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PASSA LEGGE M5S: STOP CONFLITTI DI INTERESSE NEL CORECOM

Ci voleva il Movimento 5 Stelle per fermare il conflitto di interesse nel Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM). Da anni questo organismo regionale si occupa anche di conciliazione e risoluzione delle controversie telefoniche. Un’attività esercitata dagli uffici dell’organo regionale e, su delega, da professionisti del settore. Grazie alla nostra proposta, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, questi professionisti che oggi collaborano col CORECOM non ne potranno far parte. Ad oggi infatti vivevamo il paradosso che chi decideva di fare affidamento sui professionisti esterni alla struttura poteva essere uno di questi.

Siamo felici dell’approvazione di questa prima proposta di legge targata Movimento 5 Stelle. Ennesimo servizio ai cittadini toscani.

ENRICO CANTONE

TRUFFA SULLA POVERTA’. PD TOGLIE FONDI NEL PRS 2016-20: ‘REDDITO DI SOLIDARIETA’ ATTIVA’ ERA UN BLUFF

Sapete quanto teniamo alla lotta alla povertà. Giace da mesi in attesa di discussione la nostra proposta di legge per introdurre il Reddito di Cittadinanza regionale e risolvere il dramma di 155 mila famiglie toscane. Il PD è arrivato in aula a gennaio con un atto che impegnava la giunta a realizzare un Reddito di Solidarietà Attiva, una “elemosina” in confronto alla nostra misura che denunciammo come operazione di facciata. Avevamo ragione e lo dice l’emendamento PD che riscrive il Programma Regionale di Sviluppo (PRS) 2016-2020.

Inseriscono nel macroprogetto ‘Lotta alla povertà’ – ovvero tutte le iniziative di governo sul tema – anche la voce “Reddito di Solidarietà Attiva” ma non lo pongono come risultato atteso e soprattutto tagliano radicalmente i fondi a copertura dell’intero macroprogetto: sul 2017 l’insieme di azioni previste nel PRS originale indicava una spesa di 36,74 milioni di euro, il nuovo PRS del PD ne indica 30,42. Quindi altro che Reddito di Solidarietà Attiva!

Ma ancora peggio va ai toscani poveri nel triennio 2018-2020: nel documento precedente avrebbero ricevuto interventi per 36,77 milioni l’anno, mentre il nuovo PRS ne stanzia al massimo 9,38. Questa è una truffa sulla povertà della quale il Partito Democratico dovrebbe vergognarsi.

Entro come capogruppo in una fase delicata: l’approvazione appunto del Programma Regionale di Sviluppo. Parliamo dell’atto di indirizzo principale per la politica regionale, che il PD arriva a portare in Consiglio dopo quasi due anni, in forte ritardo. Un ritardo ingiustificabile e ingiustificato se si considera che questo documento è scritto tra l’altro con un pressapochismo disarmante. Addirittura contiene i copia incolla con le indicazioni del politico “soddisfatto” dalla richiesta, con tanto di cognome. La rappresentazione di una incapacità di governo pagata dai cittadini e confermata anche dalla quarta impugnazione normativa presso la Corte Costituzionale – quella della legge sul turismo – arrivata in meno di due anni ad opera di un governo nazionale dello stesso partito.

In conferenza stampa un giornalista mi ha chiesto rispetto alle proteste di Confesercenti per la possibilità di “rischio caos” per il comparto turistico dato dall’impugnazione governativa della legge sul turismo.

Ho risposto che il rischio caos lo annunciammo in Commissione e Consiglio, da facili Cassandre totalmente inascoltate dal PD. L’ultimo dei laureati in giurisprudenza si sarebbe accorto dell’illegittimità dell’art. 70, per lesione delle competenze nazionali. Ma ce ne sono altri di profili di illegittimità in quella legge: ne rilevammo dieci e chiedemmo l’abrogazione. Ora chi è responsabile di questo caos dovrebbe gestirlo. Proponemmo di riprendere leggi sul turismo di regioni più virtuose, non ci ascoltarono. Si assumano ora la responsabilità di fronte a 3 milioni e 600mila cittadini. I cittadini hanno una prima occasione di contestazione alle urne, nelle prossime amministrative.

IRENE GALLETTI

“Faccio gli auguri ad Irene di buon lavoro, una delle sfide che si troverà ad affrontare insieme a tutti noi saranno le amministrative. Ci presenteremo a Carrara, Lucca, Pistoia, Camaiore, Quarrata, Pitigliano e Reggello. Lì affronteremo il Partito Democratico e gli altri gruppi rischiando di vincere. Sicuramente possiamo dire: Livorno non sarà più sola. Dopo le amministrative 2017 avremo altri Sindaci a Cinque Stelle anche in Toscana. Il passaggio di capogruppo è parte della nostra palestra politica, cittadini attivi liberi da interessi di parte che entrano nelle istituzioni e imparano come governarle. Perché quello è l’obiettivo del Movimento 5 Stelle: governare. E lo raggiungeremo anche in Toscana”.

GIACOMO GIANNARELLI

“Denunciammo in aula il “furto” del Governo Renzi al bilancio dei toscani per 210 milioni. Ci risposero di aspettare metà febbraio con fiducia, perché il Governo avrebbe restituito il maltolto. Non è avvenuto e non avverrà. Anche questo è il pressapochismo del Partito Democratico, pagato sulla pelle dei toscani”

ENRICO CANTONE

PATTO DI LEGISLATURA FONDATO SUL VITALIZIO PER ROSSI?

Domani i consiglieri regionali di ogni schieramento potranno tagliare i vitalizi.

Ci sfidarono a presentare una proposta in grado di evitare ricorsi per la Regione e l’abbiamo fatta. Adesso i bluff da poker sono finiti.

Se domani confermeranno il voto negativo indicato in Prima Commissione sarà chiaro per l’ennesima volta che tutti i partiti e in primi il PD rappresentano e difendono la vecchia politica. Proteggono i privilegi di pochi mentre ritardano le soluzioni per 155mila famiglie povere toscane e giustificano con le poche risorse di bilancio la scelta di tenere a zero i contributi regionali per l’edilizia scolastica.

Certo è curioso che a difendere il vitalizio per i fruitori siano proprio quelli che non possono goderne: nei banchi del Consiglio regionale siedono infatti solo quattro potenziali privilegiati (Enrico Rossi, Paolo Bambagioni, Eugenio Giani e Stefano Mugnai).

Sarebbe triste scoprire che il patto di legislatura tra Rossi e i renziani si regge sul vitalizio del Presidente.

La nostra proposta si poggia sulla legge regionale n.3/2009 che consentiva di ridurre il vitalizio per emergenze sociali. Oggi abbiamo casi limite come Pietro Ralli, consigliere dal 1980 al 1990, che prende 4700 euro al mese. Un meno 20% a queste persone rientra nella ragionevolezza richiesta dalla Corte Costituzionale, come confermatoci dagli uffici legislativi del Consiglio, e ci fornirebbe subito mezzo milione da investire sul contrasto alla povertà.

I toscani devono mobilitarsi: questa è una battaglia di civiltà. Se domani la nostra proposta non passerà, alzeremo l’asticella dal basso. Vogliamo la fine immediata della spesa per vitalizi regionali e la possiamo ottenere solo costringendo al ritiro dei contributi versati i fruitori. Chiediamo ai cittadini di aiutarci aderendo alla nostra iniziativa con mail indirizzate ai fruitori, per primi il Presidente Rossi e agli ex Presidenti Martini, Chiti e Marcucci. Solo quest’ultimo riceve dalle casse regionali 3.489 euro ogni mese, l’1% di quanto spendiamo.

Se Marcucci e tutti gli altri rinunciassero, ritirando il versato, una restituzione unica di 7 milioni di euro ci farebbe chiuderebbe un rubinetto capace di costarci 200 milioni in cinquant’anni.

GABRIELE BIANCHI

CONTRIBUTO DIGITALIZZAZIONE DETRAIBILE IN DICHIARAZIONE DEI REDDITI

Dal 2012 i pazienti toscani uniscano al pagamento del ticket anche un balzello chiamato “contributo di digitalizzazione”.

Qualcuno sostiene sia un modo per coprire il famoso buco dell’ASL di Massa, altri l’ennesima trovata di un governo PD incapace di assicurare quella sanità pubblica e coperta dalla fiscalità generale sancita dalla dimenticata legge 833 che istituì il Sistema Sanitario Nazionale.

A prescindere dal perché lo paghiamo e dalla speranza di non doverlo pagare più, da cittadini vorremmo che almeno questa spesa fosse detraibile in dichiarazione dei redditi.

Quelle 30 euro massime annue pretese dalle ASL toscane per ottenere cd con la nostra diagnostica per immagini sono infatti attualmente non detraibili, perché non considerate spesa sanitaria! Questi maghi delle truffe semantiche devono smetterla di tirare la corda, perché si sta spezzando. Già il PD ci fa detrarre solo il 19% delle spese mediche e sanitarie, e solo se superano 129,11 euro annui, come minimo si mettano una mano sulla coscienza rimasta e ci facciamo sommare alle spese anche questo balzello toscano del contributo di digitalizzazione.

ANDREA QUARTINI

CHIAREZZA SUL TERZO STOP DELLA SIENA GROSSETO. NEL 2017 SERVONO MESI PER GESTIRE UNA FRANA?

Da mercoledì 7 dicembre i cittadini legati alle sorti della linea ferroviaria Grosseto – Siena hanno sperimentato per la terza volta in 5 anni il blocco della tratta: bus sostitutivi tra Buonconvento e Grosseto, disagi e quella rabbia mista a incredulità di chi legittimamente si sente abbandonato dalle istituzioni.

Dopo i casi 2011 e 2013, ci risiamo con un’interruzione del servizio per un problema di manutenzione straordinaria. Ma è mai possibile che per gestire una frana e ripristinare la tratta, in un’area già da tempo monitorata, servano mesi?

Qui tra l’altro c’è un punto dolente da rilevare: il fu Corpo forestale dello Stato – smantellato e disperso in rivoli dal PD nazionale – avrebbe iniziato e non finito la messa in sicurezza della frana. Noi vogliamo capire perché questa interruzione delle operazioni. Quali autorizzazioni mancano per concludere questi lavori?

GIACOMO GIANNARELLI

GOVERNO IMPUGNA LEGGE REGIONALE “ERAVAMO PROFETI? NO CONOSCIAMO LE NORMATIVE

Era il 14 dicembre scorso quando nel motivare il nostro No alla Legge sul Turismo targata PD aggiungemmo quel profetico: “ci chiediamo se l’impugnazione governativa arriverà prima o dopo capodanno”. Ecco l’impugnazione è arrivata, in ritardo come ogni cosa che fa il Governo Renzi-Bis-mascherato.

Purtroppo non eravamo dei profeti, bastava conoscere le normative: quel testo era incostituzionale. Evidentemente abbiamo una competenza di governo superiore al Partito Democratico, nonostante lo stuolo di personale legislativo al suo servizio in questa Regione.

Con questa siamo a quattro leggi impugnate (Cave, Balneari, ATC e ora Turismo) in meno di due anni da un Governo nazionale dello stesso Partito. Ma prima di occupare tempo e denaro per approvare l’inapprovabile, non possono farsi prima una telefonata tra amici di Partito?

Certo quando una Regione pretende di definire in una legge aspetti come cosa sia un imprenditore siamo oltre l’ignoranza del diritto costituzionale e l’arroganza di chi osa pensandosi eccellente solo perché se lo dice ogni giorno allo specchio.

L’aspetto paradossale è che mentre il Partito Democratico toscano doveva solo ringraziare e sostenere le PMI che quasi da sole tengono in piedi il turismo toscano nonostante carenze infrastrutturali e una pressione fiscale indegna, si è messo a legiferare su quanto non gli competeva. Mentre il mondo si muove nella direzione del criterio oggettivo di spazi e servizi, la Toscana PD è rimasta ancora ad occuparsi dei soggetti che gestiscono le strutture. Dovevamo chiederci perché abbiamo quasi la metà del turismo straniero del Veneto o 3,5 milioni in meno dei flussi del Trentino. Queste erano la sfide conoscitive da mettere prima di ogni provvedimento normativo.

Mercoledì porteremo in aula un atto per puntare sul turismo sostenibile. Una chiave per portare qui da noi quei 20 milioni di turisti stranieri che oggi scelgono il Veneto prima della Toscana.

IRENE GALLETTI

ERRORI E OSTRUZIONISMO SU RONDINAIA VERDE. LO SIAMO ANDATI A DIRE A SINDACO E GIUNTA

Da quasi un anno seguo la vicenda Rondinaia Verde sulla quale l’amministrazione di Bibbona continua a commettere l’errore di non aiutare le famiglie danneggiate. Dopo mesi di tira e molla dove chiedevo informazioni al sindaco e venivo rinviato dalla sua segretaria al curatore fallimentare, ho colto l’occasione dell’incontro pubblico con la giunta Fedeli per chiedere chiarimenti. Chiarimenti purtroppo non arrivati e rimandati al prossimo incontro richiesto.

Ho chiesto conto della scelta di spendere altre 50 mila euro per la messa in sicurezza del cantiere, ingiustificabile con l’idea che il Comune potesse risultare il primo ad essere rimborsato nell’iter fallimentare. Prima va verificata la possibilità di essere rimborsati e poi se resta qualcosa dopo che si sarà saldato il primo dei creditori, cioè la banca.

Ancora una volta la Toscana diventa teatro di un intervento fallimentare in campo edile e ancora una volta a pagare lo scotto saranno le famiglie che hanno investito e i cittadini che fanno gestire i bilanci pubblici a chi non sa o non riesce nemmeno a verificare la solidità di imprese che si presentano per edificare sei ettari di territorio, per farci un mezzo quartiere.

ENRICO CANTONE

TOSCANA SOSTENGA STOPGLYPHOSATE E SEGUA ESEMPIO DANESE

Glifosato - m5s Europa
Da Movimento 5 Stelle Europa

Il glifosato fa male a noi e all’ambiente, la Danimarca lo ha messo al bando da 14 anni e l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo classifica come probabile cancerogeno. Nonostante le campagne informative, ancora oggi molti cittadini usano pesticidi al glifosato spesso ignari di mettere a rischio la loro salute e quella del territorio nel quale questo pericoloso principio attivo viene poi sparso.

A questo punto, dopo il buon risultato di due anni fa – dove ottenemmo l’unanimità sulla nostra proposta di escludere i diserbanti chimici tra le soluzioni indicate nelle gare regionali per contenimento degli infestanti – chiediamo che la Toscana compia una scelta di indirizzo più forte: sposare la petizione ICE (Iniziativa Cittadini Europei) affinché il glifosato sia bandito da ogni pesticida vendibile in Europa.

La Petizione ha raccolto l’adesione di numerose associazioni e ONG ambientaliste, raggiungendo da subito numeri che lasciano ben sperare circa l’obiettivo numerico necessario per obbligare la Commissione Europea ad adottare una risposta formale sul tema. Servono 1 milione di sottoscrizioni e se il Consiglio regionale sposasse la causa potremmo ottenere un ottimo volano in una regione che vuole puntare sempre più su agricoltura biologica e riduzione dell’inquinamento.

Con l’occasione vi invitiamo a leggere il decalogo dei veleni elaborato dai nostri europarlamentari, dal quale abbiamo tratto l’immagine che vedete in questo post. Come sempre portiamo le battaglie a tutti i livelli istituzionali.

IRENE GALLETTI

FUORI LA MAFIA DALLO STATO

Quanto è accaduto alla nostra Annamaria Pacilio meritava una reazione immediata. Per questo stamattina eravamo insieme a lei, sotto il Comune di Viareggio, a chiedere pubbliche scuse e immediate dimissioni. “Matto” è chi non tiene la mafia fuori dallo Stato.

PD INDECOROSO SUI VITALIZI. BOCCIANO PERSINO LA RIDUZIONE!

Ci hanno bocciato in Prima commissione la proposta M5S di riduzione dei vitalizi.

Prima ci sfidano in aula, approvando una mozione che impegnava il nostro gruppo ad elaborare una proposta per tagliare i vitalizi. Poi, quando troviamo il sistema legittimo e legale per farlo senza incorrere in contenziosi, ci bocciano la proposta.

Questo è il Partito Democratico, talmente indecoroso da arrivare oggi, per bocca del capogruppo Marras, a definire il “dovere” di garantire il vitalizio ai “politici di professione degli anni passati”. Per noi il dovere è far uscire dalla povertà 155mila famiglie toscane, altro che garantire un privilegio a Rossi & Co. Ci chiediamo se nell’accordo col Presidente c’era anche questo, visto che tra i politici di professione goditori di vitalizio c’è proprio Enrico Rossi.

Ci eravamo appoggiati sulla legge regionale n.3/2009 che consentiva di ridurre il vitalizio per emergenze sociali. Oggi abbiamo casi limite come Pietro Ralli, consigliere dal 1980 al 1990, che prende 4700 euro al mese. Togliergli almeno il 20% rientra nella ragionevolezza richiesta dalla Corte Costituzionale e infatti non eccepita dagli uffici legislativi del Consiglio. La Corte Costituzionale chiede infatti che la misura sia temporanea ma non specifica di quanto. Per questo partiremmo subito col taglio previsto per poi chiederne il rinnovo sul 2018.

Visto lo stop PD riprenderemo la nostra campagna dal basso per alzare la posta: vogliamo la fine immediata della spesa per vitalizi regionali e la possiamo ottenere solo costringendo chi ne può godere al ritiro dei contributi versati. Chiediamo ai cittadini di aiutarci aderendo alla nostra iniziativa con mail indirizzate ai fruitori. Se rinunciassero, ritirando il versato, la Regione renderebbe 7 milioni una volta sola e chiuderebbe un rubinetto capace di costarci 200 milioni in cinquant’anni.

GABRIELE BIANCHI
ENRICO CANTONE