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UNDICI ANNI DOPO … NIENTE ‘TUBONE’ PER IL LAGO. TUTTO DA RIFARE

Il Lago di Massaciuccoli soffre da tempo di alcuni problemi. Uno di questi è il deficit idrico che si porta dietro il problema della salinizzazione eccessiva dell’acqua.

Per risolvere questo problema, undici anni fa, fu fatto un accordo di programma che assegnava alla Provincia di Pisa la realizzazione di un ‘tubone’ per portare nel lago le acque del Serchio. Costo dell’opera, 20,6 milioni, il Ministero ne aveva già messi 18, ma tutto è fermo e oggi abbiamo saputo anche il perché: il Comune di Vecchiano ha contestato la mancata apposizione del vincolo preordinato all’esproprio sul proprio territorio e quindi la Provincia di Pisa ha alzato bandiera bianca. Dal 3 maggio 2017 gli enti coinvolti hanno deciso che la Regione Toscana deve trovare un nuovo soggetto attuatore e ‘attualizzare il progetto’ sentendo anche le Università toscane. Tradotto si riparte quasi da zero, con buona pace del Lago e di chi ci tiene.

Un flop clamoroso dell’amministrazione provinciale PD pisana e regionale.

Apprezziamo il fatto che, stando alla risposta dell’assessora Fratoni, almeno il problema degli scarichi dei reflui nel lago pare risolto. Migliarino non è attivo perché convogliato su San Jacopo (Pisa) e per Vecchiano vale il ‘potenziamento e adeguamento al trattamento dei nutrienti’. Fratoni certifica che quanto il depuratore di Vecchiano scarica oggi nel lago sono reflui depurati, quindi conformi allo ‘scarico in area sensibile’, visto che il Massaciuccoli è Zona di Criticità Ambientale.

Bene anche che la fitodepurazione di sperimentazione sia riuscita: risultano circa 70 nuove specie vegetali e numerose animali che sono tornate grazie alla rinaturalizzazione dell’area. 2,5 milioni di euro dei cittadini almeno stavolta spesi bene.

GIACOMO GIANNARELLI

L’INCREDIBILE MANCATO ACCERTAMENTO SUI PESCI MORTI DAVANTI ALLA SOLVAY

La Regione deve chiarire la catena di responsabilità sul mancato accertamento della cause dietro alla morte dei pesci nel fosso bianco.

Se i pesci erano già marci esigiamo la pubblicazione del verbale di accertamento dove sta scritto. E il rimpallo di responsabilità tra ASL e Istituto Zooprofilattico Sperimentale per Lazio e Toscana non deve fare da diversivo. Qui c’è qualcuno che ha prelevato quei pesci e o non si è accorto che erano marci – e ci chiediamo come sia possibile trattandosi presumibilmente di biologi – o li ha lasciati marcire.

Quei pesci, soprattutto perché esemplari adulti, avrebbero potuto dirci molto sull’inquinamento del fosso bianco: ad esempio se l’ammoniaca l’avevano ‘respirata’ solo in quella occasione o con una certa ricorrenza. La perdita della loro capacità probatoria rende a nostro parere impossibile l’accertamento della magistratura, con profondo danno per la comunità di Rosignano che da tempo ha bisogno di certezze documentali e identificazione di responsabilità su quanto ruota intorno a Solvay.

La giunta PD-Rossi deve anche chiarire la discrepanza dei dati pubblicati da ARPAT sui campionamenti tra 29, 30 agosto e 1 settembre. Ma soprattutto deve accertare se Solvay ha fatto quanto ARPAT prescriveva 10 anni fa dopo un caso analogo, cioè la revisione di ‘procedure e i dispositivi di emergenza’ per evitare la dispersione di ammoniaca.

Le Istituzioni Pubbliche hanno già dato molto a Solvay per migliorare la sostenibilità delle sue attività spesso anche in violazione delle norme europee che vietano gli aiuti di stato come ricordato dalla nostra europarlamentare Laura Agea in un’interrogazione alla Commissione UE sull’accordo tra MISE, Regione e azienda con contributi pubblici per 11,6 milioni. Ultimo contributo di una lunga serie sulla quale i cittadini vogliono chiarezza. Ci dica la giunta regionale se ad esempio è vero quanto dichiarato dal sen. Matteoli: nel 1994 Solvay ha preso 100miliardi di lire pubbliche per modificare il sistema di produzione della soda per renderlo sostenibile? Non ci pare nel caso che sia stato un investimento dai risultati percepibili.

GIACOMO GIANNARELLI

PD CONTRARIO A TRASPARENZA DEI CONTI REGIONALI E CONTROLLO DI SPESA MACCHINA AMMINISTRATIVA

Bocciata dal Consiglio regionale la nostra proposta di estendere a tutti i bilanci regionali il modello virtuoso anticorruzione adottato dal Consiglio regionale su iniziativa della dirigenza.

Senza nemmeno la decenza di un intervento il duo PD-MdP dice no ad un provvedimento di buona amministrazione che avrebbe reso trasparenti i conti della Regione e di ogni azienda o ente dipendente. Col bilancio finanziario gestionale avremmo avuto il controllo di spesa reale della macchina amministrativa e soprattutto la fine di episodi incresciosi come i ritardi dei pagamenti ai vincitori dei bandi.

Prendiamo atto che questo strumento importante, fratello del Piano anticorruzione, non piace a PD e Rossi. Vogliono continuare a non programmare a dovere le attività dell’enorme macchina amministrativa che hanno creato e soprattutto tenersi le mani libere sul fronte spesa, per poter continuare a raccontare che hanno dato “100 milioni qui” “200 là” senza verificare che quei fondi poi arrivino a destinazione.

GABRIELE BIANCHI

MANCANO IMMUNOGLOBULINE ANTITETANICHE NELLE ASL TOSCANE. IL MOTIVO? BUROCRAZIA E DISINTERESSE DELLA POLITICA

Arrivata la risposta alla nostra interrogazione sulla carenza di immunoglobuline antitetaniche nelle ASL Toscane. “La carenza in questi ultimi anni è stata ricorrente – ha risposto Saccardi – quella registrata a metà 2017 si è attenuata anche se non risolta e potrebbe ripresentarsi”.

Per chi arriva al Pronto Soccorso con ferite lacere o morsicature d’animale e, non ha copertura antitetanica o non ricorda di aver fatto i richiami, serve la profilassi con immunoglobuline. Il tetano è una malattia a rischio mortalità e nell’incertezza della copertura l’iniezione evita ogni rischio al paziente. Sapere dall’assessora Saccardi che in Toscana la sanità pubblica soffre di carenze croniche e irrisolte di immunoglobuline antitetaniche ci preoccupa molto.

Cosa accadrebbe in caso di disastro con numerosi feriti?

Ci dice Saccardi che le IG antitetaniche sono carenti perché il titolare dell’autorizzazione alla immissione in commercio (A.I.C.) “non assicura forniture appropriate“. Possibile che nessuno a livello nazionale si sia posto il problema di come superare questa situazione?

Dalla risposta dell’assessora apprendiamo che le ASL toscane hanno provato ad importare queste IG dall’estero, senza successo. Per questo, ci scrive Saccardi, l’unica strada trovata per ridurre il peso di questa carenza è stato l’acquisto del prodotto dallo stesso titolare dell’AIC, autorizzato da AIFA, ad imporare e distribuire il medicinale analogo al carente, commercializzato all’estero. Un empasse burocratico inaccettabile nel 2017 che si deve sicuramente anche alla farraginosità delle normative in materia.

Ma perché la Toscana a guida PD-Rossi, che soffre da tempo di questa carenza, non ha stimolato un loro ripensamento e si è disinteressata?

Presenteremo a breve un atto in tal senso e interpelleremo i nostri parlamentari a riguardo.

ANDREA QUARTINI

AEROPORTO DI FIRENZE. NUOVA VIA ‘IN TRE MESI’? GALLETTI INVITA AD USARE SCORCIATOIA IMPUGNATA DA REGIONI

Ci ha lasciato basiti la dichiarazione del Ministro dell’Ambiente secondo il quale in ‘due, massimo tre mesi’ arriverà la VIA per il Nuovo Aeroporto di Peretola. Gli ricordiamo che lui sarebbe lì per tutelare l’ambiente e non a suggerire una scorciatoia autorizzativa a chi vuol realizzare un progetto con una grande pietra tombale sancita da 140 prescrizioni tecniche gravi, scritte a tutela della sicurezza e salute dei cittadini.

Tra l’altro il destino della ‘scorciatoia’ inventata dal PD, il famoso dlgs 104 del 16 giugno 2017, ci pare non dei più rosei: tre regioni (Lombardia, Sardegna e Valle d’Aosta) e la Provincia autonoma di Trento hanno già impugnato l’atto, senza contare i tanti ricorsi in merito al non corretto recepimento della Direttiva UE 52/2014.

Per questo vogliamo che Rossi venga in aula e ci dica se intende anche lui tutelarsi da questo provvedimento pericoloso, sollevando la questione di legittimità costituzionale presso la suprema Corte.

Nell’occasione il Presidente dovrà chiarirci il quadro complessivo sulla Piana Fiorentina, dove ormai si levano molteplici le voci anche istituzionali contro quel ‘pacchetto da incubo’ che il duo PD-MdP voleva rifilare ai cittadini: nuovo aeroporto, inceneritore di Case Passerini, terze corsie autostradali e sottoattraversamento TAV con annessa nuova Stazione. Su ciascuna abbiamo dimostrato, dati tecnici alla mano, inutilità e pericolosità. Opere che solo questa maggioranza politica allergica a scienza e ambiente – nonostante i tentativi di riverniciarsi di verde – poteva indicare nel programma di sviluppo regionale.

GIACOMO GIANNARELLI

SALA SLOT NON RISPETTA DISTANZE? DEVE PAGARE SANZIONI. MA NESSUNO CONTROLLA E REGIONE HA INCASSATO ZERO EURO

E’ finalmente arrivata la risposta della giunta regionale alla nostra interrogazione sul rispetto della legge regionale di contrasto al gioco d’azzardo (n.57/2013).

Ci conferma che le leggi spesso ci sono, ma nessuno le applica e chi le ha fatte si dimentica di monitorarne l’attuazione.

In tutti i Comuni toscani nuove sale slot e centri scommesse compaiono ovunque, nonostante dal 2013 debbano distare almeno 500 metri da istituti scolastici, luoghi di culto, centri socio-ricreativi e sportivi o strutture socio-sanitarie. Un criterio molto stringente che renderebbe ‘fuorilegge’ quanto i cittadini si sono ormai abituati a credere normale.

Per capire se questa norma era disattesa o meno, abbiamo usato il suo art. 14 che impone il pagamento di una sanzione che va da mille a 5mila euro a centri scommesse e sale slot che non rispettano tale distanza di sicurezza di 500 metri dai luoghi sensibili. Il 30% degli introiti di queste sanzioni devono infatti finire nel bilancio regionale e quindi ci siamo detti: ‘visto che questi centri sono ovunque, sentiamo quante decine e decine di migliaia di euro ha incassato la Regione dalle sanzioni’.

E la risposta dell’assessore regionale Bugli ci ha lasciato di stucco: zero euro.

L’assessore regionale ha tenuto a farci sapere che questo incredibile flop di governo, su una delle migliori leggi regionali in materia di prevenzione della ludopatia, si deve anche alla mancata vigilanza dei Comuni toscani. Tradotto: i Comuni non hanno vigilato, per questo le sanzioni non sono partite.

Un bel buco nell’acqua del quale ci chiediamo come mai la Regione non abbia chiesto conto all’ANCI Toscana a guida PD e, in questo lavarsene le mani, abbia omesso persino il minimo sindacale, ovvero una mail alle 276 amministrazioni comunali toscane.

Sarà nostra cura sollecitare tutte le amministrazioni comunali in questa verifica. Con beneficio delle casse comunali e regionali.

GABRIELE BIANCHI

BONIFICA EX-SITOCO DI ORBETELLO, GIUNTA PD-ROSSI CERTIFICA LO STALLO

Siamo tornati sul caso del SIN di Orbetello (area ex Sitoco) dopo l’atto sui SIN – SIR toscani approvato il 28 giugno scorso.

Grazie al voto del Consiglio sulla nostra mozione, i cittadini possono avere un aggiornamento periodico sullo stato di avanzamento delle bonifiche dei SIN e SIR toscani. L’11 agosto è arrivato il primo e nel capitolo dedicato all’area ex Sitoco di Orbetello emergono due questioni finora trascurate dal dibattito stampa di quest’estate sul caso polveri.

La giunta PD-Rossi ci informa infatti che con la fine del regime commissariale sulla Laguna la bonifica delle aree pubbliche del SIN ex Sitoco è ferma perché manca il nuovo Accordo di Programma. Ci sono pure già i soldi, 4,6 milioni avanzati dalla precedente fase, ma questo Accordo tra Ministero dell’Ambiente, Regione ed Enti Locali tarda ad arrivare perché non sono state ancora definite attività, progetti e competenze di questa bonifica. Tradotto: chi fa cosa e come, praticamente quasi tutto.

L’aspetto ancor più grave è che i progetti preliminari di bonifica ci sono già, furono fatti nel periodo commissariale, dei quali fu incaricata la partecipata SOGESID spa. Manca quindi solo l’atto ufficiale dove tutto questo è messo a sistema dalle amministrazioni coinvolte: Ministero, Regione ed Enti locali. Con tutto quello che è successo quest’estate ci saremmo aspettati una riunione risolutiva e invece niente.

Se per l’area pubblica quindi tutto è fermo, non va meglio la situazione dell’area privata di competenza della Società Laguna Azzurra srl. La giunta PD-Rossi ci fa sapere che gli interventi di Messa in Sicurezza d’Emergenza (barriera mento fisico dell’area privata) sono finiti, ma “è in corso di predisposizione” una variante al progetto definitivo di bonifica. Quindi anche qui siamo fermi e a poco ci confortano, purtroppo, le analisi ARPAT sulle polveri emesse dal sito per almeno tre motivi: l’area presa a riferimento è troppo circoscritta, nulla si dice sulle conseguenze per chi le ha respirate e soprattutto ARPAT prende a riferimento comparitivo un campionamento del 1995.

Se tutto va bene come dice ARPAT siamo certi comunque che non cadrà nel dimenticatoio il nostro richiamo all’esigenza di una centralina di monitoraggio nei pressi del sito. In quel sito c’è anche un tetto di amianto, crollato. Un fattore di rischio da non trascurare.

Abbiamo presentato oggi una nuova interrogazione alla giunta regionale, dove chiediamo tempi certi per la bonifica e stanziamenti relativi.

GIACOMO GIANNARELLI

ESTATE TERRIBILE PER GLI INCENDI. DUO PD-ROSSI AVRA’ IMPARATO LA LEZIONE?

Ci vorranno forse più di 15 anni per ricostruire il patrimonio boschivo andato in cenere quest’estate e nessuno ci restituirà quello animale deceduto con medie fino a 400 esemplari per ettaro arso. Mentre continuano ancora a spuntare roghi, tre (Zeri, Minucciano e Marliana) solo questa settimana, noi guardiamo al futuro e ci chiediamo se la giunta PD-Rossi abbia imparato la lezione.

Per parte nostra abbiamo sempre insistito sul tema della prevenzione, tramite recupero piste e cura dei sentieri, e queste attività sono svolte dagli operai forestali. In Toscana ne abbiamo circa 500 che purtroppo la scellerata riforma delle province ha messo in capo alle Unioni dei Comuni. Ogni anno servono 12 milioni di euro per pagarli e sistematicamente sul saldo regionale del dovuto a questi enti parte la melina della giunta PD-Rossi. La conseguenza è che le Unioni dei Comuni pagano gli operai forestali anticipando il dovuto con propri soldi – pochi – e spesso con grandi difficoltà. Basti pensare che anche quest’anno i fondi regionali sembra siano arrivati solo di recente e sullo stanziamento per il futuro ancora tutto tace.

Questa situazione deve finire. Vogliamo sapere quanto prima dalla giunta se i fondi a copertura del servizio ci saranno e quando verranno messi nelle disponibilità delle Unioni dei Comuni. Ma soprattutto esigiamo una risposta chiara sull’indiscrezione che vorrebbe la giunta regionale intenzionata a ridurre il numero degli operai forestali toscani. Sarebbe un errore madornale: sono pochi per le necessità sorte anche a causa della scellerata operazione PD di rimozione del Corpo Forestale dello Stato e riassegnazione del personale ad altri corpi civili e militari.

IRENE GALLETTI

REGIONE CHIEDA RIPRISTINO CORSE VERSO AULLA E PONTREMOLI. PENDOLARI LUNIGIANESI NON SONO FIGLI DI UN DIO MINORE

Da lunedì i tanti pendolari lungianesi che ogni giorno si fanno fino a 3 ore di treno per andare nella Toscana dove è rimasto un lavoro si troveranno la beffa di un rientro a tappe. Dalle 14 in poi, infatti, sono spariti i treni regionali diretti: soppressi, come quelli comodi delle 14:53 e 16:53, o trasformati in viaggi della speranza con sosta a Vezzano Ligure e corsa finale verso casa con tanto di scorno orario. Per gli affezionati alla soluzione delle 15:53, fino a 40 minuti in più.

Una situazione intollerabile cui la Regione deve porre rimedio facendo leva sul contratto di servizio. I pendolari lunigianesi non sono figli di un dio minore e devono ottenere se non le stesse corse almeno gli stessi tempi di arrivo.

Bene che RFI lavori sulla direttrice Pisa-La Spezia, ma ci chiediamo perché questi lavori vengano sempre programmati nei periodi peggiori: quando ricomincia l’attività lavorativa ordinaria e riaprono i corsi universitari. È così difficile programmare opere straordinarie quando meno creano disagio ai pendolari?

Ormai è rimasto solo il Movimento 5 Stelle a difendere i lunigianesi. Eppure ancora non abbiamo gruppi locali nei consigli comunali. Ennesima dimostrazione di quanto agiamo nell’interesse generale senza logiche di bandiera. I cittadini della Lunigiana alzino la testa, creino dei gruppi di attivismo nel territorio, perché lasciare la politica in mano a questi partiti è autolesionismo civile.

GIACOMO GIANNARELLI

CENTINAIA DI PINI E ABETI ABBATTUTI IN GARFAGNANA, LA LEGGE E’ STATA RISPETTATA?

Abbiamo portato in Consiglio regionale il caso degli alberi abbattuti in Garfagnana.

Centinaia di pini e abeti tirati giù nel ‘rispetto della normativa regionale’? La Regione deve chiarire se quanto affermato dall’Unione dei Comuni della Garfagnana corrisponde o meno al vero. Noi abbiamo qualche riserva.

L’ente ha fatto passare l’operazione come necessaria per la sicurezza idrogeologica, ma i cittadini di cui ci facciamo portavoce hanno sollevato ben più di una perplessità a riguardo. Perplessità rafforzate quando hanno visto al posto dei pini abbattuti degli alberi da frutto già irrimediabilmente secchi, con evidente danno ambientale e paesaggistico dai chiari riflessi negativi anche in ambito turistico.

La Regione dia delle risposte ai cittadini della Garfagnana. La tutela del patrimonio boschivo è tra le sue prerogative istituzionali.

GABRIELE BIANCHI