Blog Pagina 169

SOFTWARE STAR IN CONTO AI TOSCANI, MA AVEVAMO GIÀ PAGATO PER SINGOLE APPLICAZIONI DEI VARI SPORTELLI UNICI ATTIVITÀ PRODUTTIVE

Per decenni la Regione ha giustamente finanziato gli Sportelli Unici per le Attività Produttive (SUAP) disseminati per il territorio, sostenendo però anche lo sviluppo di loro software gestionali per le pratiche telematiche.

Uno spreco durato molto tempo, del quale chiediamo di sapere l’entità complessiva, divenuto inutile quando a metà 2016 l’unica decisione saggia è stata di fatto messa in piedi: la creazione di un unico portale regionale SUAP basato sul software STAR (Sistema Telematico di Accettazione Regionale).

L’aspetto curioso della vicenda è che la Regione aveva iniziato da tempo ad abbinare al finanziamento dei tanti software differenti creati per i vari SUAP il richiamo alla necessaria uniformità tra queste applicazioni. Un monito derivante da un principio corretto ma affrontato male. Se qualcuno nel Palazzo aveva capito l’importanza di evitare di spendere per tanti software incapaci di dialogare tra loro, perché non ha finito il ragionamento e accelerato la creazione di un sistema unico regionale, smettendo di pagare per qualcosa che dopo poco si sarebbe rivelato inutile?

In attesa di sapere dalla giunta a quanto ammonti questa spesa, resta un dato di fatto: è stata uno spreco evitabile. Tra l’altro abbiamo ricevuto segnalazione che il software principale di STAR sia “a riuso”, nonostante pare la Regione lo abbia pagato come di fronte ad un pezzo nuovo e originale. Speriamo di sbagliarci, ma intanto vogliamo sapere dalla giunta PD-‘Diversamente PD’ chi ha fatto STAR e quanto sia costato.

GABRIELE BIANCHI

SOLVAY IMPUGNA DELIBERA? REGIONE ABBANDONI STRATEGIA DELLO STRUZZO: RISPETTI ACCORDI POI RICONVERSIONE

L’impugnazione operata da Solvay contro la delibera di Giunta 40/2017 è un atto di sfida. A questo punto chiediamo alla Regione di abbandonare la strategia dello struzzo ed esigere il rispetto degli accordi.

Quella delibera ribadisce gli indirizzi contenuti in anni di protocolli d’intesa elusi dall’azienda – prosegue il Cinque Stelle – fondati su una normativa chiara che dice quasi l’ovvio: l’acqua potabile deve prima soddisfare i bisogni dei cittadini, poi quelli agricoli e solo da ultimo finire all’industria, con due limitazioni, le risorse idriche devono essere sufficienti agli scopi precedenti e l’eventuale uso non umano non deve pregiudicarne la qualità.

Da sempre l’uso da parte di Solvay dell’acqua potabile della Val di Cecina non rispetta tali requisiti né gli accordi finora intrapresi, incluso quello del 2001 dove l’azienda si impegnava a non emungere dai suoi pozzi del territorio un quantitativo di acqua di falda equivalente a quello ricevuto dal depuratore. Appurato che Solvay ragiona solo in chiave di profitto, perché adduce come motivo delle sue scelte il risparmio sui costi, la Regione non dovrebbe più accontentarsi di vedere il bicchiere mezzo pieno quando pensa a questa azienda, perché nel frattempo l’acqua del bicchiere è sempre meno e sempre più inquinata.

La ricerca della legalità in Toscana diventa spesso un optional quando le aziende usano il ricatto occupazionale. Con Solvay questo atteggiamento ha portato i danni sotto gli occhi di tutti, inclusa l’omesso versamento di 4,6 milioni di euro ad ASA per le opere compensative indispensabile a normalizzare la situazione. Appurato che i protocolli d’intesa non servono ai cittadini, perché non sono vincolanti, chiediamo a PD e ‘Diversamente PD’ Rossi di smetterla con questi strumenti di propaganda e passare ai fatti: Solvay, così, è un problema quindi ci dicano se hanno o meno intenzione di avviare un percorso di riconversione industriale dell’area, sostenibile sul piano sociale e ambientale. Noi abbiamo delle idee e raccogliamo il bisogno dei cittadini di superare una situazione da tempo deteriorata, che richiede coraggio e volontà per essere risolta a livello istituzionale.

GIACOMO GIANNARELLI

CROLLA IL CONTROSOFFITTO NEL NUOVO OSPEDALE? PER LA GIUNTA PUÒ SUCCEDERE …

190 milioni di costo, per il 70% in carico ai cittadini e il resto versato da un privato per 20 anni di concessione dei servizi non sanitari, e nel Nuovo Ospedale di Prato cadono pure i controsoffitti.

Inaccettabile per noi, ma non per la giunta PD-‘Diversamente PD’ che, in risposta alla nostra interrogazione, mette la firma sulla dichiarazione del direttore generale dell’Azienda USL Toscana Centro: “si tratta di eventi accidentali che possono avvenire anche in un edificio “nuovo”.

A prescindere dall’incomprensibile scelta di mettere le virgolette su “nuovo” (sa qualcosa che non sappiamo sul come è stato costruito?), ci permettiamo di polemizzare su quel “accidentali”, che richiama una casualità da “fato avverso”. Qui l’unica cosa non prevista è la ribellione civile dei cittadini verso quella politica che prima racconta per anni le meraviglie del project financing in sanità e poi fa spallucce davanti a 4 ospedali pieni di problemi, con collaudi che tardano o non finiscono mai e nel frattempo una concessione multimilionaria al privato finisce sul mercato come una merce qualsiasi.

Nel frattempo aleggia ancora quella domanda senza risposta: ma il famoso aumento dei posti letto per il nuovo ospedale di Prato si farà o meno? I pratesi aspettano.

ANDREA QUARTINI

DISTACCAMENTI POLIZIA STRADALE DI VIAREGGIO E PORTOFERRAIO CHIUDONO PER MANCANZA FONDI, MENTRE POLITICA TIENE PRIVILEGI

Mentre la politica nazionale e regionale si tiene tutti i privilegi, le scarse risorse statali destinate alla sicurezza costringono il Capo della Polizia ad un decreto* intollerabile che sopprime 18 reparti di Polizia Stradale, tra i quali i distaccamenti toscani di Viareggio e Portoferraio. Come sempre PD e diversamente PD abbinano al cinismo irresponsabile delle scelte anche il tempismo più ridicolo: questa soppressione dolorosa arriva infatti in occasione del 70° anniversario della nascita della Polizia Stradale. Dopo averi tolto i Forestali, vogliono anche lasciare le strade all’anarchia?

Abbiamo chiesto l’immediato intervento della giunta regionale. Con quale coraggio si può lasciare l’Isola d’Elba senza un distaccamento operativo della Polizia stradale? Così poi, a ridosso dell’estate. Stesso discorso per Viareggio, una città nella quale qualsiasi persona di buon senso al governo avrebbe aumentato la presenza delle forze dell’ordine, altro che smantellamento del presidio.

Siamo sconcertati da queste scelte da fine impero di chi ha rovinato il nostro paese e non accenna a smettere di farlo, nonostante si tenga odiosi privilegi quali vitalizi e stipendi cinque volte quelli di un agente della polizia stradale.

ENRICO CANTONE

*Decreto n.559 del 31 marzo 2017

MICROCREDITO. PD E ‘DIVERSAMENTE PD’ DICONO NO A OPPORTUNITÀ CRUCIALE PER NOSTRE IMPRESE

Bocciata la nostra proposta per consentire alle imprese toscane l’accesso diretto al Fondo di garanzia dei crediti per le PMI del MISE.

Grazie ad oltre 20 milioni di euro restituiti dai nostri parlamentari, 4 mila imprese italiane hanno usufruito del microcredito garantito da risorse pubbliche e generato così più di 10mila posti di lavoro. Tutto questo tramite un accesso diretto al Fondo centrale di garanzia per le Pmi del MISE alimentato con le restituzioni dei parlamentari M5S. La Toscana condivide con le sole Marche e Abruzzo il freno a mano tirato su questa importante opportunità per le nostre piccole e medie imprese, perché nel 2002 scelse di inserire i Confidi in mezzo al percorso tra chi chiede credito e chi lo contro garantisce con soldi pubblici. Ci spiace rilevare che PD e ‘diversamente PD’ mettano per l’ennesima volta dietro altri interessi quello dei cittadini toscani che fanno impresa. Hanno scelto così di mantenere in piedi un modello farraginoso che non a caso relega la nostra regione in coda alla classifica di accessi al microcredito contro garantito dallo Stato.

GIACOMO GIANNARELLI

“Questo voto ribadisce come PD e affini non vogliano cambiare approccio sul microcredito in Toscana, ma non ci fermiamo qui: torneremo a chiedere con forza ai Confidi di investire sulle iniziative di microcredito. Decadrà a breve infatti anche la giustificazione dei pochi istituti bancari convenzionati sull’iniziativa “Microcredito toscano” – versione regionale del c.d. “Microcredito a Cinque Stelle” – perché Monte dei Paschi di Siena e le altre banche toscane in crisi saranno ben contente di aderire a questa fondamentale misura economica di rilancio dell’economia toscana”.

LAURA BOTTICI

VITTORIA M5S: REGIONE SI ATTIVERÀ PER RIPRESA LAVORI COMPENSAZIONE ASCOLTANDO COMITATO ‘CARPUGNANE’

Approvata dal Consiglio regionale la nostra mozione sulle opere di compensazione della terza corsia A1.

La regione si attiverà per la rapida ripresa dei lavori dell’infinita opera di compensazione “Parco Le Carpugnane”, trovando una destinazione ai quintali di metri cubi di terre e rocce da scavo estratte per i lavori della terza corsia A1. Dopo 10 anni di silenzi istituzionali serviva il Movimento 5 Stelle per ottenere l’ascolto dei cittadini, in particolare del Comitato Le Carpugnane, che si è battuto con grande passione civile perché fosse risolto il problema di avere a pochi metri dalle proprie abitazioni dune di 4 metri di terra riportata.

Ci fa piacere che per l’ennesima volta il Movimento 5 Stelle abbia portato in Consiglio regionale le giuste istanze dei cittadini. Dopo l’incontro col Comitato a febbraio abbiamo trasferito subito in un atto le loro proposte e si sono rivelate di tale buon senso da portare ad una approvazione unanime.

La giunta Rossi incontrerà il Comitato “le Carpugnane” insieme ad Autostrade spa e attiverà tutte le azioni di propria competenza affinché sia rispettato l’impegno assunto da Autostrade di dimezzare l’altezza di queste dune anti-rumore e dei ZIQQURAT terrazzati all’ingresso del parco per alleviare l’impatto visivo delle abitazioni dei numerosi residenti.

GIACOMO GIANNARELLI

50 MILIONI DI RIMBORSI IVA ILLEGITTIMI PER DSU. COM’È POTUTO ACCADERE E CHI SALDA?

L’Agenzia regionale per il Diritto allo Studio rischia di chiudere per un’incredibile vicenda di malgoverno. Da trent’anni questa importante Agenzia Regionale usa un regime IVA in ragione del quale chiedeva ogni anno all’erario – cioè allo Stato – il rimborso di questa imposta versata ai fornitori, ottenendolo sempre.

Qualche mese fa l’Agenzia delle Entrate, altro ramo dello Stato, si è svegliata da un torpore lungo circa un terzo di secolo e ha ritenuto che questi rimborsi siano illegittimi, presentando una lauta cartella esattoriale all’Agenzia DSU, da circa 45 milioni di euro.

A questo punto, al netto degli incontri presso il Ministero, vogliamo risposte dalla Giunta per capire com’è possibile che questo sia accaduto e soprattutto chi, nel caso la parte di Stato “Agenzia delle Entrate” abbia ragione, salderà il conto rimanente. Auspichiamo si attinga dai premi risultato di chi finora non si è mai accorto di niente o di chi, dall’oggi al domani, si è inventato l’escamotage per chiudere meglio il bilancio dello Stato, almeno a livello contabile.

IRENE GALLETTI

ASSURDO TEATRINO CON SGARBO A LIVORNO: TRA UN MESE INCILE FINITO E PORTE VINCIANE POTREBBERO RIMANERE CHIUSE IN MODO SEMI-PERMANENTE

Oggi si consuma l’ennesimo teatrino caro a PD e diversamente PD Rossi sulle Porte Vinciane. Come definire altrimenti il passaggio all’Autorità Portuale regionale, sita a Viareggio, della gestione di una struttura che tra un mese potrà restare praticamente sempre chiusa e da tempo immemore causa problemi alla Darsena Toscana del porto di Livorno?

A maggio infatti dovrebbero finalmente concludersi i lavori dell’incile che collega l’Arno al Canale Navicelli, rendendo inutile tenere aperte queste Porte “della discordia”. I natanti pisani potranno comodamente dimenticare le Porte Vinciane livornesi e arrivare al mare tramite quella strada fluviale pagata da OLT Offshore LNG Toscana come opera di mitigazione per il rigassificatore parcheggiato vicino alla Meloria. Che senso ha quindi lo sgarbo inutile di non affidare all’Autorità Portuale di Livorno le Porte quando tra un mese potrebbero restare chiuse in modo semi-permanente?

La Regione pensi meno ai teatrini e più al problema serio dell’afflusso di fanghi nel Porto di Livorno: ad esempio ci risponda sulla realizzazione della foce armata dello Scolmatore, come strumento preventivo.

GIACOMO GIANNARELLI
ENRICO CANTONE

PD, ART.1 E LEGA NORD DICONO NO ALLA DEMOCRAZIA DIRETTA. SONO DALLA PARTE SBAGLIATA DELLA STORIA

Bocciata la nostra proposta di legge del Movimento 5 Stelle sui referendum consultivi online.

Il nostro paese manca di una cultura della democrazia diretta. Volevamo mettere la prima pietra in Toscana, con una legge molto chiara e semplice, oltre che a costo zero. Purtroppo PD, Art.1 e Lega Nord hanno detto no. Sono dalla parte sbagliata della storia e sarà questa a spiegarglielo nelle prossime elezioni.

La piattaforma informatica esiste già, la rete è sempre più capillare nei territori, anche grazie al mobile, e tutti noi abbiamo già la tessera sanitaria (CNS) come sistema identificativo oltre all’opportunità di SPID, l’identità digitale promossa dal Governo che ha già superato il milione di cittadini utenti.

I limiti tecnici teorizzati dal PD e dalle altre forze politiche sono più una scusa che una giustificazione seria per fermare un miglioramento della democrazia diretta nella nostra regione. Quello che spaventa questa politica non è la competenza dei cittadini nello schiacciare o meno un bottone virtuale sullo smartphone o sul computer, ma la forza dirompente che quel potere di scelta fornisce ai cittadini. La democrazia diretta esige attitudine all’ascolto e visione di indirizzo: due caratteristiche assenti in questi politici.

Tra l’altro per quei cittadini meno inclini alla tecnologia avevamo previsto la possibilità del voto online direttamente nell’Ufficio Relazioni Pubbliche del Comune di appartenenza. Come oggi vanno a votare nei seggi elettorali, si sarebbero presentati in un seggio 2.0 dove davanti a loro avrebbero trovato un lettore di schede e un monitor con le opzioni referendarie da scegliere.

GABRIELE BIANCHI

BENE PASSO INDIETRO SU TIRRENICA, MA NON PASSI ‘SCURDAMMOCE O PASSATO”: SOLDI DEI CITTADINI SPESI INUTILMENTE

TIRRENICA

Apprendiamo con soddisfazione che il Governo sembrerebbe aver scelto l’indirizzo 5 Stelle sull’Aurelia: sì alla messa in sicurezza e no all’autostrada. Bene ci siano arrivati, lo chiedevano da 17 anni cittadini, comitati e istituzioni del territorio, e quindi bastava ascoltarli. Ma ora il PD e Articolo 1 non se la possono cavare con un ‘scurdammoce o passato’.

Per questo progetto irresponsabile Regione e Governo hanno speso inutilmente per anni le risorse dei cittadini, senza contare gli altrettanti importi versati direttamente da questi ultimi per le osservazioni tecniche. In un paese civile le figure di governo pagherebbero i danni con un passo indietro. Qui invece aspettiamo sempre Rossi sdraiato sull’Aurelia come disse in campagna elettorale nel febbraio 2015.

A questo punto il minimo sindacale è la rimozione immediata del balzello di 60 centesimi che cittadini e turisti pagano a SAT a Rosignano.

GIACOMO GIANNARELLI