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ROSSI E PD CONFERMANO PUTAMORSI. INCAPACI DI AUTOCRITICA E RINNOVAMENTO

Enrico Rossi ha scelto di confermare Alberto Putamorsi alla Presidenza del Parco delle Alpi Apuane. Lo abbiamo potuto leggere oggi nella determina dove informa della decisione il Consiglio Regionale. Una scelta che conferma come Rossi e il PD siano incapaci di autocritica e rinnovamento.

Avevo scritto personalmente al Presidente della Regione chiedendo di non confermare Putamorsi. Se non altro perché ha letteralmente rifiutato direttive e prescrizioni contenute nel Piano paesaggistico regionale, atto promosso dalla stessa giunta Rossi.

Ma evidentemente questa maggioranza ha voluto dare uno schiaffo ai tanti cittadini che da tempo reclamano un cambiamento radicale nel governo del Parco.

Se ne ricordino alle prossime elezioni.

GIACOMO GIANNARELLI

ASILI NIDO. REGIONE CHIARISCA RAPPORTO NUMERICO TRA EDUCATORI E BAMBINI

La Giunta regionale deve dirimere l’annosa questione del rapporto numerico tra personale educativo e bambini negli asili nido” così Irene Galletti, consigliera regionale M5S, nel presentare la sua interrogazione sul tema.

Il Regolamento vigente – 41/R del 30 luglio 2013 – indica per tutti i nidi d’infanzia la necessità di un educatore ogni sei bambini entro l’anno d’età, uno a sette se hanno tra 12 e 23 mesi e uno a dieci oltre i due anni. Pur tuttavia molti gestori privati dei nidi comunali hanno nel tempo adottato la prassi di aumentare del 20% questa quota, in forza di un’interpretazione della normativa.

A distanza di quattro anni ci sembra necessario arrivare ad una risposta definitiva e per questo l’abbiamo chiesta alla giunta.

Più 20% significa ad esempio affidare dodici dei bambini più grandi ad una sola educatrice, al posto dei dieci citati con chiarezza nel Regolamento.

Non inganni la piccola differenza, chiunque ha avuto ruoli educativi sa che due bambini in più da gestire, di questi tempi, significano un aumento importante dell’attenzione e quindi dello sforzo professionale per chi lavora in questo ambito.

Inoltre, forti di questa interpretazione permissiva, ci risulta anche che molti gestori dei nidi comunali tollerino il rapporto un educatore per dodici o tredici bambini, anche se sotto i due anni di età, durante il momento del riposo. Una violazione, ci sembra, dell’art. 27 comma 2 del Regolamento che invece certifica come il rapporto debba restare inalterato per tutto il servizio educativo.

L’organico di un servizio educativo e il rapporto educatore bambino sono elementi nevralgici per la qualità del servizio. Li decide la Regione e per questo deve chiarire definitivamente se le interpretazioni dei gestori sono o meno conformi a quanto stabilito.

In ogni caso la linea dovrebbe essere quella di aumentare gli educatori, non di aumentare i bambini per educatore.

IRENE GALLETTI

SCARTI TESSILI, DA PROBLEMA A OPPORTUNITA’

Sarà discussa nel prossimo Consiglio regionale la nostra mozione sul recupero degli scarti dell’industria tessile.

Il PD tratta i rifiuti tessili come un problema di ordine pubblico, mentre da tempo il mondo produttivo suggerisce di coglierne i margini di sviluppo in ottica d’economia circolare.

Continueremo a farci portavoce di questa istanza e speriamo di incontrare il voto unanime del Consiglio martedì sul primo passo: impegnare la giunta regionale a promuovere l’uso degli scarti della lavorazione tessile come materiale isolante termico e fonoassorbente, inserendo i prodotti così realizzati nei disciplinari d’appalto per le opere pubbliche. Rappresenterebbe un volano per le pmi che già oggi hanno colto questa sfida di economia circolare e sostenibilità ambientale.

Il 2 ottobre abbiamo seguito con molta attenzione il seminario sul tema promosso dalla Camera di Commercio di Prato in collaborazione con la Sezione Regionale Toscana dell’Albo Gestori Ambientali. E proprio in quella sede è emersa questa proposta che riteniamo vada approvata senza tentennamenti. Col nostro atto approvato la giunta dovrebbe andare oltre i suoi disciplinari, facendo opera di promozione anche presso tutti gli enti locali e inserendo incentivi all’acquisto per questa tipologia di prodotti.

Le Camere di Commercio di Prato e Firenze, in collaborazione col Sant’Anna di Pisa, stanno realizzando un importante percorso formativo sull’economia circolare, indirizzato a tutte le aziende regionali. Ancora una volta le imprese toscane dimostrano di saper cogliere le opportunità di sviluppo, in questo caso fortemente connesse ad un modello finalmente sostenibile, in chiave sociale e ambientale. L’avevamo tradotto in legge, noi unici nel panorama di questo Consiglio Regionale. Ma il duo Pd-MdP, assistito dai partiti di cosiddetta opposizione, votò contrario.

Ennesima dimostrazione di quanto i partiti siano incapaci di futuro, attaccati come cozze al perpetuare un passato insostenibile.

GIACOMO GIANNARELLI

SENZA PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE POSSIBILI CONSEGUENZE LEGALI PER CACCIATORI E AGRICOLTORI

La Toscana è senza Piano Faunistico Venatorio regionale dal 2015, creando un vuoto normativo capace di esporre cacciatori e agricoltori a rischi di natura legale. Una situazione grave da risolvere quanto prima, iniziando col votare il nostro atto finalmente in discussione nel prossimo Consiglio regionale.

Quello di Remaschi non è un semplice errore, è come se Saccardi non avesse prodotto il piano sanitario regionale, lasciando correre ogni azione d’ambito senza alcuna legittimazione normativa. Tra le indicazioni del Piano Faunistico Venatorio regionale c’è l’indicazione delle aree private in cui poter cacciare. Senza questa pezza d’appoggio normativa, se un cacciatore spara in queste aree senza autorizzazione dei proprietari, questi potrebbero passare alle vie legali entrando anche nel penale. E in questo vuoto normativo rischiano anche gli agricoltori che chiedono alcuni indennizzi e in esteso tutti i toscani cui arriverebbe l’eventuale conto di una procedura d’infrazione europea.

Altre Regioni, come Veneto e Puglia, hanno saputo evitare il problema. Perché Remaschi non l’ha fatto?

Nella sua replica alla nostra denuncia si è arrampicato sugli specchi, ma sa bene che la via d’uscita raccontata non regge. I Piani Faunistici Venatori provinciali non sono lo strumento chiesto dalla Direttiva Habitat, né dalla normativa italiana, quindi anche se fossero in vigore non basterebbe a sanare il problema. E Remaschi dimentica che quei Piani li hanno abrogati.

IRENE GALLETTI

A spiegare la questione legale l’avvocata Francesca Censini
“La Direttiva UE Habitat ha imposto agli Stati misure idonee per gestire il territorio, l’Italia ha la legge 57/1992 che regolamenta l’attività venatoria poi recepita dalla legge regionale. Questo quadro normativo definisce due strumenti per regolare la caccia: il Piano Faunistico Venatorio regionale e i Piani provinciali. Il primo individua criteri e linee guida per regolarizzare l’azione sul territorio agro-silvo-pastorale, i secondi attuano queste linee guida. Nel 2015, prima della scadenza del Piano Regionale, la giunta poteva o prorogarlo o crearne uno nuovo aggiornato. Non l’ha fatto e con la legge 20/2016 ha introdotto una norma transitoria che riesuma i Piani provinciali abrogati, forse sperando di colmare un vuoto che resta. Perché la legge nazionale non li prevede a disciplinare la parte regionale, sono di fatto scaduti e inadeguati alla normativa europea che ad esempio impone la valutazione di incidenza ambientale dell’attività venatoria, quindi una stima preventiva.

La caccia è quindi sempre lecita, ma comporta rischi. Come ha segnalato la consigliera, l’art. 842 del Codice Civile consente ad un cacciatore di cacciare nel territorio di un privato se indicato come territorio idoneo nel Piano Faunistico Venatorio regionale. Senza questo Piano quel cacciatore può trovarsi soggetto a contenzioso legale in sede civile e penale. Lo stesso gli agricoltori con fondi compresi nel Piano regionale. Grazie a questo possono chiedere indennizzi, ma senza questo come possono chiedere e ottenere questi contributi?”

PODERE ROTA CHIUSA ENTRO IL 2020. BASTA DICHIARAZIONI, ORA SI VOTA

Sarà votata martedì in Consiglio regionale la nostra mozione per impegnare la giunta alla chiusura della discarica Podere Rota entro il 2020.

Rossi ha risposto a mezzo stampa alla lettera aperta del Sindaco di San Giovanni.

Dalle lettere sui giornali bisogna passare agli atti concreti. Per questo aspettiamo maggioranza e minoranze del Consiglio regionale alla prova del voto su un impegno chiaro della Giunta: chiudere Podere Rota entro il 2020 tramite un percorso chiaro e certo.

Abbiamo già dimostrato numeri alla mano che in Toscana c’è un sovradimensionamento degli impianti di smaltimento e l’ultimo rapporto ISPRA certifica il fallimento della pianificazione regionale in materia di rifiuti.

Bastava approvare la nostra proposta di legge sull’economia circolare e in cinque anni ci saremmo liberati di inceneritori e molte delle discariche. Il PD ha detto no, ne abbiamo preso atto, ma deve comunque una risposta a cittadini, comitati e amministrazioni al loro fianco, che rivendicano una soluzione ai miasmi di una discarica attiva da 25 anni.

La misura è colma, si passi ai fatti. Tenendo a mente che gli impianti di gestione della frazione umida/organica oggi aerobici possono limitare il problema odori convertendosi in anaerobici. Con conseguente possibile recupero del biogas.

Nel nostro atto aggiungiamo a questo l’impegno per la giunta di chiedere ad ARPAT, ARRR e IRPET uno studio previsionale sullo sviluppo dell’economia circolare capace di dimostrare o confutare quanto abbiamo già verificato: a fronte di una raccolta differenziata media oltre l’80% – risultato già ottenuto nell’empolese – il totale dei rifiuti destinati a discarica sarebbero circa il 6% di quelli attuali. Rendendo inutili la quasi totalità delle discariche attualmente attive, inclusa Podere Rota.

GIACOMO GIANNARELLI

DUE ANNI PER NOMINARE GARANTE PER INFANZIA E POI PD PRESENTA FIGURE INADEGUATE, UTILI SOLO PER GESTIRE CONFLITTO INTERNO AL PARTITO

Da due anni chiediamo che venga nominato il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, figura statutaria per la cui assenza la Toscana è stata commissariata, unica regione insieme al Molise. Dopo tutto questo tempo siamo rimasti sconcertati oggi nel vedere che nella regione segnata dall’orrore del Forteto il PD voleva finire di confermare la propria scarsa attenzione per i minori con uno spettacolo ben poco edificante legato a tale nomina: due nomi invotabili, senza qualifiche specifiche, arrivati senza una chiamata pubblica, che hanno fatto pensare ad un modo per gestire con questa mossa il conflitto interno al partito nel comune di Massa. Un atteggiamento di cui si dovrebbero vergognare: si fanno giochetti di partito sulla tutela regionale ai minori toscani che aspettano da due anni la figura deputata per legge a tutelarli?

Bugliani si è presentato sponsorizzando una persona qualificata come “coadiutore di una tabaccheria” a Massa e Marras ha portato una ex assessora provinciale, sempre massese, tesserata PD, infilata nei CDA di alcune partecipate pubbliche poi rimasta senza poltrone dal 2013. Parliamo di due persone che per titoli ben poco hanno a che vedere col ruolo da ricoprire, dove era evidente che il coadiutore fosse solo un riempi lista.

Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza deve per legge tutelare minori e adolescenti accogliendo le loro segnalazioni su violazioni dei loro diritti e portandole all’attenzione dell’autorità giudiziaria, deve verificare le attività dei servizi sociali – tema delicatissimo – e con che faccia il PD presenta per questo ruolo un tabaccaio, con tutto il rispetto per la categoria, e una ex-consigliera della Fondazione Toscana Spettacolo?

Almeno siamo riusciti ad ottenere il rinvio e il tempo di una chiamata pubblica, come quelle che facciamo da quando siamo qui dentro. Unico gruppo politico a non aver accettato la lottizzazione partitica delle poltrone pubbliche e ad aver sempre sostenuto i cittadini migliori, per competenza, che avevano inoltrato la propria candidatura spontanea per le varie nomine di spettanza regionale.

Fatevi avanti, esperti del terzo settore, legali con esperienza nella tutela dei minori, migliaia di giovani persone in difficoltà hanno bisogno di voi.

SCRIVETECI a m5s.comunicazione@consiglio.regione.toscana.it. Il bando pubblico è stato chiuso due anni fa, forse sarà riaperto ma nell’attesa (se avete i requisiti per questa nomina) potete intanto inoltrare a noi la vostra proposta di candidatura (scarica qui il modulo).

GABRIELE BIANCHI

STOP A CACCIA SENZA PIANO FAUNISTICO VENATORIO O SI APRE COSTOSA QUESTIONE LEGALE

La Regione Toscana non ha alcun atto di pianificazione faunistica venatoria in vigore e questo mette a serio rischio la legittimità di ogni atto autorizzativo sulla caccia emesso dalla giunta regionale. Abbiamo letto con stupore la replica di Remaschi alla nostra denuncia pubblica, forse non conosce nemmeno le leggi che ha promosso. Gliele spiegheremo domani con l’assistenza di una legale in conferenza stampa.

La conferenza è pubblica e sarà trasmessa in diretta streaming sulla nostra pagina facebook.

VARIANTE DI VALLINA, FINIRA’ COME PERETOLA: SOLDI E TEMPO SPESI PER FAR PARLARE PD E ROSSI

Ci hanno bocciato la nostra mozione sul progetto ss67 “Tosco Romagnola” Variante di Vallina dove chiedevamo l’espressione di un parere negativo all’opera così come presentata da ANAS e la previsione di ipotesi alternative di attraversamento del fiume Arno, meno costose e meno impattanti sull’ambiente.

Finirà come per il nuovo aeroporto di Firenze. Ci saranno talmente tante prescrizioni in sede di valutazione d’impatto ambientale che otterremo il solito effetto: l’opera non si farà mai, ma intanto avremo speso soldi pubblici e tempo solo per dare qualche argomento buono per la stampa al duo PD-Rossi.

Il Partito Democratico oggi non ha bocciato noi, ma le centinaia di cittadini che hanno sottoscritto consapevolmente una petizione per avere un vero progetto sostenibile e compatibile con la Valle dell’Arno. Noi ci eravamo fatti portavoce delle loro legittime istanze, raccolte da Italia Nostra, WWF, Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio e Associazioni e Comitati della Valdisieve che insieme al Movimento 5 Stelle Bagno a Ripoli si erano impegnati per chiedere a Rossi e alla sua maggioranza quanto oggi respinto.

La soluzione della variante con il bypass tra la SS67 e la SP34, con tanto di due attraversamenti sull’Arno, ha un lungo elenco di difetti incluso il suo costo esoso – 55 milioni di euro – tutto a carico dello Stato. Ci sembra sconcertante che a PD e Rossi non interessino i rischi dell’opera, né quelli di pericolosità idraulica né quelli di impatto ambientale idrico né tantomeno l’evidente impatto paesaggistico.

GIACOMO GIANNARELLI

ENTRO IL 17 NOVEMBRE GIUNTA RISOLVA ALMENO UNO DEI PROBLEMI DI NEONATOLOGIA DEL SANTA CHIARA

Abbiamo lanciato un appello alla giunta regionale per superare le criticità strutturali entro cui operano medici e infermieri del reparto di neonatologia di Pisa. L’iniziativa nasce dall’esperienza personale di Giacomo.

“Come noto mio figlio è in terapia intensiva al reparto di neonatologia presso il Santa Chiara di Pisa. Oggi posso dire che sta bene, lo spavento è stato tanto ma siamo qui per convertire questo incubo familiare in una occasione di sostegno concreto ad una realtà del servizio pubblico che ha garantito e continua a garantire un futuro a piccoli risultati meno fortunati di altri alla nascita. Vorremmo vedere risolta la grande contraddizione di quel reparto: l’eccellenza sanitaria è tutta legata agli operatori sanitari, a fronte di strutture con carenze rilevanti e imbarazzanti.

Ringrazio pubblicamente l’equipe guidata dal prof. Boldrini, il dott. Cuttano la dott.ssa Guerrini e il resto dello staff medico insieme alle infermiere, che svolgono il loro lavoro con cuore e professionalità ottenendo risultati di caratura internazionale in condizioni di seria difficoltà logistica. Il 17 novembre ricorrerà la Giornata Mondiale dei Bambini Prematuri e per quella data chiediamo alla giunta di risolvere almeno uno dei tre problemi della struttura ospita neonatologia, che io stesso ho potuto rilevare.

Il primo problema è legato all’impianto di areazione del reparto di terapia intensiva: bambini, medici, infermieri e genitori convivono da molto tempo con un odore sgradevole, di fogna, che si propaga nell’ambiente. Una situazione imbarazzante, già nota all’azienda sanitaria, per la quale crediamo che si facile trovare una soluzione. Il secondo problema è legato agli spazi, soprattutto per la sub intensiva. I pochi metri quadri disponibili in questa rendono angusto lo spazio per operatori e genitori in visita, fino a rendere impossibile la compresenza simultanea accanto alle postazioni dove sono in terapia i piccoli. Una situazione inaccettabile.

Infine il progetto NINA su formazione e simulazione neonatale, invidiatoci da tutto il mondo, ha bisogno di maggior sostegno e continuità. Di questi tre problemi chiediamo alla giunta di risolverne almeno uno entro il 17 novembre. In quella data saremo al reparto di neonatologia del Santa Chiara, insieme forse ad alcuni nostri parlamentari, per verificare lo stato dell’arte. Ci aspettiamo che chi gestisce la sanità toscana colga l’importanza di questa occasione”

GIACOMO GIANNARELLI

“Sappiamo che tra le soluzioni possibili per il problema degli spazi al Santa Chiara c’è il trasferimento a Cisanello struttura che seppur relativamente nuova ha già presentato delle criticità, come gli allagamenti ad agosto 2015 e ai primi di settembre. Il Centro di Consulenza Genetica al Santa Chiara riceve le persone in uno scantinato, segnalato con indicazioni di fortuna. Speriamo non si verifichi il sistema dei rimpalli anche per neonatologia, ricordiamo infatti di reparti portati a Cisanello per poi vederli riportare al Santa Chiara in un ping pong poco edificante.

Serve un impegno di giunta per Pisa e per tutti gli ospedali toscani affinché le situazioni più critiche siano risolte con urgenza”

IRENE GALLETTI

“C’è da chiedersi se non sia il caso di smetterla col definire eccellente la sanità toscana. In italiano “eccellente” equivale al livello oltre il quale non si può migliorare. Mentre noi sappiamo che dobbiamo e possiamo migliorare molto.

Di certo c’è l’eccellenza degli operatori sanitari, nonostante i tagli subìti e le esternalizzazioni dei servizi non sanitari con spreco di risorse. Qui chi sbaglia è chi governa la sanità: la parte strutturale fa acqua da tutte le parti anche negli ospedali nuovi. Pensiamo ai quattro nuovi ospedali di Massa, Pistoia, Lucca e Prato dove scoppiano i pronto soccorso e la struttura non è stata pensata per accogliere il bisogno di salute del territorio. In alcuni di questi abbiamo piste per l’elisoccorso inutilizzabili perché create vicino alle case. E tutto questo su strutture nuove”

ANDREA QUARTINI

VITTORIA M5S. DIVERSAMENTE ABILI E INVALIDI CIVILI VIAGGERANNO CON TARIFFA AGEVOLATA

Ci hanno finalmente approvato la nostra proposta per inserire nel contratto di servizio con Toremar le agevolazioni tariffarie per diversamente abili e invalidi civili.

Grazie al Movimento 5 Stelle miglioreranno le condizioni del contratto di affidamento tra la Regione e Toremar, finora totem immutabile, a beneficio dei cittadini che più ne hanno bisogno.

E’ una prima vittoria nella più ampia partita della normalizzazione dei trasporti marittimi da e per l’arcipelago toscano, dove le anomalie maggiori si hanno sulla tratta Piombino – Isola d’Elba.

A tal proposito la richiesta del presidente di Blu Navy di poter ottenere gli slot per una seconda nave durante l’estate è più che legittima. Proprio a fine settembre abbiamo protocollato un’interrogazione alla giunta regionale per capire come e se intende attivarsi per garantire un sistema concorrenziale vero e serio nel collegamento marittimo tra Piombino e Isola d’Elba.

In quell’atto abbiamo tracciato l’intera storia degli slot, incluso l’episodio di quello ‘fantasma’, tirato fuori dall’Autorità Portuale di Piombino nel maggio 2015 per salvare Moby dal provvedimento dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato. L’Isola d’Elba ha bisogno di migliorare i suoi collegamenti, anche nel periodo invernale, e se il modo per ottenere il risultato è dare la disponibilità a Blu Navy di una nave in più sulla tratta, d’estate, sarebbe illogico non cogliere l’occasione.

GIACOMO GIANNARELLI