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GIUNTA PD-ROSSI SBLOCCHI I 3,5 MLN PER ROTATORIA A MONTENERO

Gli incidenti stradali non aspettano la burocrazia. L’ultimo solo due giorni fa ha coinvolto due ragazze, confermando l’urgenza di intervenire sullo svincolo tra Via di Montenero e la Variante Aurelia, a Livorno.

Pochi forse sanno che da due anni e mezzo la Regione ha attivo un Protocollo d’Intesa col Comune di Livorno dove, al primo punto, è citata la valutazione della conferma del finanziamento per una rotatoria proprio in quel punto. L’opera serve e nella delibera appunto del marzo 2015 è scritto chiaramente che la sua realizzazione è indipendente dalla realizzazione del presidio ospedaliero a Montenero cui il Comune di Livorno ha giustamente detto no. Ci sarebbero pure i soldi, 3,5 milioni, e l’assegnazione dei lavori. Manca solo che quel protocollo traduca nella pratica quanto scritto e la giunta Rossi autorizzi il Comune a spendere i fondi per quest’opera.

Il Sindaco Nogarin lamentava correttamente questo ritardo e visto il silenzio verso i suoi richiami abbiamo protocollato un’interrogazione al Presidente Rossi.

Vogliamo sapere quando e se darà l’ok per realizzare la rotatoria e in esteso istituire un tavolo tecnico col Comune per snellire e semplificare le procedure necessaria a rendere effettivo quanto scritto in quel protocollo. Tra gli interventi indicati ricordiamo la bonifica e riconversione TRW, che è in area SIR, il sostegno a Livorno Smart City ed Effetto Venezia, e soprattutto il sostegno per l’inserimento lavorativo giovanile.

GIACOMO GIANNARELLI

ALLERTA UOVA COL FIPRONIL ARRIVATA 31/7 PERCHE’ REGIONE SI E’ MOSSA UN MESE DOPO?

Abbiamo portato in Consiglio regionale il caso delle uova contaminate col fipronil. Tramite il sistema d’allerta europeo RASFF le istituzioni hanno saputo del problema fipronil a fine luglio ed è datata 31 luglio l’informativa del Ministero della Salute verso le Regioni per attivare verifiche su uova e ovo-prodotti potenzialmente contaminati. Perché i sequestri in Toscana sono partiti un mese dopo?

La giunta PD-Rossi deve chiarire il ritardo e il motivo per il quale non esiste alcun atto di giunta sul caso fipronil nonostante ci risulti si sia riunita in tre occasioni da quell’allerta: 31 luglio, 7 e 29 agosto. Saccardi e Rossi hanno un monitoraggio in tempo reale del quasi milione di uova e ovo-prodotti che arriva in Toscana dall’estero o si sono fatti guidare dal loro notoriamente fortunato sesto senso nel periodo estivo?

La questione del ritardo ci sembra ancor più paradossale considerato che il sistema di allerta europeo è telematico, così come quello regionale (Sistema della Regione Toscana di allerta rapida alimenti e mangini – SARAM) e a poco ci conforta leggere la nota stampa di Saccardi dove segnala che le uova contaminate trovate in Toscana il 24 agosto avevano bassa tossicità e quindi, anche nel caso di ingerimento, non c’erano rischi per la popolazione.

Il sistema di prevenzione non ha ben gestito la situazione: ogni giorno emergono nuovi accertamenti di prodotti contaminati che potevano essere intercettati prima di avere il dubbio che qualcuno se li sia mangiati, esponendosi a possibili dolori addominali, nausee, vomito e – nei casi di maggior intossicazione – danni renali.

Il sistema di controllo e prevenzione deve trovare un momento di revisione alla luce del caso fipronil. L’Italia nel 2016 ha importato 38,1 milioni di chili di uova fresche da paesi esteri e 11 milioni di ovo-prodotti. Come possiamo aumentare la garanzia per i toscani che quelle arrivate nella regione non siano contaminate oggi da un insetticida e domani da qualche altra sostanza chimica? Il Movimento 5 Stelle ha le sue ricette a riguardo e intanto sul piano regionale continua a spingere per quella più netta: promuovere filiera corta e autoproduzione. Perché importare uova estere quando abbiamo le migliori in Toscana?

IRENE GALLETTI

VACCINI OBBLIGATORI. CAOS AMMINISTRATIVO IN TOSCANA, CHE DEVONO FARE I GENITORI?

Come da noi previsto la legge sulle vaccinazioni obbligatorie ha generato un caos amministrativo subìto da milioni di genitori e centinaia di migliaia di dipendenti pubblici, cui la Regione Toscana sta purtroppo contribuendo in peggio.

Di tutto c’era bisogno tranne che dell’ansia di apparire eccellenti e alternativi del governo toscano targato PD-Rossi, che si è inventato procedure contrarie a quanto disposto dal Ministero e, a pochi giorni dal primo termine perentorio dato dalla legge (l’11 settembre), si trova ancora a chiedere al garante della privacy pareri e verifiche sulle proprie scelte fantasiose. Un miracolo al contrario che sta gettando ancora più nell’ansia decine di migliaia di genitori interessati dal provvedimento.

La procedura che i genitori devono seguire per essere tranquilli sulla non esclusione dei propri figli in fascia 0-6 anni dai servizi educativi all’infanzia o dalle scuole dell’infanzia (ovvero “nidi” e “asili” o “scuole materne”) è chiara, scritta nella legge e se non bastasse precisata nell’ultima circolare del Ministero della Salute n.26382 del 1 settembre 2017. Tutti i genitori devono presentare la documentazione sullo stato vaccinale dei figli alle scuole, entro l’11 settembre, pena l’esclusione dalle attività. Possono anche autocertificarla, completando la consegna dei documenti entro il 10 marzo 2018, ma devono portar qualcosa alle scuole, pena appunto l’esclusione dei figli dalle classi dove sono iscritti.

Per questo chiediamo alla giunta PD-Rossi secondo quale presupposto giuridico la Regione Toscana, tramite le sue tre ASL, ANCI e Ufficio Scolastico Regionale hanno raccontato, tramite comunicati stampa, che i genitori potevano non presentare nulla alle scuole in nome di un accordo che contraddice quanto disposto dalla legge e dal Governo (tra l’altro a guida PD). E allo stesso tempo chiediamo a Rossi e Saccardi perché invece il sito web istituzionale della Regione Toscana, nella pagina “Nuove disposizioni in materia di vaccinazioniriporta solo e soltanto l’iter indicato dal governo.

Cosa devono fare i genitori toscani? Credere a Rossi e Saccardi per il tramite dei comunicati stampa, o a Rossi e Saccardi tramite il sito web? Non parliamo di noccioline. I genitori che si fidano dei comunicati stampa della giunta regionale e violano la legge potrebbero vedere esclusi i propri figli dall’asilo, magari anche con l’assurdità che questi hanno già svolto tutte le vaccinazioni prescritte dalla legge targata PD-NcD?

A tre giorni dalla scadenza, con segreterie scolastiche aperte a volte un’ora al giorno, decine di migliaia di genitori toscani sono lasciati nell’incertezza. Non a caso alcuni comuni, come Pisa, si sono attrezzati scrivendo alle famiglie di consegnare comunque la documentazione richiesta secondo le prescrizioni di legge. Una situazione di caos intollerabile e ingiustificabile al pari del fatto che nell’ultimo comunicato stampa la giunta regionale ci informa che a pochi giorni dall’11 settembre i tre attori del caso – le tre ASL, ANCI e l’Ufficio Scolastico Regionale – si dovranno ancora incontrare per definire criteri e modalità proprio della procedura prescritta dalla legge: la trasmissione dalla scuola alla ASL della documentazione consegnata dai genitori. Alla buon ora!

Dopo averci spacciato il calo delle coperture vaccinali come un’emergenza tale da giustificare un decreto assurdo, unico in Europa, aver approvato una legge dove si consente il monocomponente e la non somministrazione ai soggetti già immunizzati per la patologie, per poi scrivere nero su bianco che “Se tali vaccini non sono disponibili, la profilassi viene completata utilizzando vaccini combinati che comunque non sono controindicati” e visto che “non risultano autorizzati in Italia prodotti vaccinali monocomponenti contro difterite, pertosse, morbillo, rosolia e parotite” per tutte queste quell’articolo non ha valore, ora viene fuori che non sanno nemmeno gestire la parte operativa di questo provvedimento in quella Regione che voleva, da sola, introdurre una legge sull’obbligo vaccinale molto simile a quella nazionale.

E poi saremmo noi quelli che non sanno governare?

Le vaccinazioni rappresentano una delle conquiste più importanti della medicina e vanno sostenute e incoraggiate, nel rispetto delle linee guida internazionali. La nostra posizione è nota: sì a serie politiche di promozione e raccomandazione, autorevoli, delle pratiche vaccinali, con eventuali clausole di salvaguardia; no a leggi coercitive e autoritarie.

ANDREA QUARTINI

44 BENI CONFISCATI, MA COMUNI NON LI ASSEGNANO E CON ROSIGNANO PRIMO CASO DI APPARTAMENTO RESTITUITO ALL’AGENZIA NAZIONALE

“La lotta alla mafia in Toscana passa anche dall’assegnazione per uso sociale dei beni confiscati qui alla malavita. In questo i Comuni devono fare la loro parte e come Movimento 5 Stelle abbiamo lanciato il 28 giugno da Rosignano l’iniziativa di una verifica. A due mesi di distanza abbiamo sufficienti informazioni per capire che in provincia di Livorno siamo ben lontani dall’aver colto la sfida della legge 109 sui beni confiscati.

In Toscana un anno fa i beni confiscati erano 140, oggi l’ultimo report ne indica più del doppio (399) e la pagina regionale ne riporta 420. Nella Provincia di Livorno ci sono 44 beni confiscati alle mafie. I nostri gruppi locali hanno provveduto a chiedere conto alle loro amministrazioni sul rispetto della destinazione d’uso sociale e in alcuni casi si sono sentiti dire persino che il Comune non era a conoscenza di averne sul proprio territorio. Addirittura a Rosignano abbiamo il primo caso toscano di bene confiscato restituito all’Agenzia Nazionale per mancata assegnazione. Una situazione allarmante che ci vede profondamente contrariati. La mafia in Toscana sarà eradicata solo quando le istituzioni sfrutteranno tutti gli strumenti a disposizione utili allo scopo. E uno di questi è proprio l’uso sociale dei beni confiscati.

Ci fa piacere sapere che la giunta PD-Rossi ha iniziato ad interessarsi del tema, forse spinta dalle nostre molteplici sollecitazioni. Resta comunque opinabile la sua scelta di spendere 340mila euro per chiedere ai ricercatori della Normale lo stato dell’arte sulla presenza delle mafie nella regione. Ci permettiamo di suggerire una via più breve e meno costosa: contattare le Procure e le DDA di Firenze e Genova”

GABRIELE BIANCHI

“A Rosignano c’era un bene confiscato per usura nel 2003 arrivato in possesso dell’amministrazione comunale nel 2007. Purtroppo questa l’ha dimenticato fino al 2012 per poi assegnarlo alla sua partecipata per le politiche abitative. Nel bene c’era un abuso edilizio e un piccolo problema statico. A causa di ciò, ci ha detto il Comune, questo bene è stato restituito all’Agenzia. Un errore importante, è mancata la volontà politica di investire su questo immobile nonostante il suo chiaro significato simbolico. Purtroppo questo caso unico toscano ha portato il bene di nuovo nelle mani dell’Agenzia Nazionale. Ad oggi anche gli altri tre beni confiscati in possesso del Comune non sono stati assegnati”.

MARIO SETTINO
consigliere comunale M5S Rosignano

“Nel nostro Comune ci sono due aziende e due immobili confiscati. Quando ne abbiamo chiesto conto al Comune la giunta ci ha risposto che prima del nostro atto non era a conoscenza di questi beni confiscati e che si sarebbero attivati per l’assegnazione”

DANIELE PASQUINELLI
consigliere comunale M5S Piombino

“A Castagneto Carducci invece siamo riusciti ad elaborare un documento unitario con maggioranza e altre opposizioni su questo tema. Abbiamo coinvolto anche Libera e auspichiamo così di riuscire quanto prima a restituire agli usi sociali i beni confiscati del nostro territorio, ovvero sei abitazioni, un fabbricato, quattro terreni e tre indicati come “non identificati””

LUCA CARLI
consigliere comunale M5S Castagneto Carducci

“Su Cecina abbiamo due appartamenti con garage assegnati al Comune e attendiamo dal Sindaco risposte sulla loro destinazione sociale. Ancora non è arrivata”

ROSANNA FARINETTI
consigliere comunale M5S Cecina

MERCURIO DA TORRI GEOTERMICHE? PER PD-ROSSI TUTTO OK MA FINORA MANCAVA SISTEMA MONITORAGGIO STANDARD

Il 13 giugno scorso abbiamo tradotto in un’interrogazione le domande che la cittadinanza si stava ponendo sulle emissioni di mercurio degli impianti geotermici, dopo le informazioni in merito divulgate dal Comitato difensori della Toscana. La risposta arrivata conforta ben poco e racconta quanto fino quasi ai giorni nostri il duo PD-Rossi abbia avuto un atteggiamento non prudenziale riguardo al rapporto tra geotermia e salute pubblica.

L’assessora Fratoni ci segnala che lo Stato Italiano non ha fissato “valori limite oltre i quali il mercurio inquina l’aria e comunque il “monitoraggio ARPAT” nei distretti geotermici tradizionali (Larderello, 22 impianti – Radicondoli-Travale, 8 impianti) mostra livelli di concentrazioni “ben al di sotto delle soglie di sicurezza presentate ad esempio dall’OMS, senza tuttavia indicare tali dati in maniera puntualeQuesto monitoraggio tuttavia è gestito da ENEL e ARPAT “valida quindi i suoi dati, fino a confermarli tramite “l’utilizzo di stazioni mobili” e la “stazione di Montecerboli della rete regionali di rilevamento della qualità dell’aria“.

Così facendo l’assessora ci sta quindi dicendo che i dati rilevati dall’ente pubblico – tramite ARPAT – non sono presi dalle torri di raffreddamento degli impianti geotermici, ma da stazioni di rilevamento più o meno prossime a questi.

Per il resto bisogna fidarsi di quanto proviene da ENEL e della ‘validazione’ di ARPAT, sulla quale ci riserviamo di chiedere approfondimenti.

Questo anche perché poche righe sotto l’assessora Fratoni ci scrive che fino al 2012 ARPAT indicava emissioni di mercurio fino a 10 volte superiori rispetto ai rilievi ENEL GP nei distretti geotermici di Larderello e Radicondoli-Travale. Una discrepanza che però si doveva all’assenza di una “norma tecnica validata da un organo tecnico di certificazione che sancisse come misurare il mercurio in uscita dalle torri evaporative degli impianti.

In pratica la giunta PD-Rossi ci dice: fino al 2012 non eravamo certi di come si misurava, quindi non ci siamo preoccupati.

Noi penseremmo il contrario: proprio perché mancava certezza sulla misurazione il principio di precauzione non avrebbe dovuto imporre un atteggiamento più prudenziale?

Tra l’altro solo nel 2014 la Regione ha disposto di superare l’empasse con una procedura di intercalibrazione tra ARPAT e ENEL GP, coordinata dal CNR. L’assessora ci scrive che a ottobre 2016 questo percorso è finito con la formalizzazione di un metodo per campionamento e analisi delle emissioni di mercurio dalle torri di raffreddamento degli impianti geotermici. I risultati di questo monitoraggio finalmente “standardizzato” saranno analizzati a fine anno e forse sapremo allora se possiamo fidarci dei dati ottimistici offerti da ENEL GP, di quelli più preoccupanti diffusi da ARPAT o del quadro allarmante indicato dai cittadini del Comitato difensori della Toscana.

Di certo pensiamo poco rassicurante per i cittadini sapere che per anni la Regione non ha sentito nemmeno l’esigenza di standardizzare delle misurazioni quando ENEL dichiarava 10 volte le emissioni valutate da ARPAT. Come poco rassicurante è leggere che secondo l’assessora regionale “non sembrano sussistere allo stato attuale elementi tali da indicare condizioni di rischio ambientale e sanitario” per le quali disporre “provvedimenti limitanti l’esercizio delle attività di coltivazione delle risorse geotermiche”. Non sembrano o non ci sono?

GIACOMO GIANNARELLI

NOI INSIEME AGLI 85 OPERAI TMM

Oggi una nostra delegazione è stata al presidio TMM.

“Serve quanto prima qualcuno in grado di rilevare la proprietà TMM e dare un futuro a questa azienda tramite un dialogo diretto con Piaggio e accanto agli imprenditori “puri”, auspicati e annunciati da Rossi, potrebbe risultare utile vedere coinvolti gli 85 operai. Di certo se fossero stati comproprietari dell’azienda non si sarebbero inviati lettere di licenziamento in piena estate dopo una rincorsa a fare scorte di prodotti, con tanto di straordinari.

La questione TMM non può rimanere sul piano locale e per questo all’apertura dei lavori parlamentari sarà protocollata un’interrogazione della nostra senatrice Sara Paglini.

In merito alla presenza del Sindaco di Pontedera, il nostro Andrea Paolucci ha commentato “Il Sindaco sta facendo il suo dovere impegnandosi per questa situazione e venendo qui oggi. Ma bisogna mettere in conto il bipolarismo PD: a livello nazionale toglie ai lavoratori i diritti e poi viene qui in provincia a parlare di difesa dei posti di lavoro

Ormai non ci meraviglia più questo atteggiamento contraddittorio di Rossi e PD. Abbiamo ricordato in Consiglio che proprio Rossi nel 2012 andò in Vietnam nel nuovo stabilimento Piaggio ad applaudire l’esternalizzazione. Credeva che quella fossa la strada per difendere le imprese dell’indotto? L’ennesimo errore di visione PD, pagato dai lavoratori.

La lezione TMM ci ricorda quanto sia urgente una profonda revisione dei rapporti tra lavoratori e impresa, come quella da noi promossa nel nostro programma elettorale nazionale.

IRENE GALLETTI

CHIAMI LA REGIONE PER UN RECLAMO SUL TUO AUTOBUS? TI RISPONDE L’IMPRESA DELL’EX SINDACO DI FOLLONICA NORCINI (PCI-PDS)

Dalla risposta della giunta PD-Rossi ad una nostra interrogazione relativa ai numeri verdi regionali abbiamo appreso che la gestione operativa del ‘Servizio dedicato alle segnalazioni degli utenti TPL della Regione Toscana’ (800 570530) è in capo dal 2016 alla Ouverture Service srl. Per i cinque anni di servizio previsti, i toscani daranno quindi così a questa impresa la ‘modica cifra’ di 805.600 euro più iva.

Una buona commessa ci sembra, dovuta al fatto che la giunta PD-Rossi non ha scelto di impegnare personale interno in tale servizio, come invece ha deciso ad esempio per il numero verde sui Ticket Sanitari. Puro caso il fatto che la Ouverture Service srl sia di proprietà dell’ex sindaco PCI-PDS di Follonica, Enrico Norcini, che tra l’altro proprio per un’iva non versata su questa società fu condannato nel 2011 a 80 giorni di detenzione (pena poi sospesa) [n.b. il diretto interessato, Enrico Norcini, ci ha indicato a commento del nostro post facebook che “la vicenda si chiuse non con la pena sospesa,come dichiarate, ma con la piena assoluzione e l’annullamento della procedura“, precisiamo che abbiamo citato a proposito una fonte stampa ancora attiva, l’articolo de Il Tirreno disponibile qui].

Ci resta comunque la necessità di approfondire meglio questa fornitura e la procedura di gara. Non tanto per l’assegnazione tramite ricorso amministrativo, vinto dalla Ouverture Service srl, quanto per le specifiche. Infatti tra tutti i servizi di numero verde regionale, interni o affidati ai privati, nella tabella fornitaci dall’assessore Bugli ci sono almeno due elementi curiosi.

La società dichiara che negli ultimi 12 mesi ha ricevuto 21.275 telefonate e circa mille tra mail e lettere. Stando al sito web della Regione Toscana il numero verde risponde dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18. Quindi se i numeri forniti sono corretti sono solo otto l’ora, in media, i toscani che si rivolgono a questo servizio. Considerato l’alto numero dei disservizi sofferti dai pendolari su autobus e traghetti (il servizio copre anche le vie del mare) ci sembra che qualcosa non torni.

Infine nonostante l’appalto sia partito appunto nel 2016 è citato anche il traffico telefonico 2015. Ci viene il dubbio che lo abbiano messo per vedere se eravamo attenti. Noi sì, su altri in giunta ci permettiamo di avere qualche dubbio.

MOVIMENTO 5 STELLE TOSCANA

 

CASO SALE D’ATTESA NELLE STAZIONI. REGIONE ALZA LE MANI: ‘NON POSSIAMO IMPORLE”. I PROFESSIONISTI DELLA POLITICA…

E’ arrivata la risposta della giunta regionale alla nostra interrogazione sui disagi legati alla chiusura delle sale d’aspetto nelle stazioni ferroviarie toscane.

La giunta PD-Rossi alza le mani e dichiara la sua impotenza tramite l’assessore Ceccarelli. La Regione, ci scrive, “non ha con Grandi Stazioni, Centostazioni e RFI (le tre società con competenza sulle stazioni ferroviarie toscane ndr) alcun contratto di servizio” e quindi “non può imporre obblighi per il mantenimento delle sale di attesa”. Ci pare assurdo che a chi racconta in giro la correttezza del vivere della professione politica serva avere un potere coercitivo per ottenere un risultato minimo come l’apertura estesa delle sale d’aspetto nelle stazioni ferroviarie per migliaia di pendolari toscani. Senza dimenticare, con l’avvicinarsi dell’inverno, il problema delle persone senza fissa dimora che lì trovano spesso un riparo di sopravvivenza.

Almeno su quest’ultimo punto, scrive l’assessore, è attivo da gennaio un progetto che unisce Regione e Comuni di Livorno, Firenze, Pistoia, Prato e Viareggio: tramite il gestore privato dell’Osservatorio nazionale su Disagio e Solidarietà nelle Stazioni Italiane, nelle stazioni di questi Comuni è previsto lo sviluppo di una prima accoglienza, cui la Regione contribuirà con 250mila euro l’anno.

Ma il problema numericamente più esteso è quello dei pendolari. È intollerabile che nella sola Santa Maria Novella ogni giorno centinaia di lavoratori e studenti toscani siano spesso costretti ad attese in piedi o seduti per terra, con lo smacco di un servizio offerto solo ai clienti AV. E a poco serve sapere che l’assessorato ha cercato di “sensibilizzare” Grandi Stazioni sul problema. La soluzione ci pare ancora lontana.

GIACOMO GIANNARELLI

BANDO SPRAR VINTO DA UNICO PARTECIPANTE, CON RIBASSO DI 1 CENTESIMO. REGIONE CHIARISCA SU SOCIETA’ DELLA SALUTE DI FIRENZE

La Società della Salute di Firenze ha aggiudicato un appalto legato al Sistema Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) con una gara partecipata da un’unica realtà, il Consorzio CO&SO, che ha vinto con un ribasso di un centesimo di euro rispetto alla offerta base.

Perché una gara da 6,6 milioni di euro, per un servizio triennale rinnovabile, abbia attirato un solo partecipante e perché questo avrebbe rischiato di perdere presentando un ribasso così minimo ce lo deve spiegare qualcuno. In primis la Regione che di questa Società della Salute è comproprietaria tramite l’Azienda Sanitaria fiorentina e insieme al Comune guidato da Nardella.

Studiando le carte di questo appalto ci siamo dati una parziale spiegazione per questa rappresentazione imbarazzante del sistema PD di gestire la cosa pubblica. Il 10 agosto 2016 il Ministero dell’Interno ha definito per decreto le modalità attraverso le quali gli enti locali come i Comuni possono accedere al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e i Servizi dell’Asilo in ambito SPRAR. In quel decreto è scritto che gli Enti Locali già titolari di progetto SPRAR, o anche solo con competenza territoriale coincidente con quella di enti già titolari di progetto, non possono accedere al Fondo.

Questa novità metteva in difficoltà il Comune di Firenze che aveva attivi alcuni progetti SPRAR, uno dei quali – avviato nel 2010 e concluso ai primi di quest’anno – gestito proprio dal Consorzio CO&SO. Questo progetto, chiamato PACI, era in ambito SPRAR quindi si desume coperto dal Fondo Nazionale e gestito dal Consorzio CO&SO.

Di qui l’escamotage che sembrerebbe creato per aggirare parzialmente il decreto e garantire continuità (e introiti) a chi aveva realizzato questo servizio nei sette anni precedenti: una gara della Società della Salute di Firenze – e non del Comune – per cercare un partner col quale presentarsi al Ministero e accedere così al Fondo Nazionale in ambito SPRAR.

La gara è stata indetta il 28 ottobre 2016, con un mese di tempo per eventuali partecipanti per dimostrare di avere requisiti ritagliati sul Consorzio vincitore. Per dirne uno: l’aver gestito nel quadriennio precedente almeno due strutture di accoglienza attrezzate per richiedenti o titolari di protezione internazionale, per almeno 36 mesi. Non facile a Firenze e infatti nessuno tranne il Consorzio CO&SO si è presentato alla gara e chi l’ha fatto ha presentato un ribasso di un centesimo rispetto alla base di gara.

Il vincitore fornirà sicuramente al meglio il suo servizio ai 131 ospiti – 14 dei quali con bisogno di assistenza sanitaria domiciliare – e avrà di certo risolto le criticità denunciate con una protesta pubblica dai rifugiati accolti nel progetto PACI nel 2013, ma tutta questa storia merita l’opportuno approfondimento. Attendiamo risposte da Saccardi, che conosce bene il Consorzio in questione e il progetto PACI essendo nato sotto l’assessorato da lei diretto quando era nella giunta Renzi del Comune di Firenze.

Nel frattempo ci resta la sensazione che quanto accaduto racconti come i partiti abbiano una certa idiosincrasia nel rispettare le leggi che loro stessi, al governo, decidono per cittadini e istituzioni.

ANDREA QUARTINI

CON-VIVERE FESTIVAL “TEMA DELL’EDIZIONE MI RICORDA NASCITA MEET UP”

Conferenza stampa di presentazione del Festival CON-VIVERE oggi in Consiglio Regionale. Di seguito l’intervento del nostro Giacomo Giannarelli.

“Con.vivere è diventato negli anni un momento di formazione “civile” per tutti i partecipanti, in primis i cittadini di Carrara e di Massa. Sono molto felice del fatto che quest’anno il Prof. Bodei abbia scelto come tema le relazioni di rete.

Il Movimento 5 Stelle nasce sulla rete e quando fondai il meet up di Carrara entrai in questo sito web, Meetup, per creare uno spazio virtuale di confronto dove poi mi raggiunsero in molti. La nostra prima relazione fu quindi virtuale e poi diventò fisica. E questo ebbe una sensibile particolarità: ciascuna delle persone mise in questo spazio informazioni che erano di fatto il motivo del nostro ritrovarci. Quelle informazioni, quelle analisi, che raccontavamo ciascuno nelle proprie case o al massimo in una cena, una volta messe in uno spazio di condivisione furono lo strumento per farci dire “la pensiamo allo stesso modo, siamo un gruppo”. E spingerci all’attivismo politico in strada e nelle piazze.

Ecco questo aspetto dell’attuale opportunità di porre davanti temi, informazioni, prima della relazione diretta, fisica, è molto interessante. Interessante per la politica ma anche per tutto il resto. Quando ciò che ci unisce viene prima del doverci unire per identità o costrizione nascono esperienze straordinarie in ogni campo. Come dimostra la storia ad esempio dell’Orchestra di Piazza Vittorio, il cui Ottetto chiuderà la seconda giornata del Festival con mia profonda gioia”