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AFFARI DI SANGUE #2

Ad inizio anno avevamo riassunto alcune inquietanti dinamiche del sistema trasfusionale toscano e avevamo interrogato in merito la Giunta . Oggi ci è arrivata la risposta dell’Assessora Saccardi, che conferma a pieno quanto temevamo.

Almeno siamo felici di apprendere che, solo a seguito della nostra interrogazione, le donatrici nullipare toscane siano tornate a poter donare plasma per uso clinico, anziché, come avveniva prima in molti centri trasfusionali, vedere il loro plasma spedito di default all’azienda convenzionata (che, ricordiamo , in Toscana è la Kedrion S.p.a. di Lucca, di cui è Presidente Paolo Marcucci, fratello del Senatore PD, Andrea, a sua volta nel CdA aziendale).

La risposta dell’assessora alla sanità regionale conferma i nostri sospetti: la Regione Toscana è intenzionata a non avvalersi più del plasma donato per un diretto uso clinico, ma a utilizzare solo quello riacquistato (dopo trattamento industriale) da Kedrion. Operazione che comporta un aggravio di spesa quantificato nella risposta di Saccardi in 210 euro in più per ogni sacca di plasma trasfuso.

Dato che ogni anno in Toscana si trasfondono circa 6500 unità, l’operazione ci costerebbe a regime 1.360.000 euro spesi in più ogni anno (rimarrebbe infatti immutata a carico della Regione la spesa di fondo, in termini di strutture e personale, per raccolta e lavorazione iniziale). Un bel colpo visto che per ora  è impossibile bandire una gara per diminuire il costo di tale acquisto (magari grazie ad un’Azienda concorrente), dato che si sta definendo in questi giorni il capitolato tecnico della gara per la lavorazione del plasma, di cui Regione Toscana è capofila. Una gara che vede in prima linea di nuovo Kedrion, da poco finita nel mirino dell’antitrust per il modo in cui si era aggiudicata un’identica gara multiregionale di cui era capofila un’altra Regione “rossa”: l’Emilia Romagna.

A questo proposito è interessante leggere quanto Regione Toscana ha fatto inserire nel capitolato, quasi a vanificare ogni futura gara: all’aggiudicatario della gara sulla lavorazione del plasma viene già ora chiesto di fornire agli ospedali fino a 18.000 kg annui di plasma industriale.

In questo scenario pare quasi superfluo ricordare che, con curioso tempismo appena 15 giorni prima delle elezioni politiche, la Regione Toscana di Enrico Rossi ed il MISE di Carlo Calenda hanno regalato 10,5 milioni di euro delle nostre tasse a Kedrion per aprire un nuovo stabilimento produttivo a Castelvecchio Pascoli.

Perché la Regione Toscana è pronta a spendere i nostri soldi per rimpiazzare il plasma donato col plasma industriale?

Lasciando stare i nostri sospetti, ufficialmente l’Assessora Saccardi (che, pur essendo laureata in giurisprudenza, evidentemente ne sa più del Centro Nazionale Sangue e della Società Internazionale sulla Trasfusione di Emocomponenti) lo ritiene più sicuro.

Ad esempio ci spiega che, secondo uno studio del 2015, col plasma industriale si ridurrebbero da 0,92 a 0,12 ogni 1000 unità le reazioni avverse di ogni grado: ovvero, con 6500 unità trasfuse all’anno in Toscano, 5 reazioni in meno all’anno. Peccato però che tali reazioni non comportano, come scrive l’Assessora, “il ricovero in rianimazione”, ma al più febbricola e lieve eritema transitorio (Tabella 9 dello stesso studio citato). A titolo di paragone ricordiamo che con una sala di emodinamica a Cecina e Piombino, che Saccardi ha ribadito in questi giorni di non volere , si potrebbero prevenire decine di morti per infarto cardiaco ogni anno.

Eppure le evidenze della letteratura medica ritengono il plasma industriale al limite vantaggioso solo per indicazioni molto particolari. E infatti l’Assessora Saccardi non ha trovato di meglio per supportare le sue argomentazioni che ricitare il lavoro sull’uso nella chirurgia dei trapianti di fegato già citato nella nostra interrogazione, ma che giustifica meno del 5% dell’uso toscano. E aggiunge che “nell’Area Vasta Sud-Est” (dove peraltro nemmeno è attiva una chirurgia dei trapianti di fegato) già “vi è un maggiore utilizzo” (leggi “maggior acquisto”) del plasma di Kedrion.

Questo scellerato disegno (riacquistare da un privato, pagandolo il massimo prezzo possibile, ciò che sarebbe già pronto all’uso) ha “casualmente” trovato agevolazione dall’esito della gara con cui la Regione si è garantita la fornitura delle sacche dove si raccoglie il plasma. Il capitolato tecnico non ha “casualmente” inserito come requisito essenziale la possibilità di essere trasfuse direttamente e la commissione giudicatrice non si è “casualmente” accorta della dimenticanza.

Ora la Regione, realizzato il pasticcio ed evidentemente poco convinta delle sue ragioni (si vedano i numerosi articoli sulla stampa locale che denunciavano la carenza di plasma per uso clinico nei servizi trasfusionali) ha pensato, in barba ad ogni regola della concorrenza, di rinegoziare con l’aggiudicatario della gara parte della fornitura (ad un prezzo maggiorato di 5 euro a sacca), rischiando pure il ricorso da parte delle Ditte perdenti (che magari quella tipologia di sacca la potevano offrire a prezzo inferiore).

E la Regione nemmeno pensa a rivalersi sui responsabili di queste negligenze! Così come ha evitato di rigettare la fornitura originaria durante il periodo di prova.

Per non parlare della confusione generata in sala donatori dalla simultanea presenza di 2 diversi kit di raccolta, usati comunque in maniera opposta in migliaia di occasioni: l’Assessora alla Sanità della Regione Toscana ammette infatti che solo “grazie alla presente interrogazione” (la nostra) la Regione ha iniziato a formare il personale sull’uso corretto del kit.

Forse anche per questo bel lavoro il Direttore del Centro Regionale Sangue lo scorso 31 gennaio (ultimo giorno di servizio della Dott.ssa Calamai in AOU Careggi), in anticipo sulla scadenza del suo mandato, è stata fatta rientrare a Careggi per “necessità organizzative” e nominata il giorno stesso primario della U.O. Formazione.

Ma di questa vicenda e dei suoi sconcertanti contorni ci occuperemo nella prossima puntata.

VIDEOCHIAMAMI (E RISPARMIAMO 42MILA EURO)

La Regione Toscana ha un ufficio a Roma al civico 11 di Via Parigi (interni 205,206 e 209). Ci opera il “Settore Delegazione di Roma”, con due contratti di locazione diversi. Uno per l’interno 205, l’altro per gli interni 206 e 207.

Per il primo di questi, che ci costa 42mila euro l’anno, la locazione è scaduta e continuiamo comunque a pagare pure 8 mila euro di oneri condominiali.

Nell’epoca di internet, dove si parla di Li-Fi 5G e internet delle cose, abbiamo chiesto alla Giunta regionale se vuol rinnovare questo contratto.

Ha senso per la Regione Toscana avere tre spazi a Roma destinati a “Delegazione di Roma” quando le tecnologie consentono a qualsiasi dipendente pubblico o rappresentante istituzionale di parlarsi a distanza con videochiamate?

Magari due spazi sono sufficienti, non rinnoviamo il contratto del terzo … e ci risparmiamo 42 mila euro l’anno.

LO SCIPPO A PISA DELLA NUOVA TOSCANA AEROPORTI

Toscana Aeroporti, la società che gestisce gli scali di Pisa e Firenze, vuole cambiare Statuto.

Per la Giunta regionale e la grande maggioranza del Consiglio di Amministrazione, tutto ok nel silenzio generale. Ma, purtroppo per qualcuno, essendo Toscana Aeroporti spa una partecipata regionale la giunta regionale ha dovuto inoltrare questa modifica al Consiglio regionale per una richiesta di parere. E noi ce la siamo letta.

Ebbene il campanello d’allarme dovrebbe suonare a Pisa e in tutta la Toscana perché se questa proposta di nuovo Statuto passasse potrebbero emergere due conseguenze da scongiurare come la peste: la dismissione delle quote regionali da Toscana Aeroporti spa e la fine dello scippo dell’aeroporto di Pisa ai pisani.

Andiamo con ordine

ARRIVEDERCI PARTECIPAZIONE REGIONALE
La Regione Toscana è azionista di Toscana Aeroporti spa col 5,06% delle quote.
Nonostante il c.d. Decreto Madia, la giunta regionale ha mantenuto questa partecipazione azionaria perché Toscana Aeroporti spa ha un “interesse generale e strategico” gestendo lo scalo strategico principale della regione (Pisa) e l’altro scalo di riferimento oggetto da tempo di un tentativo di espansione (Firenze).

Adesso il CDA di Toscana Aeroporti, a guida Marco Carrai, propone la seguente modifica dello Statuto
toscana aeroporti

Come potete vedere chi ha proposto questa modifica, cioè il CDA a guida Carrai e trazione privata, vorrebbe che la società iniziasse a poter fare “qualsivoglia lavoro o opera correlata all’oggetto sociale” (cioè gestire aeroporti) e “qualsivoglia operazione connessa o collegata” a questa finalità, incluso lo “sviluppo delle attività, dei servizi e delle infrastrutture”.

Diciamo che dal gestore di due aeroporti qui si potrebbe arrivare ad una specie di holding che fa dal ristoro agli alberghi legati all’attività degli scali di Pisa e Firenze, fino magari ad infrastrutture collegate alla loro operatività.

Potrebbe la Regione Toscana continuare a tenere quote di un’azienda del genere? Forse no. E basta questo ad allarmarci. Perché è grazie alla partecipazione azionaria regionale che abbiamo potuto fare domande e atti di indirizzo sul tema delle esternalizzazioni dei lavoratori degli scali. Dopo potremmo? Sicuramente con meno efficacia.

E arriviamo così al secondo punto.

LO SCIPPO A PISA, ATTO FINALE
Il Consiglio di Amministrazione di Toscana Aeroporti spa era composto da 15 persone: sei espresse dalla parte pubblica (Regione, Comune, Camera di Commercio, Provincia di Pisa) e nove da quella privata (Corporation America).

Dopo gli ultimi passaggi di proprietà e con la modifica statutaria gli assetti cambierebbero: 11 a 4. Allo stato attuale infatti lo Statuto non parla di quote societarie, ma dice espressamente 9 a 6, una parte che la componente privata vuole modificare passando alla proporzionalità in base alle quote. In quel caso quindi – approvato il nuovo Statuto – l’acquisto delle quote che Corporation America ha fatto dalla fondazione Pisa permetterebbe a questa azienda di arrivare ad una rappresentanza in CdA: 11 a 4. Naturalmente a discapito della parte pubblica.

A questo punto ci torna in mente l’insieme di dichiarazioni con le quali il già allora Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, si univa all’allora presidente di SAT spa Gina Giani, nel dichiarare che con la nascita di Toscana Aeroporti spa – dalla fusione tra SAT spa (Pisa) e AdF spa (Firenze) – la testa del sistema aeroportuale toscano sarebbe rimasto a Pisa.

Ecco ci sembra che questo cambio di statuto sia l’ultima, ennesima, smentita.

Ovviamente quindi daremo parere contrario a questa proposta di modifica. E aspettiamo le altre forze politiche alla prova del voto.

IL CHIRURGO C’È … MA ANCHE NO

Nel novembre scorso il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli (oggi alla Camera dei Deputati) ha sollevato un caso che mi aveva colpito. In pratica sosteneva di aver scoperto dei casi di presenza virtuale di chirurghi in sala operatoria.

Il chirurgo in questione è risultato essere assente, non avendo appunto nemmeno timbrato il cartellino, ma nel sistema di rilevazione presenze proprio della sala chirurgica ospedaliera in questione … risultava in servizio.

La questione è stata affrontata in Consiglio regionale il 6 dicembre, dove la giunta ha fornito una risposta all’allora consigliere regionale Donzelli, e poi tutto è finito lì.

Più che la parte mediatica della questione, ben gestita come sempre da Donzelli, ci interessava la sostanza: com’è possibile che il sistema di rilevazione delle presenze in sala operatoria abbia sbagliato in modo così clamoroso?

Senza stare a far domande sono andato al sodo e ho presentato un atto di indirizzo per impegnare la giunta ad attivarsi per la creazione di un sistema di controllo definitivo delle presenza effettive in sala operatoria, oltre che nella stessa struttura, attraverso l’introduzione di un ulteriore sistema automatico di lettura degli accessi ed uscite.

Tradotto: quando il chirurgo entra in sala passa il badge, quando esce, ripassa il badge. E il problema è risolto.

NO PIROGASSIFICATORE KME, SERVE TAVOLO PER SUPPORTO AZIENDE SU SMALTIMENTO E ENERGIA

immagine tratta dalla pagina facebook "No al pirogassificatore a Fornaci di Barga"

Il dibattito relativo all’ipotesi di realizzare un pirogassificatore nello stabilimento KME prosegue da tempo e ha avuto nell’affollata assemblea, promossa dall’associazione ambientale “La Libellula” a Fornaci di Barga, un momento importante.

Alla luce di quanto emerso in quel confronto tra il rappresentante di KME e gli esperti del recupero di materia invitati da La Libellula (il prof. Annibale Biggeri, il prof. Paul Connet e Rossano Ercolini) ho ritenuto opportuno portare in Consiglio regionale un atto di indirizzo che sarà in discussione nella prossima seduta d’aula di martedì 27 e mercoledì 28 marzo.

Le mie indicazioni sono semplici.

La Giunta Regionale deve dire no al progetto pirogassificatore KME a Fornaci di Barga e in parallelo istituire un tavolo di lavoro con esperti nazionali ed internazionali, individuati anche tramite le Università toscane, e con i referenti delle agenzie regionali e delle varie associazioni di categoria per prevedere forme di supporto tecnico e scientifico alle aziende toscane che vogliono modernizzare i propri impianti (ad esempio per abbattere i costi di smaltimento dei rifiuti speciali che producono) o vorrebbero scegliere soluzioni innovative per l’installazione di grandi impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile.

Il sistema produttivo toscano ha la necessità di un nuovo piano energetico e di trattamento e recupero degli scarti di lavorazione al fine di abbattere i costi di produzione, aumentare la competitività. Il tutto conciliando crescita industriale e tutela ambientale e sanitaria.

Le vecchie modalità di smaltimento, inclusa la combustione di rifiuti o la loro gassificazione, sono da superare se non altro perché la scienza ci ha dimostrato la loro incidenza negativa sulla qualità dell’aria e sulla salute umana.

Per questo motivo servirebbe una nuova strategia industriale che potrebbe essere realizzata anche e soprattutto attraverso un impegno strategico della Regione e dei principali centri di studio regionali, nazionali ed internazionali.

Questo è il nostro indirizzo, aspettiamo di vedere come voteranno le altre forze politiche al riguardo, già martedì e mercoledì in aula.

GIUNTA TOSCANA DIMEZZA I CONTROLLATI NELLE GARE. RISCHIOSO, ROSSI SPIEGHI PERCHÉ

La Giunta regionale ha deciso di dimezzare il numero di soggetti controllati nelle gare pubbliche di forniture, servizi e lavori. Prima controllava a campione il 10% di chi aveva presentato l’offerta valida, ora il 5%.

Una scelta strana e in controtendenza con le indicazioni di ANAC. Per questo ho protocollato un’interrogazione con richiesta di chiarimenti.

La normativa nazionale prevede che l’ente che indice una gara, esempio la Regione, verifichi le dichiarazioni presentate in fase preliminare da chi poi l’ha vinta rispetto a requisiti generali e criteri di selezione previsti dal bando, ad esempio limiti di fatturato annuo.

Il Presidente dell’ANAC a proposito ha chiarito con un comunicato del 8.11.2017 che oltre al controllo del vincitore della gara – da farsi prima dell’aggiudicazione – l’ente deve controllare anche a campione le autodichiarazioni presentate dagli altri concorrenti. Vedi mai ad esempio che il primo decada …

La Giunta regionale ha deciso che il campione deve fermarsi al 5% e non al 10% dei partecipanti, quindi la metà, ma è andata anche oltre. Infatti ha indicato che se dall’applicazione della percentuale risulti da controllare un unico soggetto, questo venga individuato nel secondo in graduatoria, mentre nel caso in cui risultino da controllare un numero superiore di soggetti gli ulteriori soggetti in aggiunta al secondo sono individuati con sorteggio.

Come sempre la componente cervellotico-burocratica del governo toscano regala continue sorprese.

Intanto aspettiamo di sapere dal Presidente perché ha deciso di abbassare dal 10 al 5% il campione di soggetti che intende controllare tra quelli che hanno presentato offerta valida per le gare pubbliche regionali di forniture e servizi e, con l’occasione, gli ho chiesto anche se non ritenga del tutto azzardata questa scelta, visti gli innumerevoli casi, riusciti e non, di infiltrazioni criminali negli appalti pubblici anche nella nostra regione.

CONTROLLO SENZA PREAVVISO, ALTRIMENTI HA POCO SENSO

La legge regionale 41/2005 prevede che un regolamento regionale definisca i criteri per la composizione ed il funzionamento della Commissione multidisciplinare* che dovrebbe aiutare i Comuni nel percorso di vigilanza delle strutture residenziali e semi-residenziali (socio-sanitarie).

I Comuni possono ad esempio chiedere l’assistenza della Commissione per accertare se una aspirante RSA ha o meno i requisiti per il rilascio dell’autorizzazione o per mantenerla attiva. E tra gli elementi di verifica c’è anche l’appropriatezza del percorso assistenziale che dovrebbe essere assicurato in queste strutture.

Per fare una verifica serve un sopralluogo e il regolamento obbliga la Commissione ad avvisare in anticipo la struttura.

L’avviso del sopralluogo può avere un senso nei casi di verifica per rilasciare l’autorizzazione alla struttura residenziale o semi-residenziale, ma lo perde nella fase di “controllo” del mantenimento di questi requisiti.

Se ad esempio è arrivata una segnalazione relativa ad una RSA, un conto è andare a controllarla al primo momento utile, senza avvisare, un conto è mettere il gestore nelle condizioni di presentarsi perfetto solo in apparenza.

La questione non è da poco. Secondo la normativa attuale infatti “Il comune competente” può far decadere l’autorizzazione quando scopre nella struttura autorizzata che questa non rispetta le norme (in materia di urbanistica, edilizia, antisismica, prevenzione incendi, igiene e sicurezza) o i requisiti minimi a livello “strutturale, organizzativo e professionale”.

Quindi dovrebbe interessare alla Regione, anche per il tramite della Commissione Multidisciplinare, scovare chi non rispetta le norme a tutela esclusiva degli ospiti.

Ho chiesto spiegazioni su questo tema dell’avviso preventivo prima dei controlli, tramite un’interrogazione.
Vediamo cosa ci dirà l’assessora alla sanità.

 

 

* la Commissione è costituita dall’azienda unità sanitaria locale, composta da operatori con professionalità sanitarie, sociali e tecniche

IL GIRO GIUSTO

Dal nostro ingresso in Consiglio regionale abbiamo avviato molte attività di verifica sulla spesa regionale.

Da una di queste, legata agli affidamenti alle società private, è emerso un quadro “curioso”. Vogliamo fermarci al “curioso” lasciando ai cittadini eventuali ulteriori aggettivi.

Certo almeno ci sia permesso di dire che in Toscana sembra bello essere nel giro giusto: il lavoro non manca mai e si fanno affari interessanti. Anche se il come si entri nel giro è tutto da verificare.

Premetto che quanto leggerete è tutto lecito. Quindi niente di illegale. Solo, forse, inopportuno.

Ma andiamo per ordine.

Tempo addietro, Irpet ha avuto necessità di affidare una ricerca sulle imprese straniere presenti in Toscana. Sono stati stanziati a tal scopo 20mila euro, in affidamento diretto, pagati alla società ICSE & CO, la cui titolare – Shani Aferdite – è stata candidata PD al Consiglio comunale di Pistoia nel 2017.

Quando Irpet ha avuto poi bisogno di un servizio web editing per lo sviluppo del nuovo sito web, a chi ha dato l’affidamento diretto da 20mila euro? Alla società Frankenstein srl di Firenze, di cui è fondatore e socio Giuseppe Burschtein, già capo della segreteria del Presidente della Toscana Claudio Martini (poi diventato senatore PD).

A Frankenstein si rivolge però anche Fondazione Sistema Toscana (FST); Burschtein è stato vicepresidente della stessa Fondazione, era opportuno? Per 30mila euro di affidamento dovrà realizzare la “declinazione dell’immagine del sito web delle ville Medicee”. Burschtein, peraltro, stando al noto elenco che si trova online dei massoni italiani, ha anche tale valore aggiunto.

Passiamo poi ad Aron Chiti di Livorno: esponente del PD di Pisa, dirigente PD toscano (è il responsabile forum tematico), nonché già candidato a consigliere comunale a Livorno nel 2014 nei ranghi di SEL. L’associazione culturale ARS LAMINAE, di cui è presidente, ha ricevuto da Fondazione Sistema Toscana 15mila euro per la “fornitura” (non realizzazione) di materiale video in occasione delle riprese della fiction medievale nostrana “Il cammino di ferro”. Anche Eugenio Giani (tramite delibera Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale da lui presieduto), particolarmente attento a tematiche storiche, “elargisce” 1200 euro all’Associazione, per rievocare “Vichinghi e Longobardi in Toscana”.

Restando a Fondazione Sistema Toscana, nel 2018 affida a CLA2COM srl 10mila euro per un servizio di co-progettazione di eventi per l’edizione annuale dell’Internet Festival. Socio e amministratore unico della CLA2COM è Claudio Giua, già Presidente di Fondazione Sistema Toscana dal 2012 al 2017.

Per l’edizione 2017 dell’Internet Festival occorreva trovare adeguati pernottamenti per staff e relatori. Ecco pronto – per 7300 euro – il residence Le Benedettine di Pisa. Una società il cui 30% è detenuto dalla cooperativa Manutencoop, nota finanziatrice in passato di esponenti DS e PD.

Anche Toscana Promozione Turistica ha le sue necessità: ad esempio, serviva qualcuno che “organizzi la segreteria organizzativa” dell’evento Francigena Melody Road 2017. Per tale compito, è stata selezionata la “Community News” di Santa Croce sull’Arno. Anche in questo caso, un affidamento diretto di 7mila euro all’Associazione, che è guidata da Pier Paolo Tognocchi, già Consigliere regionale PD. A cui si aggiungono altri 19mila euro– sempre elargiti da Toscana Promozione Turistica a Community News – per azioni di comunicazione e valorizzazione del prodotto turistico “Via Francigena in Toscana”.

Quando Toscana Promozione Turistica ha infine avuto bisogno di servizi “Transfer” in occasione di vari eventi culturali si è rivolta – con affidamenti di 10mila euro – al “Ciocco International Travel Service” di Barga, società, come noto, riconducibile alla famiglia del senatore Marcucci.

L’Osservatorio regionale del Paesaggio della Regione Toscana ha un presidente, Agnoletti. Nonostante la Regione Toscana già fornisca supporti amministrativi, l’Osservatorio da lui presieduto reputa di abbisognare di un ulteriore aiuto in segreteria. Per lo scopo, chi viene selezionata? Una giovane socia in altra società guidata dallo stesso Agnoletti, la Horizons srl. Fondazione Sistema Toscana elargisce intanto 5mila euro per il supporto, evidentemente ritenuto indispensabile.

D’altronde chi decide cos’è indispensabile in regione Toscana?

STOP A LAVORI SOTTOATTRAVERSAMENTO E FOSTER, TAVOLO DI GARANZIA E RIVALUTAZIONE OPERE UTILIZZANDO PROFESSIONALITA’ TERZE

Delegazione Movimento 5 Stelle in sopralluogo al cantiere TAV Firenze, 29 novembre 2016

Abbiamo atteso invano una reazione politica della giunta regionale alla notizia dell’arresto di Duccio Astaldi, presidente del consiglio di gestione di Condotte spa. Nessuno ha aperto bocca, né Rossi, né l’assessore Ceccarelli.

A questo punto va recuperata la credibilità delle istituzioni e per questo abbiamo chiesto formalmente al Presidente della Regione Toscana se, come noi, ritenga prioritario chiedere al Ministero delle Infrastrutture l’immediata sospensione dei lavori del sottoattraversamento di Firenze e della stazione Foster, cui far seguire a stretto giro la convocazione di un “tavolo di garanzia interistituzionale” in grado di rivalutare l’intera opera sotto il profilo ambientale, economico e sociale, utilizzando professionalità “terze”, riconosciute tali a livello nazionale ed internazionale.

In questo quadro lanciamo a Rossi anche una proposta operativa semplice verifichi le condizioni che hanno consentito alle imprese di costruzioni operanti in questa regione di svolgere la loro attività nel rispetto della legge e renda il risultato di questa verifica un modello da applicare per tutte le future opere infrastrutturali toscane. Un modello in grado di garantire i cittadini sul fatto che in futuro, qualsiasi opera pubblica fatta qui sia affidata solo a società di comprovata “onorabilità”.

Ricordiamo che Condotte è l’azienda cui è affidata in via esclusiva la realizzazione del sottoattraversamento di Firenze e che tramite una controllata si occuperà di partecipare alla realizzazione delle nuove strutture del centro ospedaliero pisano di Cisanello, dopo aver contribuito al People Mover di Pisa in ATI, con una procedura di affidamento discussa, all’interno della quale si inserì anche la mai chiarita questione della certificazione antimafia. Quel documento preliminare che secondo molti è arrivato successivamente, per il quale abbiamo chiesto a Rossi una parola definitiva di verità.

E’ priorità del Movimento 5 Stelle restituire credibilità alle istituzioni. 

Condotte spa ha richiesto il concordato preventivo per un indebitamento di oltre due miliardi di euro, dovuto anche a circa 900 milioni di crediti vantati verso la Pubblica Amministrazione.

Non vorremmo mai che alla fine di tutto siano l’azienda e i suoi lavoratori (tenuti a freno magari con la promessa di ammortizzatori sociali), insieme ai cittadini danneggiati da sperpero di denaro pubblico e cantieri infiniti, a pagare le colpe di una politica dei partiti incapace di programmare e saldare il dovuto nei tempi di legge, in materia di opere pubbliche.

VIGILI DEL FUOCO IN LETTI DI FORTUNA A LUCCA. REGIONE INTERVENGA

Parte della struttura che ospita la caserma dei Vigili del Fuoco di Lucca, in Via Barbantini, è inagibile per verifiche strutturali d’urgenza. Si tratta di un’area dove stanno gli spogliatoi e il dormitorio.

Al momento sono stati evacuati solo quest’ultimo e un ufficio amministrativo ma la situazione potrebbe anche peggiorare.

La Provincia di Lucca, proprietaria dell’immobile, pare non abbia i fondi per sistemare la struttura (soprattutto per l’assurda riforma delle province che le tiene in vita senza la gran parte dei finanziamenti statali per operare) e nel frattempo i Vigili del Fuoco sono costretti a sistemarsi in letti di fortuna nella palazzina di fronte ai dormitori, per il turno di notte, o nel modulo abitativo per calamità naturali metà tenda e metà camper che al massimo contiene nove persone.

Questa struttura da tempo è in condizioni critiche e solo in parte la “colpa” della situazione si può attribuire alla neve e alle forti piogge delle ultime settimane. Ora ci troviamo con un controsoffitto quasi crollato, infiltrazioni diffuse, due locali inagibili e dal muro esterno delle camerate cadono calcinacci, col rischio di finire in testa ai Vigili durante le esercitazioni.

In attesa di un Governo assennato capace di favorire una vera riforma delle province o di dotarle dei fondi necessari per gestire le deleghe attribuite, deve intervenire la Regione.

Per questo ho chiesto a Rossi se non ritenga opportuno intervenire in aiuto della Provincia di Lucca, stanziando adeguati fondi volti all’urgente e indispensabile sistemazione della caserma dei Vigili del Fuoco.