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CREAF “UN ANNO FA PER L’ASSESSORE ERA A UN PASSO DA AVVIO ATTIVITA’, ORA IN FALLIMENTO CON 11 MILIONI DI FONDI REGIONALI DA RECUPERARE”

Il Movimento 5 Stelle torna sul caso CReAF con un’interrogazione a firma Enrico Cantone, consigliere regionale capogruppo M5S.

“Un anno fa l’assessore Ciuoffo rispose ad una nostra interrogazione sul buco del CReAF sostenendo che si fosse ad un passo dall’avvio dell’attività. Dopo 11 milioni di fondi regionali spesi ci sembrava il minimo. Peccato che la Procura abbia chiesto il fallimento del CReAF e pare la Regione Toscana abbia dichiarato, a mezzo stampa, di rivolere indietro i fondi elargiti inutilmente. Viene da chiedersi se l’assessore era padrone dell’argomento quando ci rispose o se sia CReAF ad abusare della creduloneria degli esponenti PD regionali nel fornire le informazioni di replica. In entrambi i casi a pagarla, di tasca, sono sempre i cittadini toscani, in particolare i pratesi, per l’ennesimo buco nell’acqua costato in totale 22 milioni di euro”.

“Ma non finisce qui: ora vogliamo sapere perché CReAF godeva di tutto questo credito in Regione e chi è riuscito a mettersi in tasca questi soldi dei contribuenti”.
Enrico Cantone

SOPRALLUOGO TAV FIRENZE “DELIRIO DIFFICILE DA SPIEGARE ALLA BBC E CHI NON HA SAPUTO GESTIRE QUESTO ORA VUOLE RIFORMARE LA COSTITUZIONE”

Delegazione Movimento 5 Stelle in sopralluogo al cantiere TAV Firenze, 29 novembre 2016

Una delegazione del Movimento 5 Stelle composta dai parlamentari Alfonso Bonafede, Andrea Cioffi e Michele Dell’Orco, i consiglieri regionali Enrico Cantone, Giacomo Giannarelli, Andrea Quartini e Gabriele Bianchi, e la consigliera comunale Arianna Xekalos, ha visitato questa mattina il cantiere della TAV Firenze (Ex-Foster) insieme ad alcuni tecnici dei comitati No Tav ed esperti, quali il Prof. Pizziolo, legati al progetto alternativo al sottoattraversamento.

“Da qualche mese i cittadini leggono sui giornali che non si farĂ  piĂą la stazione Foster, ma nel cantiere si continua a lavorare. Siamo dovuti venire qui per trovare un minimo di informazione, vista la vaghezza delle risposte di Comune Regione e Ministero, ed RFI ci ha chiarito il quadro: la Foster in quanto stazione AV sarebbe antieconomica – come del resto Medioetruria – e le tecnologie oggi disponibili sono sufficienti per rispettare l’accordo con la Regione sulla co-presenza AV e treni regionali. Quindi devono decidere il Comune e la Regione cosa farne di un cantiere che è al solaio e ancora non ha prodotto un centimetro di quel buco che RFI continua a ritenere indispensabile per i treni senza fermata a Firenze. Dopo 250 milioni spesi, altri 518 giĂ  stanziati e piĂą di un miliardo di progettualitĂ  complessive da chiudere, siamo ad uno stallo pagato come sempre dai cittadini. Bene spiegare che chi, da Sindaco, non ha saputo gestire quest’opera oggi col Sì al Referendum chiede ai cittadini la fiducia per gestirle tutte, togliendo potere alle comunitĂ  locali per portarlo nelle stanze governative a Roma. Faticavamo oggi a spiegare alla BBC questo delirio, testimone della totale incapacitĂ  di pianificazione di chi ha governato e governa questo paese” hanno commentato i Cinque Stelle al termine della visita.

“A nostra domanda RFI ci ha informato che il 18 novembre il Contraente Generale ha consegnato al Ministero il Piano di caratterizzazione sulle terre di scavo. Una situazione ferma da luglio 2012. Per l’ultimo atto della storia ci hanno messo un anno e ora sarà il Ministero a dirimere entro 90 giorni il rispetto del decreto 161/2012, stabilendo dove finiranno questi 3 milioni di metri cubi di terra portata via per fare un buco in mezzo a Firenze che oggi, a vent’anni dal progetto, né il Comune né la Regione sanno con cosa sarà riempito. Poi dicono a noi che siamo incapaci a governare? Qui siamo alla laurea per incapacità. E sarebbero gli stessi che vogliono riformare la Costituzione. I cittadini di Firenze diano un segnale di lucidità: dicano NO domenica. Darebbe il la ad un periodo di buon senso governativo che, nel caso TAV Firenze, passerebbe dall’analisi del progetto di superficie elaborato dai tecnici dell’Università di Firenze. Sarebbe costato un sesto, può ancora rappresentare la via d’uscita. Mentre per cosa farne del buco, si scelga l’unica strada risolutiva: un dibattito pubblico” hanno concluso gli esponenti del Movimento 5 Stelle.

CRISI CAVALLI “REGIONE AGIRA’ IN DIFESA DEI LAVORATORI”

Approvata la nostra mozione che impegna la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti dei vertici aziendali di CAVALLI Spa, dei rappresentanti sindacali e degli altri soggetti coinvolti, al fine di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, prevedendo anche l’apertura di un apposito urgente Tavolo di confronto e di trattativa.
Irene Galletti

REGIONE NON SALDA GLI AGRICOLTORI VINCITORI DEL PACCHETTO GIOVANI 2015

“Molti giovani disoccupati toscani hanno partecipato al bando “Pacchetto giovani 2015” da 20 milioni per avviare la propria azienda agricola. Purtroppo a distanza di un anno i vincitori della sottomisura 6.1 del Programma di Sviluppo Rurale regionale non hanno ricevuto gli importi promessi, nonostante nel frattempo abbiano dovuto fornire fidejussioni bancarie e coprire numerose spese di avviamento. Siamo al paradosso di giovani disoccupati che vogliono emanciparsi con l’aiuto dello Stato e si trovano a dover chiedere le garanzie a genitori e parenti per farlo, nell’incertezza del quando arriverà il contributo pubblico, sempre che arrivi”.

“Ho chiamato oggi l’assessore per ottenere risposta ai nostri quesiti prima del termine previsto. Mi ha segnalato che si attiverà quanto prima. Bene perché urgono chiarimenti e soluzioni per questi giovani cittadini sfiduciati dall’odissea che hanno vissuto finora. Il bando è stato emesso a novembre 2015, per parteciparvi l’aspirante imprenditore ha aperto partita iva e a gennaio ha verificato il proprio nome tra l’elenco beneficiari. Da lì sono iniziate le spese d’avvio mentre i tempi della burocrazia spostavano il saldo dell’importo vinto sempre più avanti. Nella primavera 2016, quindi mesi dopo, la Regione ha iniziato a chiedere documentazione aggiuntiva, inclusa la fidejussione di cui sopra, e a maggio la situazione sembrava sbloccata: entro 90 giorni doveva essere sottoscritto il contratto. Ma a distanza di mesi tutto è ancora in stallo: il contratto non è stato firmato, la Regione non risponde alle richieste di chiarimento e da ARTEA – soggetto deputato a liquidare l’importo – non è partito alcun bonifico verso il conto di questi giovani disoccupati, diventati ormai a proprie spese, intraprendenti agricoltori”.

“La situazione va sbloccata quanto prima anche perché è già stato emesso il bando 2016 e non vorremmo mai che i ritardi siano una costante di questo intervento, a solo beneficio delle banche che lucrano sull’indebitamento”.
Irene Galletti

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TERME MONTECATINI “TAVOLO COMUNE/REGIONE DA UN ANNO E MEZZO FERMO. SE CI FOSSIMO NOI ECCO LA SOLUZIONE STRATEGICA”

“La Regione Toscana possiede il 67% di Terme di Montecatini spa, società da anni in perdita. La stessa Corte dei Conti, nel suo lavoro sulle partecipate regionali, sollecita da anni la Regione a dismettere queste quote e la giunta nel DEFR 2016 ha risposto a tale richiesta indicando le Terme di Montecatini spa come società non strategica. Noi condividiamo l’esigenza regionale di chiudere con una gestione finanziaria negativa, ma vogliamo evitare che si applichi un mero calcolo ragionieristico senza alcuna visione strategica. Significherebbe togliere un problema a tutti toscani e darlo ai soli cittadini di Montecatini. Se il PD regionale non ha una visione sulle Terme di Montecatini, noi l’abbiamo e chiederemo al Consiglio di esprimersi a riguardo nel prossimo consiglio” ha segnalato in conferenza stampa Gabriele Bianchi, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali e Bilancio, primo firmatario dell’atto d’indirizzo.

“La ricchezza di Montecatini nasce con le Terme. Per decenni i turisti ne godevano con permanenze medie di dieci giorni, oggi siamo arrivati ad una media di 2,7. La tendenza si può invertire facendo perno sulla nostra caratteristica di città termale e sulla nostra bellezza. Dai documenti regionali sulla dismissione delle quote di Terme di Montecatini spa risulta un tavolo tecnico dove i due soci, Regione e Comune, dovrebbero discutere del metodo di uscita della Regione. Il tavolo si doveva insediare a febbraio 2015, ad oggi non sappiamo se si è mai riunito né quali siano le strategie emerse”.

“Abbiamo così immaginato di sederci noi a quel tavolo, come se fossimo al governo della città, e tramite un appello pubblico abbiamo raccolto le adesioni di molti professionisti di Montecatini per la stesura di una visione strategica in grado di risolvere questo stallo. Esperti di termalismo, marketing, gestione aziendale e uno studio legale si sono uniti a noi per elaborare questa strategia sulla base dei numeri reali e ufficiali forniti dall’amministrazione. Con questo documento possiamo metterci al tavolo col socio Regione Toscana e presentare un’idea chiara: “noi vorremmo che Montecatini andasse in questa direzione”.  Cristiano Berti, consigliere comunale M5S Montecatini Terme.

A spiegare le proposte contenute nella visione strategica Sandra Magnani, portavoce del gruppo tecnico di elaborazione.

“Il complesso termale piĂą bello del mondo deve restare per Montecatini un volano di sviluppo. Per farlo è necessario che resti in mano pubblica solo la parte strategica del patrimonio immobiliare, lasciandone ai privati la gestione, una volta ristrutturato. Cos’è strategico: comprensorio Tettuccio Regina, bene di rappresentanza utilizzabile per cure idropiniche ed eventi, le Terme Redi specializzabili nelle cure del SSN, le Terme Torretta valorizzabile in sinergia al settore florovivaistico per organizzarvi eventi e come parco esoterico visitabile, Podere Panteraie e Podere Maona con annesse grotte sotto le quali passano le vene d’acqua che alimentano la cittĂ , utilizzabili per percorsi mountain bike e il rilancio delle due grotte con stalagmiti, le aree verdi e il comprensorio Leopoldine rivisto. Il Progetto Leopoldine dovrebbe annettere l’Istituto Grocco, come area dedicata alla riabilitazione privata che necessita della dovuta privacy, e lo stabilimento Tamerici il cui ingresso dista soli 30 metri dal bordo piscina dalla Leopoldine. Con il supporto di manager del settore termale per la prima volta è stato sviluppato un business case sul comprensorio Leopoldine nel quale finalmente sappiamo qual’è il numero minimo di ingressi per rendere sostenibile il progetto”.

Cristiano Berti ha precisato il quadro societario ed economico dell’operazione “la Terme di Montecatini spa diventerebbe così un’immobiliare proprietaria solo di questi immobili, mentre gli altri sarebbero dismessi magari affidando l’operazione agli Istituti di Credito più grandi. Con la liquidità raccolta la società pubblica potrebbe ristrutturare il necessario, con una cifra di poco superiore a quanto già previsto per le Leopoldine (16 milioni) e fissare il prezzo di affitto per la gestione privata, monitorandone l’azione con un tavolo di controllo”.

“Con un piano del genere la stessa Regione potrebbe considerare utile restare nella partita. Ne inizieremo a parlare nel prossimo consiglio regionale”. Gabriele Bianchi

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APPROVATA MOZIONE TESECO “REGIONE VIGILERA’ SU CONCORDATO, SI EVITI DRAMMA OCCUPAZIONALE E BOMBA ECOLOGICA”

Approvata in Consiglio Regionale la mozione M5S relativa alla crisi Teseco.

“Abbiamo rispettato l’impegno coi lavoratori e il territorio. Adesso la Regione vigilerà sul concordato. Aspettiamo notizie in queste ore sui piano di rientro proposto ai creditori, auspicando siano positive. 100 lavoratori meritavano un impegno maggiore della Regione e l’abbiamo ottenuto, facendo leva anche sul problema ecologico complesso che i cittadini pisani si troverebbero a gestire rispetto ai rifiuti speciali stoccati nell’area industriale in attesa dell’opportuno trattamento a fini di smaltimento”.

“In questi giorni sembrano emergere possibili acquirenti per la società. L’assessorato regionali monitori le offerte, serve la massima attenzione alle garanzie offerte in termini occupazionali e di tutela ambientale”.
Irene Galletti

MPS “RISPARMIATORI SARANNO SACRIFICATI PER NON APRIRE I CASSETTI SUI CREDITI DETERIORATI. CHIEDIAMO TRASPARENZA”

“Il Monte dei Paschi di Siena è stato usato come un bancomat dai partiti, ex DS poi PD in testa. Oggi quello stesso partito sceglie di sacrificare i piccoli risparmiatori, pur di evitare una nazionalizzazione che poteva aprire i cassetti e fare chiarezza sul grande buco nero dei 47 miliardi di crediti deteriorati dell’Istituto. Soldi dati nell’80% dei casi a grandi gruppi, spesso amici di partito, società partecipate e malgestite da Comuni e Regioni e chissà chi altro; perché anche su questo finora la banca ha omesso la massima trasparenza” Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S Presidente della Commissione d’inchiesta regionale MPS.

“Il CDA di Monte dei Paschi di Siena ha messo azionisti e obbligazionisti, cioè chi si è fidato della banca, ad un ennesimo bivio: o si accetta la linea tracciata o arriva il bail in. Ma intanto il bail in è già iniziato per i risparmiatori e la memoria ci viene in soccorso per capirlo e individuarne i responsabili. Nel 2008, infatti, Monte dei Paschi di Siena cercava soldi liquidi per gestire la scellerata acquisizione Antonveneta, voluta dalla politica e approvata dalla Banca d’Italia allora a guida Mario Draghi (oggi Presidente BCE). 2,1 miliardi li presero da 40mila piccoli risparmiatori, attirati da un’obbligazione decennale (scade nel 2018) con tagli da 1.000 euro. Queste persone, molte delle quali toscane, si fidarono allora delle potenzialità di sviluppo di quella banca storica guidata allora da un giovane avvocato, Mussari, iscritto e protetto dal Partito Democratico, già presidente della Fondazione MPS in mano alle istituzioni locali e controllata dal Ministero del Tesoro: praticamente un sistema garante cui i cittadini reagirono fidandosi, anche supportati dal plauso sull’operazione Antonveneta di stampa, partiti allora al governo o all’opposizione, e mondo finanziario. Oggi molti di questi cittadini cercano di vendere quanto hanno in mano, perdendo fino al 40% del loro valore, pur di liberarsi di un rischio. Un piccolo assaggio di bail in”.

“Ad oggi non abbiamo alcun dato su quanti di questi risparmiatori abbiano accettato la conversione volontaria in azioni chiesta con forza dal CDA Monte Paschi di Siena, ma è chiaro che usare la minaccia del bail in – assecondato anche in UE dal Partito Democratico – per permettere alla banca di stare in piedi senza intervento pubblico ed evitare così operazioni di recupero dei soldi prestati male e recuperati peggio – cioè dati agli amici di partito senza garanzie o evitando forme di recupero sostanziali come dimostra il caso Sorgenia – è un cortocircuito della democrazia sulla pelle dei cittadini. Domani gli occhi del mondo saranno sull’Assemblea dei soci MPS. Ci auguriamo che la banca scelga la strada della trasparenza e palesi i nomi di chi non le ha reso la maggior parte dei soldi prestati forte anche di forme privilegiate di gestione della situazione: quel “pagherò” perenne che alla fine pagheranno i piccoli risparmiatori. Sarebbe un vero cambio di rotta, doveroso dopo quanto i cittadini italiani hanno già dato al sistema, tramite lo scandalo Monte Paschi”. Giacomo Giannarelli

SCANDALO RIFIUTI ATO SUD “SEGRETARI PD SI SMARCANO DA PD REGIONALE? BENE, MA ROSSI E MARRAS LI IGNORANO. NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE DESCRIVE QUANTO CHIEDONO”

Saranno discusse oggi in Consiglio Regionale le risoluzioni dei gruppi politici associate alla comunicazione della Giunta Rossi sullo scandalo rifiuti ATO Toscana Sud. Il Movimento 5 Stelle presenterà un atto in linea con la sua proposta di legge in materia e commenta la contrarietà dei segretari PD di Piombino, Grosseto, Siena e Arezzo verso l’idea dell’ATO unico regionale per gestire i rifiuti. Una soluzione, ricordando i Cinque Stelle “prospettata nei documenti di indirizzo della giunta Rossi e presentata dai consiglieri regionali del Partito Democratico Marras, Mazzeo e Monni nella risoluzione n.39, votata all’unanimità dal PD in Consiglio Regionale il 6 aprile 2016”.

“Contestiamo l’ATO unico regionale per gestire acqua e rifiuti sin dai primi atti dove abbiano letto questa idea malsana del PD, da sempre approvati all’unanimità dai consiglieri regionali del Partito Democratico, inclusi quelli del territorio interessato dallo Scandalo rifiuti: Marras e Anselmi. E i vertici PD erano così convinti dell’ATO unico regionale da infilare la proposta in una risoluzione dove c’entrava ben poco, presentata proprio a prima firma Marras, col seguito Mazzeo e Monni. Bene che almeno i segretari PD di quei territori siano arrivati a darci ragione, anche se con tempi e modi da post-verità, ma quanto contano queste prese di posizione a mezzo stampa rispetto ai voti dei loro rappresentanti in consiglio regionale? Riusciranno a convincere anche Marras, ex presidente della Provincia di Grosseto e oggi capogruppo in Consiglio Regionale, che la miglior proposta di gestione dei rifiuti è quella del Movimento 5 Stelle?”.

“Dall’11 novembre è agli atti in Consiglio Regionale la nostra proposta di legge n.140. Nero su bianco è già scritto lì come superare sia il modello attuale, dimostratosi fallimentare su ATO Toscana Sud, sia quell’abominio burocratico che sarebbe l’ATO unico regionale per gestire rifiuti e l’acqua”.

“Proponiamo per i rifiuti un modello già sostenuto dall’Autorità Garante per Concorrenza e Mercato, con raccolta e spazzamento per ambiti comunali o forme consortili per bacini di massimo 90mila abitanti o 100mila tonnellate di conferimento. Questo servizio pubblico, gestito dai Comuni, sarà completato dalle attività di riciclo, recupero e smaltimento in capo esclusivamente alle imprese private, senza alcun conflitto di interesse con i primi. Diciamo così basta ai cortocircuiti pubblico-privato, pieni di conflitti di interesse, che hanno segnato la sorte di ATO Toscana Sud. Questo modello di gestione unito all’indicazione obbligatoria per legge di buone pratiche di raccolta e incentivi ai Comuni virtuosi sono la chiave per passare dal problema rifiuto, al rifiuto come opportunità economica”.

“Solo la mente antidemocratica e antistorica del PD toscano poteva dimenticare queste opportunità di sviluppo sostenibile ed elaborare un ente unico per acqua e rifiuti, che significherebbe meno controllo dei territori, meno tutele per i cittadini e tanto possibile lucro sui servizi di base per un socio privato del quale gli 800mila toscani dell’ATO Sud conoscono già modi e termini”.
Giacomo Giannarelli

Link per visionare al proposta di risoluzione n.39 http://decreti.consiglio.regione.toscana.it/VisualizzaFront…
(ATO Unico regionale citato al punto 4 degli impegni, p. 8)

77 FAMIGLIE ASPETTANO AZIONE POLITICA. NUOVO PIANO DI CAVALLI E’ PROBLEMA DA TRATTARE CON VERTICI, REGIONE ACCELERI INTERVENTO

“Bene che la Regione abbia incontrato i sindacati e i rappresentanti di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Firenze, ma il nodo centrale era e rimane parlare con l’azienda. Per questo domani chiediamo in Consiglio Regionale un’azione più decisa della giunta Rossi per scongiurare i 77 esuberi della sede Cavalli di Osmannoro” così Irene Galletti, consigliera regionale M5S vicepresidente della Commissione Sviluppo Economico e Rurale e prima firmataria della mozione del Movimento 5 Stelle in sostegno alla vertenza dei lavoratori.

“La giunta ha annunciato che Simoncini doveva incontrare i vertici di Cavalli entro metà novembre, siamo al 21 e non c’è giunta notizia di questo tavolo di lavoro. 77 famiglie aspettano un’azione politica concreta e noi siamo al loro fianco”.

“Poi un giorno il PD ci spiegherà perché in Toscana paghiamo un’assessora con delega anche al lavoro e poi le vertenze lavorative le cura un consulente del Presidente Rossi: Simoncini”.
Irene Galletti

M5S, DISSESTO / PONTE DELL’ORCIA ” REGIONE APPROVA NOSTRA PROPOSTA, EVITATO SPRECO DI DENARO PUBBLICO: PROGETTO DEI COMITATI COSTA 80% IN MENO”

A quasi 4 anni dal crollo annunciato, il Movimento 5 Stelle ottiene il primo risultato sul ripristino del Ponte Nove Luci, detto “dell’Orcia”. Il Consiglio Regionale approverà un documento affinché la Regione finanzi l’intervento più efficace e compatibile, ad oggi il progetto “C’era una volta il Ponte dell’Orcia” promosso dai cittadini, che prevede una spesa di 1,9 mln di euro a fronte dei 9 previsti dallo studio romano indicato dalla Provincia di Siena.

“Durante una trasmissione televisiva raccolsi le richieste dei cittadini e promisi impegno affinché fossero raccolte dal Consiglio Regionale. Oggi a distanza di 5 mesi sono felice di aver onorato l’impegno ma soprattutto che il Movimento 5 Stelle ottenga un’altra vittoria per la cittadinanza tramite il suo esserne portavoce nelle istituzioni”.
Andrea Quartini

“Il Ponte Nove Luci è un’altra delle opere incompiute sul quale si misura l’incapacità di governo del Partito Democratico. I cittadini di Castiglione d’Orcia e Pienza vogliono un ponte e lo vogliono senza sperpero di denaro pubblico. Carte alla mano ci siamo ancor più convinti delle loro ragioni, sostenute dai Sindaci, e finalmente abbiamo ottenuto anche l’assenso degli altri gruppi in Consiglio Regionale”.

“Considerato il colpevole ritardo della decisione – il progetto definitivo doveva essere approvato 21 mesi fa – pensiamo necessario un ultimo tassello risolutivo e risarcitorio: visto che la Provincia pensava di spendere 4,5 volte di piĂą per il Ponte, con i 7,1 milioni di euro risparmiati si potrebbe mettere in sicurezza la viabilitĂ  locale”.
Giacomo Giannarelli