“Nessuno si metterebbe alla guida sapendo di aver bevuto. Qualcuno per la paura di sanzioni, qualcun altro, più responsabilmente, per il timore di causare incidenti. In ogni caso, se vieni fermato sei comunque multato, anche se non hai sfiorato neppure una mosca. Nuovi casi, nuovi focolai di contagi da coronavirus ne abbiamo anche in Toscana, continuamente. Speriamo che la situazione non degeneri, ma non vorremmo che accadesse quando siamo impreparati. E soprattutto non vorremmo vedere gente che, con il virus in giro se ne frega delle mascherine e della distanza. Usa le mascherine come scaldacollo, come se fossero lì solo per tirarle su se passa un controllo. Il virus non ammette errori. Ci mette un attimo a passare da pochi casi a un’ondata. Lo abbiamo visto in Lombardia, lo abbiamo visto in Veneto. Ed allora le mascherine devono essere indossate: non per paura, ma per coscienza. E se manca quella, se manca l’altruismo, allora forse è giusto sanzionare. E forse è giusto verificare se quella persona era positiva, se può averne infettate altre. Non per punire ma per incrociare, subito, i possibili contatti.

Non sappiamo, dopo un’estate in cui la gente vuole non pensare al lavoro, alla crisi, alla paura, cosa accadrà. Il virus non ha compassione, non ha un’anima. Vuole solo sopravvivere. E se qualcosa accadrà non vorremmo trovarci a correre. Vorremmo un sistema sanitario che, a 8 mesi dalle prime avvisaglie, ha delle strutture pubbliche vere e proprie, con personale e macchinari, pronte ad accogliere i casi covid19. Per curarli meglio. Ed ha strutture pubbliche dedicate a curare tutti gli altri malati, quelli che non possono essere tenuti in parcheggio. Perchè un secondo lock down, una seconda crisi economica e forse sociale, i toscani non se la possono proprio permettere. E non la meritano. Per questa ragione ho presentato una mozione perché in Toscana non cali il lavoro fatto fino ad oggi e non si rallenti l’attenzione necessaria per essere comunque pronti a nuove pericolose recidive infettivologiche.”