Blog Pagina 180

RENZI FAKEMAN SU MPS, DERUBRICA ISTITUTO SENESE A BANCHETTA. OPPORTUNISMO SUL PRIMO SCANDALO FINANZIARIO D’EUROPA

Renzi ieri ha derubricato il Monte dei Paschi di Siena, la terza banca d’Italia oggetto del più grande scandalo finanziario d’Europa, a ‘banchetta’. Altro che fake news qui abbiamo un fake man che per opportunismo cerca di far dimenticare la più clamorosa storia di dilapidazione targata PD, come accertato dall’unica Commissione d’inchiesta istituzionale su quanto accaduto, quella del Consiglio regionale toscano chiesta e guidata dal Movimento 5 Stelle.

È una banchetta quella che dilapida 50 miliardi di valore, un tempo pubblico, lasciando sul lastrico centinaia di migliaia di risparmiatori e mandando a casa migliaia di lavoratori, anche col trucchetto dell’esternalizzazione? Davanti ad affermazioni del genere Siena e la Toscana dovrebbero insorgere: c’è ancora qualcuno nella città di Piazza del Campo che ha il coraggio di definirsi renziano, dopo ieri?

MPS è stato bancomat del PD, guidato da figure non all’altezza scelte dal partito per permettere ad imprenditori amici di drogare il sistema italiano. Figure talmente sicure di quest’amicizia da non restituire il dovuto, sapendo persino di poter contare sulle tasche del contribuente italiano a copertura delle loro sciagurate operazioni. Serviva una nazionalizzazione seria, per aprire i cassetti e invertire la rotta ma gli stessi circuiti che hanno affossato la più antica banca del mondo continuano a fare di tutto per evitare quest’operazione trasparenza.

GIACOMO GIANNARELLI

BINDI ALLUDEVA A ROSSI QUANDO PARLAVA DI CHI SI E’ GIRATO ‘DALL’ALTRA PARTE’?

Ci chiediamo se Rosy Bindi alludesse ad Enrico Rossi e alla sua giunta sul caso Viareggio emerso grazie a noi del Movimento 5 Stelle. Ha parlato di fatti che avvengono perché “c’è qualcuno che si volta da un’altra parte” e nel caso della concessione alla M.G.L. Yachting Service, società guidata dalle mogli di due mafiosi del clan “cursoti uno dei quali amministratore della srl, ricordiamo infatti che questa godeva già di una concessione nel 2014 e nell’ottobre 2015 ha ricevuto una delibera di concessione ulteriore poi fermata anche dalla nostra azione.

Com’è possibile che in un Comitato Portuale dove siedono Regione Toscana, Comune di Viareggio, Provincia di Lucca e Presidente della CCIA di Lucca nessuno si sia accorto di niente fino alla denuncia pubblica del Movimento 5 Stelle?

Non sarà mica, come diceva Rosy Bindi, che qualcuno ha pensato di combattere la mafia in Toscana negando la sua esistenza? L’antimafia dei silenzi non funziona, bene ricordarlo sempre.

ENRICO CANTONE

ERRORE SVENDITA PATRIMONIO IMMOBILIARE SENZA VISIONE STRATEGICA DI RILANCIO DELLE TERME

Apprendiamo dalla stampa che la giunta regionale è “quasi pronta” a mettere in vetrina le Terme sul proprio sito di vendita dei beni pubblici. Un errore cruciale, perché ennesima scelta compiuta senza una visione strategica di rilancio. Solo questa definirebbe in un quadro serio cosa vendere e cosa tenere per una sua valorizzazione. Il PD si conferma così partito delle vie facili: prima ha svilito questi beni comuni e ora si affretta a travestirsi da agenzia immobiliare online per svenderli.

Oggi il Consiglio regionale ha l’occasione di dare la scossa alla Regione. Sarà votata la nostra mozione dove chiediamo che la Toscana sia portabandiera di una modifica del Decreto Madia capace di fugare ogni dubbio sulla possibilità di considerare le Terme “strategiche”. Già oggi il caso Equi Terme ci dice che è solo una questione politica ritenere o meno strategico il termalismo, ma pretendiamo che la Toscana chieda una correzione normativa per fugare ogni dubbio. Basta giochetti sulla pelle dei cittadini, come le proposte di legge tirate fuori in Parlamento a fine legislatura dalla stessa maggioranza politica che ha stroncato il termalismo.

La nostra mozione porta infine in Regione la richiesta di Federalberghi Montecatini e Chianciano: serve subito un tavolo di confronto con i Comuni termali, le associazioni di categoria, gli albergatori e il resto dei portatori di interesse per definire insieme le strategie di rilancio del termalismo toscano.

GABRIELE BIANCHI

COMMISSIONE ANTIMAFIA A FIRENZE. PRIMO RISULTATO NOSTRE DENUNCE

La Commissione parlamentare antimafia non è a Firenze per caso. Viene su nostro sollecito dopo che in diciassette mesi di vita consiliare abbiamo messo sotto i riflettori scandali toscani dove la mafia aveva sempre una parte. I fanghi tossici, il caso Viareggio, l’uso discutibile dei beni confiscati come quello in piazza Signoria.

In ciascuno il rapporto tra attività illecita, comitati d’affari più o meno organizzati e pubblica amministrazione è risultato specchio di un problema serio del nostro Stato di Diritto: a poco valgono le leggi se poi manca il controllo. Quando in un Comitato Portuale dove siedono rappresentanti istituzionali di Regione, Comune e Provincia, si assegna una concessione senza chiedere il certificato antimafia ad un’azienda che, guarda caso, è proprio guidata da esponenti della criminalità organizzata, se non altro è evidente che manca il controllo. Poi certo inquieta che il funzionario delegato da Rossi e Ceccarelli a presenziare in quella occasione, poco dopo abbia lasciato il posto di lavoro, pare, di sua iniziativa.

ENRICO CANTONE

DIRETTA FACEBOOK

COI CITTADINI NELLA DIFESA DELLA VIA FRANCIGENA

Giannarelli-Caprigliola-1Sono venuto oggi a Caprigliola per rispondere all’appello di cittadini attivi che vogliono uno sviluppo economico della Lunigiana in linea col programma del Movimento 5 Stelle. Siamo in uno spazio simbolo: l’abbandono della vecchia stazione ferroviaria, posto lungo quella via Francigena che forse presto diventerà patrimonio dell’Unesco. Qui c’è chi vorrebbe farci una rotonda, per snellire il traffico pesante, tranciando le ipotesi di sviluppo turistico di questo scorcio lunigianese. Uno scempio per chi, dall’ingresso in Consiglio regionale, ha chiesto per questo territorio gli investimenti e la visione strategica che merita.

Gli atti parlano per noi, abbiamo portato in Regione le richieste di chi vive e vuole investire sulla Lunigiana, costringendo la giunta e il Consiglio ad occuparsi del caso scuole nei container, dei disservizi sanitari e soprattutto del recupero di alcune aree di pregio di questo territorio. Penso all’Orto Botanico dei Frignoli e da ultimo alla mozione per recuperare a fini ciclo-pedonali il tracciato dismesso dell’ex ferrovia Pontremolese.

Il turismo e le piccole e medie imprese che potrebbero godere della sua valorizzazione, sono il futuro di una Lunigiana a Cinque Stelle.

GIACOMO GIANNARELLI

DIRETTA FACEBOOK

ERICSSON HA “DEBITO” CON LA TOSCANA. REGIONE OTTENGA ALMENO TELELAVORO PER I TRASFERITI A GENOVA

Riportiamo il caso Ericsson in Consiglio Regionale. Al voto domani una nostra mozione.

Ericsson ha un debito di coscienza verso la Toscana: solo due anni fa ha ottenuto 7 milioni di soldi dei cittadini col progetto Arno 3 e questo deve pesare nella trattativa sulle sorti dei 18 dipendenti ancora in servizio ma trasferiti a Genova. La giunta ottenga per loro almeno il telelavoro.

Capiamo le conseguenze industriali di Ericsson, dopo la sconfitta nella gara per gestire la rete H3G-Wind, ma qui parliamo di una multinazionale aiutata da finanziamenti pubblici che oggi devono pesare nella trattativa.

Chi è aiutato coi soldi dei cittadini non può andarsene così. Fortunatamente l’ha capito anche la giunta, che dopo i nostri solleciti sul tema ne ha fatto un articolo di una recente proposta di legge sulle attività produttive.

IRENE GALLETTI

PD USA DRAMMA POVERTA’ PER RIPICCHE DI PARTITO. SUBITO IN AULA NOSTRO REDDITO DI CITTADINANZA

Il Partito Democratico ha superato ogni limite: usa la povertà per regolare ripicche interne. 155 mila famiglie toscane vivono sotto la soglia di povertà relativa e loro presentano un atto che rinvia a Rossi il compito di trovare fondi per un ipotetico Reddito di Solidarietà Attiva. Giocano con le parole e col dramma dei cittadini quando c’è già la nostra proposta di legge sul Reddito di Cittadinanza con coperture certificate che attende di essere discussa. Loro usano verbi al futuro come “faremo”, noi esigiamo il presente: la nostra proposta risolve un’emergenza e dev’essere calendarizzata nel prossimo Consiglio Regionale.

Gli esponenti PD continuano a trattare la povertà parlando di marginalità e inclusione, riferendosi ad un’idea più simile al clochard che al giovane neolaureato precario. Forse ignorano che i dati ISTAT e OCSE raccontano altro: la povertà affligge e affliggerà soprattutto i giovani. Altro che solidarietà e pietismo, qui dobbiamo restituire la dignità della cittadinanza alle nuove generazioni, associando un sostegno finanziario al collocamento lavorativo.

NON SANNO NEMMENO COPIARE PROPOSTA EMILIANA. TEMONO PARAGONE PERCHE’ LORO SI SONO TAGLIATI LO STIPENDIO?
Mentre noi abbiamo risposto a tutto questo con una proposta di legge validata dagli uffici, loro – che sono numericamente 5 volte noi – presentano una banale risoluzione per iniziare a parlare del tema. Viene da dire che non sanno nemmeno copiare la legge dei loro colleghi dell’Emilia Romagna. Sarà forse per paura di stimolare qualche paragone? Perché almeno gli emiliani due anni fa si sono tagliati lo stipendio, avvicinandosi al trattamento Cinque Stelle, mentre qui ogni proposta in quella direzione viene bocciata dal PD e a ruota gli altri partiti.

GIACOMO GIANNARELLI

COS’E’ IL NOSTRO REDDITO DI CITTADINANZA. ESEMPIO NEOLAUREATO
Facciamo chiarezza il reddito di cittadinanza che promuoviamo noi è una misura economica, non assistenziale. Non è un costo, è un investimento perché mette in circolazione 114 milioni di euro l’anno dando a chi ha poco o nulla un potere d’acquisto. A beneficiarne oltre loro sarebbero le nostre piccole e medie imprese. Ma è anche una misura di emancipazione. Facciamo un esempio tipo: il neolaureato che il giorno dopo la discussione della tesi si trova disoccupato. In attesa di cercare impiego troverebbe col reddito di cittadinanza la sua prima indipendenza economica. Se ha reddito irpef sotto 9360 euro, ISEE sotto 6500, arriverebbe a ricevere quanto serve per arrivare a 780 euro al mese, soglia di dignità. I dati ISTAT e INPS ci dicono che sette volte su dieci troverà lavoro al massimo in un anno, 3 volte su 10 nei primi tre mesi, quindi per lui il sostegno finanziario finirebbe presto.

ANDREA QUARTINI

COS’E’ IL NOSTRO REDDITO DI CITTADINANZA. ESEMPIO GIOVANE DISOCCUPATO VINCITORE DEL BANDO PSR AGRICOLTURA
Un altro esempio: i giovani disoccupati che accedono al bando del Programma di Sviluppo Rurale regionale per diventare imprenditori agricoli. Abbiamo visto che la giunta PD ci ha messo 14 mesi per saldare alcuni vincitori, per altri ancora non si sa quando vedranno i loro soldi, e nel frattempo cosa dovrebbero fare? Il reddito di cittadinanza li aiuterebbe a gestire questa fase di attesa e magari questo sarebbe sprone alla Regione per ridurre le inefficienze nell’erogazione dei fondi a chi vince i bandi.

IRENE GALLETTI

QUANTO COSTA ALLA REGIONE IL NOSTRO REDDITO DI CITTADINANZA
Chiariamo anche le cifre della nostra proposta, perché dal PD sparano cifre a caso: 58 milioni per il 2017, visto il tempo di approvazione della legge, e 114 milioni per il 2018 e 2019. Anche se, come saprete, qualora vincessimo le prossime politiche la regione Toscana non spenderebbe più nulla perché la misura, ancor più completa, sarà realizzata e coperta dallo Stato. Tutte le coperture segnalate sono comunque valide, verificate col dirigente al Bilancio della giunta e approvate dagli uffici del Consiglio. Quindi Marras conferma la sua ignoranza quando parla di scelte che metterebbero in ginocchio la Regione: sono tutte scelte politiche, fattibili, serve solo la volontà di farle e concordarle. A questo proposito vi diciamo che da forza di governo stiamo già avviando le negoziazioni su alcune di queste coperture con le parti sociali interessate: dalle organizzazioni di categoria a quelle sindacali. Come è naturale che sia.

GABRIELE BIANCHI

COPERTURE DELLA PROPOSTA
Dove troviamo i soldi? Intanto tagliando gli stipendi a consiglieri regionali e giunta, in linea col taglio emiliano. Solo così troviamo 4,2 mln. Poi recuperiamo 18 milioni prendendo l’11% del capitolo “interventi istituzionali in sanità”, che – bene precisarlo – non sono i 9,6 miliardi per assicurare i livelli essenziali d’assistenza (LEA) ma una parte di spese che la giunta ad oggi tiene per sé sul tema. Poi interveniamo eliminando gli sprechi: chiunque di voi quando entra qui sente questo clima tropicale. Questo è l’effetto del tenere i riscaldamenti a 22° – limite massimo di legge – in ogni stanza, anche se vuota. Portando la temperatura a 19° e spegnendo caloriferi e luci nelle stanze vuote possiamo risparmiare fino a 700 mila euro. Infine vogliamo rinegoziare il contratto di servizio con Toremar. Se il prezzo del greggio è crollato del 50% negli ultimi anni e rappresenta la voce di costo principale per un armatore perché non possiamo diminuire di un semplice 10% l’importo che diamo ad Onorato di Moby?

ENRICO CANTONE

GIUNTA CI BOICOTTA SUL FONDO SOCIALE EUROPEO
Una buona parte di queste coperture potrebbero essere anche superate rinegoziando il Fondo Sociale europeo o direttamente dal Programma Operativo Nazionale dedicato interamente all’inclusione sociale (PON Inclusione), cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, al quale attinge il Sostegno all’Inclusione Attiva nazionale. Il problema è che la giunta Rossi da 8 mesi ci boicotta non fornendoci il dato di quanta quota sia rinegoziabile. Abbiamo fatto richiesta di incontrare la responsabile del FSE di Giunta, ma ci è stato negato l’incontro. Abbiamo fatto un’interrogazione a Bugli per ottenere il dato ed è riuscito a rispondere con 1800 parole, senza dare quel numero. Evidentemente il PD ha un’incapacità di governare il welfare, è miope: invece di lavorare sulle cause del disagio fa degli spot populisti. Il populismo vero lavora sugli effetti e non sulle cause. Qui arrivano ora a chiedere di aprire un dibattito per ripresentare una social card. Siamo a livello di quello che per pulirsi la coscienza va a messa una volta l’anno.

ANDREA QUARTINI

ROSSI, NON SERVONO I LIBRI, IL TUO LIBRO E’ IL TUO CURRICULUM
Ad un anno e mezzo dall’insediamento di questa legislatura si possono tirare le somme sul governo PD. Il PD aveva già governato, tant’è che diciamo a Rossi non serve che scrivi nuovi libri, il tuo libro l’hai già scritto ed è il curriculum di quanto hai fatto in questi anni. La situazione è preoccupante, non c’è una cosa che funziona. Non sanno dare risposta alle 155 mila famiglie in povertà, abbiamo un’emergenza sulla Costa che non sanno risolvere e la Commissione dedicata ha dato risposte da aria fritta. È servita a sdoganare ancora una volta le grandi opere infrastrutturali. Noi abbiamo bisogno di investimenti infrastrutturali ma il PD non sapendo governare non sa definire le priorità. Pensate che nel Piano Regionale di Sviluppo Costa ci ritroviamo la Tirrenica, quando pochi giorni fa SAT ci ha spiegato che non ha nemmeno il Piano economico finanziario. Per il resto è tutto fermo. Pensiamo a Piattaforma Europa, il bando è fermo da un anno anche perché il PD non sa nemmeno leggere le note della Corte dei Conti UE che rileva la necessità di una visione nazionale sullo sviluppo portuale prima di lanciare grandi opere analoghe su tre porti compresi in 200 km di costa. Ieri è arrivato il commissariamento di SEI Toscana, simbolo del fallimento PD in tema di gestione rifiuti. Le nostre ricette di governo sono qui davanti una dopo l’altra in forma di proposte di legge: Economia circolare, Reddito di cittadinanza, taglio dei vitalizi … mentre loro sono ancora lì a chiedersi se fare la gara sul trasporto ferroviario. Pare non vogliano più farla, forse perché si sono resi conto di non essere in grado visto quanto successo con TPL e Toremar.

GIACOMO GIANNARELLI

COMMISSARIAMENTO SEI TOSCANA: LAPIDE PER DISEGNO PD NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI

La richiesta di commissariamento per SEI Toscana avanzata da ANAC è la lapide del disegno PD per la Gestione dei rifiuti in Toscana. Ora si proceda con la decadenza del Contratto di Servizio con SEI Toscana e l’avvio del dibattito sulla nostra proposta di riforma del sistema, da tempo depositata in Regione.

Nel disegno regionale, ATO Toscana Sud (Provincie di Arezzo, Grosseto e Siena) era il modello da estendere agli altri ATO toscani, come paradossalmente rivendicato dalla stessa SEI Toscana nella nota di ieri. Un modello di gestione centrato su un mega gestore interamente controllato dal PD che l’inchiesta della magistratura prima e la richiesta di ANAC ora decretano come fallimentare, aprendo una questione politica non più rinviabile. Ben prima delle responsabilità penali che saranno accertate dalla Magistratura, sono in discussione le responsabilità politiche e gestionali che la Regione e le 103 amministrazioni comunali delle tre provincie hanno accumulato dal 2010 ad oggi nelle scelte in materia di gestione dei rifiuti. La Regione nel costruire un sistema humus di illegalità e inefficienze a danno dei cittadini e i Comuni nell’averlo assecondato. Rinnoviamo la richiesta di decadenza del Contratto di Servizio con SEI Toscana per ATO Sud e chiediamo l’avvio immediato del dibattito regionale sulla nostra proposta di legge di riforma del sistema di gestione: Economia circolare per una Toscana a Rifiuti Zero.

GIACOMO GIANNARELLI

“I 103 Comuni di ATO Toscana Sud – aggiungono i consiglieri comunali M5S dei territori coinvolti – hanno approvato quanto la Struttura tecnica di ATO sottoponeva loro, prima per l’impostazione della gara, poi per la selezione del vincitore ed infine per la sottoscrizione di un contratto di servizio raffazzonato e costosissimo per le tasche dei cittadini. Facile ora per molti di questi sindaci stracciarsi le vesti, sperando che i cittadini disorientati se la prendano con altri: nel momento del decidere loro e i loro partiti erano dalla parte sbagliata. Ancor più deprecabile considerato che non era così difficile accorgersi di quanto stava accadendo. Il Movimento 5 Stelle ha impiegato poco più di 6 mesi di studio delle carte (da giugno 2014 a gennaio 2015) per capire il quadro tratteggiato da Cantone e dalla Procura, traducendolo in un’azione politica concreta.

Il 23 gennaio 2015, quando ancora Corte dei Conti e Magistratura non si occupavano della faccenda, il M5S presentò pubblicamente con conferenze stampa contemporanee nei tre capoluoghi di provincia i risultati del suo studio e la predisposizione di due mozioni sul sistema di gestione dei rifiuti da presentare in tutti i consigli comunale dei 103 comuni. Una delle due chiedeva l’impegno delle Amministrazioni Comunali a operare per la decadenza del contratto di servizio con Sei Toscana motivata proprio dalle forti criticità riscontrate nelle modalità di espletamento della gara. Le stesse criticità che oggi Magistratura e ANAC pongono alla base delle loro iniziative.

La verità è che i sindaci hanno sempre obbedito alle direttive del PD facendo i signorsì. Hanno girato la testa dall’altra parte facendo finta di non vedere. Diversamente dovremmo pensare che questi Amministratori sono così incapaci da non capire cosa andavano approvando. Oltre 40 Delibere di ATO assunte nel corso di 7 anni, almeno una ventina di dibattiti assembleari, strutture tecniche dei comuni deputate al settore dei rifiuti non sono serviti ad accorgersi di quello che stava succedendo?

Qualunque sia la verità il risultato non cambia: il caso ATO Toscana SUD sia la goccia che fa traboccare il vaso per i cittadini toscani. Diciamo basta ad un malgoverno di sistema, guidato da un Partito che usa le amministrazioni locali per i suoi scopi, autoalimentasi tramite il controllo della filiera di erogazione dei servizi di base: rifiuti, acqua, sanità, energia, trasporti”.

MAMME, PELU’ E PIERACCIONI HANNO RAGIONE: LA SOLUZIONE C’E’ E PASSA DA UNA LEGGE

Hanno ragione le mamme, Piero Pelù e Leonardo Pieraccioni: la battaglia per i pediatri a Volterra e Alta Valdicecina è giusta, ancor di più se identificata la causa di tutti questi disagi: la mancata definizione delle “Zone particolarmente disagiate” nella Legge sanitaria regionale.

Lo spieghiamo in poche parole semplici: la normativa nazionale (decreto ministeriale 70/2015) segnala che per le aree particolarmente disagiate la scure della razionalizzazione può essere evitata, tenendo livelli di servizio capaci di garantire i bisogni della popolazione sulle attività di base del servizio sanitario.

Tradotto: se una Regione indica come Zona Particolarmente disagiata un’area come l’alta Valdicecina, dove i cittadini hanno difficoltà a raggiungere i presidi sanitari, allora è possibile tenervi in piedi un ospedale di base o aumentare i servizi, inclusa la pediatria. Purtroppo per i cittadini toscani che vivono nell’arcipelago, nelle zone montane e in quelle più lontane dai grandi centri come Volterra, il PD nella sua riforma sanitaria non ha identificato le “Zone particolarmente disagiate” e lo ha fatto con un motivo semplice: evitare di dover tenere in piedi in quelle zone servizi che per loro sono antieconomici.

Un modello aziendalista, cui ci hanno riempito negli ultimi anni, che mai noi del Movimento 5 Stelle accetteremo. Per questo martedì aspettiamo dalla giunta una risposta chiara e definitiva sul tema: quando definiranno le aree particolarmente disagiate e come, per garantire a tutti i cittadini toscani parità di trattamento sanitario, mamme volterrane incluse.

ANDREA QUARTINI

BASTA RITARDI SUI SOLDI AI GIOVANI AGRICOLTORI. GIUNTA LIQUIDI IL DOVUTO E POI SCOPRA CAUSE DI INEFFICIENZE E RITARDI

Torniamo sui ritardi di liquidazione dei vincitori del bando Programma Sviluppo Rurale “Pacchetto Giovani” per l’agricoltura, nelle annualità 2015 e 2016.

Carta canta: in risposta a nostre interrogazioni l’assessore Remaschi ha ammesso ritardi e pressapochismo riguardo questo bando, sulla pelle di molti degli aspiranti giovani agricoltori che vi hanno partecipato.

Basti pensare che, a 14 mesi dal termine di presentazione della domanda 2015, per 113 vincitori* siamo ancora agli incartamenti istruttori e per altri 336 la Regione è ferma al “decreto di assegnazione del contributo”, due passi prima del momento in cui finalmente i soldi partono dalla Regione verso il conto dei legittimi destinatari. L’aspetto increscioso è che questa storia infinita di mala gestione pubblica si ripresenta anche per il bando 2016 come da noi denunciato in passato. Una situazione cui l’assessorato ha tentato di porre rimedio con un Gruppo di Coordinamento che arriva a valle di un problema da analizzare a monte.

Proprio per scongiurare il ripetersi di quanto accaduto vogliamo che il caso PSR “Pacchetto Giovani” diventi oggetto di un’analisi tecnica seria da parte della giunta su motivi e responsabilità di questi ritardi. Un’analisi da sottoporre alla Commissione Sviluppo Economico e Rurale insieme ai provvedimenti risolutivi dell’assessorato. Una proposta di governo che presentiamo al voto martedì, insieme alla richiesta di saldare quanto prima tutti i vincitori almeno del bando 2015 e, qualora ci fossero avanzi di cassa da chi ha rinunciato (magari per l’attesa ingestibile per il proprio business plan), che questi siano reinvestiti per l’annualità 2016.

Prenderemmo il voto negativo del Partito Democratico come l’attestazione che non solo hanno creato una macchina burocratica mastodontica, ma non sanno come gestirla per l’unico fine pubblico utile: l’efficienza per chi sta fuori dal palazzo.

IRENE GALLETTI

*22 tra Firenze e Arezzo, 44 tra Siena e Grosseto, 14 tra Pistoia e Prato, 20 tra Lucca e Massa e 13 tra Pisa e Livorno (fonte. Ass. Remaschi in risposta a IS 801)