Toscana Aeroporti, la società che gestisce gli scali di Pisa e Firenze, vuole cambiare Statuto.

Per la Giunta regionale e la grande maggioranza del Consiglio di Amministrazione, tutto ok nel silenzio generale. Ma, purtroppo per qualcuno, essendo Toscana Aeroporti spa una partecipata regionale la giunta regionale ha dovuto inoltrare questa modifica al Consiglio regionale per una richiesta di parere. E noi ce la siamo letta.

Ebbene il campanello d’allarme dovrebbe suonare a Pisa e in tutta la Toscana perché se questa proposta di nuovo Statuto passasse potrebbero emergere due conseguenze da scongiurare come la peste: la dismissione delle quote regionali da Toscana Aeroporti spa e la fine dello scippo dell’aeroporto di Pisa ai pisani.

Andiamo con ordine

ARRIVEDERCI PARTECIPAZIONE REGIONALE
La Regione Toscana è azionista di Toscana Aeroporti spa col 5,06% delle quote.
Nonostante il c.d. Decreto Madia, la giunta regionale ha mantenuto questa partecipazione azionaria perché Toscana Aeroporti spa ha un “interesse generale e strategico” gestendo lo scalo strategico principale della regione (Pisa) e l’altro scalo di riferimento oggetto da tempo di un tentativo di espansione (Firenze).

Adesso il CDA di Toscana Aeroporti, a guida Marco Carrai, propone la seguente modifica dello Statuto
toscana aeroporti

Come potete vedere chi ha proposto questa modifica, cioè il CDA a guida Carrai e trazione privata, vorrebbe che la società iniziasse a poter fare “qualsivoglia lavoro o opera correlata all’oggetto sociale” (cioè gestire aeroporti) e “qualsivoglia operazione connessa o collegata” a questa finalità, incluso lo “sviluppo delle attività, dei servizi e delle infrastrutture”.

Diciamo che dal gestore di due aeroporti qui si potrebbe arrivare ad una specie di holding che fa dal ristoro agli alberghi legati all’attività degli scali di Pisa e Firenze, fino magari ad infrastrutture collegate alla loro operatività.

Potrebbe la Regione Toscana continuare a tenere quote di un’azienda del genere? Forse no. E basta questo ad allarmarci. Perché è grazie alla partecipazione azionaria regionale che abbiamo potuto fare domande e atti di indirizzo sul tema delle esternalizzazioni dei lavoratori degli scali. Dopo potremmo? Sicuramente con meno efficacia.

E arriviamo così al secondo punto.

LO SCIPPO A PISA, ATTO FINALE
Il Consiglio di Amministrazione di Toscana Aeroporti spa era composto da 15 persone: sei espresse dalla parte pubblica (Regione, Comune, Camera di Commercio, Provincia di Pisa) e nove da quella privata (Corporation America).

Dopo gli ultimi passaggi di proprietà e con la modifica statutaria gli assetti cambierebbero: 11 a 4. Allo stato attuale infatti lo Statuto non parla di quote societarie, ma dice espressamente 9 a 6, una parte che la componente privata vuole modificare passando alla proporzionalità in base alle quote. In quel caso quindi – approvato il nuovo Statuto – l’acquisto delle quote che Corporation America ha fatto dalla fondazione Pisa permetterebbe a questa azienda di arrivare ad una rappresentanza in CdA: 11 a 4. Naturalmente a discapito della parte pubblica.

A questo punto ci torna in mente l’insieme di dichiarazioni con le quali il già allora Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, si univa all’allora presidente di SAT spa Gina Giani, nel dichiarare che con la nascita di Toscana Aeroporti spa – dalla fusione tra SAT spa (Pisa) e AdF spa (Firenze) – la testa del sistema aeroportuale toscano sarebbe rimasto a Pisa.

Ecco ci sembra che questo cambio di statuto sia l’ultima, ennesima, smentita.

Ovviamente quindi daremo parere contrario a questa proposta di modifica. E aspettiamo le altre forze politiche alla prova del voto.