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NOGARIN “SOLIDARIETA’ A FILIPPO. ATTO VILE, MA NON CI FERMERANNO”

“Il Sindaco di Livorno ha ricevuto oggi via posta una minaccia di morte collegata alla mancata autorizzazione di una discarica cittadina. Un atto vile cui auspichiamo le forze dell’ordine reagiscano subito, con l’accertamento dei responsabili e le conseguenze di legge”.

“Come testimoniato telefonicamente a Filippo dal nostro capogruppo Andrea Quartini, piena solidarietà a tutta l’amministrazione livornese per quanto accaduto. Ci uniamo al loro richiamo alla continuità: non ci fermeranno. La dialettica politica, anche se accesa, deve restare nei limiti del dialogo. Ogni atto violento è estraneo a quel paese civile che noi, come forza di governo, stiamo ricostruendo”

REDDITO DI CITTADINANZA REGIONALE “GIUNTA PD BOICOTTA NOSTRA PROPOSTA. TOGLIERE 150MILA FAMIGLIE TOSCANE DALLA POVERTA’ NON VALE UN NUMERO DI BILANCIO?”

Pronta la proposta di legge M5S per assicurare alle 150mila famiglie toscane in povertà assoluta il superamento di tale condizione. Ma la giunta regionale, anche per il tramite del super direttore Barretta, nega il dato finale per determinare le coperture.

“150 mila famiglie toscane vivono in povertà assoluta e per superare questa situazione intollerabile serve il reddito di cittadinanza: una misura consentita dalla legge regionale 32/2002 e, contrariamente a quanto pensano in molti, connessa al reinserimento lavorativo. Il boicottaggio della giunta PD sulla nostra proposta rende il metro di quanto abbiano a cuore la vita di questi 600mila toscani”.

“Mentre il Parlamento tiene ferma la nostra proposta nazionale, avevamo preparato una misura regionale. Ma dopo sei mesi di lavoro, in dialogo proficuo con IRPET e direzione bilancio della giunta, il superdirettore Barretta ci ha negato l’ultimo tassello: ottenere dall’autorità di gestione del FSE l’importo di tale fondo europeo riprogrammabile per la nostra proposta. Davanti a questa violazione dello Statuto regionale abbiamo reagito con un’interrogazione urgente cui l’assessore Bugli ha risposto in aula spiegando la scienza infusa del Fondo Sociale Europeo ma dimenticando di darci quel numero. Curioso che un assessore al bilancio, cui si chiede un numero, risponda con 1.184 parole e nessun numero”.

“Questo boicottaggio della giunta PD sulla pelle dei 600mila poveri toscani è intollerabile e non ci fermerà. Presenteremo a breve la proposta ai nostri iscritti, su Rousseau – Lex, e raccolto il loro contributo la porteremo in Consiglio Regionale nella sessione di bilancio. Lì, alla prova dei conti, sappiamo che si scontreranno due modi di vedere la politica e la gestione dei bilanci pubblici”.

 

‪#‎5MINUTIA5STELLE‬ – puntata del 29 Luglio 2016

E’ online la 25° puntata di 5 Minuti a 5 Stelle, il video-aggiornamento settimanale con le principali attività dei portavoce del ‪#‎M5S‬ in Consiglio Regionale della ‪#‎Toscana‬.

Gli argomenti di questo episodio sono:
➣ DISASTRO MPS: 50 miliardi di euro polverizzati, in tutta questa vicenda è emersa una grande responsabilità del Partito Democratico. Vi raccontiamo in video i dettagli della vicenda;
➣ SANITA’ TOSCANA: continua lo smantellamento della sanità pubblica a vantaggio del privato, ma in questo momento siamo più preoccupati per l’alta incidenza di mortalità per tumori e malattie cardiovascolari in due zone specifiche della Toscana. Sentite quali;
➣ RELAZIONE CORTE DEI CONTI: se fossimo a scuola la Toscana sarebbe stata bocciata. La Corte dei Conti è stata molto critica nel valutare il bilancio della nostra Regione. Vi raccontiamo quello che abbiamo sentito;
➣ CONTRIBUTI CINTE MURARIE: un sostegno per il nostro patrimonio storico-archeologico o c’è qualcosa di più nella vicenda del bando lampo per la ristrutturazione delle cinta murarie toscane? State a sentire quello che abbiamo scoperto;
➣ SOSTEGNO A VITTIME DELLE BANCHE: in Consiglio abbiamo dibattuto sull’opportunità di sostenere le vittime delle truffe delle banche, vi raccontiamo in video cosa farà la Regione a sostegno dei cittadini.

BUONA VISIONE
(Aiutateci a diffondere questo video su tutti i ‪#‎social‬)

DISASTRO MPS, 50 MILIARDI POLVERIZZATI UN RESPONSABILE POLITICO: IL PARTITO DEMOCRATICO

Abbiamo appena chiuso i lavori della Commissione d’inchiesta regionale sullo scandalo Monte dei Paschi di Siena, unico organismo istituzionale in Italia ad aver lavorato su questo disastro che ha polverizzato in vent’anni circa 50 miliardi di euro di patrimonio della comunità.

La Commissione ha prodotto due relazioni finali che saranno presentate a settembre.
Una votata da noi, Lega Nord e Sì Toscana – con astensione del Partito Democratico – e l’altra votata dal solo Partito Democratico.

Abbiamo accertato che Monte dei Paschi di Siena è stata trattata dai Democratici di Sinistra prima e PD poi come una municipalizzata, dove la guida esecutiva era messa in capo ad un management spesso incompetente, etero diretto ed espressione di equilibri politici estranei ai contesti istituzionali. Un sistema che, come accertato, con larghe intese e patti del nazareno in salsa toscana fu esteso a beneficio dell’allora PDL oggi Forza Italia.

Madre di tutti i problemi, e simbolo del livello sistemico di questa gestione, l’operazione Antonveneta, dove di fatto si sacrificò MPS a vantaggio di Banco Santander (istituto legato all’Opus Dei) per pareggiare una partita persa da quest’ultimo su San Paolo IMI. Il tutto con il bene placet di Banca d’Italia e Ministero del Tesoro che ad oggi, lo ricordo, non hanno mai commissariato un istituto gestito con tutto tranne che “una sana e prudente gestione”.

La storia di MPS è articolata, ma fondamentale per capire il mondo in cui viviamo. Per questo lanceremo da settembre delle pillole video di racconto della vicenda e ci auguriamo che ne darete tutti la massima diffusione.

Siamo in attesa di venerdì, quando, a mercati chiusi, EBA comunicherà gli esiti degli stress test di MPS. In quel momento dovranno essere prese delle decisioni a tutti i livelli istituzionali. Per parte nostra noi chiediamo la tutela di risparmiatori e la messa in sicurezza della banca tramite la sua nazionalizzazione.

Auspichiamo l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta parlamentare, con i poteri inquirenti della magistratura, per fare piena luce sulle parti più misteriose di questo scandalo che noi, come Commissione regionale, abbiamo potuto solo sfiorare: il ruolo della massoneria e della finanza cattolica, l’eventuale maxitangente dell’operazione Antonveneta, il grado di responsabilità personale dei vertici della banca commisurato ad un ruolo che, secondo le nostre fonti, li vedeva spesso esecutori materiali di scelte scellerate decise altrove.

Ci teniamo ad un richiamo chiaro. L’interesse dei cittadini e delle Istituzioni deve venire prima di quello delle banche.

Giacomo Giannarelli
Consigliere regionale Movimento 5 Stelle Toscana
Presidente della Commissione d’inchiesta su Monte dei Paschi di Siena, Fondazione MPS e intrecci societari tra queste e Regione Toscana

FORTETO VERGOGNA DI STATO

“Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente… perdete ogni speranza o voi che entrate!”

Si parla della porta dell’inferno, si parla del Forteto, perché il Forteto era l’inferno; quella comunità era una setta; quella struttura una sorta di lager: un luogo di maltrattamenti, di abusi sessuali e di mistificazioni e manipolazioni, di raggiri, ispirato alla teoria che solo i rapporti omosessuali sarebbero puri, e gli abusi subiti in famiglia andrebbero ripetuti per “superarli”.
Chi entrava in quel girone infernale, oltre alle violenze narrate, veniva derubato di tutto: sfruttato sul lavoro (bambini che venivano svegliati la mattina per farli lavorare nelle stalle), scoraggiato a proseguire nei percorsi scolastici (bassissima percentuale di diplomati e alta percentuale di abbandoni scolastici), ma soprattutto veniva rapinato della cosa più preziosa, la propria anima, la propria personalità! E questo furto si è prolungato per circa 40 anni.

Purtroppo non si è trattato di una storia di straordinaria depravazione, che ogni tanto riempie le cronache dei giornali; non è una storia di narrazioni di soggetti deboli e fragili, di minori, che, raggirati, subiscono nel modo più schifoso le vili azioni degli orchi di turno.
Nel caso di una storia di cronaca, fatto il processo, condannati i colpevoli, la società cerca di recuperare un suo equilibrio e, con fatica, si riparte.
Nel nostro caso, nel caso del Forteto, la narrazione ci dice che fatto il processo, condannato l’orco in via definitiva, nel 1985, tutto prosegue senza soluzione di continuo.
Avviene l’incredibile (ce lo riafferma scandalizzato lo stesso Bruno Vespa in commissione). La comunità-setta viene chiusa? Considerando la sostanziale certezza di recidiva per azioni di questo genere i responsabili vengono esautorati da qualsiasi ruolo educativo sui minori per il resto della vita? Niente affatto. Non avviene niente di tutto questo.
Il Forteto continua nel suo percorso cooperativo, comunitario, associativo come se nulla fosse successo e, cosa gravissima, continua a ricevere minori in affido, non solo, riceve anche crediti ed è presentato come un’eccellenza della Toscana. Rodolfo Fiesoli mantiene eccellenti rapporti con gran parte della “classe dirigente” della Toscana, con i membri del Tribunale dei Minori, con gli operatori ASL (protetti da rare accuse circostanziate di altri operatori da parte delle dirigenze aziendali) e del servizio sociale, con i sindacati e con la lega delle cooperative.
Nel 2000 (15 anni dopo) arriva una nuova condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che parla di due fratellini sottratti alla madre naturale con una serie di certificazioni di medici e assistenti sociali, disconfermate dai giudici della Corte che evidenzia contraddizioni tra audiovisivi e loro interpretazione. Di nuovo: i minori vengono allontanati? Gli stessi criminali della condanna del 1985 vengono allontanati dalla loro funzione sui minori della comunità-lager? Niente! Nulla cambia! La Cooperativa continua a ricevere minori in affido, e finanziamenti dalla regione Toscana! Tutti gli attori istituzionali continuano a dar credito alla struttura.
Come commissione ci è doverosamente toccato cercare di comprendere al di là dei carnefici e delle vittime, quale fosse il ruolo degli spettatori. Abbiamo dovuto constatare, nostro malgrado, un diffuso e negli anni persistente atteggiamento di volontaria e attiva indifferenza, quando non un vero e proprio negazionismo, omertà diffusa, persino collusioni vergognose, passando attraverso evidenti coperture istituzionali (altro che distrazioni-disattenzione colpevoli)! Chi parla così rischia davvero la collusione con quel sistema, semplicemente perché nega un’evidenza storica di maltrattamenti, abusi, oltraggi, oltraggi, violenze verbali, fisiche e psicologiche devastanti: danni permanenti, non risarcibili!

Detto questo dobbiamo ritornare alla condanna dell’Italia da parte dell’Alta Corte di Strasburgo per negazione dei diritti umani all’interno di quella struttura associati a colposità (negligenza?, imperizia?, imprudenza?) di tribunale dei minori, di operatori ASL e dei servizi sociali! Quel tribunale per i diritti umani ci ha condannati per aver negato il diritto dei genitori e dei bambini ad incontrarsi: al minimo avremmo dovuto vergognarci! Invece l’Italia di allora cercò di difendersi dall’accusa, anziché cercare la verità, e di fatto riaccreditando quel lager ad eccellenza produttiva ed educativa! Follia istituzionale o che altro? Non solo, chi ha contribuito a questa vergogna di stato ha addirittura fatto carriera!

In un tempo ancor più vicino, nel 2015, gli ispettori ministeriali rilevarono in ben due episodi, anomalie nella gestione cooperativa, anomalie contrattuali, di inquadramento di soggetti nell’organico, nelle retribuzioni e anche nella gestione finanziaria della Cooperativa, ipotizzando in prima istanza il commissariamento della cooperativa (poi colpevolmente rigettato dalla politica). Tutto questo, anche in relazione alle mancate, e per questo colpevoli, azioni di vigilanza della lega delle cooperative e dei sindacati.

Incredibilmente tutti questi atti criminali, a questo punto comprese le omissioni, sono stati compiuti nei confronti di minori da soggetti ai quali era stato attribuito il ruolo di una funzione genitoriale, in quanto affidatari! E chi glieli affidava, il tribunale dei minori non ha vigilato, anzi per alcuni soggetti è addirittura ipotizzabile una colposità manifesta, non fosse altro per mancata vigilanza, o peggio. Stiamo parlando di un presidente del tribunale dei minori, che il giorno della uscita dal carcere del carnefice, decise di affidargli immediatamente dei minori, negando di fatto il giudizio del tribunale ordinario e condizionando irrimediabilmente la filiera negli anni successivi! Stiamo parlando di membri del tdm che frequentavano settimanalmente il Forteto, che organizzavano gite in quel luogo, ma anche altrove, in Europa con Fiesoli e ragazzi, e, ancora colpevolmente, non vedevano, non sentivano, non verificavano e/o negavano sentenze passate in giudicato (cosa assolutamente grave se riguarda un magistrato!).

E la politica dove è stata in questi anni, oltre a far pressioni su Bruno Vespa perché non mandasse in onda una trasmissione televisiva sul Forteto? Tanti, troppi politici si sono schierati con quella realtà, alcuni concludendoci anche le proprie campagne elettorali (anche in questo caso tanti “non so”, “non ricordo”).
Ci chiediamo inoltre come è possibile che un singolo soggetto peraltro reo-confesso rispetto alla usurpazione di titolo (Fiesoli e Goffredi millantavano di essere psicologi e non era vero!) con evidenti tratti di bizzarria comportamentale (toccava le parti intime in pubblico anche ai preti) associati a comportamento francamente sadico e antisociale, e personalità istrionico-narcisistica abbia potuto passare incolume le analisi delle istituzioni; abbia ottenuto nel tempo una credibilità incondizionata dal sistema regione (con ingenti finanziamenti), dal Tribunale dei Minori, dalle ASL, da docenti universitari, dalle associazioni di volontariato, dai comuni del Mugello, dai sindacati! Ha goduto di una fiducia inaccettabile se si pensa che il metodo Forteto era un metodo palesemente antiscientifico! Non c’è bisogno di aver studiato per capire che i pilastri del modello educativo proposto per i minori affidati, che erano: Famiglia funzionale, Chiarimenti con umiliazioni, Allontanamento e contestazione anche violenta della famiglia di origine, Netta separazione dei sessi, con incoraggiamento alle pratiche omosessuali come elemento purificatore, Squalifica totale del sesso femminile, con donne continuamente oggetto di insulti e umilizioni; non avevano nessuna possibilità di dignità scientifica. Il Forteto non era accreditato, né accreditabile! Ripeto come è possibile che un inferno del genere abbia avuto consensi e crediti dai politici, dai giudici, dagli operatori ASL e dei servizi sociali, dai sindacati, dalla lega delle cooperative, e da altri professionisti!

E’ trascorso un anno esatto da quando questo consiglio ha deliberato l’istituzione della commissione d’inchiesta di cui oggi si discute ( n°48 del 28/07/2015). Credo che il grande valore aggiunto della commissione sia stato quello di assumere la responsabilità di espiare le colpe di un intero sistema, di mettere delle pezze alla nudità delle istituzioni, di liberarsi dei sensi di colpa, crediamo che oggi il modo più corretto sia prendere atto del buon lavoro che ha fatto la commissione, lavoro confermato anche dagli ultimi atti giudiziari! Qualunque altro atto consiliare rischierebbe di squalificare quel lavoro, lo svalorizzerebbe.
Ricordiamolo questo indirizzo ancora una volta: “ Individuazione e analisi delle responsabilità politiche e istituzionali relativamente alla vicenda Il Forteto”.

Durante lo svolgimento della commissione, in troppi hanno continuato a ritenere prioritario parlare del Forteto per la realtà produttiva, il caseificio, l’indotto terziario di conferimento alla cooperativa, il mantenimento dei livelli occupazionali; tutti aspetti che hanno da sempre anche tutta l’attenzione del M5S. Ma non in questa sede, non in relazione al Forteto!

Tuttavia vogliamo/dobbiamo chiederci: tutto questo, questa eccellenza produttiva che prezzo ha?
Quale è stato, e come può essere quantificabile il danno e la sofferenza umana di bambini, adolescenti poi divenuti adulti sulle cui vite è passato questo successo del Forteto negli anni?
Alla luce delle responsabilità accertate all’interno della “setta” alias Comunità, Cooperativa, Fondazione poi anche Associazione che risponde al nome di Forteto, da quanto argomentato e confermato anche nelle ultime due sentenze (2015 e 2016), è indispensabile interrogarsi se esiste sul mercato un prodotto commerciale che valga il prezzo del rispetto verso i principi inviolabili di un individuo nella sua interezza fisica e morale.
Perché questo è l’unico “tema” di cui oggi dobbiamo discutere!
Dal giorno della sentenza dell’Alta Corte di Strasburgo per i diritti dell’uomo sono trascorsi oltre quindici anni e troppe volte abbiamo sentito parlare di ricotte, formaggi e occupazione anziché di violenze psicologiche, di abusi, di sistemi coercitivi, di violazione dei diritti sul lavoro!
Ma il sacrificio umano, la sofferenza individuale, gli abusi e i soprusi di tante persone che hanno contribuito a questo successo commerciale può essere qualcosa di commerciabile?
I prodotti che continueranno ad uscire da quella produzione continueranno ad essere macchiati dalla violazione dei principi fondamentali del rispetto umano, saranno prodotti senza un contenuto MORALE, e quindi senza prezzo e fuori da ogni mercato.

La spudoratezza, con cui poi in pieno svolgimento della commissione di inchiesta e del dibattimento di appello del processo in primo grado del 2015 a vari esponenti della “Setta” Cooperativa-comunità-fondazione in questione, si è proceduto a cambi di assetto del CDA, al cambio della Presidenza, a modifiche dello statuto stesso della cooperativa decantando grandi cambiamenti, inserendo persone che, direttamente o indirettamente, rappresentano non un segno di discontinuità rispetto al passato come invocato anche da tutte le forze politiche, ma persone che corrispondono ad una linea di continuità con il passato e con la Comunità/Cooperativa; addirittura persone la cui condanna è stata confermata poche settimane fa siedono in ruoli di coordinamento e di responsabilità nella cooperativa!
L’esempio più clamoroso è quello di un neo eletto nel nuovo CDA della cooperativa un Avvocato, che addirittura è il Professionista che ha condotto per conto del Forteto, la mediazione per il risarcimento alle vittime imposto a carico della Cooperativa dalla sentenza di primo grado del 2015! Siamo sicuri che possa rappresentare il rinnovamento? La discontinuità?
Quì siamo veramente al paradosso.
Nascondere la polvere sotto il tappeto non significa fare pulizia, significa ingannare se stessi!

COMMISSARIAMENTO!

L’azzeramento del CDA, il totale rinnovo dell’organigramma dell’azienda con l’esclusione da ruoli di responsabilità per le persone coinvolte dalle sentenze ormai passate anche in appello.
Non esiste altra opportunità e questa sarà la nostra posizione ferma e irremovibile e per questo ci batteremo ad ogni livello istituzionale; è doveroso trasformare anche sul fronte “produttivo” questo “mostro” che si è rivelato essere questo luogo, la Cooperativa Agricola.
Ma torniamo al vero tema su cui dovremmo confrontarci in questo dibattito: le responsabilità politiche ed istituzionali, l’unica e vera finalità di questa commissione d’inchiesta.
Queste sono state accertate, individuate, e attraverso questa relazione portate all’attenzione di tutti gli organi istituzionali interessati a qualche titolo da questa vicenda.

Ci auguriamo che le parole spese a sostegno dei commissari stessi durante le audizioni, soprattutto da autorevoli esponenti della maggioranza trovino riscontro nei fatti nel prossimo futuro e non restino parole di circostanza.
Noi tutti abbiamo la responsabilità di conoscere, di capire e soprattutto di elaborare proposte che garantiscano una effettiva tutela dei minori in ogni contesto, di proporre soluzioni di interazione tra le varie figure competenti e di opportuni sistemi di controllo affinché gli errori del passato non si ripetano mai più.

Ecco le responsabilità politiche in questa vicenda, quelle responsabilità che prima che alla giustizia dei tribunali deve rispondere del proprio operato ai cittadini e anche rispondere dei propri errori e sapervi porre rimedio.
Ancora ai giorni d’oggi però il sentimento di resistenza all’ammissione del problema, di una parte della politica che ha amministrato questa regione e gli enti locali da oltre trent’anni ha sembrato prevalere sulla reale presa di coscienza degli errori del passato;
e la riprova evidente ne sono alcuni atti politici:

– nonostante le ricordate ispezioni ministeriali, che hanno riscontrato anomalie nella gestione cooperativa, anomalie contrattuali, di inquadramento di soggetti nell’organico, nelle retribuzioni e anche nella gestione finanziaria della Cooperativa; è mancata la volontà politica della maggioranza di Governo di commissariare la parte produttiva del Forteto (la cooperativa agricola).
– è mancata nonostante una sentenza di primo grado la volontà politica della maggioranza di Governo di istituire una commissione di inchiesta parlamentare che come ben sappiamo è organismo di forza ispettiva più ampia e incisiva. Il M5S, insieme ad altre forze politiche, ne è stato promotore inascoltato!
– la politica di Governo, appare subalterna o distratta dall’ingerenza che le leghe cooperative continuano di fatto a esercitare nella gestione poco trasparente del Forteto (ci auguriamo che non sia perché il ministro del Lavoro provine proprio dal mondo della lega COOP).
– Le iniziative di sostegno alle vittime (accertate ormai e non presunte!) promosse da questo Consiglio e attuate attraverso l’Assessorato vanno a rilento, la “setta” continua, indirettamente, imperterrita nell’opera di mantenimento dei principi ideologici che l’hanno creata oltre trent’anni fa.
– Chi ha responsabilità oggettive ormai accertate continua a sedere sempre al proprio posto, anzi ha fatto carriera, vedi i casi già evidenziati di professionisti e dirigenti che direttamente o indirettamente sono sotto il controllo di questa istituzione.
– La relazione conclusiva apporvata all’unanimità rende in parte giustizia alla giustizia e soprattutto alle vittime dell’ingiustizia! Accoglierla nella sua interezza da parte dell’aula è un gesto che apprezziamo con sincero coinvolgimento emotivo.

Andrea Quartini​
Consigliere regionale Movimento 5 Stelle Toscana​
Vicepresidente segretario della Commissione d’inchiesta finalizzata alla individuazione e analisi delle responsabilità politiche e istituzionali relative alla vicenda Il Forteto

AFERPI “REBRAB LATITA? CHIEDIAMO RISPETTO PER 3MILA FAMIGLIE. SE NUOVO PIANO INDUSTRIALE CONFERMATO ROSSI DOVREBBE FARE PASSO INDIETRO”

Il Movimento 5 Stelle torna sul caso della re-industrializzazione di Piombino, dopo che, come tristemente previsto, il Presidente di Cevital, Issad Rebrab, non si è presentato all’incontro previsto per il 27 luglio al Ministero dello Sviluppo Economico, dove si attendeva la pubblicazione del nuovo piano industriale.

“Rebrab latita e i giornali teorizzano altre possibili date di incontro tra i rappresentanti delle istituzioni e il presidente di Cevital. Noi chiediamo rispetto per 3mila famiglie appese al filo dell’incertezza. Dov’è Rebrab? Nell’epoca delle mail e di skype dobbiamo aspettare l’arrivo a piedi per vedere confermato o meno quanto abbiamo letto nei documenti regionali?”.

“Il nuovo piano industriale è in un documento di richiesta assoggettabilità a Valutazione Impatto Ambientale, fatto dall’azienda a Regione Toscana: 600 esuberi previsti, un solo forno e 400 milioni di investimento. Lo ripetiamo: se confermato Cevital ha usato l’acciaio come cavallo di troia per puntare all’import export – suo core business – sfruttando una delle poche aree reindustrializzabili del mediterraneo con un porto accanto”.

“Se tutto questo sarà confermato Rossi dovrebbe mantenere, per una volta nella vita, la parola data e chiudere qui la sua vita politica”.

BILANCIO “CORTE DEI CONTI CHIARA: GRAVI PROBLEMI CON PARTECIPATE E BILANCIO. NODI AL PETTINE DEL MALGOVERNO PD”

Il Movimento 5 Stelle condivide l’analisi odierna della Corte dei Conti sul Rendiconto 2015 della Regione Toscana.
“600 milioni di euro di rosso finanziario, un disavanzo sostanziale di 3,5 miliardi, posizioni critiche nelle principali società partecipate – su tutte Fidi Toscana – e un futuro contabile che appare difficoltoso. Se fossimo a scuola la Corte dei Conti ha bocciato anche quest’anno la Regione Toscana”.

“Siamo preoccupati per un disavanzo regionale del quale, secondo la Corte dei Conti, ‘appare nel futuro arduo il finanziamento’. E condividiamo la critica di coprire tale disavanzo, in costante crescita negli anni, ricorrendo a mutui: una copertura puramente contabile alla quale, come dicono i magistrati, ‘non seguiva mai un effettivo finanziamento del disavanzo’. I nodi sono venuti al pettine e la Regione si trova improvvisamente nella necessità, anche a causa di nuove normative nazionali, a dover trovare coperture che per il PD saranno tagli agli investimenti, anziché la dismissione delle partecipate in perdita o la riduzione degli stipendi di consiglieri e giunta”.

“Perché Rossi e il PD non vogliono intervenire seriamente sulle partecipate? Abbiamo una Fidi Toscana che per l’ennesimo anno chiude in perdita (6,4 milioni di euro) l’Interporto Vespucci, la società Arezzo Fiere e l’intero settore termale in disequilibrio. Parliamo di rischi finanziari importanti dove la Corte rileva la possibilità di ‘prassi contabili non sempre improntate ai necessari principi di regolarità e legittimità’. Se Rossi minimizza, vogliamo ricordare che fece valutazioni analoghe anche su Monte dei Paschi di Siena, il cui titolo in dieci anni ha perso il 99% del valore: ci chiediamo se il suo sia un problema di incompetenza o dichiarazione facile. Noi continueremo a difendere i cittadini dalle conseguenze di questo malgoverno”.
Enrico Cantone Consigliere Portavoce alla Regione Toscana e Gabriele Bianchi

BOLKESTEIN “PD IN CONFUSIONE, PRIMA CI BOCCIA L’ATTO POI LO COPIA E LO VOTA. SE SERVIVA IL LORO SIMBOLO, BASTAVA DIRLO”

Il 7 giugno 2016 il Partito Democratico bocciò una mozione del Movimento 5 Stelle in tutela dei lavoratori ambulati colpiti dalla c.d. direttiva Bolkenstein. Oggi il PD ha ripresentato un atto identico, indisponibile all’aula prima della discussione, chiedendo su questo il voto consiliare e ricevendo il sostegno, di merito, del Movimento 5 Stelle.

“Fa piacere vedere il PD toscano rivedere completamente la sua posizione sul recepimento italiano della direttiva Bolkenstein rispetto al commercio ambulante. Forse a giugno serviva il loro simbolo sull’atto per vederselo approvare. Ma per i cittadini meglio così. Speriamo abbiano delle illuminazioni simili anche su incenerimento dei rifiuti, nuovo peretola e taglio dei loro stipendi”.

“Certo le hanno provate tutte: hanno bocciato la nostra mozione, poi hanno proposto l’ennesimo testo irrilevante in linea con l’intervento maldestro della Regione nella scorsa legislatura, sonoramente richiamato dalla Corte Costituzionale. Infine si sono ritrovati a fare copia incolla della nostra mozione, ammettendo di fatto il loro errore. Poco importa, per gli ambulanti interessati dalla bolkenstein è un ennesimo risultato raggiunto: ora la Toscana si è aggiunta a Puglia, Piemonte, Lombardia e Veneto nel dare un segnale chiaro al Governo nazionale: attendiamo ora che questo si muova velocemente a Bruxelles e scongiuri la destabilizzazione di un settore strategico per il nostro territorio”.

ELBA “REGIONE CHIARISCA DOVE SONO FINITI I SOLDI PER GLI ALLUVIONATI DI MARINA DI CAMPO”

A distanza di quasi cinque anni dall’alluvione che devastò Marina di Campo (Isola d’Elba), mancano ancora all’appello gli ultimi rimborsi regionali per alcune delle 100 famiglie e 300 imprese colpite. Il Movimento 5 Stelle porta il caso in Regione con un’interrogazione.
 
“Molti cittadini di Marina di Campo ci segnalano questa situazione intollerabile: da un lato i rimborsi tardano ad arrivare e dall’altro né la Regione né l’amministrazione comunale è in grado di fornire informazioni chiare. Perché non può essere sufficiente parlare di un “non meglio precisato” fondo della protezione civile nazionale”.
 
“Rossi dica a noi e soprattutto a questi cittadini perché i risarcimenti non sono arrivati e quando sarà possibile risolvere questa situazione inaccettabile”.
Atto disponibile al seguente link http://bit.ly/2atTP2U

LAVORO “FINIRA’ L’INGIUSTIZIA. CAUSA DI SERVIZIO ANCHE PER POLIZIA LOCALE”

Il personale di Polizia Locale – municipale e provinciale – è unica categoria della Pubblica Amministrazione cui non è riconosciuta la causa di servizio per infortuni, infermità o patologie realmente collegate. Approvata in Consiglio Regionale la mozione del Movimento 5 Stelle per il superamento di questa situazione iniqua.

“Col Decreto Salva Italia del 2011 gli operatori della Polizia Municipale e Provinciale hanno perso il diritto alla “causa di servizio”. Questa discriminazione di puro opportunismo per le casse pubbliche è sbagliata e il Consiglio Regionale della Toscana si impegnerà verso INAIL affinché sia rimossa. Ci fa piacere che gli altri gruppi politici abbiano apprezzato all’unanimità questo ennesima prova del modo propositivo del M5S di intendere la politica”.

“La cronaca quotidiana è piena di interventi rischiosi da parte degli operatori di Polizia locale. Grazie a questo atto, se facendo il loro lavoro si infortuneranno o si ammaleranno anche in Toscana potranno godere degli stessi diritti di ogni altro operatore di pubblica sicurezza”.

“Tramite un dialogo proficuo con INAIL e un fondo dedicato garantiremo anche agli operatori toscani di polizia locale un diritto che il Parlamento, nel 2011, ha tolto loro”.
Enrico Cantone Consigliere Portavoce alla Regione Toscana e Gabriele Bianchi