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PD-ROSSI CON UNA MANO DA’ E CON L’ALTRA LEVA. CAMBIA REGOLAMENTO PER PERMETTERE PERDURARE CASO STECCAIA

Con senso di responsabilità ieri abbiamo approvato la generica risoluzione del Partito Democratico sulla crisi idrica. Peccato che il duo PD-Rossi si sia confermato irresponsabile bocciando le nostre proposte a riguardo tra le quali quelle dedicate al caso Steccaia: accogliere la richiesta di ASA di aumentare la capacità di emungimento dei due pozzi in zona Steccaia, per passare da 900mila metri cubi/anno all’obiettivo necessario di 1.570.000; adoperarsi per rendere esecutivo il piano di investimenti predisposto da ASA e condiviso coi sindaci del territorio e sollecitare Solvay all’ottemperamento della delibera 40, incluso il finanziamento di 4,6 milioni dovuto ad ASA spa.

Ma quanto abbiamo scoperto leggendola delibera di Giunta 673 del 19 giugno 2017 ci ha lasciato ancor più sbigottiti: mentre prima di questa data la Regione era ancora schierata dalla parte dei cittadini nello storico contenzioso con Solvay per la sottrazione di acque potabili operata dall’azienda, oggetto del suo terzo ricorso al TAR, il duo PD-Rossi riusciva nell’ennesimo miracolo al contrario, trovando l’escamotage per evitarle ogni problema.

Con la modifica ad un regolamento approvato un anno fa, all’art. 4 la giunta regionale ha previsto che una qualsiasi azienda possa usare l’acqua pubblica, quindi potabile, semplicemente autocertificando che per lei è economicamente svantaggioso prenderla da altre fonti di approvvigionamento, quali ad esempio un depuratore. Tradotto per i non addetti ai lavori: Solvay non dovrebbe più dimostrare “con idonea documentazione economico finanziaria” analizzata “dal settore competente” regionale che per lei usare l’acqua del depuratore Aretusa non è sostenibile, bastesterebbe che lo autodichiari con una perizia firmata da un professionista.

Praticamente con una mano la Regione ha dato ai cittadini l’illusione di garantire il loro diritto ad avere per primi l’acqua potabile e con l’altra ci sembra aver trovato il modo di facilitare Solvay nel continuare a poterlo calpestare, usufruendo al posto loro di questa risorsa vitale nonostante la siccità.

Vedremo martedì in Commissione se questa nostra interpretazione è o meno corretta. Restano comunque i fatti al netto delle chiacchiere: il PD poteva votare la nostra mozione e non l’ha fatto, poteva tenere il regolamento com’era e invece l’ha cambiato in questa direzione sospetta. Quando si dice governanti con la schiena dritta …

SACCARDI ‘PROROGA A KEDRION PERCHE’ NESSUN ALTRO POTEVA GARANTIRE SERVIZIO’. E COME HA FATTO A SAPERLO SENZA FARE UNA GARA?

Arrivata la risposta della giunta regionale alla nostra interrogazione sulla convenzione in essere tra Regione Toscana e Kedrion spa, società legata al senatore PD Marcucci.

Una società legata al senatore PD Andrea Marcucci, la Kedrion spa, continua ad erogare un servizio in proroga grazie al fatto che la Regione Toscana guidata dallo stesso partito di Marcucci non fa la gara di affidamento di quel servizio. Oggi sappiamo anche il perché. Ce lo spiega nella risposta alla nostra interrogazione Stefania Saccardi, collega di partito di Marcucci e assessora alla sanità regionale: alla data di scadenza della convenzione, 30 aprile 2017, “nessun altro soggetto” era “in condizioni di poter garantire l’esecuzione del servizio senza alcuna soluzione di continuità”.

E come ha fatto l’assessora a saperlo senza fare una gara? Ha mandato una mail ai concorrenti e gli hanno risposto “no non ci interessa”?

Ricordiamo ai cittadini di cosa stiamo parlando: dall’agosto 2016 la Regione Toscana è capofila di PLANET, raggruppamento che la vede accanto a Campania, Lazio, Marche e Ispettorato generale della Sanità Militare, nato per realizzare una gara su un tema molto particolare “l’acquisizione del servizio relativo al ritiro del plasma prodotto dalle strutture trasfusionali delle regioni aderenti e produzione, stoccaggio, consegna di farmaci plasma derivati e gestione attività successive”.

La proroga di questo servizio arriva grazie ad una legge 219/2005 cucita su misura che realizzò un cortocircuito istituzionale. Kedrion forniva i servizi sul plasma dal 1998, tramite un Accordo Interregionale (AIP) che coinvolgeva 10 regioni tra le quali la Toscana. Vinse un primo appalto di due anni, poi rinnovato per altri due e nel 2002 Kedrion spa si tenne il business quale unico partecipante alla gara indetta dall’allora capofila: la Regione Veneto. Questo grazie al fatto che fino al 30 giugno 2016 il Governo si era “dimenticato” un decreto attuativo.

Purtroppo per i cittadini però da quel 30 giugno 2016 tutto è rimasto nei fatti uguale. Il Centro Nazionale Sangue ha sì indicato i criteri per la definizione ottimale delle aggregazioni fra regioni, creando le condizioni per far indire la gara di assegnazione alla Toscana e agli altri soggetti di PLANET (con Campania, Lazio, Marche e Ispettorato generale della Sanità militare), ma la Toscana la gara non l’ha fatta e ha prorogato il servizio. Un evidente vantaggio per Kedrion.

Saccardi ci scrive che per la gara sono alla “fase di chiusura del capitolato da parte del collegio tecnico”. Grave che dal 30 giugno dell’anno scorso non siano stati in grado di definirlo. È solo un puro caso che a beneficiarne sia stata un’azienda legata al senatore Marcucci, dotato di una grande fortuna imprenditoriale.

ANDREA QUARTINI

AUTONOMIA SCOLASTICA E’ TEMA CRUCIALE PER TUTELA DIRITTO ALLO STUDIO

Si stanno avviando in tutta la Toscana i Tavoli di lavoro per il Dimensionamento della Rete scolastica e la Programmazione dell’Offerta formativa per il prossimo anno scolastico. Stiamo seguendo con cura la parte di questi lavori dedicata al tema dell’autonomia scolastica. Un tema cruciale per garantire il diritto allo studio al pari della soluzione di quell’emergenza edilizia scolastica che abbiamo portato in Consiglio regionale costringendo il duo PD-Rossi a superare la vergognosa situazione di zero fondi dedicati nel Programma di sviluppo regionale approvato.

Rispetto alla Provincia di Massa Carrara, dopo aver contribuito a scongiurare il problema sul Pacinotti di Fivizzano e il Classico di Aulla, abbiamo saputo che è riemerso lo scenario peggiore per il liceo Fermi di Massa e il liceo Marconi di Carrara. Attendiamo di conoscere dal Tavolo convocato per la prossima settimana se queste indiscrezioni corrispondono al vero.

Di certo da qui a novembre, quando la situazione sarà portata a livello regionale, avremo elaborato un piano per modificare l’attuale quadro delle autonomie: non è pensabile che mentre si tollerano maxi istituti comprensivi da duemila alunni, più del doppio del tetto massimo dell’autonomia, si tenga un atteggiamento rigido e inflessibile sul tetto minimo di 600 studenti medi su base triennale, con la sola eccezione delle comunità montane e insulari.

Più che della ragioneria spiccia fatta dai partiti, dal PD fino a Forza italia, questo paese e questa regione hanno bisogno di un governo nazionale e regionale che investa sul capitale più importante: l’istruzione dei nostri giovani.

A livello nazionale il nostro programma è l’unico a parlare di alzare la spesa pubblica per l’istruzione dal 7,9% attuale al 10,2% della media europea. Un modo per avere edifici più sicuri, spazi adeguati e un’offerta formativa più ampia per classi di studenti col numero massimo di 22. Un programma che anche a livello regionale stiamo già cercando di declinare ricordando al PD che serve un atteggiamento serio e aperto sul tema autonomie scolastiche e fondi dedicati fissi per risolvere l’emergenza edilizia scolastica.

IRENE GALLETTI
GIACOMO GIANNARELLI

ANIMALI D’AFFEZIONE SUI BUS, APPROVATA LEGGE M5S. SERVIZIO PUBBLICO MIGLIORE CON NORMA DI CIVILTA’

È passata all’unanimità in Consiglio regionale la nostra proposta di legge per l’accesso degli animali d’affezione sugli autobus del servizio pubblico toscano. Entro marzo 2018 dovranno essere armonizzati tutti i regolamenti dei gestori TPL operanti in Toscana per garantire un’omogeneità di trattamento oggi assente tra i territori.

Siamo felici dell’unanimità del voto su questa piccola legge di civiltà e buon senso. Ci voleva il Movimento 5 Stelle per presentarla e raccogliere il primo voto unanime su una proposta di legge di questa consiliatura. Ennesima dimostrazione di quanto siamo una forza di governo capace di migliorare la legislazione e quindi la vita dei cittadini toscani.

I cittadini potranno finalmente portare sui bus il proprio animale d’affezione secondo poche regole emerse dal lavoro di commissione: i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio e con la museruola o in alternativa, come gli altri animali d’affezione, in trasportino o gabbiette. Saranno i padroni ad assicurare che gli animali non sporchino la vettura e non disturbino gli altri passeggeri dell’autobus. Né più né meno di quanto già fanno in strada.

IRENE GALLETTI

PRESIDIO HA FUNZIONATO: FAMIGLIA RESTA NELLA CASA PAGATA. ADESSO ANALIZZARE TUTTI I PIANI PEEP TOSCANI PER VERIFICARE RISPETTO PREZZO DI CONVENZIONE

I cittadini hanno manifestato la loro solidarietà ad un abitante di Scandicci sottoposto al quinto tentativo di spossessamento dell’abitazione dove resiede con la propria famiglia. Questa non è una lotta a favore di un singolo ma per ristabilire la legalità nel comune Scandicci. Lo spossessamento è stato rinviato ad ottobre, quindi il presidio pacifico di stamattina ha raggiunto l’obiettivo principale: evitare che questa famiglia fosse ingiustamente tolta dalla sua abitazione.

Questa vicenda s’inserisce in un complesso più ampio in quanto ci risulta che tutti i piani Peep Toscani, che abbiamo esaminato, il prezzo di convenzione non è stato rispettato. Verificheremo e ne chiederemo conto in ogni sede istituzionale opportuna. La legge c’è già, è il d.lgs 122/2005, bisogna semplicemente applicarla tutelando così l’acquirente.

Intanto chiediamo alla amministrazione locale, attore principale deputato al controllo della regolare esecuzione della convenzione, di prendere posizione in tutela dei cittadini, anche alla luce delle sentenze del TAR e del Consiglio di stato che sanciscono in modo inequivocabile che il prezzo di convenzione deve essere rispettato. Una battaglia è vinta aiutateci a combattere le prossime.

GABRIELE BIANCHI
ANDREA QUARTINI
VALERIO BENCINI (M5S Scandicci)

ESPORTARE PER GIUNTA, ASL E AGENZIE REGIONALI IL MODELLO VIRTUOSO DEL BILANCIO GESTIONALE DEL CONSIGLIO

Da gennaio il Consiglio regionale ha uno strumento di buona amministrazione che deve essere esteso alla giunta regionale e ad ogni ente, azienda o organismo di diritto pubblico dipendente dalla regione. Parliamo del Bilancio finanziario gestionale, uno strumento che fa da pendant col Piano anticorruzione e riesce a programmare l’attività della macchina amministrativa con rigore e trasparenza. L’anticamera necessaria per quel bilancio trasparente che attueremo una volta al governo della regione, dove tutti i cittadini potranno vedere cosa sta facendo l’amministrazione, in tempo reale, fino alla verifica della fattura finale di spesa.

Il Bilancio finanziario gestionale rende chiara la programmazione delle risorse finanziarie affidate alla macchina amministrativa: a cosa servono, come devono essere spesi quei soldi dei cittadini, da chi ed entro quanto tempo. E nel caso del modello adottato dal Consiglio regionale su input della dirigenza al bilancio il dettaglio arriva oltre macrocapitoli dai titoli altisonanti – modello giunta regionale – permettendo un effettivo controllo.

Quello che chiediamo è di far adottare questo modello anche alla giunta, per smetterla di vedere che la Regione spende “1,3 milioni nel capitolo Giovani” ed entrare nel dettaglio di come i giovani toscani possono veramente prendere quel milione e tre, sempre che effettivamente lo prendano.

La storia dei fondi per i giovani agricoltori ci dice infatti che a fronte di roboanti dichiarazioni a mezzo stampa quella parte di ‘vincitori’ di quei bandi li hanno visti anche un anno e mezzo dopo l’ingresso in graduatoria.

GABRIELE BIANCHI

EROSIONE COSTIERA? SOLO 44% DEI FONDI AGLI INTERVENTI (SOPRATTUTTO SUL 2018) MENTRE IL RESTO SE NE VA IN PROGETTAZIONE

Abbiamo portato il problema erosione in Regione con una proposta al voto nel Consiglio regionale di domani e dopodomani.

Dei 5.286.769,69 euro messi dalla Regione Toscana per contrastare l’erosione costiera solo il 44% va ad interventi, mentre la fetta maggiore è destinata ad una progettazione che spesso ha tempi lunghi. In conseguenza, nonostante gli annunci a mezzo stampa di qualche esponente politico poco informato, sul 2017 la giunta regionale ha previsto ben pochi interventi effettivi. Il grosso si svilupperà solo il prossimo anno.

Per questo abbiamo chiesto alla Giunta di attivare tutte le azioni ordinarie e straordinarie per accelerare la progettazione degli interventi e avviare quanto prima i lavori urgenti nelle aree più critiche come Massa, Orbetello, Punta Ala e Castilione delle Pescaia.

L’Università di Firenze ha reso noto che negli ultimi vent’anni il mare ‘si è mangiato’ troppo arenile solo nel 6% della fascia costiera regionale e i tratti più critici sono quello tra la foce del Serchio e Bocca d’Arno, quello a sud della foce del Fosso della Cecinella, la foce dell’Ombrone, il litorale di Marina di Massa, la spiaggia di Vada, il golfo di Baratti, la spiaggia di Punta Ala e il litorale di Castiglione della Pescaia.

Tuttavia nel 2016 la Regione si è vista arrivare segnalazioni per problemi di erosione o danni da mareggiata solo in parte di queste: il litorale di Orbetello, il Golfo di Follonica, la spiaggia di Punta Ala e l’arenile di Marina di Massa, in particolare nella località Poveromo. Perché allora la maggior parte degli interventi in queste zone sono ancora alla fase di progettazione?

Gli interventi in queste aree devono garantire quanto prima l’equilibrio costiero. Se ormai l’estate è avviata, non si aspetti la prossima primavera per “svegliarsi” con quella che solo degli amministratori sventurati possono continuare a chiamare ‘emergenza’ al pari del caldo torrido e della siccità. Tutti questi fenomeni sono noti, previsti, studiati ed è semplicemente un dovere istituzionale gestirli con necessario tempismo. Chi se ne stupisce ha solo sbagliato a chiedere la fiducia dei cittadini nell’amministrare la cosa pubblica.

GIACOMO GIANNARELLI

FIDI TOSCANA E SVILUPPO TOSCANA UNITE? NOI PROPONIAMO, ASSESSORE DÀ DISCO VERDE. ORA IL VOTO IN CONSIGLIO

Ci voleva il Movimento 5 Stelle per avviare una sensata razionalizzazione delle partecipate regionali.

Il 27 aprile scorso chiedemmo alla Giunta regionale una valutazione sull’idea di far confluire le funzioni di Fidi Toscana spa in Sviluppo Toscana spa: solo nel 2015 questo doppione toscano ci era costato 6,6 milioni di perdite nel bilancio regionale e mentre il duo PD-Rossi si beava di un utile tecnico di 210mila euro registrato da Fidi Toscana sul 2016 – pari allo 0,8% di quanto ci è costata negli ultimi 4 anni (12 milioni di euro) – noi ci siamo concentrati sulle possibilità di unire l’agenzia regionale nata dallo scorporo di Sviluppo Italia con la componente pubblica della finanziaria “dolente” toscana.

La risposta dell’assessore regionale Ciuoffo ci ha rallegrato, un disco verde esecutivo a questa proposta che abbiamo quindi subito tradotto in un atto di indirizzo che sarà votato nel Consiglio regionale di domani.

Condividiamo le premesse dell’assessore sulla necessità che l’analisi di fattibilità di questa proposta debba considerare il valore aggiunto di un aumento dell’efficienza della macchina regionale nell’erogazione di finanziamenti e considerare l’impatto occupazionale interno ed esterno derivante.

E non dovrebbe spaventare l’Istituzione il fatto che oggi quasi il 54% del capitale di Fidi Toscana è detenuto da banche private. Lo stesso Presidente Petretto ha segnalato con cura che la società non regge alle condizioni attuali, senza un nuovo piano strategico che nessuno dei soci pare aver intenzione di chiedere.

Saranno per prime le banche private a giovarsi del fatto che questa lunga storia, segnata da un capitolo finale di insuccessi contabili che pesano anche sui loro bilanci oltre che su quello regionale, trovi la fine.

GABRIELE BIANCHI

DRAMMA FALLIMENTI COOPERATIVE EDILI, DOPO UN ANNO AL PUNTO DI PARTENZA. NON CI ARRENDIAMO: NUOVO INDIRIZZO E MOBILITAZIONE SUI TERRITORI

In Toscana ci sono numerose famiglie che hanno creduto nella promessa di un’abitazione a prezzi calmierati tramite le cooperative edili abitative per poi trovarsi senza casa e senza riavere indietro l’investimento fatto.

Un anno fa abbiamo portato la questione in Consiglio regionale ottenendo il voto unanime sull’impegno di chiedere al Governo l’applicazione della normativa esistente a tutela di queste persone il D.lgs 122/2005. La Regione Toscana ha scritto al governo quanto indicato nell’atto, ma né Renzi né Gentiloni hanno mosso un dito. Anzi hanno continuato persino ad evitare di intervenire sul minimo dovuto: cioè l’impianto sanzionatorio scritto nella legge ma non applicato per carenza di disposizioni.

Noi non ci arrendiamo e per questo ci siamo attivati su due fronti: una nuova proposta istituzionale e la mobilitazione dal basso in sostegno di questi cittadini truffati. Sul fronte istituzionale stiamo predisponendo un atto di indirizzo dove riportiamo all’attenzione del Consiglio la necessità che la Regione Toscana supporti questi cittadini, anche tramite assistenza legale. Inoltre chiediamo che la giunta regionale promuova un metodo di prevenzione di queste truffe legalizzate, nel rispetto del d.lgs 122/2005: un protocollo tra Comuni toscani e Regione affinché al momento che le cooperative edili chiedono autorizzazione a costruire, gli enti locali inseriscano tra i requisiti la presenza delle fidejussioni a tutela dei soci.

Sul fronte invece della mobilitazione stiamo promuovendo azioni di sostegno per questi cittadini, tramite il nostro gruppo di lavoro Obiettivo Legalità. La prima sarà a Scandicci l’11 luglio. Ci troveremo da liberi cittadini in Via di Porto 193 per un presidio pacifico di contestazione del quinto tentativo di sottrazione subito da un cittadino che ha denunciato questo sistema e oggi, paradossalmente, anziché avere il sostegno dello Stato si vede intimare l’abbandono della sua casa, nonostante vi abiti con una figlia minorenne. Nell’occasione sarà con noi il nostro senatore Mario Michele Giarrusso che, per difendere la causa di questa famiglia, ha messo nell’abitazione la sua segreteria politica.

GABRIELE BIANCHI

“Invito a questo presidio il sindaco di Scandicci, il Consiglio comunale e tutti i cittadini, perché l’ingiustizia subita da questa famiglia è rappresentativa di un sistema che non funziona. I cittadini si pensano in un rapporto a due con la cooperativa edile, mentre c’è sempre un terzo attore: la Pubblica Amministrazione. Questa deve verificare il rispetto delle convenzioni con le cooperative edili, che possono vendere solo alle cifre pattuite, ma oggi non lo fanno in violazione della normativa.

In merito al caso oggetto del presidio Bencini ha precisato “Questo cittadino ha denunciato il sistema, si è rifiutato di pagare un importo più che doppio rispetto alla convenzione e per questo è stato espulso dalla cooperativa. Un atto tramite il quale questa, in liquidazione dal 2016, ha ottenuto quel dispositivo di rilascio dell’immobile che l’11 luglio potrebbe portare questa famiglia coraggiosa in mezzo ad una strada.

Queste cooperative prendono fondi regionali, in alcuni casi anche europei, e risorse comunali nei termini di mancati oneri di urbanizzazione per contro dovrebbero consentire a dei cittadini di farsi la casa a prezzi ragionevoli nel rispetto della legge, come chiarisce anche una recente sentenza del Consiglio di Stato. Eppure da Scandicci ad Arezzo, fino al recente caso di San Miniato, la Toscana è piena di casi dove questa normativa non è rispettata e nemmeno si rispetta il modello originale della cooperazione edile. Pensate che qualcuna di queste cooperative ha messo gli immobili persino in agenzia “le piace? Bene diventi socio della cooperativa e sarà sua”.

VALERIO BENCINI

PD INSISTE SU GRANDI OPERE INUTILI, COME MEDIOETRURIA. MENTRE SERVONO PICCOLE OPERE UTILI. BRETELLA DI PIOMBINO SARA’ PRONTA, SE VA BENE, NEL 2020

Dal convegno “Cura del Ferro in Toscana” emerge lo spaccato di un governo regionale arroccato su grandi opere inutili, incapace di ascoltare territorio e Università nel loro chiedere di spendere la seconda voce di bilancio dopo la sanità in interventi utili da realizzarsi in tempi ragionevoli.

Da una parte PD-Rossi persistono nell’investire denaro e tempo in cattedrali nel deserto come la stazione AV MedioEtruria dall’altro fanno opera di distrazione di massa su un altro grande fallimento della capacità di pianificazione regionale: la bretella di Piombino. Se tutto andrà bene sarà realizzata non prima di tre anni. Ma non era una componente cruciale del rilancio del sito produttivo e del porto? Non era nell’elenco dei da fare dell’accordo con AFERPI?

Senza considerare il problema evidente di mancanza di una visione complessiva, raccontata dalla giunta PD-Rossi ma non praticata visto che il 51% delle risorse è destinato all’area fiorentina.

Ci conforta sentire la Dirigente del Ministero delle Infrastrutture dire che la Tirrenica va rivista. Glielo spieghi a Rossi che ci sembra confuso sul tema.

GIACOMO GIANNARELLI