Abbiamo depositato oggi la proposta di legge per l’introduzione del Reddito di cittadinanza regionale.

155 mila famiglie toscane aspettano di uscire dalla povertà. Il nostro reddito di cittadinanza è l’unica soluzione seria ed immediata per raggiungere questo obiettivo di civiltà: una Toscana a povertà zero, assistendo il ricollocamento lavorativo di chi è in povertà con un contributo economico capace di assicurare a queste persone e alla loro famiglia un reddito di dignità.

Leggiamo sulla stampa di esponenti PD che scoprono ora il problema povertà in Toscana, pur militando in un partito che governa qui da sempre. Meglio tardi che mai ma non accettiamo atteggiamenti da poker su questo argomento.

Da oggi le scuse stanno a zero, la nostra proposta è agli atti ed è l’unica scritta nero su bianco in Consiglio Regionale. Giocare con le parole e i numeri sulla pelle di chi soffre è immorale e intollerabile. A noi interessa la sostanza della nostra proposta se il PD vuol chiamare questo Reddito di Solidarietà si accomodi pure. Basta capirsi e smetterla di prendere in giro i cittadini per marketing elettorale: perché se le loro ipotesi parlano di una misura aperta solo a chi ha un ISEE sotto quota 3000 stanno bluffando. Esiste già la social card di Renzi che ha chiamato SIA (Sostegno all’Inclusione Attiva). Facile promettere quanto esiste già.

Ricordiamo che ad oggi il PD insiste in Parlamento nel ritardare il dibattito sulla nostra proposta nazionale, che se approvata eviterebbe alla Toscana l’intervento proposto. In mancanza l’urgenza di dare un aiuto immediato e concreto ci obbliga ad agire da soli. In questo la Toscana potrà davvero essere un traino per altre Regioni che finora hanno presentato iniziative più di forma che di sostanza.

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