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“MORTE DEI PASCHI” LEGGETELO E FATELO LEGGERE

Questa settimana sarò a Montemurlo, San Miniato e Arezzo, per accompagnare il tour di presentazione del libro “Morte dei Paschi” di Franco Fracassi e Elio Lannutti.

Consiglio a tutti di leggerlo e farlo leggere. Soprattutto in corrispondenza di questa competizione elettorale nazionale.

Se oggi esiste una Commissione d’inchiesta parlamentare sul sistema bancario lo si deve a noi e in parte anche a quell’inchiesta regionale sullo scandalo MPS che ho condotto personalmente. Il Monte dei Paschi è stato sicuramente spolpato da PD e quelli che oggi sono finiti in MdP ma non dimentichiamoci che a guidare l’Antonveneta targata MPS ci andò un uomo del centrodestra, legato a Denis Verdini.

Parliamo di uno scandalo trasversale, il più grave di sempre nel mondo finanziario europeo e secondo nel mondo solo a Lehmann Brothers, che racconta la degenerazione di quella politica che vogliamo lasciarci alle spalle dal 4 marzo

Vi aspetto insieme a Franco Fracassi nei seguenti appuntamenti

Mercoledì 14 febbraio
c/o Teatro Sala Banti, Piazza della Libertà, 3 – MONTEMURLO (PO) – ore 17
c/o Sala Bastione, Corso Garibaldi, 25 – SAN MINIATO – ore 21

Sabato 17 febbraio
c/o SpazioMorini Caffetteria, Corso Italia 262 – AREZZO – ore 16:30

PD IPOCRITA: MESI DI ANNUNCI SU ASSUNZIONI IN SANITA’ E POI TAGLIANO IL PERSONALE

Basta prendere in giro i toscani. Mancano medici e infermieri, da mesi la Regione a guida PD e Rossi fa annunci su assunzioni in vista e poi mandano avanti Monica Calamai a dire nei tavoli operativi che dovranno tagliare 45 milioni di spesa sul personale. Bene ha fatto la CGIL ad alzare i toni.

L’ipocrisia del Partito Democratico ha raggiunto vette insopportabili. Da tempo segnaliamo che la linea della nuova sanità post-riforma Saccardi è evidentemente quella di chiudere alcuni reparti, in continuità con quanto Calamai stessa ha già fatto a Careggi, tagliando la Stroke Unit.

I cittadini chiedono liste d’attesa più corte e la politica PD risponde con 45 milioni di euro in meno per il personale. Questo è l’antipasto di quanto succederà se il Movimento 5 Stelle non uscirà vincitore dalle prossime elezioni.

REGIONE FORNIRA’ DATI SANITARI DEI TOSCANI A PRIVATI AUTORIZZATI DAL GARANTE?

Arriverà martedì la risposta della giunta regionale alla mia interrogazione riguardante l’applicazione toscana della contestata legge 167/2017.

A molti è sfuggito ma, quasi a fine legislatura, PD e sodali hanno modificato di fatto il Codice della Privacy introducendo la possibilità che il Garante – di nomina politica –autorizzi il “riutilizzo” dei dati sensibili per fini di ricerca e statistica. A prescindere dal pastrocchio normativo, che parla per la prima volta della parola “riutilizzo” gettando nel caos legali e pubblica amministrazione, il problema è molto serio e riguarda tutti i cittadini.

La Regione detiene un’enorme mole di informazioni sensibili a lei fornite da cittadini e imprese. Con la legge targata PD un qualsiasi privato, con l’assenso del Garante, potrebbe chiedere di riusare quei dati, purché resi anonimi e minimizzandone il contenuto (altro concetto nebuloso). Il problema è quindi duplice: da un lato quello tecnico di capire se e come la Regione riesce a rendere anonimi i nostri dati e a minimizzarli come prescritto, dall’altro comprendere se invece ha la volontà politica di saltare il problema e mandarne, anche solo una parte, “in chiaro”.

Le sole Aziende Sanitarie hanno una massa di dati sensibili e i cittadini finora hanno sempre, legittimamente, pensato che questi dati restassero ben chiusi a chiave negli archivi pubblici. Con questa legge però potrebbe aprirsi un pertugio nella legislazione, nonostante la diffusione di dati sanitari sia espressamente vietata dalla legge.

Sentiremo martedì come e se la Regione intende tutelare i cittadini da questa ennesima mossa poco avveduta del Partito Democratico.

DISCRIMINAZIONI INACCETTABILI VERSO LAVORATORI TMM, CONSIGLIO DIA CONDANNA UNANIME

Tutto il Consiglio regionale, compatto, deve esprimere una condanna istituzionale verso le inaccettabili discriminazioni subite dai lavoratori TMM: omettere il pagamento del mancato preavviso di licenziamento a chi ha partecipato ad un pacifico presidio per la difesa del lavoro è un atto che merita una reazione unanime di tutte le forze politiche.

Auspico che tramite la presentazione di questa mozione e il dibattito relativo in aula si possa poi aprire una riflessione seria sulle condizioni che hanno portato alla crisi TMM.

Le industrie generano indotto ma un tessuto produttivo troppo legato alle loro sorti si è dimostrato assetto portatore di sventure. L’indotto Piaggio ha sofferto le scelte di esternalizzazione, quelle stesse salutate con enfasi da Enrico Rossi nel 2012, così come l’indotto Baker Hughes GE sta soffrendo da tempo la progressiva marginalizzazione dell’Oil & Gas nei piani aziendali. Il tutto lasciando letteralmente per strada non solo gli operai, ma anche figure di altissima specializzazione come giovani ingegneri gestionali legati a B-Cube.

Dobbiamo ripensare i rapporti con la grande industria toscana, lasciando da parte per un attimo accordi di programma più mediatici che sostanziali, e ripartendo dall’ascolto proprio delle esigenze delle PMI dell’indotto. Coglieremmo così gli spunti migliori per fare in modo che le istituzioni le aiutino a differenziare la produzione e saper reggere l’urto di un eventuale calo di commesse da quella grande azienda industriale cui oggi legano il loro destino in modo eccessivamente esclusivo.

MARIOTTI VIA PER CLIMA IMPENSABILE IN UNA SANITA’ PUBBLICA

Oggi sul giornale abbiamo potuto leggere il punto di vista di Carlo Mariotti sulla vicenda che lo sta allontanando da Careggi.

Quanto accaduto con Carlo Mariotti è solo l’ultimo evento di una serie che ci racconta quanto a Careggi, in molti ambiti, si respiri un clima impensabile per una sanità pubblica dedita al servizio alla cittadinanza.

Questo clima ha radici antiche ed è il risultato di una lettura del servizio sanitario che contrastiamo in ogni modo.

E’ intollerabile che la direzione di Careggi, di nomina politica, non sappia gestire casi come questi di conflittualità interna tra professionisti pagati dai cittadini per offrire alla cittadinanza le risposte migliori per i suoi bisogni di salute.

La sanità toscana dei feudi deve lasciare spazio ad un’epoca nuova, dove l’abnegazione al servizio e la volontà di offrire il miglior servizio sanitario pubblico siano l’unica stella polare. Moltissimi operatori, di ogni età, lo sanno da tempo e così si orientano nel loro quotidiano.

Noi stiamo dalla parte dei cittadini e degli operatori della sanità pubblica e non possiamo accettare che chi governa pensi solo alle poltrone e alle catene di comando che, come ormai è evidente a tutti, sono fallimentari.

REGIONE TACE SU CONFLITTO DI INTERESSE E VA AVANTI SU DISCARICA BULERA

La giunta regionale tace sul conflitto di interesse legato al procedimento autorizzativo per la discarica Bulera. Un quadro tratteggiato in un’inchiesta giornalista che l’assessora Fratoni ci scrive di non ritenere pertinente con la questione.

Noi pensiamo il contrario e questo silenzio ci sembra poco rispettoso verso i comitati e i cittadini del territorio che da tempo chiedono risposte anche sul punto.

Apprendiamo dalla risposta alla nostra interrogazione che SCL Italia spa ha ottenuto il 9 gennaio in conferenza dei servizi la revisione di una prescrizione e comparteciperà alla copertura dei costi che ASA spa dovrà sostenere per verificare l’impermeabilità continua del “setto in argilla bentonica iniettata nella ghiaie a valle del campo pozzi di Puretta.

Ricordo che ad una precedente interrogazione la giunta regionale rispose che è ‘preferibile utilizzare un sito già compromesso e autorizzare un ampliamento di una discarica esistente piuttosto che utilizzare nuove aree’. Una linea più politica che tecnica, distante dalla nostra visione a riguardo.

OPEN SPACE PER PRONTO SOCCORSO EVIDENZIA PARADOSSO: OSPEDALE SAN LUCA E’ NUOVO MA GIA’ VECCHIO

Ieri io e il nostro senatore Luigi Gaetti abbiamo effettuato un sopralluogo presso l’Ospedale San Luca di Lucca.

Abbiamo verificato e confermato le nostre perplessità sullo scempio che il project financing applicato all’edilizia sanitaria ha determinato nei confronti del fondo sanitario regionale. L’open space in realizzazione per migliorare l’accoglienza dei pazienti nel pronto soccorso è la dimostrazione che questo ospedale, sulla carta nuovo, è già vecchio perché incapace di gestire i flussi di ingresso al pronto soccorso.

Flussi sicuramente aggravati dal fatto che i posti letto anziché essere 410 sono 370 secondo quanto ci ha dichiarato la Direzione sanitaria, ovvero quaranta meno della necessità reale. Dato già negativo che i Comitati ritengono persino contestabile, fissando a meno settanta la quota dei posti letto operativi.

Abbiamo sicuramente da sottolineare lo spirito di abnegazione e di sacrificio degli operatori sanitari che lavorano al massimo delle loro possibilità. L’impressione è che in realtà il sistema amministrativo e la politica valutino solo i numeri sulla base dei coefficienti e non sulla vera capacità di fornire servizi adeguati. Uno studio recente segnalava ad esempio che l’ideale per garantire la minore mortalità ospedaliera è un infermiere ogni sei pazienti. Il San Luca, come gli altri ospedali toscani, usano lo standard di un infermiere ogni 14 pazienti ricoverati. Per loro quindi tutto bene lato amministrativo, ma nei fatti è un tutto bene al ribasso.

DIETROFRONT ASSUNZIONI, ERA ILLEGITTIMA LA LEGGE!

Il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego non è violabile da una normativa regionale. Un principio chiaro che il duo PD – Rossi ha ignorato, esponendo la Regione all’ennesima bocciatura della Corte Costituzionale su una legge promossa in questa legislatura. Ci chiediamo se il PD voglia raggiungere il record di leggi illegittime in cinque anni o pensano dopo questo ennesimo stop di darsi una calmata.

Ancora una volta a pagare l’errore sono i cittadini, infatti l’Autorità Portuale, forte della sua legge regionale, aveva già avviato le pratiche di assunzione di personale, con un bando da 11mila euro dedicato alla corsia interinale.

Tutto da rifare dopo la bocciatura della Suprema Corte.

Adesso che la Corte Costituzionale ha bocciato la legge regionale, l’Autorità Portuale si trova nella difficoltà di dover rescindere alcuni contratti, con evidente danno per chi aveva già iniziato a pensarsi impiegato nelle mansioni di riferimento e costo aggiuntivo per la pubblica amministrazione visto che tutto l’iter amministrativo poteva e doveva essere evitato.

Vogliamo sapere dalla Giunta perché non ha invitato l’Autorità portuale regionale a fermarsi, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, prima di procedere con le assunzioni. E nello specifico se l’errore si deve a chi hanno contribuito a nominare nell’Autorità o a direttive specifiche di giunta. Lo vogliamo sapere pur coscienti che tanto a pagare, come sempre, saranno i cittadini.

AFFARI DI SANGUE #1

Il dono del sangue o del plasma è un gesto straordinario che consente ogni giorno di curare pazienti e gestire interventi chirurgici complessi come i trapianti. Nessuno vorrebbe che il gesto di solidarietà gratuita di un donatore finisse per garantire profitto a qualcuno, a causa di strane scelte politiche. Purtroppo però in Toscana sta succedendo qualcosa di strano a riguardo che vi spiegherò di seguito.

Tramite una prima interrogazione abbiamo scoperto dall’Assessora Saccardi che il plasma donato viene fatto viaggiare da anni a temperature che accorciano la sua durata e ne massimizzano invece l’invio all’industria convenzionata per lavorarlo. Sempre dalla risposta dell’assessora abbiamo anche scoperto che il plasma delle donatrici femmine in moltissimi centri trasfusionali viene indirizzato di default all’industria convenzionata, sebbene questo debba avvenire solo per le donatrici che hanno avuto gravidanze. Se non bastasse abbiamo appreso anche che ESTAR dalla scorsa estate sta fornendo ai Centri Trasfusionali toscani sacche per raccolta di plasma addirittura fisicamente prive della possibilità di essere trasfuse direttamente, che quindi, una volta raccolte, possono solo finire all’industria convenzionata.

Ci siamo chiesti chi abbia deciso questo acquisto incomprensibile e perché questa fornitura quinquennale non sia stata rigettata durante il previsto periodo di prova, oramai scaduto.

La situazione è talmente strana che per ovviare al problema le Aziende Sanitarie starebbero acquistando un altro tipo di sacche, stavolta idoneo alla trasfusione, ma ovviamente fuori gara e ad un prezzo pieno (circa tre volte quello aggiudicato in gara). Un rimedio peggiore del male quindi, sia perché sembrerebbe falsare l’esito della gara, sia perché ci sembrerebbe possa profilarsi un danno erariale importante, senza dimenticare che nella confusione della sala non è sempre facile operare la scelta della sacca.

Ma la questione non finisce qui.

Questi episodi presi singolarmente potrebbero suggerire “solo” l’incapacità gestionale di chi coordina il sistema sangue toscano, da decenni coinvolto nella solita girandola di nomine politiche anziché tecniche.
Ma per quel che riguarda il plasma, la situazione ci sembra un po’ diversa.

Tramite queste “sviste” da mesi in Toscana il plasma per uso clinico (quello, per intendersi donato, lavorato negli ospedali pubblici, non inviato all’industria convenzionata, e pronto per essere trasfuso) scarseggia per le necessità quotidiane degli ospedali. Se dovesse capitare un’emergenza o una maxiemergenza saremmo in fortissima difficoltà a gestirle.

Una risorsa di cui la Toscana ha sempre avuto nella sua storia un’eccedenza è da mesi improvvisamente divenuta rara.

Il perché ce l’ha spiegato l’Assessora Saccardi nella risposta alla nostra interrogazione 1130 del 10 luglio 2017: “La Regione Toscana ha intrapreso un percorso per l’acquisto di plasma industriale”.

Dando per ovvio che la lavorazione industriale (fuori dagli ospedali) ha un costo che include il profitto del privato, viene da chiedersi perché, in tempi in cui mancano infermieri e medici nei pronti soccorso e si riduce la spesa farmaceutica, una Regione decida di spendere di più senza alcuna evidenza scientifica di beneficio per la stragrande maggioranza dei pazienti, stando a quanto ci dicono la letteratura medica ed il Centro Nazionale Sangue.

Non vogliamo pensare male, ma da decenni la lavorazione del plasma donato in Italia è gestita in regime di monopolio da Kedrion Spa, da sempre di proprietà della famiglia Marcucci.
Solo recentemente l’Italia è stata obbligata a recepire direttive europee sulla concorrenza e a bandire gare pubbliche per aggiudicare questo servizio. Gare pubbliche espletate nell’ultimo anno in molte Regioni, e che stanno continuando a colpi di ricorsi tra TAR e Consiglio di Stato, poiché l’interpretazione italiana della Direttiva europea curiosamente tagliava fuori quasi tutti i concorrenti di Kedrion. La Toscana, con inspiegabile ritardo, è stata l’ultima a bandire la gara (ancora in corso, per il valore monstre di 111 milioni di euro), e nel frattempo ha pensato bene di prorogare ulteriormente la convenzione esistente con Kedrion.

Ora, non paga di ciò, la Regione sta indirettamente costringendo molti ospedali, soprattutto le grandi aziende ospedaliero-universitarie, ad acquistare da Kedrion il loro plasma industriale, a costi elevati perché fuori convenzione, per sopperire alla gravissima carenza di plasma per uso clinico che si è instaurata. Il punto è che questo acquisto da parte delle farmacie ospedaliere sta avvenendo in modo massiccio fuori gara, ad un prezzo “al dettaglio”, senza alcuno sconto. Ed una gara per la fornitura di plasma industriale, necessaria perché i fornitori sono almeno 2, probabilmente nemmeno potrà essere bandita a breve, visto che è ora in corso quella per aggiudicare il servizio a monte, quello della lavorazione del plasma donato. Una gara quest’ultima che ha altissime probabilità di rimanere congelata per anni a causa dei probabili ricorsi dei perdenti.

Chiaro che questo cortocircuito è destinato a durare a lungo e che causa e causerà un doppio salasso per la cittadinanza: i cittadini donano gratuitamente plasma pronto all’uso al Sistema Sanitario Regionale, ma il Sistema Sanitario Regionale con le tasse dei cittadini ricompra lo stesso plasma da un privato, per di più al massimo prezzo possibile.

Abbiamo chiesto alla Giunta PD-MDP, con un’ultima interrogazione, di spiegarci le evidenze scientifiche (se mai ce ne sono) delle sue scelte di non far donare alle nullipare plasma per uso clinico, di acquistare sacche non idonee alla trasfusione, e soprattutto di passare integralmente all’uso di plasma industriale, quantificando l’aggravio di spesa derivante. Attendiamo la risposta con ansia e preoccupazione.

Di certo, ottenuta l’ultima replica, sarà nostra cura porre tutto questo materiale – scritto nero su bianco nelle nostre interrogazioni e nelle repliche della giunta PD-Rossi – all’attenzione della magistratura.

SCANDALO CORSI GUIDE TURISTICHE: DUE ANNI FA PD VOTO’ CONTRO PROPOSTE CHE ORA PROMETTE

Due anni fa portammo all’attenzione del Consiglio regionale lo scandalo dei corsi privati abilitanti la professione di Guida Turistica che la Regione Toscana autorizzava e autorizza persino a chi non richiede nemmeno la conoscenza della lingua italiana (come rilevato anche da un servizio di Striscia la Notizia).

Il Partito Democratico votò contro il nostro atto che riportava tutte le proposte risolutive sul caso avanzate dalle Guide Turistiche a livello nazionale: ritiro della circolare regionale che autorizza questi corsi, segnalazione al Ministero dell’urgenza di intervenire sul profilo professionale “guida turistica” e relativi corsi di formazione visto il caos normativo nazionale.

In un incontro con le Guide Turistiche che giustamente manifestavano sotto il Consiglio Regionale, pare che tre esponenti PD (tra cui due assessori) abbiano promesso di fare proprie quelle proposte e quindi rimangiarsi quel voto.

Si sono ravveduti? Ce lo dimostrino non con le dichiarazioni stampa, già smentite dai fatti, ma votando a favore del nostro atto che abbiamo ripresentato d’accordo con le rappresentanti delle Guide Turistiche toscane.

Parliamo di professionisti che si trovano di fronte ad un’ingiustizia assurda, un’apertura indiscriminata del mercato senza alcuna tutela per chi sa fare realmente la guida turistica, avendone titoli e requisiti.

Questi professionisti sono stanchi delle prese in giro, qui servono soluzioni vere e rapide: intanto fermare questi corsi, come hanno fatto regioni italiane con flussi di turismo culturale senz’altro ben più bassi rispetto a quelli della Regione Toscana.

Se il PD confermerà la linea di due anni fa, resterà un solo modo per fermare questa situazione assurda: far vincere il Movimento 5 Stelle alle elezioni del 4 marzo. E da maggioranza saremo noi a realizzare quell’intervento statale che qualcuno si è incredibilmente dimenticato nel paese col maggior potenziale turistico forse del mondo intero.