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STABILIZZAZIONE PRECARI CENTRI PER L’IMPIEGO RIMASTA A PAROLE. CONSIGLIO TORNI AD ESPRIMERSI

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A metà gennaio un comunicato della giunta regionale annunciava che, sotto il coordinamento dell’assessora al lavoro della Regione, Ministero, ANPAL e analoghi assessori delle altre regioni, avevano sancito il passaggio del personale ancora in forza alle Province in capo alle Regioni e disposto risorse stabili per coprire i costi del personale a tempo indeterminato e a tempo determinato, per il quale si citava come certa la tanto agognata stabilizzazione. Questo quadro di promesse e buoni propositi non pare essersi ancora tradotto in atti concreti e per questo chiediamo al Consiglio regionale di tornare ad esprimersi sulla questione, votando un atto di impegno alla giunta.

Ricordo che in Toscana l’operatività dei Centri per l’Impiego è assicurata da un personale per oltre la metà composto da lavoratori in “appalto” e circa 100 precari a tempo determinato. Il tutto in un quadro dove negli ultimi 5 anni si erano già persi per la strada 143 operatori. Un quadro desolante, per l’incredibile ritardo risolutivo della parte istituzionale, dove a pagarla sono sempre gli attori principali del sistema “politiche attive del lavoro”: disoccupati, lavoratori dei centri per l’impiego e imprese che vi si rivolgono per trovare il personale.

Ricordo che giace da oltre un anno la nostra proposta di legge di reddito di cittadinanza regionale, che conteneva anche il potenziamento dei Centri per l’Impiego. Una proposta tenuta nel congelatore dalla maggioranza PD-MdP/LeU, e bollata col solito sprezzo da tutto il centrodestra, per poi trovarci in campagna elettorale con una cattiva copia una tantum prodotta dal duo PD-Rossi, il c.d. “Piano integrato per l’occupazione”, che è riuscita ad esaurire i soli 30 milioni di fondo in sole 60 ore e senza riforma dei Centri per l’Impiego.

Alla luce di questo risultato ci chiediamo se la maggioranza PD-MdP abbia intenzione di fare un bagno di umiltĂ  e prendere in mano la nostra proposta per studiare insieme una vera e seria misura economica di sostegno al ricollocamento fondata sul nostro reddito di cittadinanza regionale.

Forse aspettano che il M5S governi e la attui a livello nazionale?

Nel caso lo facciano sapere a noi e ai toscani.

TROPPI FUMATORI E POCHE RISORSE ALLA PREVENZIONE. ECCO DOVE TROVARLE

Il solo Comune di Firenze ha incassato 192.171 euro grazie alle multe inflitte a chi fumava nell’area ospedaliera di Careggi. Questo in forza di una legge regionale sul “fumo”, la 25/2005, che destina alle amministrazioni comunali i proventi delle sanzioni comminate a chi sgarra nei presidi sanitari.

Se la misura poteva avere un senso nel 2005, oggi non lo ha piĂą a nostro parere.

In quadro di tagli al servizio sanitario regionale, quei soldi dovrebbero andare alle politiche regionali di prevenzione del fumo: la via principale per ridurre un fenomeno cui si legano costi sociali e sanitari enormi quali i circa 153 mila tumori al polmone diagnosticati ogni anno ai toscani, i 181mila cittadini della regione afflitti da bronchite cronica ostruttiva e i 147 mila segnati da patologie cardiache correlate.

Ricordo che in Toscana i fumatori sono oltre la media nazionale e abbiamo il triste primato nella fascia fra i 35 e 49 anni, con il preoccupante persistere del consumo adolescenziale.

Ad oggi il Piano Sanitario regionale cerca di contrastare tutto questo con azioni poco concrete e incisive, soprattutto per scarsitĂ  di risorse e capillaritĂ . Si apra un tavolo di confronto con i Comuni sul tema, per noi i soldi delle multe devono tornare alla Regione, vincolati alla prevenzione del fenomeno.

Solo così riusciremo col tempo a diminuire gli introiti delle multe grazie all’unico obiettivo di lungo periodo: avere meno fumatori in Toscana.

***AGGIORNAMENTO***

La mozione è stata approvata dal Consiglio regionale, il 18 aprile.

Un’altra vittoria per i cittadini!

CURA DEL FERRO REGIONALE SI AGGIORNI A SFIDA 19 VAGONI E START UP INNOVATIVE

Dal nostro ingresso in Consiglio regionale abbiamo chiesto maggiore attenzione alla mobilità ferroviaria e all’intermodalità. Parliamo di una scelta di visione dove noi crediamo fermamente nella necessità di ridurre il trasporto su gomma a fronte di uno spostamento di merci e persone sul trasporto su ferro, mentre chi governa e il centrodestra continuano a voler tenere i piedi in due staffe.

Durante la campagna elettorale abbiamo approfondito l’argomento parlando col distretto cartario e conoscendo da vicino la realtà Top Rail, azienda parte del grande gruppo Logistica Uno Europe. Quest’ultimo vorrebbe realizzare un network intermodale che colleghi Nord e Sud con Porcari quale nodo di rete. Un’occasione da sfruttare quanto prima in termini di sviluppo sostenibile e riconversione occupazionale.

Basti pensare che Top Rail in un anno ha sostituito col suo trasporto merci ferroviario l’equivalente di 4642 camion, riducendo del 64% le emissioni di CO2, e la Toscana ha contribuito al risultato con solo il 2,7%. Possiamo fare molto di più.

Il come passa da almeno tre impegni che portiamo al voto in Consiglio regionale.

Il primo è sollecitare RFI, a parità di garanzie di sicurezza, per aumentare la lunghezza dei treni merci da 17 a 19 vagoni. Con la lunghezza attuale si sostituiscono 30 camion, con due vagoni in più il beneficio commerciale sarebbe ancora superiore e basterebbe un aggiornamento disciplinare.

Il secondo impegno è sul potenziamento dello scalo di Porcari con la sottoscrizione di un nuovo Accordo di Programma con enti e società interessate. Il Distretto Cartario potrebbe raccogliere la sfida riducendo anche i costi di trasporto dal 5 al 10% ma la Regione deve accelerare sul collegamento ferroviario coi porti, Livorno e Piombino in primis, l’aggiornamento dello scalo strategico della lucchesia e la riattivazione della movimentazione merci nella stazione di Castelnuovo Garfagnana.

Siamo certi che questo, unito al necessario supporto alle start up che investono per portare persone e cose a muoversi su ferro rispetto alla gomma, possa rappresentare l’aggiornamento giusto a quella “cura del ferro” che il PRIIM regionale già indica senza tuttavia il necessario aggiornamento e con troppa vaghezza sull’effettiva data di esecuzione delle opere.

ERRORE CHILOMETRICO TRATTA LIVORNO-FIRENZE. 1,2 KM IN MENO, PERCHE’ TARIFFA E’ LA STESSA?

Ogni giorno decine di migliaia di passeggeri salgono sui treni della tratta Livorno – Firenze. Il costo del viaggio è pari a 9,70 euro, corrispondenti alla fascia chilometrica 100-110 km, perché la lunghezza del percorso è indicata da Trenitalia in 101 km. In realtà però negli anni alcuni interventi sulla tratta, come la galleria tra Montelupo e Lastra a Signa, hanno ridotto la sua lunghezza portando la cosiddetta linea lenta, quella che passa da Signa per capirsi, a 99,787 km mentre la cosiddetta linea veloce, la più usata che attraversa Lastra a Signa, persino a meno: 96,55 km.

Siccome pendolari e turisti pagano in funzione di quello che sembra un evidente errore – cioè Trenitalia continua a considerare la tratta come lunga 101 km mentre è più corta di almeno 1 km – vogliamo che la Regione verifichi gli effettivi chilometri della linea Firenze-Livorno e, qualora rilevasse quanto da noi descritto su suggerimento di un nostro attivista, chieda a Trenitalia il giusto adeguamento tariffario.

Poi magari ci farebbe piacere anche sapere chi non ha verificato questo errore, pur dovendolo fare. Perché ancora una volta si sono dovuti muovere i cittadini, tramite il Movimento 5 Stelle, per esigere la tutela dell’interesse generale mentre qualcuno, pagato sempre dai cittadini, pare abbia dormito.

NOI PRIMA FORZA POLITICA IN TRE PROVINCE. TOSCANA SEMPRE MENO ROSSA!

Grafica-eletti

Ringraziamo i toscani e le toscane che domenica hanno scelto il Movimento 5 Stelle come forza politica capace di rappresentarli, 526.921 alla Camera e 484.281 al Senato. Hanno partecipato ad un risultato nazionale storico e ottenuto così tre portavoce in Senato e sei portavoce alla Camera che rappresenteranno le istanze regionali e territoriali riassunte nel nostro programma, con la massima dedizione.

Siamo la prima forza politica in tre province toscane, Massa Carrara, Grosseto e Lucca, e in numerosi comuni toscani. Ma soprattutto in ogni territorio regionale il risultato ci indica come forza di governo consolidata che cresce costantemente e ha interamente recuperato lo scarto delle europee 2014 e piĂą che raddoppiato i consensi rispetto alle regionali 2015.

Senza le coalizioni la Toscana avrebbe un’unica alternativa credibile all’attuale maggioranza regionale: il Movimento 5 Stelle. Un quarto dei votanti toscani lo ha capito, gli altri lo faranno quando andranno a verificare come coalizzarsi sia la scelta di comodo che i partiti continuano a seguire per ottenere poltrone di rappresentanza che poi dimostrano di usare principalmente come trampolino personale. Tre anni fa arrivò in Consiglio regionale da candidato Governatore della coalizione di centrodestra il milanese Claudio Borghi. Ebbene dopo una presenza discutibile in Consiglio regionale, e nel mentre il doppio incarico da consigliere comunale a Como, ora è finito in Parlamento. In sua compagnia anche i colleghi Manuel Vescovi, sempre Lega Nord, e Giovanni Donzelli, di Fratelli d’Italia. Tutti verso Roma con buona pace dei toscani che li hanno votati tre anni fa e ora si troveranno a rappresentarli dei sostituti. Per noi questa è malapolitica da gettarsi alle spalle.

E ne è conferma il fatto che l’attuale sindaca di Cascina, Susanna Ceccardi, ex dipendente del gruppo consiliare regionale Lega Nord, si sia già candidata ad aspirante presidente della Regione Toscana, forse si deve anche a questo modo di intendere la politica del centrodestra il fatto che, proprio a Cascina, i cittadini hanno indicato il Movimento 5 Stelle come prima forza politica in queste elezioni.

Non si lascino ingannare i cittadini, il Movimento 5 Stelle è l’unica forza di governo capace di restituire alla Toscana quelle energie di sviluppo innovativo, di servizio pubblico, di tutela delle comunità che qualcuno ha dilapidato e altri vorrebbe svendere in via definitiva.

TRASPARENZA SU ACCORDO CEVITAL – JINDAL E TAVOLO PER DIVERSIFICAZIONE

Per l’ennesima volta il tempismo dell’accordo preliminare tra Cevital e Jindal ci dice quanto qualcuno abbia usato la crisi dell’ex Lucchini per fare campagna elettorale. Un uso immorale del dramma vissuto dalla comunità di Piombino e della Val di Cornia che non riteniamo perdonabile.

Ora esigiamo che la Regione apra il capitolo trasparenza sull’accordo preliminare e assicuri con chiarezza quale sia la posizione di Jindal in tema di Piano industriale.

In parallelo chiediamo un tavolo di confronto istituzionale sulla diversificazione produttiva a Piombino, la vera questione che ci separa da ogni altra forza politica. A prescindere da quanto acciaio Jindal sceglierĂ  di produrre a Piombino, Governo Regione e Comune devono assicurare a questa comunitĂ  una visione di medio lungo periodo capace di stare al passo coi tempi. E questo passa da tre elementi a nostro parere: conclusione del porto e della SS398, e soprattutto le bonifiche della macro area sud. Le grandi dimenticate che invece sono il nodo cruciale del futuro di Piombino.

Infine chiediamo che la Giunta regionale operi per assicurare l’estensione degli ammortizzatori sociali garantiti ai lavoratori ex Lucchini anche a quelli dell’indotto. E non ci accontentiamo del finto reddito di cittadinanza di 500 euro al mese per sei mesi. Quella è sola la dimostrazione lampante che è stata fallimentare, sul piano politico e sociale, la scelta di Rossi e del PD di fare ostruzionismo da un anno e mezzo sulla nostra proposta di legge sul reddito di cittadinanza regionale.

***

AGGIORNAMENTO
Il Consiglio regionale ha approvato il 14 marzo il nostro atto, con una parziale modifica. Potete leggere l’atto approvato qui

APRIAMO DIBATTITO: FEDINA PENALE PULITA REQUISITO PER PUNTEGGIO IN GRADUATORIA CASE POPOLARI

Oltre 25mila famiglie toscane sono in attesa della casa popolare. Ne avrebbero diritto, ma chi governa ha dimostrato incapacitĂ  nel saperlo assicurare. Vista la situazione, riteniamo importante aprire quanto prima il dibattito su questo tema e introdurre in questo un elemento, piccolo, ma significativo.

Ad oggi la grande maggioranza di queste 25 mila famiglie lasciate senza casa popolare, pur avendone diritto, si vedono scalzate da chi ha una fedina penale macchiata da reati di vario genere. Questa situazione ignorata dal partito unico, dal PD fino a Lega Nord, noi la vogliamo veder affrontata in Consiglio regionale a partire dalla risposta della giunta alla nostra interrogazione, dove chiediamo se ritenga opportuno inserire tra i requisiti che attribuiscono punteggio per l’assegnazione di una casa popolare anche quello della fedina penale pulita.

Mentre il PD vorrebbe stravolgere la legge regionale 96 del 1996, con una riforma di giunta già ampiamente criticata da enti locali e associazioni inquilini che punta tutto sull’accentramento della governance, noi vorremmo parlare di come dare al 97% di aventi diritto alla casa popolare il tetto che gli spetta e anche di come l’introduzione del requisito della fedina penale pulita possa aiutare questo risultato.

Abbiamo scelto di non presentare un atto di indirizzo, perché vogliamo aprire un dibattito sul tema, senza avere la presunzione di esaurirlo con una proposta.

PIOVE ANCORA NEL REPARTO DI ROBOTICA DELL’OSPEDALE DI AREZZO

arezzo_robotica

Il 9 novembre scorso denunciammo che l’ASL Sud Est continuava a lasciare in stato di semiabbandono il controsoffitto dell’area di chirurgia dell’Ospedale di Arezzo. A due mesi dall’evento meteorologico che aveva provocato alcune infiltrazioni, persistevano in una zona così delicata dell’Ospedale dei pannelli di controsoffitto rimossi, con evidenti rischi anche in termini igienici. Ci fu risposto che i pannelli erano stati lasciati così per permettere una migliore asciugatura, quasi a suggerire un plauso per la scelta. Ebbene a distanza di un mese da quella risposta la situazione è persino peggiorata, come visibile dalle foto che potete vedere qui.

Ora non piove più nei corridoi e nelle stanze attigue, ma addirittura nella sala robotica, una situazione grave al punto che gli stessi computer dove è scritta l’attività di chirurgia devono essere coperti per evitare il peggio.

Cosa intende fare l’azienda sanitaria per garantire la sicurezza di operatori e pazienti? Lo chiederemo con un’interrogazione oggi stesso.

Ma con l’occasione vorrei stimolare tutti ad un ragionamento.

Questa situazione dell’Ospedale di Arezzo, come altre che denunciamo da tre anni, sono la punta dell’iceberg. La sanitĂ  toscana ha un volume impressionante di sale e spazi sottoutilizzati o lasciati in stato di semiabbandono. E questo deve aprire una riflessione seria sugli indirizzi regionali.

Chi governa e ha governato da sempre ha investito in edilizia sanitaria, acquistato computer e infrastrutture informatiche e poi oggi manca il personale per usarle. A cosa e a chi è servito aver fatto spesa sulle strutture e sulle attrezzature se poi teniamo vuote le prime e non abbiamo chi possa usare a fini di servizio sanitario le seconde?

Non si lascino ingannare i toscani: il partito unico, da PD a Lega Nord, punta dritto alla privatizzazione della sanità. Noi siamo l’unico vero baluardo al servizio sanitario pubblico.

Immagini disponibili al seguente link https://goo.gl/P2SUwv

ACQUA PUBBLICA – LA NOSTRA LEGGE DOPO 4 MESI DI DEMOCRAZIA DIRETTA

Banner, campagna elettorale 2015

Il 7 novembre scorso abbiamo presentato la nostra proposta di legge di riforma del sistema idrico toscano agli iscritti toscani del Movimento 5 Stelle. Dopo sessanta giorni di valutazione su Rousseau abbiamo ottimizzato alcuni punti, confermando l’efficienza e l’efficacia del nostro metodo di democrazia diretta. Poteva essere sufficiente questo ma non ci bastava e ho girato personalmente la Toscana per una serie di incontri con cittadini, comitati, gestori del servizio al fine di ottenere il miglior testo possibile di riforma del servizio idrico toscano, con l’intento di ripubblicizzarlo. Siamo arrivati ad una proposta che a diritto è la migliore strada per far rispettare nella nostra regione l’esito referendario 2011 tradito da Enrico Rossi, il PD e chi oggi si presenta con la sigla Liberi e Uguali, che hanno reso la Toscana la prima regione a privatizzare questo servizio pubblico essenziale.

Grazie ai contributi degli iscritti su Rousseau abbiamo migliorato la proposta sui 50 litri d’acqua garantiti a persona ogni giorno. Una misura indicata sì per tutti ma che deve partire dalle famiglie con redditi più bassi.

Così come abbiamo accolto l’indicazione del Forum toscano dei Movimenti per l’Acqua, di un principio restrittivo per individuare il Direttore di AIT: oltre alla selezione pubblica non deve avere avuto esperienze o collaborazioni con società private che gestiscono servizi pubblici.

L’intera proposta è a disposizione del consiglio regionale e di tutti i cittadini (clicca qui).

Invito tutti a leggerla e farla leggere, includendo nell’elenco anche quella forza politica che ci risulta abbia fatto un copia incolla con la nostra prima versione presentata a novembre alla stampa, protocollandola in tutta fretta durante la campagna elettorale forse sperando di averne qualche vantaggio.

L’originale è sempre migliore della copia, ma se aspettavano avremmo almeno fornito il definitivo.

Comunque aspettiamo il PD e il resto del Consiglio Regionale nel dibattito su questa proposta, convinti che anche in questo caso la democrazia diretta, quella vera, sia la svolta politica del nostro paese.

Per leggere l’intera proposta protocollata clicca qui

RESTITUTION SCUOLE SICURE 7 MILA EURO ALLE BENCI DI LIVORNO PER COMPRARE L’ALLARME (DOPO 10 FURTI IN UN MESE!) E CON “FACCIAMO SCUOLA” METTEREMO ALTRE 40MILA PER L’EDILIZIA SCOLASTICA

Siamo tornati a Livorno col nostro tour di restituzione “Scuole sicure”. Con 7 mila euro del taglio delle nostre indennità e dei nostri rimborsi non rendicontati sarà acquistato il sistema di allarme della scuola Bini del circolo didattico A. Benci di Livorno, circolo oggetto di una decina di furti nel solo mese di Gennaio.

Come sempre l’esempio vale piĂą di mille parole.

Cogliamo l’occasione per dire, con una punta di orgoglio, che questa buona idea del gruppo toscano è stata ripresa da altri gruppi regionali del Movimento 5 Stelle e da oggi parte un’iniziativa congiunta a livello nazionale chiamata “Facciamo Scuola”.

Studenti, insegnanti, genitori, dirigenti scolastici potranno proporre di finanziare progetti legati ad una scuola del territorio e i progetti raccolti verranno selezionati e votati online su base regionale dagli iscritti M5S. Ogni finanziamento avrà un tetto massimo di 10mila euro e noi, come gruppo regionale toscano, verseremo per l’iniziativa 40mila euro. Quindi oltre alle 120mila già destinate al restitution “Scuole Sicure” ne doneremo altre 40mila sempre alle nostre scuole.

Verso il 4 marzo, con convinzione e fiducia!