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CONFLITTO D’INTERESSE “500 MILA EURO ALLA DITTA DI MAZZEO (PD). TUTTO REGOLARE?”

Con la determinazione Estar n. 1087 la Win Medical srl si è aggiudicata 500 mila euro per 24 mesi di fornitura in convenzione di sistemi di monitoraggio win@hospital per le AA.SS. della Regione Toscana. A presiedere l’azienda nel periodo dell’aggiudicazione – agosto 2015 – Antonio Mazzeo: consigliere regionale del Partito Democratico, membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale con la carica di Segretario, dal settembre 2015 Presidente della Commissione istituzionale per la ripresa economico-sociale della Toscana costiera. Depositata un’interrogazione regionale del Movimento 5 Stelle.

“La Win Medical srl si aggiudica la procedura negoziata il 3 agosto 2015, quando Mazzeo ne era ancora Presidente. Smetterà di esserlo il 1 settembre 2015, otto giorni prima di ottenere la presidenza della Commissione Toscana Costiera e Arcipelago. Se il fatto non fosse grave verrebbe da dire che Mazzeo non resiste senza una poltrona da Presidente” segnalano i consiglieri regionali M5S.

“A prescindere dai ruoli apicali, il consigliere del Partito Democratico ha ricevuto questa bella convenzione da Estar, mezzo milione di euro, a un mese dalla sua elezione a Segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale. Una elezione arrivata quasi in concomitanza con l’avvio della procedura negoziata per la fornitura in convenzione di sistemi di monitoraggio win@hospital per le Aziende Sanitarie della Regione Toscana. Dando un’occhio alle date Mazzeo diventa segretario il 25 giugno 2015 e la delibera Estar di avvio della procedura è del 1 luglio 2015” precisano i Cinque Stelle.

“Il conflitto di interesse scatta sia quando un comportamento favorisce l’interesse privato di chi ricopre carica pubblica sia quando la mera potenzialità di una situazione è vantaggiosa per questa persona. Chiediamo quindi a Rossi di verificare se l’aggiudicazione di questa convenzione pubblica da parte della Win Medical srl sia riferibile alla posizione istituzionale ricoperta da Mazzeo. Resta a prescindere la sensazione di inopportunità o quantomeno scarso decoro istituzionale in questa condotta dell’attuale Segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale che, lo ricordiamo, è anche Presidente di una Commissione dedicata al rilancio economico-sociale della Toscana Costiera: due ruoli per i quali, a nostro parere, è il minimo chiedere di dare il buon esempio” concludono i consiglieri regionali M5S.

Atto disponibile al seguente link http://bit.ly/1UQ5fz3

LA GIUNGLA DELLE PARTECIPATE – seconda puntata

Negli ultimi anni, che cosa è cambiato nel metodo di affidamento dei lavori pubblici?

Ce lo spiega il nostro Gabriele Bianchi, state a sentire.

MPS: IL ‘GROVIGLIO ARMONIOSO’ HA MESSO IN GINOCCHIO L’ECONOMIA DEL TERRITORIO

“La vita di Siena è stata inquinata dai soldi e dal potere del Monte dei Paschi. Le scelte politiche si facevano non per convinzione, ma per convenienza. I gruppi politici erano influenzati dalla possibilità, attraverso il consiglio comunale, di incidere sulle scelte della fondazione, e dalla banca, e quindi sugli utili da erogare”.
Lo ha dichiarato il sindaco di Siena Bruno Valentini, ascoltato questa mattina dalla commissione d’inchiesta sul Monte dei Paschi. “Il danno più grave è stato sulla cultura diffusa – ha aggiunto – perché si è creata dipendenza, la riluttanza al rischio ed a fare impresa”.
Secondo Valentini “la Fondazione aveva un ruolo determinante nelle scelte della Banca”. “Nella Fondazione esercitavano una funzione rilevante le istituzioni locali, governate dalla politica – ha precisato – C’è stata quindi una filiera decisionale che influiva in modo forte sulle attività della Fondazione e della Banca, che derivava da input locali e nazionali”. Secondo Valentini “l’incauto acquisto” di Banca Antonveneta ” ha avuto “un consenso generale, sia a Siena che fuori”, anche dai sindacati interni. “La responsabilità della politica – ha affermato – è stata non aver valutato i rischi e non aver imposto i controlli necessari, sia sul prezzo sia su ciò che si comprava”. Il sindaco ha precisato che, a livello nazionale, si è sempre guardato con favore all’integrazione della banca in un sistema di credito più vasto, mentre a livello locale c’era la convinzione che il controllo sarebbe rimasto a Siena.

Sul consenso diffuso intorno all’acquisto di Antonveneta si è soffermato anche Raffaele Ascheri, insegnante, ed autore di molti libri sul “sistema Siena”.
“Da parte dell’informazione locale c’è stato un completo allineamento sui desiderata di Mussari e Vigni, ma anche di chi è venuto dopo – ha dichiarato – Di fatto, in questi anni, non è esistita una stampa capace di porre qualche domanda. Corriere di Siena, La Nazione e Canale 3 hanno avuto sempre una linea supina”.
Nel corso dell’audizione sono stati ascoltati anche gli avvocati Giulio Caselli, responsabile regionale Adusbef, associazione che tutela i consumatori nel settore del credito e Luigi De Mossi, parte civile in alcuni procedimenti legati alla vicenda Monte dei Paschi, che ha svolto anche incarichi specifici di valutazione sulla vicenda Antonveneta. Quest’ultimo ha citato la relazione di Daniele Pirondini, che solleva alcune perplessità sull’acquisto. La prima: non è stata fatta né una due diligence, né una perizia. La seconda: i costi del personale del 17,9% nell’anno di acquisizione, senza aumenti significativi delle unità. “Non ho dubbi sulla responsabilità politica di chi ha nominato gli amministratori prima in Fondazione, poi nella Banca – ha rilevato De Mossi – Siena è stata gestita dal Pd. Il presidente ed il direttore generale erano espressione del Pd e della Cgil, ma c’erano anche rappresentanti delle minoranze. Il presidente di Antonveneta faceva riferimento a Forza Italia”. “Quello che è rilevante dal punto di vista politico non sono tanto le responsabilità penali – ha aggiunto – ma la distruzione dell’economia di un territorio”.

Secondo il “ancora una volta emerge il ruolo svolto da Banca d’Italia e Consob”. “Un’operazione come l’acquisto di Antonveneta non può non avere l’avvallo degli organi di controllo – ha rilevato – Perché non sono intervenuti? Mi auguro che nello sviluppo dei procedimenti giudiziari si chiarisca anche questo aspetto”. “Nessuna voce fuori dal coro. Sembra incredibile – ha aggiunto – Il ‘groviglio armonioso’, per usare un’espressione dell’attuale Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e giornalista senese, Stefano Bisi, ha messo in ginocchio una banca fino a qualche anno prima tra le più capitalizzate ed un intero tessuto economico, minando alla base le prospettive di sviluppo del territorio”.
I lavori della commissione proseguiranno adesso con l’analisi delle partecipate.
“La gestione scellerata della banca, un ruolo della vigilanza da chiarire, partiti alla ricerca di consenso e potere hanno dilapidato un patrimonio gigantesco – ha concluso – Iniziative interessanti come la ricerca medica di Toscana Bio Tech e Toscana Life Sciences sono andate in crisi per mancanza di contributi dalla fondazione che gestiva gli utili della banca e centinaia di cittadini sono rimasti senza lavoro in un territorio che ha delle potenzialità enormi, ma soffocate da un passato che non deve riproporsi”.

Con
Giacomo Giannarelli​, Irene Galletti​, Enrico Cantone Consigliere Portavoce alla Regione Toscana​, Gabriele Bianchi​, Andrea Quartini​, Carlo Sibilia​, Carlo Martelli​, Alfonso Bonafede​, Beppe Grillo​, MoVimento 5 Stelle Camera​, MoVimento 5 Stelle Senato​, MoVimento 5 Stelle​, MoVimento 5 Stelle Europa​, Movimento Siena 5 Stelle​

#5MINUTIA5STELLE – settima puntata

E’ online la settima puntata, con il resoconto delle principali attività istituzionali della settimana dei nostri Portavoce in Regione Toscana.

Raccomandiamo la massima diffusione su tutti i social.

SANITA’ “OSPEDALE DI LIVORNO: ROSSI COLGA L’OCCASIONE, TEMPI E FINANZIAMENTI CERTI”

Tempi e modalità della ristrutturazione dell’Ospedale di Livorno al centro di un’interrogazione del Movimento 5 Stelle in discussione nel prossimo Consiglio Regionale.

“Anche la revisione del codice degli appalti sembra dar ragione alla scelta dei livornesi e della loro amministrazione di fermare la costruzione del quinto ospedale toscano in project financing. Rossi può cogliere l’occasione della ristrutturazione del presidio ospedaliero di Viale Alfieri per inaugurare un nuovo corso, ma servono tempi e finanziamenti certi”.

“Ad oggi manca la presa in carico della Regione di quanto inviato dall’Azienda USL Toscana Nord-Ovest al Sindaco di Livorno il 22 febbraio scorso: planimetria e crono programma. Senza atti espliciti della giunta regionale, dove siano indicati tempi e stanziamenti per ristrutturare il presidio ospedaliero e modificare in conseguenza la viabilità, la carta resterà solo carta. Inutile se si considera che a Livorno serve un ospedale funzionate con apparecchiature e infrastrutture moderne. Se Rossi ha dichiarato di aver trovato 140 milioni per ripristinare il Santa Chiara di Pisa, siamo certi ne trovi almeno altrettanti per ristrutturare l’Ospedale di Viale Alfieri”.

“Consigliamo infine a Rossi di far precedere le fasi più esecutive della ristrutturazione ospedaliera da un percorso partecipativo con sanitari, operatori e sigle sindacali. Eviterebbe molte delle criticità emerse per i 4 ospedali toscani costruiti in project financing e in parallelo consentirebbe di recuperare, sempre da quest’ultima esperienza, anche gli spunti di valore aggiunto. Con l’occasione della risposta all’interrogazione, finalmente sapremo anche quando sarò aperto il Padiglione 2 dell’Ospedale di Livorno. Altro incompiuto da togliere quanto prima dalla lista”.

VIABILITA’ “CASSIA REALIZZATA AL 16% E LAVORI FERMI. ALTRA PROMESSA DI ROSSI TRADITA O C’E’ PROGRAMMA LAVORI?”

L’elenco delle Opere incompiute della Regione Toscana include la c.d. variante “Cassia”, strategica per la viabilità dell’area sud senese. L’opera risulta realizzata al 16,52% e il documento definisce necessari altri 10 milioni per l’ultimazione. Nel marzo 2014, Enrico Rossi dichiarò alla stampa che dopo un iter travagliato – dovuto ai problemi della ditta affidataria, cui fu rescisso il contratto nel 2012 – la Regione avrebbe messo i finanziamenti dovuti per concludere l’opera, con avvio lavori “entro il 2015”. Attualmente questi sono ancora fermi e manca ancora la gara per affidare l’ultimazione dell’opera. Il Movimento 5 Stelle deposita un’interrogazione regionale a riguardo.

Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio e firmatario dell’interrogazione:“Un buon governo del territorio non avrebbe opere incompiute e soprattutto, quando presenti, si adopererebbe per risolvere il problema prima nei fatti e poi nelle dichiarazioni a mezzo stampa. Purtroppo, al netto della retorica, il buon governo toscano continuiamo a non vederlo, come dimostra il caso variante Cassia. Manca un crono programma definito per la conclusione lavori, manca il dettaglio dei finanziamenti regionali impegnati per l’opera e manca l’elenco dei responsabili di questi ritardi con relativi provvedimenti a riguardo”

“Dagli atti disponibili sembra finanziato il tratto da Monteroni fino a Isola d’Arbia, ma manca quello da quest’ultima a Monsindoli. E sempre sulle cifre non sappiamo se dar ragione all’Elenco Opere Incompiute o a Rossi su quanto serve per concludere l’opera: il primo cita 10 milioni mentre il secondo, nel 2014, disse 29. A prescindere i cittadini che vivono e lavorano nell’area, oltre ai molti turisti che transitano sulla variante, chiedono alla politica “serietà” e capacità risolutiva. Anche in questo caso noi siamo con loro e speriamo che nel rispondere alla nostre domande la giunta PD si trovi a ricordare che a Siena sud manca un bel pezzo di strada”.

Atto disponibile al seguente link http://bit.ly/1S5A6Tn

SANITA’ “RECUPERO FARMACI, TOSCANA COLGA L’OCCASIONE”

Manca alla Toscana una legge o un protocollo per il recupero dei farmaci inutilizzati, benché validi, nelle RSA e nelle case dei privati, incluse quelle dove è assicurato un servizio di assistenza domiciliare. Il Movimento 5 Stelle prova a stimolare in tal senso il Consiglio Regionale e la giunta, con una mozione dedicata.

“Gestire su base regionale il sistema di raccolta e verifica dei farmaci a disposizione significherebbe risparmiare denaro pubblico e privato, salvaguardando anche le scorte e anche ridurre la quantità di medicine oggi gettate come rifiuti”.

“Veneto e Marche sono già intervenute in tal senso, evolvendo le prescrizioni della legge 244/2007 che prevede una restrizione al riuso dei farmaci inutilizzati, contenendoli in due circuiti separati: quello delle RSA e delle case di persone assistite a domicilio e quello dei privati non assistiti. Oggi anche in Toscana questi due circuiti non si possono mischiare e un farmaco inutilizzato in una RSA non può finire ad un privato che ne ha necessità. Un sistema superabile, a nostro parere, a beneficio delle casse regionali, di quelle dei gestori RSA e soprattutto dei tantissimi cittadini che ne potrebbero beneficiare”.

Atto disponibile al seguente link http://bit.ly/1Uhv8cB

FORTETO VERGOGNA DI STATO – ottava puntata

Proseguono le audizioni della Commissione Forteto 2 In questo periodo sono stati auditi il Governatore della Toscana Enrico Rossi, Francesca Chiavacci ex parlamentare PDS e Ubaldo Nannucci, ex Procuratore di Firenze. Sono stati ascoltati anche diversi giornalisti in base al fatto che, nelle scorse commissioni un audito sosteneva che girasse tra le redazioni un dossier che collegava alcuni soggetti coinvolti nel Forteto alle vicende del “Mostro di Firenze”.

State a sentire questa puntata ricca di contenuti, con il nostro Andrea Quartini. 

FIRENZE “SCANDALO ISTITUTO INNOCENTI, ROSSI PUÒ E DEVE COMMISSARIARE”

Il Movimento 5 Stelle presenta un’interrogazione regionale sul caso Istituto degli Innocenti (atto disponibile al seguente linkhttp://bit.ly/1ShdNwC) a prima firma Irene Galletti. La gestione dell’Istituto è oggetto di due procedimenti giudiziari, uno della Procura di Firenze e l’altro della Procura regionale della Corte dei Conti. All’attenzione dei magistrati gli appalti realizzati e ancora da ultimare nei locali dello Spedale degli Innocenti, le cui “gravi problematiche” erano già riportate in informative dell’amministrazione dell’istituto indirizzate a CDA, Direttore e Collegio dei revisori. Dalla legge regionale 43/2004 il Presidente della Giunta regionale ha funzioni di controllo e vigilanza sull’Istituto degli Innocenti, divenuto azienda pubblica di servizi alla persona, e il Consiglio Regionale nomina tre dei cinque amministratori.

“Sei secoli di attività a favore della famiglia e dell’infanzia, poi arriva la politica e, caso strano, arrivano i problemi. L’attuale situazione dell’Istituto degli Innocenti è segnata da un bilancio 2014 in perdita, – 155 mila euro, problemi di liquidità più volte denunciati dal Collegio dei Revisori dei Conti e soprattutto una gestione quantomeno inopportuna, fino a poterla definire con altri aggettivi una volta ricevuto il verdetto finale sui procedimenti giudiziari aperti”.

“Sulla gestione lavori del Nuovo Museo pendono numerose criticità: le ipotizzate carenze del progetto esecutivo con aumento di spesa conseguente di oltre 550 mila euro, l’accordo bonario alla ditta di oltre 450mila euro per opere extracontrattuali ordinate a lavori in corso, l’affidamento dell’incarico di Responsabile Unico del Procedimento (RUP) a persona senza requisiti di legge da parte del Direttore Generale e infine il conferimento di incarichi esterni e forniture di difficile giustificazione da parte di quest’ultimo. Basti citare che siccome il RUP scelto non aveva i requisiti di legge, è stato nominato come tecnico di supporto il socio di studio della nuora del Presidente dell’Istituto, per un compenso totale accordato di quasi 80 mila euro. Scelta incomprensibile se si considera che nell’organico dell’Istituto risultano presenti dipendenti in possesso dei titoli di studio richiesti. Per non parlare della progettazione di alcune opere (impianti elettrici, restauri etc.), già presentata dallo Studio affidatario per il Museo, che l’Istituto degli Innocenti ha nuovamente appaltato in via diretta a terzi professionisti, in modo reiterato e frazionato, al punto da ottenere una sorta di doppia progettazione e quindi doppia spesa”.

“Rossi può e deve commissariare l’Istituto degli Innocenti. Lo deve fare anche per fermare l’ultimo atto di una amministrazione discutibile: la modifica dello Statuto dell’ente. Finora i beni immobili dell’Istituto potevano essere alienati, a condizione che i proventi fossero reinvestiti integralmente nella valorizzazione del patrimonio restante. Con la variazione questo vincolo sparisce. Come denunciato dal Collegio dei Revisori ci chiediamo quindi se gli amministatori abbiano intenzione di tamponare il bisogno di soldi per la spesa ordinaria con la svendita di un patrimonio funzionale ai veri scopi dell’Istituto: assistere orfani e bisognosi. La politica si fermi in tempo per non ritrovare in piccolo un altro caso Monte dei Paschi di Siena: resistette a peste e carestie, ma non all’avidità dei partiti”.

SCANDALO MPS, AUDITO LUIGI DE MOSSI, AVVOCATO DI PARTE CIVILE

L’Avvocato Luigi Mossi cita il caso di Ampugnano come l’inizio dello scandalo Monte dei Paschi di Siena. Inoltre segnala alcuni degli elementi di “particolarità” relativi all’acquisizione di Banca Antonveneta e di come la vicenda MPS abbia influito sulla vita dei cittadini senesi.

Molto interessante, state a sentire.