Da trent’anni i politici parlano dei problemi della viabilità lucchese senza risolverli e con un gusto abbastanza grottesco per l’annuncite. La nostra proposta c’è e attende la calendarizzazione in Consiglio regionale da parte del Partito Democratico. Visti i termini crediamo possa incontrare il favore di alcuni dei suoi esponenti, come Baccelli, sempre che resti coerente con quanto detto in passato e ponga l’interesse generale al di sopra delle logiche, contorte, del suo attuale partito.

La viabilità lucchese ha problemi verso ovest e verso est, caratterizzati dal trasporto merci, in particolare la filiera della cellulosa. Come gli addetti ai lavori sanno bene, la maggior parte dei flussi di quest’ultima avvengono via camion tra il Porto di Livorno e il distretto cartario della lucchesia. La nostra proposta, nata in sinergia con Legambiente, sfrutta il potenziamento in atto dei raccordi ferroviari tra Porto di Livorno e rete esistente per spostare il trasporto merci attualmente su gomma su questo efficiente, e già finanziato, sistema intermodale ferroviario Lucca – Pisa – Livorno.

Questo alleggerirebbe la viabilità lucchese, direzione ovest, togliendo una parte importante dei camion oggi transitanti, legati soprattutto al trasporto di cellulosa.

Ad integrazione la proposta prevede un accordo col concessionario autostradale, affinché i cittadini e le imprese della lucchesia possano utilizzare come una tangenziale, quindi senza pedaggio, la tratta della A11 tra Lucca est e Capannori. Questo consentirebbe di favorire la viabilità lato orientale, per intenderci verso Firenze. Là dove del resto auspichiamo si arrivi ad un aumento sensibile dei passeggeri che potranno godere del raddoppio ferroviario.

Ricordiamo infine che questa soluzione oltre a chiudere la novella dello stento sui celebri “assi viari” lucchesi, potrebbe mostrare la giusta attenzione verso quel comparto logistico che per inefficienze infrastrutturali – ad esempio l’assenza di collegamento tra i nodi della rete – e assenza di pianificazione istituzionale, costa alla sola toscana circa 3-4 miliardi di “danni” l’anno, pagati soprattutto dalle minori possibilità lavorative. Se oggi il sistema logistico italiano occupa appena 400mila persone, nella vicina Germania la cifra è più che doppia e alcuni analisti fissano il potenziale italiano a 2 milioni di posti di lavoro. Stiano tranquilli i cittadini, la prossima Regione a Cinque Stelle si occuperà anche di questo.

GIACOMO GIANNARELLI