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Si riduce l’inquinamento a seguito del lockdown per Coronavirus, Giannarelli (M5S): “Stimolo per potenziare la mobilità elettrica dell’auto”

Come era già accaduto in Cina nelle prime fasi dell’emergenza, anche in Europa abbiamo la conferma di una riduzione dell’inquinamento in concomitanza con le restrizioni imposte per l’emergenza Coronavirus. In Italia nNel mese di marzo c’è stato un calo delle emissioni di CO2 da combustibili fossili di circa 17% rispetto allo stesso mese del 2019, pari a circa 5,7 milioni di tonnellate di CO2 in meno.

“I dati forniti dal dossier di Italy for Climate – spiega Giacomo Giannarelli, Presidente del Gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle – mostrano l’effetto del lockdown sulla riduzione delle emissioni che ha colpito in modo particolare i prodotti petroliferi e il comparto dei trasporti. Si stima per quest’ultimo un calo delle emissioni di oltre il 46%, contro il -10% dei consumi elettrici e circa il -5% del gas naturale.”

“Questo dato – continua Giannarelli – deve essere da stimolo affinché si intraprenda con maggiore convinzione la strada volta a sviluppare e diffondere ulteriormente la mobilità dell’auto elettrica. Dalla tragedia del coronavirus dobbiamo imparare che con un minor utilizzo di combustibili fossili ed una minor emissione di CO2 possiamo raggiungere importanti risultati per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della nostra salute. Proprio per questo ho voluto presentare in Consiglio regionale tutta una serie di atti volti a sollecitare non soltanto il potenziamento dell’utilizzo dell’auto elettrica ma anche altre azioni che possano tutelare l’ambiente.”

“Quel che è sicuro è che la molto annunciata rivoluzione dell’auto elettrica avrà impatti profondi sul mondo del lavoro e sul mondo della distribuzione e della produzione dell’energia. La nostra regione dovrebbe promuovere diverse iniziative, tra cui la realizzazione, massiccia e diffusa, di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile, puntando sul mix energetico (fotovoltaico, eolico, idroelettrico), il sostegno all’acquisto di batterie per l’accumulo dell’energia autoprodotta, di sistemi per l’utilizzo della carica delle batterie delle auto, e di ogni altra forma di accumulo, per stabilizzare il sistema rilasciando energia all’occorrenza, la promozione di corsi di formazione per una forza lavoro specializzata.

“Tra 10 anni in Europa ci vorranno 3 milioni di stazioni di ricarica contro le 185.000 di oggi. Si stimano investimenti per 20 miliardi di euro.”

“Alla Regione Toscana chiedo poi che attivi tutti gli strumenti in suo possesso, finanziari, di programmazione e pianificazione, per guidare la transizione energetica verso l’obiettivo ‘’Toscana  2050: 100% Rinnovabile’’, favorendo così non soltanto la lotta all’inquinamento ma anche la possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Oltre a ciò è necessario prevedere contributi a fondo perduto per l’acquisto di mezzi elettrici, biciclette ed altro, incrementare anche con ulteriori incentivi l’utilizzo della bicicletta in Toscana quale mezzo sostitutivo al trasporto pubblico locale ad alla propria autovettura, rendere ancora più accessibile alle automobili oggetto di car sharing tutti i centri urbani ubicati sul territorio regionale. Oltre a ciò è necessario prevedere contibuti economici per lavori di risparmio energetico, per l’accumulo e la produzione di energia rinnovabile domestica.”

“Sta aumentando – conclude Giannarelli – l’esigenza di adottare stili di vita sostenibili per il pianeta. Ma è sempre più fondamentale un sostegno finanziario per guidare questa transizione economica ed energetica. L’introduzione di queste misure non farebbe bene solo all’ambiente, ma anche alle tasche di chi si trova in difficoltà economica, creando nuovi posti di lavoro. Il tutto in un’ottica politica di ampio respiro”. 

Coronavirus, Giannarelli (M5S): “Si preveda un rimborso per gli eventi annullati”

“La Commissione UE – spiega Giacomo Giannarelli, Presidente del Gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle – ha istituito il temporary framework, ossia lo strumento con cui si introduce un regime di deroga per gli aiuti alle imprese colpite dall’emergenza covid. Si tratta tra l’altro della possibilità, per gli stati membri inclusa l’italia, di prevedere, previa notifica alla Commissione UE e approvazione da parte di quest’ultima, di schemi nazionali per il sostegno alle imprese locali che hanno subito danni da covid. Considerata l’attuale drammatica situazione economica del settore degli eventi e delle fiere – incalza Giannarelli – è prioritario attivarsi nei tavoli interistituzionali affinché l’Italia preveda un sistema per il refund dei danni da annullamento eventi, previa notifica e approvazione dalla Commissione UE. Per questo motivo, con un mio atto in Regione, intendo attivare quest’ultima in tutte le sedi istituzionali per prevedere questo sistema di rimborso per le nostre aziende.”

“Per mercati e fiere – conclude Giannarelli – si profila uno scenario difficile. Confcommercio lancia l’allarme: se non si riapre entro luglio, seppur con gradualità e rispettando tutti i protocolli sanitari, il settore delle fiere rischia una perdita di oltre 10 miliardi di euro e la chiusura definitiva di 60 mila imprese, cioè un terzo del totale. Il settore delle attività di commercio su aree pubbliche conta 176 mila imprese con circa 400mila tra titolari, dipendenti e collaboratori.”

Ripresa economica post-coronavirus, Giannarelli (M5S): “Ripartire dall’ecobonus, dai contributi per il risparmio energetico e per la produzione di energia da impianti domestici”

La prima ottima notizia è quella dell’ecobonus 2020 annunciata dal Governo: sarà possibile detrarre il 110% dalle tasse negli anni successivi alla spesa sostenuta per gli interventi di efficienza energetica e di adeguamento sismico.

“L’Italia riparte con un nuovo approccio economico basato sulla sostenibilità ambientale – afferma Giacomo Giannarelli, Presidente del Gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle – L’ecobonus passa dal 65 al 110%, ossia con una detrazione superiore all’importo speso. ll superbonus sarà utilizzabile non solo per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici ma anche per il fotovoltaico, gli accumulatori, l’isolamento delle pareti, gli impianti di riscaldamento a pavimento, gli infissi e tutti gli altri interventi di riqualificazione energetica.”

“In questa fase di emergenza – continua Giannarelli – il Governo ha capito che bisogna favorire la transizione ecologica. Proprio per questo anche a livello regionale occorre perseguire questa strada, favorendo ulteriori contributi ed interventi mirati, incentivando il risparmio energetico e stimolando la crescita del settore produttivo. Per il prossimo Consiglio regionale ho pertanto presentato anche due ordini del giorno volti a prevedere ulteriori finanziamenti regionali a fondo perduto per interventi domestici di risparmio energetico (sostituzione di infissi, coibentazione pareti, ecc.) e per interventi che prevedano l’accumulo e la produzione di energia da impianti domestici (fotovoltaico, micro-eolico, ecc.).”

“Grazie a queste misure – conclude Giannarelli – sarà possibile stimolare gli investimenti privati e creare occupazione, tutelando al contempo l’ambiente e il territorio. La riduzione delle fonti inquinanti attraverso l’uso delle energie rinnovabili diventa quindi un volano strategico per la ripresa economica e per il benessere collettivo post-coronavirus.”

Nessun complotto sulla plasmaterapia. Ma la Toscana deve accelerare

“Ho incoraggiato in tempi non sospetti la sperimentazione toscana (AOUPI capofila) per l’uso terapeutico del plasma iperimmune di convalescente di COVID-19. Prima sollecitando l’accelerazione dell’iter della sperimentazione e poi scrivendo e interrogando la giunta regionale.

Ben venga una sperimentazione rigorosa su questa opportunità terapeutica.
Tuttavia la diffusione di notizie scorrette e, purtroppo, cavalcate in modo ideologico, da alcuni, e in modo demagogico da qualche politico suggerisce una riflessione approfondita su questo tema delicato.

Il primo elemento da sottolineare è semplicemente logico: nessuno sta nascondendo l’esistenza della plasmaterapia. Mi pare evidente che in questi giorni se ne parla diffusamente, e che nelle scorse settimane ne ha parlato la televisione in modo diffuso, a partire da “Petrolio”, il cui video, peraltro, è stato rilanciato dal sottoscritto. Inoltre, secondo coloro che ipotizzano che venga tenuta nascosta una notizia così rilevante, il complotto dovrebbe così esteso e ben organizzato da mettere d’accordo almeno 200mila sanitari che lavorano, rischiano e muoiono di COVID-19 come tutti i cittadini (gli operatori sanitari hanno pagato e stanno pagando un prezzo altissimo) e che, conoscendo la cura miracolosa, da ottimi “masochisti” non la utilizzano nemmeno per se stessi.

L’ipotesi della plasmaterapia è un’opzione terapeutica antica in caso di epidemia e di contagio, anche non necessariamente epidemico (vedi per esempio siero antitetanico). Veniva già usata con successo durante l’epidemia di “spagnola” nel 1920. È stata utilizzata, più di recente, per trattare le infezioni da SARS-CoV1, da MERS (malattie da #coronavirus) e da virus Ebola, con risultati incoraggianti. Diversi protocolli sono già attivi, anche in Italia, anche per le infezioni da SARS-CoV2, cioè il COVID-19. Sono iniziati fin dall’inizio nella stessa Cina, tuttavia gli effetti possono essere valutati solo adesso, in quanto i guariti adolescenti donatori di plasma prima della malattia non esistevano e c’è voluto qualche settimana per osservarli.

Lo stesso studio di Pavia e Mantova è attualmente in corso. Dovrebbe concludersi il 31 maggio, e poi ci potremmo confrontare sui risultati, in modo trasparente e scientifico.La selezione dei donatori non è semplicissima: devono essere volontari, devono essere sani, nel senso di analisi del sangue nella norma, non avere certe malattie, non fare uso di determinate sostanze/farmaci; infine la frequenza della donazione deve avvenire al massimo una volta al mese; ci possono essere problemi di titolo anticorpale troppo basso perché la terapia possa funzionare; gli anticorpi devono essere neutralizzanti, cioè molto specifici. Il sangue è materiale biologico ipercontrollato, come gli organi espiantati, per cui è sostanzialmente innocuo, con rischi da trasfusione rarissimi, ma comunque presenti e, cautelativamente, da attenzionare. Perciò l’approvvigionamento di plasma è una questione complessa sia quantitativamente che qualitativamente.

Per questa ragione occorre seguire i protocolli sperimentali, che sono attivi, in modo rigoroso come merita qualunque trattamento e, come per qualunque farmaco arrivare alla fine della sperimentazione per comprenderne efficacia, efficienza ed eventuale produzione industriale se utile, visto che per ragioni di selezione che di numeri i donatori non sono infiniti.Chiariamo anche che la plasmaterapia serve per curare i malati, non serve per evitare di ammalarsi. L’unico presidio profilattico resta il vaccino.
Detto ciò vale certamente la pena di studiare e di sperimentare la terapia con plasma di convalescente e come per certi farmaci prevederne, in attesa dei risultati, l’uso “compassionevole”. Le basi da cui si parte sono senza alcun dubbio promettenti, ma è doveroso fare valutazioni rigorose del rapporto rischio-beneficio, non facilissimo essendo il COVID-19 una malattia nuova su cui sperimentazioni e farmaci utilizzati sono moltissimi e ciascuno promette risultati.Una regola generale resta quella di diffidare sempre di chi promette risultati sensazionali.

Concludo dicendo che gli operatori sanitari a tutti i livelli sono tutt’altro che “masochisti” si stanno impegnando al massimo per produrre cure: lo dimostrano i tanti farmaci che vengono utilizzati, anche nelle sperimentazioni, compresa la terapia con plasma iperimmune e potrà essere preparato anche un vaccino contro il #coronavirus.
Nel frattempo facciamo tutti la nostra parte: distanziamento interpersonale, mascherine, lavarsi le mani.”


PS: con la Giunta regionale toscana “ho un conto in sospeso” in quanto attendo la risposta alla mia interrogazione sui ritardi nella partenza della sperimentazione del plasma iperimmune di convalescente, che non deve essere considerato trattamento di serie B rispetto ad altri presidi terapeutici, ma questa è una cosa su cui vi terrò aggiornati.

Coronavirus, Giannarelli (M5S): “Agevolare la mobilità interregionale inserendo limiti chilometrici per i territori confinanti. Serve una deroga per gli spostamenti tra comuni confinanti ma in regioni diverse”

La “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus pone alcune limitazioni agli spostamenti tra regioni. E’ consentito spostarsi da una regione all’altra ma per farlo ci vogliono motivazioni specifiche, come ad esempio per lavoro, per assoluta urgenza e per salute. Non è dunque possibile andare a trovare congiunti, fare la spesa o spostarsi per altri motivi da una regione all’altra. Questo vale anche per i cittadini che abitano proprio a ridosso del confine regionale.

“In vista della progressiva riapertura di tutte le attività economiche e sociali ad oggi è consentito, per fare un esempio, percorrere gli oltre 300 chilometri che separano Orbetello da Carrara ma non si possono effettuare spostamenti “oltre confine”, con tragitti più brevi andando, di fatto, a bloccare la mobilità tra realtà produttive e socio-culturali molto più coese a livello territoriale. Penso per fare qualche esempio, alla impossibilità per gli Apuani, di Carrara, di spostarsi nei territori confinanti liguri, per i Lunigianesi verso l’Emilia Romagna, per gli abitanti di Chiusi di spostarsi in Umbria o agli abitanti dell’Amiata di andare nel Lazio. Per questo motivo abbiamo proposto di rivedere i limiti inserendo distanze massime chilometriche” – afferma Giacomo Giannarelli, Presidente del Gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle – .

“l confini regionali sono oramai superati dagli scambi sociali ed economici. Molti comuni toscani confinanti con altre regioni, (i confini regionali terrestri sono oltre i 550 km circa), intrattengono da sempre importanti scambi sociali, economici e demografici con i territori confinanti. Occorre dunque pensare, per la nuova fase, ad un allargamento di queste possibilità di spostamento per i cittadini confinanti, inserendo limiti chilometrici di distanza massima, azione a mio avviso fondamentale dal punto di vista sociale e decisiva per la ripresa economica. Questa situazione di disagio per molti cittadini potrebbe essere superata con un riconoscimento di spostamento quantomeno nei territori dei Comuni situati all’interno delle provincie confinanti, anche oltre il confine regionale. Tale riconoscimento, peraltro, anche se esteso a livello nazionale riguarderebbe un numero di persone limitato, con un impatto contenuto anche in riferimento al contenimento del contagio.”

“Presenterò pertanto un atto in Consiglio regionale affinchè la Regione avanzi questa richiesta in sede di Conferenza Stato-Regioni e per attuare protocolli d’intesa interegionale.”

Coronavirus, Quartini (M5S): “Mancano le mascherine, da quelle chirurgiche a quelle FFP2/3 indispensabili ai sanitari”

“Registriamo come in Toscana manchino le le mascherine, da quelle chirurgiche a quelle FFP2/3 indispensabili ai sanitari  che, immersi nel virus, rischiano di ammalarsi e di non poter curare più i pazienti. Una speranza per risolvere questo problema ci viene dalla possibilità di sterilizzarle in autoclave, un impianto che si trova anche negli ospedali. Si potrebbe fare un test per verificare quante volte le mascherine possono “passare” in autoclave, restando comunque funzionali.

Ma potremmo andare anche oltre, e velocemente. Bisognerebbe chiedere alle aziende che producono le mascherine di  progettare le FFP2/3 non soltanto con i fitri staccabili e sostituibili (e queste già esistono) ma anche con la parte in “plastica” sostituibile – in pratica quella non filtrante, che andrebbe sanificata in autoclave. Oppure si potrebbero avere anche i filtri sanificabili in autoclave, magari con procedure diverse rispetto al “corpo” della mascherina. Un’altra opzione potrebbe essere quella di avere mascherine a “pezzo unico”, cioè senza possibilità di smontare il filtro, ma progettate e assemblate in modo tale da poter passare in autoclave varie volte.

Tutto questo ci permetterebbe di avere maggiore disponibilità di mascherine, indispensabili a medici ed ai cittadini per non infettarsi. Sapendo che queste procedure sono già state proposte alle ASL da aziende qualificate, ho presentato una interrogazione per accelerare l’iter.”

25 aprile, una festa di tutti

Il 25 aprile è una festa di tutti. Incarna i valori di democrazia, libertà e giustizia che furono alla base della Liberazione dal nazifascismo”. Così in una nota i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle in Toscana.

“Crediamo sia quanto mai opportuno che la giornata di domani non finisca per essere gettata nel tritacarne della contrapposizione elettorale.
I valori della Festa della Liberazione sono ben più elevati e ben più solidi di qualunque competizione partitica. Il 25 aprile è il giorno dell’unione; il giorno della forza delle idee libere e democratiche; il giorno del coraggio e della dignità”.

Coronavirus, Quartini (M5S): “Kit diagnostici inadeguati?”

“La Regione Toscana ha ordinato kit diagnostici per diversi milioni di euro e pagato laboratori privati per eseguirli. Adesso scopriamo che quei test non sono ancora arrivati e che, soprattutto, il Commissario Straordinario ha indetto una gara per acquistarne altri, da usare in larga scala.

Cosa succederà se i kit toscani, comunque da pagare, non andranno poi bene? Andranno buttati? E se i laboratori privati, che devono essere comunque pagati, non saranno attrezzati per usare i kit nazionali, cosa succederà?

E i cittadini già testati con i kit regionali, dovranno esserlo di nuovo con quelli nazionali?

La Regione ha parlato con il Commissario Straordinario prima di spendere denaro e tempo prezioso per la salute dei toscani? Vogliamo risposte, perchè in una fase come questa non si possono commettere errori nè commettere leggerezze. Per questo motivo ho presentato un’interrogazione alla Giunta regionale.”

Operatori sanitari contagiati a Ponte a Niccheri, Quartini (M5S): “30% di contagi tra i testati, vogliamo chiarimenti”

“Ho sostenuto per settimane l’importanza di proteggere gli operatori sanitari senza mediazioni, chiedendo per loro la massima sicurezza. Ho presentato diversi atti in tal senso. Lo ho ribadito anche in due sedute del Consiglio regionale.

E’ intollerabile il prezzo che gli operatori sanitari pagano per questa pandemia, perché se protetti adeguatamente si sarebbero risparmiati contagi e decessi. Purtroppo ad oggi sono ben 18000 gli operatori sanitari contagiati. Che un ospedale potesse divenire una bomba biologica avrebbe dovuto essere l’ultimo scenario da poter ipotizzare, il peggiore. Perché la situazione diviene così incontrollabile: uomini che lavorano per la salute, in qualunque ruolo, aggrediti da un virus spesso asintomatico, che si trasformano in diffusori della malattia fra i colleghi e fra altri pazienti.

Un’escalation che, come accaduto, decapita le risorse umane, e il numero di malati da poter accudire. Proprio per questo si sarebbero dovute prendere precauzioni tali per cui tutto questo non accadesse. Occorrono mascherine efficaci per tutti i sanitari, da subito, test immediati, e poi ripetuti. Nessuna delle due azioni è stata intrapresa correttamente a giudicare dai risultati: il 30% del personale testato presso l’ospedale di Ponte a Niccheri è risultato positivo, oltre ai colleghi già isolati perché sintomatici.

E’ inaccettabile non proteggere il personale sanitario e trasformare un ospedale pubblico in un focolaio epidemico. Vogliamo andare a fondo di questa vicenda, capire le responsabilità, ed evitare che questo possa ripetersi. Per questo ho depositato un’interrogazione urgente alla giunta regionale.

Quartini (M5S): “Uscire da questa pandemia non sarà né veloce né semplice. La Regione si attivi con i necessari sostegni psicologici alla popolazione”

“Ci siamo ritrovati  bloccati nelle nostre case, isolati, senza preavviso, lasciandoci alle spalle il mondo che conoscevamo. Quando usciremo, sarà come dopo una guerra combattuta con armi invisibili che ignoriamo. La peggiore delle guerre, perché oltre alle macerie di un sistema economico da ricostruire, oltre a chi ha perso i propri cari, il lavoro, il terreno che ci troveremo a calpestare sarà insidioso come un prato disseminato di mine.

Ci sembrerà di conoscerlo palmo per palmo, ma non si potrà correre, perché ogni persona che incontreremo, anche se la conosciamo da anni, potrebbe essere un portatore di mine pericolose. Materiale per studi psicologici e psichiatrici ce ne sarà per anni. Ma in questo esperimento, di fronte ad un nemico invisibile che renderà più fragile chi già lo è, tutti noi saremo posseduti da ossessioni, sensi di colpa, paure, aggressività reciproche. A questo bisogna pensare adesso, prima che le persone si trovino fuori con nuove abitudini forzate ed i sanitari costretti a vivere nell’allerta di nuove ondate. 

Occorre quindi impegnare le strutture e i professionisti del sistema sanitario che si occupano di dipendenze e di salute mentale per prepararsi a una nuova ondata di persone con le loro fragilità, le loro paure. Ed è questo che chiedo con un’interrogazione alla giunta regionale: cosa è stato predisposto, a che punto siamo con i necessari sostegni psicologici ad operatori e cittadini?”