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Decesso al pronto soccorso di Lucca, Andrea Quartini (M5S): “Assessore Saccardi venga a riferire in aula”

“C’è qualcosa che non va nella struttura ospedaliera di Lucca: l’assessore Stefania Saccardi venga a riferire in aula”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Andrea Quartini.

Nodo della questione la recente notizia di un uomo deceduto in barella dopo circa quattro ore dal suo ingresso al San Luca.

“Il Centro regionale per il rischio clinico – spiega Quartini – deve essere allertato per comprendere le criticità organizzative e strutturali. Problematiche che abbiamo denunciato a più riprese, l’ultima qualche giorno fa. Andare avanti così non è più possibile”.

Quartini è chiaro: La politica deve assumersi le responsabilità di scelte sbagliate. Da tempo chiediamo maggiore attenzione alle dinamiche dei pronto soccorso e una dura lotta al sottodimensionamento degli organici. Eppure, nel nuovo Piano socio sanitario regionale non vi sono le dovute garanzie in tal senso. È bene – conclude – che i cittadini questo lo sappiano in modo chiaro”.

Sanità montana, Quartini (M5S) replica al sindaco di Abetone-Cutigliano: “Il Movimento 5 Stelle difende la sanità nella Montagna Pistoiese, le polemiche le lasciamo agli altri.”

“Sono del tutto inopportune, gratuite ed offensive (nei confronti di un “certo associazionismo”) le parole del sindaco di Abetone-Cutigliano, che evidentemente non legge i comunicati del Movimento 5 Stelle.

E’ lui che si dovrebbe vergognare, quando attacca chi vuole davvero vigilare sul rispetto degli accordi, in difesa della sanità nella Montagna Pistoiese. La sua superficiale demagogia non ci appartiene.

Del resto poniamo una domanda del tutto pacifica: perché i sindaci non hanno preteso da subito il riconoscimento di area disagiata per la Montagna Pistoiese?

Solo in quel caso sarebbe davvero stato un “passaggio intermedio” e il risultato raggiunto sarebbe, a quel punto davvero un buon risultato?

Noi dal canto nostro, stiamo continuando la battaglia, avendo fatto inserire nel nuovo Piano Sanitario regionale il punto specifico dell’individuazione e del riconoscimento delle aree particolarmente disagiate per tutto il territorio regionale. Le sterili polemiche le lasciamo agli altri, il Movimento 5 Stelle continua a battersi per la difesa dei diritti dei cittadini toscani

Quartini (M5S) “Atteggiamento del sindaco Nardella nei confronti del commissario Marzetti è imbarazzante”

“È un atteggiamento imbarazzante quello del sindaco della Città metropolitana di Firenze, Dario Nardella, nei confronti del commissario straordinario indicato dal governo per gestire la cooperativa del Forteto, Jacopo Marzetti. Così il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Andrea Quartini.

“La richiesta risarcitoria per danno d’immagine avanzata dalla Città metropolitana di Firenze – spiega – è inverosimile: per anni la politica di tutta l’area metropolitana fiorentina ha, colpevolmente, ignorato i gridi di allarme che provenivano dall’inferno del Forteto. Oggi, dopo che il Mise (con il precedente ministro Luigi Di Maio) ha nominato un commissario straordinario e posto la parola fine a una vicenda buia, ecco che tutti si sentono in diritto di poter agire con quella che mi pare essere piena arroganza. Mi riferisco – prosegue – al rifiuto, così come ho saputo, di Nardella ad avere un incontro chiarificatore con Marzetti. Questo atteggiamento diventa ancora più incomprensibile alla luce del fatto che la stessa Regione Toscana, per assunzione dello stesso governatore Rossi ha rinunciato a una identica azione risarcitoria. Se il procedimento della Città metropolitana di Firenze dovesse andare avanti ci troveremmo a dover fare i conti con un disastro economico-occupazionale e morale (in termini di giusto risarcimento delle vittime). E di questo – conclude Quartini – Nardella sarebbe responsabile”.

Quartini (M5S): “Bene il piano sui Ps di Saccardi, la nostra critica costruttiva ha dato i suoi frutti”

“La puntuale e costruttiva critica dà i suoi frutti, anche in politica”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Andrea Quartini riguardo l’annuncio dell’assessore alla Salute, Stefania Saccardi, sulla nascita di un Piano di azioni mirato a migliorare l’esperienza dei pazienti dei pronto soccorso toscani.

“Innumerevoli volte, l’ultima di queste ieri pomeriggio, abbiamo sollecitato la giunta – spiega Quartini – affinché fossero messe in campo politiche di tutela dei diritti dei cittadini che si recano nelle strutture mediche. Sui pronto soccorso, poi, abbiamo acceso più di un focus. Spesso le nostre richieste sono state lasciate cadere da una politica miope e arroccata sulle proprie posizioni”.

Le critiche mosse dal Movimento 5 stelle al Piano sanitario e sociale integrato 18/20 si sono sempre contraddistinte per lo spirito propositivo: alcune rimostranze sono state accolte, molte respinte. “E il piano, da noi giudicato comunque insoddisfacente, è stato in alcuni punti migliorato. Oggi – prosegue Quartini – c’è da prendere atto dell’avvio di un percorso che si preannuncia in sintonia con quanto da noi sempre richiesto per quel che riguarda la gestione dei pronto soccorso. Come dire: insistere, a volte, paga. Ora continueremo nel nostro attento lavoro di controllo, ma per una volta la strada imboccata pare quella buona”.

Sul Pacini un impegno insufficiente

“Prendiamo atto del fatto che, a seguito delle nostre insistenze e dei nostri atti, vi sia finalmente un’inversione di tendenza per quanto riguarda l’ospedale Lorenzo Pacini. Ma l’impegno emerso non è sufficiente”.

Così il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Andrea Quartini a margine della notizia dell’avvenuta firma del protocollo d’intesa tra i municipi di San Marcello Piteglio, Abetone Cutigliano e la Ausl Toscana centro relativo all’assistenza sanitaria per la montagna pistoiese inteso come punto intermedio del percorso che dovrà portare la zona ad essere certificata come area particolarmente disagiata.

“È previsto – spiega – il potenziamento dell’attività ambulatoriale e chirurgica, nonché di emergenza-urgenza e delle assistenze domiciliari, fino alle cure palliative. Ma si tratta di un singolo passo avanti cui devono seguirne altri”. Quartini ricorda la battaglia all’interno del Piano sanitario e sociale integrato 2018/20 in cui ha richiesto “Che entro il prossimo anno la Regione riconosca, in maniera irreversibile le aree particolarmente disagiate. Parliamo di quelle zone difficili da raggiungere e dalle quali occorre troppo tempo per portare malati, siano essi in emergenza o cronici, presso i grandi centri ospedalieri. Ebbene, per tutelare la salute di tutti, e impedire lo svuotamento di tante aree geografiche o disservizi in zone altamente turistiche (ma semivuote d’inverno, come le isole), continuiamo a proporre e a sorvegliare affinché le aree disagiate siano certificate e recuperino i loro ospedali e i loro servizi”.

Questa è la sanità che vogliamo continuare ad avere?

Sono oramai ripetute _ e risulterebbero anche ripetitive, se solo non si trattasse di gravi mancanze in relazione al rispetto dei diritti umani _ le segnalazioni di attese drammaticamente lunghe nei pronto soccorso dei diversi ospedali toscani. Non tempi di attesa in generale, si faccia attenzione, bensì attese che per il paziente risultano “in perdita”, ovvero senza prestazioni mediche volte a formulare una diagnosi e indirizzare a un reparto, un percorso, oppure alle dimissioni con prescrizioni. Si sa, si tratta, a leggere le costanti repliche da parte delle strutture o delle Asl interessate, nonché dei competenti uffici regionali, nella peggiore delle ipotesi, di segnalazioni reali, ma relative a eccezioni, sempre sfortunatissime eccezioni. Congiunzioni di fattori sfavorevoli.

Certamente. Decine, forse centinaia di eccezioni, senza che si abbia la classe di ammettere che di patologia organizzativa del pronto soccorso si tratta. Solo attraverso una diagnosi di tal genere, si potrebbe iniziare non tanto a cercare e sanzionare responsabili, quanto avviare una terapia a ampio spettro. I sistemi organizzativi possono essere oggetto di patologia: non c’è da vergognarsi o da negarlo, né tantomeno da proporre soluzioni che, senza una reale presa di coscienza, risultano inevitabilmente fallaci e costose. È evidente che il sistema del pronto soccorso, che riceve, come tale, un’onda elevata di domanda ipernutrita dagli affluenti delle richieste alle strutture territoriali, dai medici di famiglia, dalle guardie mediche. Una domanda, insomma, al momento attuale prevedibile.

La patologia del pronto soccorso deve essere affrontata tramite una approccio di falsificazionismo di stampo vagamente popperiano, laddove verifica e confutazione abbiano pari dignità e sia possibile quindi affrontare le problematiche senza che queste debbano essere percepite dal soggetto operante nel sistema (azienda ASL, Regione, etc) come offese alle quali reagire sdegnati e con ferme negazioni aprioristiche ma, al contrario, come indicatori per analizzare cosa non va e lavorare affinché il sistema funzioni al meglio in relazione ai propri obiettivi, che sono quelli di accogliere e processare più pazienti nel minor tempo possibile. Solo con tale procedura, sarà possibile attivare quei precorsi per riportare l’organizzazione pronto soccorso nella propria fisiologia, uscendo dal patologico-cronico in cui si trova adesso.

Certamente, potrà accadere che i responsabili non della patologia, si badi bene, ma della mancanza di analisi e iniziative per ridurre tale patologia, si vedano privati di premi produzione, premi obiettivo; questo, però, è un effetto secondario e non necessariamente definitivo. Voglio sottoporre alla vostra attenzione l’ultima segnalazione che ci è giunta. È la storia di una signora quasi novantenne (e per chi considera il problema “lontano”, si ricordi che tutti noi, se fortunati, arriveremo ad essere anziani, con il rischio di essere lasciati nelle stesse condizioni, inascoltati, e con meno forza per far valere le proprie ragioni) di Capannori. Una persona anziana; un malore – magari di per sé non degno di essere considerato urgenza, e nemmeno emergenza, ma tale da consigliare il trasporto al pronto soccorso. Non sappiamo quale posizione la signora abbia ricevuto nella codificazione dei triage, anche se l’età dovrebbe costituire un fattore moltiplicativo alla semplice divisione in colori o numeri.

Apprendiamo da La Nazione di Lucca del Primo ottobre che dal pomeriggio è rimasta in barella fino a sera. Una lettiga stretta, senza possibilità per una persona molto anziana di girarsi. Immaginiamoci adesso la scena: essere costretti su una barella, in un luogo certamente non piacevole, stando male, fra persone che passano, corrono, stanno a loro volta male, si lamentano. Luci molto intense, camici. E senza nessuna informazione sul “sé”. Sì, perché “fino a sera, nessuno l’ha visitata, ed è stata per ore e ore lì, parcheggiata, senza che succedesse niente”.

Ore di attesa in barella e senza comunicazione. Come direbbe qualcuno, strillando: “ma di cosa stiamo parlando?”. Sì, perché è sufficiente un caso. Questo caso, e ve ne sono molti, per minare la credibilità di un sistema che nega strenuamente di essere affetto da problematiche e da incompetenze. Così come il malato che rifiuta la malattia non fa che peggiorare, così il sistema sanitario che rifiuta di accettare l’esistenza di una problematica e non formula analisi e soluzioni, non può che peggiorare. Ore di attesa, in barella e senza comunicazione. “In serata finalmente, intorno alle 21:30, le hanno tolto il sangue per le analisi e intorno alle 22 le hanno fatto una radiografia, ovvero quasi sette ore dopo l’accesso”.

La signora, spostata in una stanza, è rimasta in barella fino alla mattina del sabato, al prelievo delle 7.30. La sensazione che di notte l’attività degli ospedali rallenti rimanendo attiva solo per le emergenze e urgenze è forte. Ed è il lato oscuro. Con un’altra promessa: quella del funzionamento dei macchinari H24, sette giorni su sette, 365 giorni all’anno, che è rimasta impressa su qualche evento sbandierato in note stampa, ma i cui

effetti, a oggi, restano scarsi in relazione al funzionamento della macchina sanitaria. Eppure, maggiore potere ed efficienza al pronto soccorso potrebbe significare, in molti casi, anche molti meno accessi successivi, cronicizzazioni, passaggi al privato, contenziosi. Questa vicenda si conclude “intorno alle 16 di sabato… la signora è stata ammessa negli ambulatori dove ha ottenuto di parlare con qualcuno”. La gente, nel dettaglio, i parenti della signora, sono “amareggiati per le condizioni in cui è stato ridotto l’ospedale. È chiaro che non c’è posto e che la struttura è troppo piccola: vedere per ore persone anziane parcheggiate nel corridoio è stato umiliante, c’erano anche altri due anziani, di quasi 100 anni”. Eppure, nulla si legge nelle fonti ufficiali circa il sottodimensionamento della struttura e delle sue capacità di elaborare la domanda.

È questa la sanità che vogliamo continuare ad avere?

Giacomo Giannarelli (M5S): “Conclusa richiesta di fuoriuscita procedura infrazione europea per la discarica Le Porte al Giglio”

“Grazie all’eccellente lavoro del generale di Brigata Giuseppe Vadalà, commissario straordinario alla realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento della normativa vigente sulle discariche abusive italiane possiamo toccare con mano risultati oltre ogni aspettativa”. Così il presidente del gruppo consiliare del Movimento 5 stelle in Regione Toscana, Giacomo Giannarelli.

Sono 42 le discariche bonificate durante il mandato di Vadalà. “Nella nostra regione – spiega Giannarelli – vi era il solo sito dell’Isola del Giglio. La bonifica, terminata nell’aprile del 2017, era sotto procedura d’infrazione europea. Adesso, è notizia di queste ore, ho il piacere di annunciare che si è giunti al completamento degli atti propedeutici alla richiesta di fuoriuscita dalla procedura. Finalmente – insiste Giannarelli – abbiamo imboccato il giusto percorso che potrà assicurare ai cittadini un futuro migliore con al centro l’esclusivo interesse per la salute e l’ambiente. Nel complesso – conclude il presidente del gruppo consiliare M5S – l’operazione del generale Giuseppe Vadalà porta un risparmio di ben 13 milioni e 600mila euro ogni anno”.

Maggiore attenzione per le campagne, intervento di Irene Galletti (M5S) a margine della presentazione del distretto rurale della Val di Cecina

“La salvaguardia del territorio e la valorizzazione delle peculiarità locali sono tra i punti cardine dell’azione del Movimento 5 stelle”. Così la consigliera regionale Irene Galletti a margine della presentazione del distretto rurale della Val di Cecina avvenuta questa mattina a Volterra.

“Guardiamo con favore – spiega – a entità che partono dalle esigenze degli abitanti e delle aziende agricole locali, dettate dalla necessità di rivitalizzare aree rurali che dagli anni ’60 soffrono un forte declino. Lo spopolamento delle nostre campagne, così come il graduale abbandono di queste zone da parte delle scelte della politica, non ha fatto altro che acutizzare problemi quali il rischio idrogeologico e la perdita di identità e valori: il venire meno di presìdi decentrati – sottolinea Galletti – è una sconfitta per tutti. Negli ultimi tempi qualcosa, anche grazie all’azione del Movimento 5 stelle al governo, sta cambiando e la direzione intrapresa è, per fortuna, in controtendenza. Ma ancora molto resta da fare”.

La consigliera Galletti sottolinea l’importanza di favorire “Un’agricoltura che deve offrire la giusta retribuzione al coltivatore e che deve essere valorizzata soprattutto localmente: da tempo, tramite atti concreti presentati sia a livello regionale che nei singoli municipi, il Movimento 5 stelle chiede la sempre maggiore introduzione nelle mense ospedaliere e scolastiche di alimenti derivanti da una filiera corta. Sì, perché è grazie ad atti concreti che si possono aiutare i tanti imprenditori locali, titolari di piccole e medie aziende che devono avere un vantaggio reale nel rimanere sul territorio. Il Movimento 5 stelle – conclude Galletti – seguirà tutto il processo destinato al riconoscimento del distretto rurale della Val di Cecina con spirito costruttivo e nel pieno interesse dei diritti del cittadino rurale, figura le cui esigenze meritano attenzione politica e massimo rispetto”.

Vicenda Continental, Irene Galletti (M5S): “Fondamentale il mantenimento dei livelli occupazionali”

“Siamo profondamente preoccupati per le possibili ripercussioni che il nuovo piano per la riduzione dei costi presentato dalla multinazionale Continental potrebbe avere sul destino di 500 lavoratori nel Pisano”. Così la consigliera regionale del Movimento 5 stelle, Irene Galletti. “Da tempo seguivamo con attenzione la vicenda, grazie al prezioso contributo di operai e sindacalisti. Il mantenimento dei livelli occupazionali – spiega – è un nodo essenziale che deve essere incluso nelle strategie imprenditoriali della Continental”. Galletti ricorda che il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli proprio in questi giorni ha annunciato la convocazione di un tavolo ministeriale dedicato al comparto auto: “Ovviamente – prosegue Galletti – l’iniziativa coinvolge tutto il settore dell’automotive e rappresenta, dunque, un primo importante segnale della grossa attenzione che questo governo ha deciso di convogliare su questo prezioso settore. Da parte nostra, riguardo la vicenda Continental, presenteremo un atto ad hoc in Regione, così che prosegua e si intensifichi il monitoraggio della situazione. Cercheremo, inoltre, di favorire e seguire in modo costante un positivo collegamento tra il ministero, i vertici regionali, l’azienda e le rappresentanze sindacali, in modo da rendere un servizio utile ai lavoratori coinvolti e a tutto il territorio pisano”.

Fridays for future, il M5S risponde presente

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“Sostegno alle migliaia di ragazzi che hanno preso parte al Fridays for future a Firenze. È stata un’esperienza bellissima, un modo per stare tutti quanti assieme e gridare forte la nostra voglia di un futuro verde, sostenibile, pulito. È una vera moltitudine inarrestabile”. Così il presidente regionale del Movimento 5 stelle, Giacomo Giannarelli. 

Il M5S lotta da sempre per ridurre sprechi, aumentare il riciclo delle materie e favorire ogni forma di energia a basso impatto ambientale. “Anche in Toscana – spiega – abbiamo fatto molto in questo senso, con un impegno che è andato dall’attenzione al ciclo dei rifiuti sino alle tematiche dell’acqua pubblica e della salvaguardia del bene idrico, fin troppo spesso disperso a causa di una rete colabrodo”.

Giannarelli ricorda come il Movimento si sia battuto “Contro i fattori inquinanti che aggrediscono le nostre spiagge e il nostro mare e abbiamo cercato di favorire l’utilizzo di prodotti a chilometro zero”.

La cura dell’ambiente, così come evidenziato dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, può essere un volano anche per quanto riguarda l’occupazione. “Sì, perché grazie a una filiera energetica virtuosa – insiste Giannarelli – è possibile non solo garantire a noi, ai nostri figli e a coloro che verranno nei prossimi secoli su questa terra un luogo migliore in cui vivere, ma è anche possibile creare nuovo lavoro, nuove imprese. Non vi è una scelta tra lavoro e ambiente, non siamo obbligati, come troppo spesso ci è stato fatto credere, a dover decidere tra l’uno e l’altro: possiamo avere un territorio pulito e benessere economico, le due cose non si escludono, bensì si integrano. E come Movimento 5 stelle continueremo a batterci affinché questo divenga sempre più possibile”.

Giannarelli sottolinea l’impegno del Movimento “Affinché la Regione si doti al più presto di un nuovo piano rifiuti che preveda il superamento degli inceneritori, così come importante è stato il contributo che ho voluto dare riguardo il piano sulla mobilità sostenibile, che va riscritto in funzione dei bisogni di mobilità della gente e della manutenzione delle infrastrutture; o il piano energetico, che dovrebbe ambire a rendere la nostra regionale 100 per cento rinnovabile entro il 2050. Conta la politica tanto quanto le piccole scelte quotidiane, anche con il carrello della spesa – conclude – decidiamo il futuro del pianeta”.