Apprendiamo da fonti stampa che il giudice ordinario del Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di Kairos contro l’aggiudicazione del Castello di Sammezzano da parte della società araba di Dubai, la Helitrope Limited.

Il Castello potrebbe così tornare all’asta o essere assegnato alla stessa Kairos o, come ci auguriamo noi, entrare nelle disponibilità dei cittadini italiani. La strada è semplice e passa dall’esercizio del diritto di prelazione che spetta allo Stato tramite il Ministero a guida PD.

Il Codice dei Beni Culturali consente l’esercizio di questo diritto entro sessanta giorni dalla ricezione della denuncia dell’atto di trasferimento o entro centottanta giorni – aggiunge la vicepresidente della Commissione Sviluppo Economico e Cultura – se essa è presentata tardivamente o in modo incompleto. Un caso che calza a pennello per il Castello di Sammezzano.

A questo punto aspettiamo il PD alla prova dei fatti. Prima dell’asta lo stesso Presidente Giani aveva annunciato impegni personali anche col ministro Franceschini per un tavolo di coordinamento tra soggetti pubblici e privati che avrebbero potuto acquisire la proprietà di questa meraviglia del 1605. Purtroppo a questi annunci aveva seguito nei fatti il nulla, visto che il 9 maggio il più importante esempio di architettura orientalista in Italia, sito nel Comune di Reggello, era finito agli arabi.

Anche per questo abbiamo avanzato in regione un atto per impegnare la giunta a l’unico gesto concreto necessario: chiedere l’esercizio del diritto di prelazione su questo patrimonio inestimabile che deve diventare pubblico. Come richiesto al Ministro dalla nostra senatrice Michela Montevecchi.

A chi, come Giani, diceva che non ci sono i soldi per questa iniziativa ricordiamo che ogni euro investito in cultura genera un ritorno tra i 5,6 e i 6,3 euro.

Con la cultura, soprattutto in Toscana, ci si “potrebbe mangiare” tutti molto di più offrendo prospettive di lavoro a giovani qualificati, laureati ad esempio in tutela dei beni culturali, che magari per queste scelte di indirizzo sciagurate non trovano il loro lavoro e anche quest’estate stanno facendo la stagione tra bar e centri estivi o ancora peggio si sono rassegnati a stare a casa. I toscani alzino la testa e smettano di affidare il loro destino a una casta politica, da sinistra a destra, che è riuscita persino – in una regione come la Toscana – a non saper campare di rendita gestendo uno dei patrimoni culturali e paesaggistici tra i più ricchi al mondo. La stessa classe politica che quando è al governo preferisce ad esempio mettere miliardi pubblici per regalare due banche ad un’altra banca, piuttosto che darli a scuola, università e centri culturali.

IRENE GALLETTI

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