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CONSEGNATE 4561 FIRME PER DUE SALE DI EMODINAMICA A CECINA E PIOMBINO

Oggi una delegazione ha consegnato alla giunta regionale 4561 firme della petizione popolare con la quale i cittadini chiedono due sale di emodinamica per gli ospedali di Cecina e Piombino. Le hanno raccolte i gruppi M5S di Rosignano, Cecina e Piombino, insieme al Comitato Salute Pubblica di Cecina, in meno di due mesi, sintomo di quanto sia sentita la questione.

Come potete vedere dal video della conferenza stampa sono venuti a raccontarci questo percorso, qui in Consiglio regionale, Mario Settino, consigliere comunale M5S a Rosignano, Rosario Improta del Comitato Salute Pubblica di Cecina e Giulia Torrini, attivista del territorio.

Davanti all’infarto acuto del miocardio il tempo di intervento terapeutico è fondamentale. Le linee guida ci dicono che per ottenere il massimo successo terapeutico vanno trattati con rivascolarizzazione entro 90 minuti e questo può avvenire solo nelle sale di emodinamica.

Abbiamo chiesto ad ottobre all’assessora Saccardi in quanto tempo i cittadini di Cecina, Rosignano, Piombino con un infarto acuto del miocardio è riuscita ad arrivare alla prima sala di emodinamica utile per avere il trattamento terapeutico migliore e dalla risposta, vaga e imprecisa, è comunque emerso che circa la metà di questi vi è arrivata oltre i 126 minuti e presumibilmente il 70% oltre il limite consigliato dei 90 minuti.

Questo ci fa dire che ad oggi i cittadini di quei territori sono discriminati rispetto ad altri, un’ingiustizia da superare al di là degli standard medi qualitativi su tutto il territorio ASL che qualcuno può evocare.

Oggi i cittadini delle aree periferiche, come la Val di Cornia Bassa Val di Cecina la Lunigiana o l’Amiata, non hanno lo stesso trattamento dei bisogni sanitari assicurato in aree più centrali come Firenze o Pisa. Questo è un problema anche di visione: se continuiamo a impoverire quelle aree, nessuno ci andrà a vivere e molti continueranno a migrare verso le periferie delle città. Un processo insostenibile e ingiusto.

Per questo facciamo nostra la richiesta di questi 4561 cittadini e lanciamo una proposta di governo: dove non si raggiungono standard qualitativi di 85 interventi di emodinamica all’anno, ci si arrivi con la rotazione del personale tra aree ad alta intensità e aree a minore intensità.

SERVER, ROUTER E SWITCH SANITARI SENZA PERSONALE DI ASSISTENZA DURANTE NOTTI, SABATI E FESTIVI

Tutte le notti, i sabati e i festivi, non sono in servizio gli unici dipendenti della sanità regionale preposti a manutenzione e riparazione di server, router e switch sui quali girano i software che ormai gestiscono integralmente l’attività del servizio sanitario pubblico. Questo genera un evidente problema per il personale sanitario e un disservizio per gli utenti. Due problemi superabili con una turnazione di questi dipendenti specializzati, riuniti nella Unità Operativa Complessa Infrastrutture AV, che ad oggi non esiste. E di questo abbiamo chiesto conto alla giunta regionale.

Da tempo sosteniamo che il personale sanitario dovrebbe dedicare il proprio tempo a garantire il servizio sanitario e avere accanto figure in grado di tracciare questa attività tramite i software aziendali. Ma oltre a questi impiegati da trasferire nella c.d. “linea di produzione sanitaria”, ci vorrebbe anche la presenza costante di chi controlla che le macchine girino a dovere.

Queste figure sono quanto mai necessarie, nel 2018, così come sarebbero necessari i disaster recovery plan che tracciano le disfunzioni prolungate di reti e/o tecnologie informatiche: strumento quest’ultimo fondamentale per tracciare l’inefficienza dei sempre più indispensabili sistemi informatici e consentire un miglioramento della performance.

Il tema dell’efficienza dei sistemi informatici in sanità è cruciale.

I software della sanità toscana sono in massima parte sviluppati da fornitori terzi, spesso molti operatori sanitari ne criticano la funzionalità e per di più una parte dei problemi di usabilità si collega al tema, che già da tempo abbiamo sollevato, dell’hardware vecchio in uso presso le Aziende Sanitarie. Come tutto questo sia possibile con centinaia di milioni di euro investiti ogni anno sull’argomento resta un mistero che vogliamo risolvere, anche tramite le risposte della giunta regionale.

REDDITO DI CITTADINANZA REGIONALE, NUOVE COPERTURE

Da 14 mesi giace in attesa di dibattito regionale la nostra proposta di legge per introdurre il reddito di cittadinanza in Toscana. In attesa del governo M5S riteniamo indispensabile procedere con l’approvazione e a causa di questo ritardo abbiamo dovuto rimettere mano al capitolo coperture.

E’ stato salutare perché, raccogliendo le indicazioni sindacali e distribuendo meglio alcune risorse, siamo riusciti a togliere il piccolo sacrifico che avevamo chiesto ai dipendenti regionali, sia in termini di contributo mensa sia di premio di risultato.

Appena avremo l’ok dell’ufficio legislativo sulla Relazione Tecnico finanziaria presenteremo questi emendamenti migliorativi e chiederemo di avviare con serietà la discussione nelle Commissioni preposte.

Crediamo che il volatilizzarsi in 60 ore dei 30 milioni stanziati dalla giunta regionale in campagna elettorale per quello che un giornale ha chiamato “il reddito di cittadinanza di Rossi” sia un segnale evidente del fatto che serva quanto prima fare i conti con la povertà in questa Regione e con la necessità di accompagnare con un contributo finanziario il ricollocamento lavorativo di chi soffre condizioni di indigenza.

I soldi ci sono, è solo una scelta politica.

Siamo disponibili a sederci al tavolo con la giunta anche per modificare le coperture, se necessario.

Rossi ha il mio numero, aspetto una telefonata. E prima di me la aspettano 155 mila famiglie toscane.

LO STADIO DI COREGLIA ANCORA NON C’E’ … REGIONE CHIARISCA

Restitution a Coreglia Antelminelli

Sono passati già due anni e mezzo dalla delibera con cui la Giunta PD-Rossi dette 1,2 milioni di euro dei toscani al Comune di Coreglia Antelminelli per realizzare quello che, ironicamente, chiamammo il suo piccolo “Camp Nou”: un’opera che doveva essere una cittadella dello Sport ed è già diventata solo un campo sportivo con struttura di ristoro.

Strutture che in futuro i cittadini potrebbero ritenere di dedicare a quel Marco Remaschi, oggi assessore regionale all’agricoltura, che del piccolo Comune della Garfagnana fu sindaco per nove anni.

Remaschi infatti è riuscito ad essere presente in quella seduta di giunta che decise di finanziare il progetto indicandolo come “di prioritario interesse regionale”. Una scelta quantomeno discutibile sul piano dell’interesse generale, visto che andava a far sostenere coi soldi dei toscani la creazione di un mini stadio da mille posti per un comune di 5 mila abitanti, dove per altro già insistono tre campi da calcio e tre da calcetto.

Il tutto omettendo anche di considerare che nei comuni limitrofi esistono giĂ  almeno altri 10 impianti sportivi simili.

Ma forse Remaschi è andato anche oltre, perché se nella delibera originale c’era scritto che il contributo era vincolato alla fine lavori entro il 31 marzo 2017, la giunta regionale PD-Rossi ha soprasseduto diverse volte a questo concetto del “fine lavori stabiliti”, autorizzando i ritardi con proroghe, l’ultima delle quali fissava al 30 aprile 2018 la data di scadenza finale.

Ebbene abbiamo saputo che il Comune di Coreglia ha chiesto alla Regione un’ulteriore proroga al 31 agosto 2018 e abbiamo ritenuto opportuno, nell’interesse dei cittadini, chiedere alla giunta come giustifichi il ritardo nel completamento dell’opera e se non ritenga opportuno sospendere l’erogazione delle prossime tranche di finanziamento visti questi ritardi.

Non vorremmo mai infatti che al Comune di Coreglia sia assicurato un trattamento diverso rispetto ad altre amministrazioni comunali toscane, magari in forza del fatto che un esponente di spicco della giunta regionale, da noi più volte criticato, è legato a quel territorio. Sarebbe senz’altro inaccettabile e siamo certi che Rossi chiarirà quanto prima a riguardo.

p.s. Noi vogliamo bene ai cittadini di Coreglia Antelminelli. E l’esempio anche qui vale piĂą di mille parole: come potete vedere nella foto Coreglia è stata tappa del nostro Restitution “Scuole Sicure” durante la quale abbiamo dato 7mila all’Istituto Comprensivo per Coreglia Antelminelli per finanziare nuovi arredi scolastici per le aule e i laboratori della scuola secondaria di primo grado.

ABBIAMO FIRMATO IL RICORSO CONTRO IL DECRETO 104

Oggi Giacomo Giannarelli e Gabriele Bianchi, consiglieri regionali M5S, hanno firmato questa mattina il ricorso avverso al decreto 104/2017 avanzato presso il TAR dall’avv. Giovannelli in nome e per conto di numerosi cittadini, comitati e forze politiche opposte al progetto del nuovo aeroporto di Peretola indicato nel Master Plan di ENAC.

GiĂ  in passato avevamo definito il Decreto 104 una “ferita istituzionale“.

Ci siamo uniti a tanti cittadini, comitati e anche altre forze politiche, per impedire l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze come descritto nell’attuale masterplan. Un’opera inutile e insensata.

Abbiamo bisogno di investire sull’aeroporto di Pisa e ripristinare il collegamento veloce ferroviario con Firenze. Addirittura qualche anno fa si poteva fare il check in direttamente nella stazione Firenze Santa Maria Novella e in meno di 40 minuti arrivare allo scalo di Pisa, l’unico vero aeroporto strategico nazionale toscano. Questo significa fare il bene della nostra Regione.

Abbiamo letto dichiarazioni di Nardella e altri portatori di interesse che in pratica sembrano ipotizzare la morte di Firenze e della Toscana senza il nuovo aeroporto.

Noi crediamo al contrario che scenari del genere ci saranno se continuerĂ  questo modo di fare politica.

Dobbiamo cacciare questa malapolitica, fare opere utili, ripristinare il collegamento veloce.

SERVIZIO PSICHIATRICO DI SANTA MARIA NUOVA RESTERĂ€ LĂŚ

Ieri il Consiglio regionale ha approvato la nostra mozione sul Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale Santa Maria Nuova. La potete leggere qui.

Siamo soddisfatti dell’unanimità in aula alla nostra proposta di stop al piano assurdo e dispendioso di trasferire il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale Santa Maria Nuova nello spazio privato Villa Ulivella.

Un risultato questo cui ne beneficeranno le centinaia e centinaia di cittadini e turisti che trovano in questo servizio una garanzia di sanitĂ  anche nei casi di intossicazione da droga e alcol. Senza contare che almeno quattro persone nel 2017 avrebbero rischiato la vita se il presidio si fosse trovato a Villa Ulivella come vorrebbe la Direzione ASL.

Un piano che prevede il trasferimento di questi pazienti per il ricovero a 5 km di distanza dal luogo di prima diagnosi. Oltre 400 persone trasportate con ambulanze a chiamata in conto alla Regione, quindi ai toscani, in una struttura privata, anche lì in conto ai toscani, secondo un progetto che ha pure completamente tagliato fuori il rispetto di quel concetto di “territorialità” che è cardine del percorso terapeutico avviato dal Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura per questi pazienti.

A questo punto attendiamo che la giunta rispetti quanto prima l’indirizzo, convochi un tavolo di confronto con tutti i portatori di interesse e i lavoratori del Servizio per consentire di ottenere con serietà il risultato di migliorare ubicazione e organizzazione del Servizio Psichiatrico dell’Ospedale Santa Maria Nuova. Senza alcun trasferimento a Villa Ulivella o affini.

21 MILA METRI QUADRATI DI ARENILE PERSI IN VENT’ANNI, SERVONO SOLUZIONI INNOVATIVE E SOLIDARIETA’

L’ultimo studio dell’Università di Firenze sul fenomeno erosione in Toscana ci dice che in vent’anni abbiamo perso 21 mila metri quadrati di arenile. Ci sono zone, come davanti al Porto di Carrara, che accumulano sabbia e altre aree, come le spiagge di Marina di Massa, che la perdono in modo costante. Servono soluzioni innovative e solidarietà per risolvere questo problema, due pilasti che finora la Regione Toscana ha tenuto da parte preferendo iniziative discutibili come le spiagge di ghiaia a Marina di Pisa, dove ad ogni libecciata il materiale viene sollevato per aria e scagliato verso la passeggiate e le case lungomare, come una vera e propria sassaiola. Un’ulteriore prova dell’incapacità di chi governa la Regione di fare studi di fattibilità seri prima di spendere denaro pubblico.

Da tempo sollecitiamo la giunta con atti di indirizzo e interrogazioni sul tema erosione, ricordando che il problema non è solo apuo-versiliese ma include il tratto fra la foce del Serchio e Bocca d’Arno, quello tra la foce del Fosso del Cecinella e la foce dell’Ombrone, la spiaggia di Punta Ala, il golfo di Baratti e il litorale di Castiglione della Pescaia.

Nell’ottobre scorso portammo al voto una proposta per superare l’assurdità che vede oggi la Regione spendere il 56% dei fondi per l’erosione in progettazione, con tempi lunghi, e solo il 44% negli interventi reali. Ma ci fu bocciato.

La nostra idea sull’erosione passa da due linee guida: la prima è la solidarietà tra chi ha naturale avanzamento dell’arenile e chi invece soffre, sempre per via naturale, la sua riduzione. Il “Documento Operativo per il recupero e riequilibrio della fascia costiera 2016-2017-2018” cita esplicitamente chi ha fin troppa spiaggia e chi invece ne avrebbe bisogno. Finora, per un problema di governo e di capacità di stimolare la solidarietà intercomunale, i fortunati sono rimasti tali e gli sfortunati sono stati invitati, anche di recente in campagna elettorale, a far da sé. Bisogna cambiare direzione.

La seconda linea guida è l’innovazione.

Già oggi esistono imprese che nel mondo fanno interventi di estremo interesse in materia di contrasto all’erosione. Ne cito una che ha operato a Venezia: Reef Ball Foundation Inc, che ha anche una sezione italiana. Questa realtà imprenditoriale ha realizzato nel mondo delle barriere frangiflutto sommerse per antierosione e ricostruzione costiera, capaci persino di garantire ripopolamento ittico, protezione dalla pesca illegale e ancoraggio oltre che percorsi per diving. Stiamo studiando il loro materiale e presto li inviteremo a relazionare sulla loro proposta in Consiglio Regionale.

Speriamo in quella sede di riscontrare un ascolto sensibile da parte di chi finora ha fatto orecchie da mercante su questo tema, per poi ricordarselo sempre e solo in corrispondenza delle campagne elettorali, magari sperando di raccontarla a chi, come le imprese balneari, vedono dipendere il loro destino da quanta sabbia hanno nello spazio d’arenile loro concesso.

ISTITUTO INNOCENTI, RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO PER 4 PERSONE. DENUNCIAMMO TUTTO DUE ANNI FA

*Nota: La notizia è stata aggiornata a fine articolo, in seguito ai più recenti sviluppi. 


 

Abbiamo saputo ieri della richiesta di rinvio a giudizio per l’ex direttrice generale dell’Istituto degli Innocenti e di altre figure tecniche legate ai lavori di ristrutturazione del Museo oggetto di numerosi nostri atti a mia prima firma. Come potete sentire dal video, datato 24 marzo 2016, avevamo portato all’attenzione della politica tutto questo ben due anni fa e, secondo un quotidiano, l’inchiesta ha avuto proprio avvio dalla nostra pubblica denuncia.

Le richieste di rinvio a giudizio sono sintomo della consistenza del quadro d’accusa, un quadro che avevamo offerto prima alla parte politica regionale chiedendo il Commissariamento e risposte specifiche cui la giunta Rossi, per il tramite dell’Assessora Saccardi, ha reagito con repliche vaghe e tutela dello status quo.

A questo punto, vista l’azione della magistratura, ci aspettiamo una risposta politica e la chiederemo.

Quando la politica ha bisogno della magistratura per controllarsi, significa che ha smesso di essere guidata dall’interesse generale e mette questo dietro altre forme di interesse.

Di seguito tutti gli atti che avevo fatto sul tema.

I.O. 255 del 3/31/2016
In merito alla situazione dell’Istituto degli Innocenti di Firenze
Ricevuta risposta scritta ass. Saccardi in data 11 Aprile 2016

I.O. 348 del 7/14/2016
In merito alla Fondazione Istituto degli Innocenti
Risposta ricevuta da ass. Saccardi in data 4 ottobre 2016

I.O. 385 del 10/3/2016
In merito al CDA della nuova fondazione dell’Istituto degli Innocenti
Risposta scritta ass. Saccardi in data 25 Novembre 2016

I.S. 903 del 1/12/2017
In merito al bando di concorso per un nuovo Direttore del Museo degli Innocenti
Risposta della vicepresidente Barni in data 6 marzo 2017

I.S. 1100 del 4/20/2017
In merito all’iscrizione nel bilancio preventivo dell’Istituto degli Innocenti dei ricavi da fund raising
Risposta ass. Saccardi in data 17 Maggio 2017

 


*Nota di aggiornamento – 29 ottobre 2020: L’ex direttrice dell’Istituto degli Innocenti di Firenze è stata assolta con la formula “perchĂ© il fatto non costituisce reato” nel processo relativo alle presunte irregolaritĂ  nei lavori di ampliamento del museo.

ANTICORRUZIONE, TOSCANA HA RISPETTATO SCADENZA?

La corruzione si porta via quasi dieci miliardi di euro pubblici ogni anno e anche la Toscana, pur essendo regione virtuosa, contribuisce a questo conto.

Il Piano Anticorruzione è lo strumento preventivo principale per invertire la rotta e la trasparenza ne è parte costitutiva spesso trascurata.

Non a caso nel novembre scorso ANAC ha fornito nuove linee guida per attuare la normativa di prevenzione della corruzione, fissando un elenco di documenti che le societĂ  e gli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni, regioni incluse, devono pubblicare nella sezione Amministrazione trasparente dei loro siti web.

Avevano tempo fino al 31 gennaio e vogliamo sapere dalla giunta se la scadenza è stata rispettata.

Un recente report ANSA indica che i soggetti pubblici attivi in fatti di corruzione sono per il 34% manager o dirigenti o funzionari pubblici, 30% semplici dipendenti pubblici e a seguire nel 10% dei casi sindaci, nel 7% medici del servizi sanitario e 7% assessori. Anche per questo i settori più esposti alla commissione di reati in materia di corruzione sono gli appalti per le infrastrutture e l’ambito sanitario, seguito dal sistema dei controlli.

Solo la diffusione della cultura dell’anticorruzione, centrata sulla programmazione dell’attività e sul controllo di gestione può cambiare lo scenario in meglio e per questo abbiamo accolto con soddisfazione il riconoscimento espresso da figure di ANAC e non solo verso il Piano Anticorruzione del Consiglio Regionale.

Visto che questo documento è un’eccellenza, perché non farlo diventare un modello per tutta la realtà regionale?

Dalle ASL alle tante partecipate, passando per le Fondazioni e le agenzie, la costellazione di organismi ed enti che ruotano attorno alla Regione Toscana potrebbero trarre giovamento dal riconoscere un modello cui riferirsi in materia di Pianificazione per l’Anticorruzione.

La Pubblica Amministrazione deve abbracciare con convinzione i modelli gestionali che ridefiniscono il servizio pubblico secondo i principi di pianificazione, responsabilizzazione, trasparenza e controllo. Le leggi esistono già da tempo, compito di chi governa attuarle nell’interesse collettivo.

NEL 2015 ROSSI ANNUNCIAVA PIANO DI ERADICAZIONE EPATITE C, ORA LIMITA I TRATTAMENTI

Col consueto senso della misura Enrico Rossi giocò parte della campagna elettorale 2015 promettendo l’eradicazione dell’epatite C in Toscana. Un obiettivo importante e condivisibile, ma complesso da raggiungere secondo il percorso dato, come segnalammo appena eletti.

Rossi però andò dritto: tradusse il tutto in una delibera, poi reagì al fallimento del suo piano dichiarando due esposti a Procura di Firenze e AGCM dei quali non ha mai comunicato l’esito, e fece sparire il tema dall’agenda pur evitando di revocarla.

A distanza di due anni e mezzo il tempo, purtroppo, ci ha dato ragione e un dato lo rivela su tutti: al 31 agosto 2017 la ASL Toscana Centro aveva trattato solo il 44% dei casi più gravi, quindi 1663 pazienti su 3822 programmati, altro che cure gratis per tutti i 26.224 pazienti regionali afflitti dall’HCV.

Ma l’inversione a U della giunta non si è limitata a mantenere la situazione pre-annuncio elettorale di Rossi, è andata oltre in un modo del quale chiediamo risposta pubblica.

L’11 ottobre scorso infatti i rappresentanti delle sei aziende toscane (le tre macro Asl e le tre universitarie) sono stati riuniti in un vertice regionale dal quale è partito il richiamo all’«appropriatezza» delle cure anti epatite C.

Tradotto: ai medici è stato ordinato di limitare le prescrizioni di farmaci perché i conti non tornavano.

Poi, sei giorni dopo, dalla Regione è partita una mail indirizzata ai 22 reparti coinvolti nelle cure dove si che fino al 31 dicembre per il capitolo di spesa legato alle terapie HCV era disponibile solo un milione e mezzo di euro con cui (a un costo di 7.500 euro a terapia) dovevano essere curati solo 177 pazienti. L’indicazione dettagliava anche i numeri limite, reparto per reparto, divisi in tre scaglioni, con appena 25 casi «incidenti», ovvero 25 terapie da assegnare senza programmazione a casi di urgenza assoluta.

A questo punto vogliamo sapere perché il trattamento dei pazienti affetti da HCV sia stato “limitato” in maniera drastica, nonostante la disponibilità di farmaci più moderni ed avanzati di quelli identificati nel 2015. E perché il programma stabilito nel 2015, che prevedeva l’eradicazione dell’epatite C, non sia stato completato né attuato in maniera coerente alle proprie premesse e cosa abbia in mente la giunta per raggiungere quell’obiettivo per il quale i cittadini toscani hanno rieletto Enrico Rossi alla presidenza della Regione.

Sappiamo benissimo che i cittadini affetti da epatite C, e i loro familiari, attendono che le promesse della politica si traducano concretamente sin dal 2012, quando il Decreto Balduzzi indicava l’indirizzo di garantire a tutti i farmaci innovativi per questa patologia. Proprio per questo insistiamo nel richiamare chi governa la Regione a chiudere l’era degli annunci senza seguito e iniziare a pensare che ogni promessa elettorale è debito.