Ho presentato un’interrogazione sul caso delle ricette rifiutate dal CUP di Livorno.

La verità deve venire fuori e deve renderla pubblica l’assessora Saccardi: la cooperativa affidataria del servizio ha sbagliato per sua iniziativa o, come lamenta questa, ha banalmente applicato le disposizioni dell’Azienda Sanitaria Toscana Nord Ovest?

Il giochino del rimpallo di responsabilità sui giornali è inaccettabile quanto il ritardo nel risolvere il problema. Qui abbiamo decine e decine di cittadine e cittadini, soprattutto anziani, che tornano dal medico curante per farsi rifare ricette valide solo perché la procedura di prenotazione ha una falla evidente. Appurato che sia le procedure sia i software di supporto a queste sono investimenti cospicui dell’Azienda Sanitaria vogliamo sapere a chi si debba questo caos.

E’ assurdo che la tecnologia ovunque aiuti la pubblica amministrazione ad evitare tempi morti ai cittadini e nella sanità toscana sia invece spesso fonte proprio di intollerabili perdite di tempo, anche per gli operatori sanitari.

Anche per questo da tempo richiamiamo la giunta a maggiore accortezza nella scelta di protocolli e traduzioni informatiche di questi. Le macchine, computer inclusi, fanno quanto comandiamo loro di fare: se nel CUP di Livorno si fanno tornare indietro i cittadini perché il sofware non contempla una casistica di prenotazione chi ha sbagliato non è né la macchina né l’operatore ma chi ha progettato il protocollo e chi lo ha reso un software. Entrambi pagati anche coi soldi di quei poveri cittadini costretti a rifare la fila dal medico curante.