Saccardi, Rossi e il PD regionale vogliono negare l’accesso ai nidi d’infanzia, alle scuole d’infanzia e persino ai servizi integrativi per la prima infanzia (spazio gioco, centro per bambini e famiglie, servizio educativo domiciliare) ai bambini non vaccinati per 13 patologie, quindi ben oltre le 4 obbligatorie nazionali. Chiederemo che il percorso di approvazione in Consiglio regionale passi da audizioni di medici, infettivologi, dirigenti sanitari, forze dell’ordine, dirigenti scolastici e genitori, ovvero tutte le figure coinvolte dall’iniziativa del Partito Democratico. Perché nella pratica parlare di obbligo significa che un bambino non vaccinato iscritto al secondo anno di asilo, a settembre – se non avrà iniziato a farsi 13 vaccini in pochi mesi con buona pace del consenso informato – potrebbe trovare alla porta della scuola le forze dell’ordine a impedire l’accesso.

Un’aberrazione inutile, inattuabile visti i numeri del fenomeno – migliaia di piccoli – ma soprattutto lesiva di diritti civili costituzionali e del rapporto fiduciario tra cittadini ed operatori sanitari.

Infatti l’idea PD che chi oggi non vaccina i figli lo faccia sbagliando e per ignoranza colpisce sia loro sia i pediatri e medici ASL che assistono per legge questi genitori in una decisione importante per la salute dei loro bambini. Come spesso accade la politica PD non ammette il proprio fallimento amministrativo, quindi l’incapacità di migliorare questo servizio partendo anche da campagne informative serie e mirate sulle patologie più rischiose, e scarica su operatori e cittadini le sue mancanze.

Atteggiamento in questo caso ancor più deprecabile se si considera che Saccardi e il resto del suo Partito dimostrano di non aver letto le raccomandazioni della stessa OMS sul tema vaccini e nemmeno la “Carta italiana per la promozione delle vaccinazioni“, redatta da TeamVaxItalia ad aprile 2016 e sposata dalla ministra Lorenzin il 13 maggio scorso. Due documenti dove si promuove la necessità di sostenere le comunità attraverso azioni responsabili e condivise (OMS) e (punto 3 della Carta italiana): “La decisione di vaccinare deve essere consapevole e informata. L’informazione sui vaccini deve essere trasparente, accessibile, accurata, completa e di facile comprensione, nonché fare riferimento alle migliori evidenze scientifiche. L’informazione deve essere acquisita responsabilmente e deve essere diffusa responsabilmente“. Se nessun obbligo viene suggerito dalla Carta perché lo fa il PD toscano?

Infine ci riserviamo di chiedere chiarimenti in merito al comma 2 dell’art. 1 dove addirittura il PD arriva a dichiarare il trattamento sanitario obbligatorio per i minori in strutture: parliamo di orfani o figli di tossicodipendenti dove lo Stato procederebbe a forme coattive di vaccinazione senza chiedere il consenso ai tutori, genitori o altro che siano. Torniamo allo Stato “padre padrone” e ai figli di un dio minore.

ANDREA QUARTINI

1 COMMENTO

  1. […] Dopo averci spacciato il calo delle coperture vaccinali come un’emergenza tale da giustificare un decreto assurdo, unico in Europa, aver approvato una legge dove si consente il monocomponente e la non somministrazione ai soggetti già immunizzati per la patologie, per poi scrivere nero su bianco che “Se tali vaccini non sono disponibili, la profilassi viene completata utilizzando vaccini combinati che comunque non sono controindicati” e visto che “non risultano autorizzati in Italia prodotti vaccinali monocomponenti contro difterite, pertosse, morbillo, rosolia e parotite” per tutte queste quell’articolo non ha valore, ora viene fuori che non sanno nemmeno gestire la parte operativa di questo provvedimento in quella Regione che voleva, da sola, introdurre una legge sull’obbligo vaccinale molto simile a quella nazionale. […]

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