno i cittadini di Piombino. Per intendersi la “bretella” ci risulta già presente in un’intesa Governo-Regione di 15 anni fa e il via libera del CIPE è solo sul primo lotto. Se ad ogni annuncio pubblico di un’opera seguisse l’opera a quest’ora ci sarebbero almeno venti bretelle di Piombino.

Vogliamo sapere chi è responsabile di questa trovata e sapere da Rossi se, con uno slancio di decenza, prevede provvedimenti disciplinari a riguardo.

Riteniamo inaccettabile che con soldi pubblici si producano e promuovano fake news, di chiara promozione delle forze politiche al governo regionale da sempre. Talmente chiara che l’autrice dell’articolo scrive persino che l’elenco delle opere date è “la cornice entro la quale si potrà inserire lo sviluppo infrastrutturale della Toscana al netto dell’incognita del 4 marzo, con le elezioni politiche”. Vuole anche dirci chi votare all’uninominale? Un’idea ce la siamo fatta comunque.

DISTRETTO CARTARIO SCELGA ALTERNATIVE ALL’INCENERIMENTO E DIVENTI MODELLO DI ECONOMIA CIRCOLARE

Le alternative all’incenerimento del pulper esistono e sono l’unica strada per rendere il distretto cartario un modello di economia circolare, con benefici evidenti per imprese e cittadini. Per raggiungere questo obiettivo ho presentato una serie di atti di indirizzo al Consiglio Regionale.

Il pulper è composto per il 70% da plastiche e il 30% da cellulosa, entrambi materiali recuperabili, inoltre, come spiegato da ENEA, rappresenta solo il 7% del macero. Questo, unito al tema dell’umidità – che per legge deve essere oltre il 30% – ci limita l’orizzonte del pulper prodotto in provincia di Lucca a circa 63.800 tonnellate l’anno. Un quantitativo che rende insostenibile la scelta inceneritorista, anche sul piano economico, mentre apre scenari di profitto e opportunità per impianti “low technology” di recupero o piattaforme con sistemi di selezioni in acqua, come SCA Packaging sperimentato 15 anni fa nel territorio.

Se alziamo gli occhi e guardiamo alla Provincia di Treviso troviamo già un modello di economia circolare da copiare, in Provincia di Treviso, con 35 mila tonnellate l’anno di pulper trattabili tramite selezione e vibro vagliatura per recuperare tutto il recuperabile e immetterlo nuovamente nel ciclo produttivo. Senza considerare che un buon accordo tra enti locali, imprese del cartario e CONAI-Comieco renderebbe possibile ridurre il 15% dell’intera produzione di pulper solo con le buone pratiche. Per dirne una: differenziare il cartone dal mix di carta mista negli uffici regionali e nei Comuni. Solo così si riduce l’impurità del pulper e cresce persino il quantum corrisposto da CONAI.

Il Distretto Cartario e in esteso la lucchesia hanno bisogno di trovare risposte serie e di lungo respiro su tutte le problematiche che la caratterizzano da decenni: l’incenerimento non è niente di questo, come non lo sono gli assi viari il cui secondo lotto è ancora oggi tutto da progettare. Le soluzioni ci sono, basta avere il coraggio di prenderle: per evitare gli assi viari basterebbe riprendere la proposta dell’autostrada free slot per i camion e tir del distretto cartario, la portammo in Consiglio regionale ma il PD di Baccelli disse no. Con lo stesso spirito raccoglieremo lo spunto della aziende che puntano alla mobilità su ferro e chiederemo alla Regione di premere con RFI per aumentare la lunghezza dei treni merci, portando la composizione da 17 a 19 vagoni. Una misura che renderebbe finalmente il trasporto merci ferroviario più conveniente di quello su gomma.