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APRIAMO DIBATTITO: FEDINA PENALE PULITA REQUISITO PER PUNTEGGIO IN GRADUATORIA CASE POPOLARI

Oltre 25mila famiglie toscane sono in attesa della casa popolare. Ne avrebbero diritto, ma chi governa ha dimostrato incapacitĂ  nel saperlo assicurare. Vista la situazione, riteniamo importante aprire quanto prima il dibattito su questo tema e introdurre in questo un elemento, piccolo, ma significativo.

Ad oggi la grande maggioranza di queste 25 mila famiglie lasciate senza casa popolare, pur avendone diritto, si vedono scalzate da chi ha una fedina penale macchiata da reati di vario genere. Questa situazione ignorata dal partito unico, dal PD fino a Lega Nord, noi la vogliamo veder affrontata in Consiglio regionale a partire dalla risposta della giunta alla nostra interrogazione, dove chiediamo se ritenga opportuno inserire tra i requisiti che attribuiscono punteggio per l’assegnazione di una casa popolare anche quello della fedina penale pulita.

Mentre il PD vorrebbe stravolgere la legge regionale 96 del 1996, con una riforma di giunta già ampiamente criticata da enti locali e associazioni inquilini che punta tutto sull’accentramento della governance, noi vorremmo parlare di come dare al 97% di aventi diritto alla casa popolare il tetto che gli spetta e anche di come l’introduzione del requisito della fedina penale pulita possa aiutare questo risultato.

Abbiamo scelto di non presentare un atto di indirizzo, perché vogliamo aprire un dibattito sul tema, senza avere la presunzione di esaurirlo con una proposta.

PIOVE ANCORA NEL REPARTO DI ROBOTICA DELL’OSPEDALE DI AREZZO

arezzo_robotica

Il 9 novembre scorso denunciammo che l’ASL Sud Est continuava a lasciare in stato di semiabbandono il controsoffitto dell’area di chirurgia dell’Ospedale di Arezzo. A due mesi dall’evento meteorologico che aveva provocato alcune infiltrazioni, persistevano in una zona così delicata dell’Ospedale dei pannelli di controsoffitto rimossi, con evidenti rischi anche in termini igienici. Ci fu risposto che i pannelli erano stati lasciati così per permettere una migliore asciugatura, quasi a suggerire un plauso per la scelta. Ebbene a distanza di un mese da quella risposta la situazione è persino peggiorata, come visibile dalle foto che potete vedere qui.

Ora non piove più nei corridoi e nelle stanze attigue, ma addirittura nella sala robotica, una situazione grave al punto che gli stessi computer dove è scritta l’attività di chirurgia devono essere coperti per evitare il peggio.

Cosa intende fare l’azienda sanitaria per garantire la sicurezza di operatori e pazienti? Lo chiederemo con un’interrogazione oggi stesso.

Ma con l’occasione vorrei stimolare tutti ad un ragionamento.

Questa situazione dell’Ospedale di Arezzo, come altre che denunciamo da tre anni, sono la punta dell’iceberg. La sanitĂ  toscana ha un volume impressionante di sale e spazi sottoutilizzati o lasciati in stato di semiabbandono. E questo deve aprire una riflessione seria sugli indirizzi regionali.

Chi governa e ha governato da sempre ha investito in edilizia sanitaria, acquistato computer e infrastrutture informatiche e poi oggi manca il personale per usarle. A cosa e a chi è servito aver fatto spesa sulle strutture e sulle attrezzature se poi teniamo vuote le prime e non abbiamo chi possa usare a fini di servizio sanitario le seconde?

Non si lascino ingannare i toscani: il partito unico, da PD a Lega Nord, punta dritto alla privatizzazione della sanità. Noi siamo l’unico vero baluardo al servizio sanitario pubblico.

Immagini disponibili al seguente link https://goo.gl/P2SUwv

ACQUA PUBBLICA – LA NOSTRA LEGGE DOPO 4 MESI DI DEMOCRAZIA DIRETTA

Banner, campagna elettorale 2015

Il 7 novembre scorso abbiamo presentato la nostra proposta di legge di riforma del sistema idrico toscano agli iscritti toscani del Movimento 5 Stelle. Dopo sessanta giorni di valutazione su Rousseau abbiamo ottimizzato alcuni punti, confermando l’efficienza e l’efficacia del nostro metodo di democrazia diretta. Poteva essere sufficiente questo ma non ci bastava e ho girato personalmente la Toscana per una serie di incontri con cittadini, comitati, gestori del servizio al fine di ottenere il miglior testo possibile di riforma del servizio idrico toscano, con l’intento di ripubblicizzarlo. Siamo arrivati ad una proposta che a diritto è la migliore strada per far rispettare nella nostra regione l’esito referendario 2011 tradito da Enrico Rossi, il PD e chi oggi si presenta con la sigla Liberi e Uguali, che hanno reso la Toscana la prima regione a privatizzare questo servizio pubblico essenziale.

Grazie ai contributi degli iscritti su Rousseau abbiamo migliorato la proposta sui 50 litri d’acqua garantiti a persona ogni giorno. Una misura indicata sì per tutti ma che deve partire dalle famiglie con redditi più bassi.

Così come abbiamo accolto l’indicazione del Forum toscano dei Movimenti per l’Acqua, di un principio restrittivo per individuare il Direttore di AIT: oltre alla selezione pubblica non deve avere avuto esperienze o collaborazioni con società private che gestiscono servizi pubblici.

L’intera proposta è a disposizione del consiglio regionale e di tutti i cittadini (clicca qui).

Invito tutti a leggerla e farla leggere, includendo nell’elenco anche quella forza politica che ci risulta abbia fatto un copia incolla con la nostra prima versione presentata a novembre alla stampa, protocollandola in tutta fretta durante la campagna elettorale forse sperando di averne qualche vantaggio.

L’originale è sempre migliore della copia, ma se aspettavano avremmo almeno fornito il definitivo.

Comunque aspettiamo il PD e il resto del Consiglio Regionale nel dibattito su questa proposta, convinti che anche in questo caso la democrazia diretta, quella vera, sia la svolta politica del nostro paese.

Per leggere l’intera proposta protocollata clicca qui

RESTITUTION SCUOLE SICURE 7 MILA EURO ALLE BENCI DI LIVORNO PER COMPRARE L’ALLARME (DOPO 10 FURTI IN UN MESE!) E CON “FACCIAMO SCUOLA” METTEREMO ALTRE 40MILA PER L’EDILIZIA SCOLASTICA

Siamo tornati a Livorno col nostro tour di restituzione “Scuole sicure”. Con 7 mila euro del taglio delle nostre indennità e dei nostri rimborsi non rendicontati sarà acquistato il sistema di allarme della scuola Bini del circolo didattico A. Benci di Livorno, circolo oggetto di una decina di furti nel solo mese di Gennaio.

Come sempre l’esempio vale piĂą di mille parole.

Cogliamo l’occasione per dire, con una punta di orgoglio, che questa buona idea del gruppo toscano è stata ripresa da altri gruppi regionali del Movimento 5 Stelle e da oggi parte un’iniziativa congiunta a livello nazionale chiamata “Facciamo Scuola”.

Studenti, insegnanti, genitori, dirigenti scolastici potranno proporre di finanziare progetti legati ad una scuola del territorio e i progetti raccolti verranno selezionati e votati online su base regionale dagli iscritti M5S. Ogni finanziamento avrà un tetto massimo di 10mila euro e noi, come gruppo regionale toscano, verseremo per l’iniziativa 40mila euro. Quindi oltre alle 120mila già destinate al restitution “Scuole Sicure” ne doneremo altre 40mila sempre alle nostre scuole.

Verso il 4 marzo, con convinzione e fiducia!

PALAZZINA OSPEDALE PRATO, PD SODDISFATTO? DOVREBBERO CHIEDERE SCUSA!

La bacchetta magica del duo PD-MDP cerca di trasformare un grave problema in uno spot elettorale. Che ipocrisia: sono mesi che provano a raccontarcela, ma non ci casca piĂą nessuno. I cittadini sono stufi di queste promesse, specie quando servono da passerelle per la campagna elettorale.

Solo pochi giorni fa, esattamente il 9 febbraio sono passati dall’ospedale di Prato i candidati del PD, peraltro disattendendo una circolare dello staff di giunta datata 8 febbraio che invitava candidati e politici a non recarsi negli ospedali durante la campagna elettorale. Ma tanto sono i primi a infrangere le stesse regole che si pongono e infatti oggi ecco lo spottone: ebbene cosa c’è di piĂą ipocrita che festeggiare l’ampliamento di un ospedale nuovo nato sottodimensionato per un evidente errore politico di pianificazione? Forse fare questo annuncio durante la campagna elettorale successiva alla sessione di bilancio nazionale e regionale nella quale la stessa forza politica ha votato un taglio importante proprio alla sanitĂ .

Sono mesi che propongono una soluzione per rimediare ai loro errori, incalzati dall’evidenza del fallimento della loro politica ospedaliera, in una sorta di tormentone ormai insopportabile. Passino dalle parole ai fatti ed evitino, per favore, questo spiacevole atteggiamento da spot elettorale. Prato è il primo dei quattro ospedali gemelli costruiti sottraendo risorse pubbliche alla sanitĂ  toscana e certificati dalla stessa Corte dei Conti come progetti economicamente disastrosi.

Chi si dice entusiasta oggi della promessa di questa palazzina forse vuole sublimare l’aforisma di Churchill

“Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”.

Peccato che quell’entusiasmo lo paghiamo da cittadini sulla nostra pelle.

TERME DI TOSCANA SPA, UNA PROPOSTA PER IL RILANCIO

Le Terme sono un patrimonio strategico della regione e dei comuni dove sono situate. Mentre il Partito Democratico continua a tentare di far accettare ai cittadini la svendita di questo patrimonio, senza alcuna visione strategica di rilancio, noi abbiamo presentato l’unica alternativa politica a questo scempio.

Per capire la nostra posizione è necessario partire da quanto scrive la stessa giunta PD-Rossi nel Piano di Razionalizzazione che coinvolge le tre societĂ  termali toscane: “gran parte (99%) dell’impatto finanziario (del piano ndr) – scrive la giunta – potrebbe tradursi in un apporto di beni in natura nel patrimonio regionale e quindi l’impatto finanziario reale potrebbe tradursi in un valore sensibilmente inferiore pari ad un valore prossimo a zero” cui l’esecutivo regionale a guida Rossi aggiunge “per le societĂ  termali si procederĂ  a liquidare i beni sociali fino al pagamento integrale dei debiti. I beni che residuano devono essere assegnati in natura ai soci”. Traduciamo per i non addetti ai lavori: il duo PD-Rossi (LeU) vuole svendere le quote delle terme per pagare i debiti e ritrovarsi come unica liquidazione non denaro da reinvestire ma alcuni immobili termali.

Capite l’assurdo? Svendono le quote per fare cassa e poi sanno già che si troveranno in mano solo alcuni immobili, magari i meno appetibili perché scartati dai privati, con poi la necessità di rivenderli.

Uno scenario inaccettabile che sarebbe emblema del fallimento sociale, economico e finanziario del Piano di Razionalizzazione regionale.

Noi non possiamo permettere al PD e a Rossi di arrivare a tanto, per questo abbiamo proposto la creazione di un contenitore aziendale, a capitale interamente regionale, derivante dall’acquisizione delle partecipazioni regionali detenute in Terme di Montecatini spa, Terme di Casciana spa e Terme di Chianciano Immobiliare spa. Tale società, nei confronti della quale occorrerebbe eventualmente applicare le deroghe che la escludano dall’applicazione delle razionalizzazioni previste dal Decreto Madia, avrebbe il compito primario di tutelare e valorizzare i beni immobiliari di tali aziende del settore termale, in ottica strategica e con visione d’insieme, destinando a società private, la gestione dei servizi in questi erogati.

Questa societĂ  potrebbe anche non nascere dal nulla, ma prodursi dal cambio di denominazione e ragione sociale di Terme di Montecatini spa in Terme di Toscana spa, agendo poi per incorporazione del patrimonio regionale del patrimonio immobiliare in quota regionale delle altre aziende termali toscane: Chianciano e Casciana.

Questa operazione non è nuova, è stata già realizzata in Friuli Venezia Giulia, mantenendo in capo alla nuova società unica anche la gestione degli impianti che invece, a nostro avviso dovrebbe essere privatizzata nell’ottica di una visione strategica che mantiene alla parte pubblica solo quanto di rilevanza immobiliare.

In questo modo otterremmo tre risultati importanti: rispetteremmo i requisiti del c.d. Decreto Madia, tuteleremmo il patrimonio termale regionale e garantiremmo anche i debitori tramite un’efficace operazione di razionalizzazione. Le Terme toscane sono un patrimonio da valorizzare, il fatto che finora siano state solo sintomo di spreco di denaro pubblico è tutta responsabilità di chi le ha governate finora, cioè del Partito Democratico e di chi se n’è distanziato da poco. C’è una speranza ed è questa proposta. Sfidiamo il PD alla prova del voto.

ADERIAMO A #IONONSONOUNNUMERO DEL SINDACO DI VOLTERRA

Aderiamo all’iniziativa #IONONSONOUNNUMERO promossa dal Sindaco di Volterra. Il Movimento 5 Stelle ha da sempre indicato nel decreto Balduzzi un testo da riscrivere in modo consistente tramite percorsi partecipati con società scientifiche, categorie e cittadini sulla definizione degli standard, arrivando ad esempio anche alla definizione cogente delle aree disagiate, la cui assenza genera proprio quanto lamentato da cittadini e amministrazione di Volterra come di altre zone toscane quali Isola d’Elba, la montagna pistoiese, la lunigiana e l’amiata.

così Andrea Quartini, consigliere regionale M5S, a proposito della marcia a 30km/h da Volterra a Firenze per difendere la sanità dai tagli, prevista con partenza sabato 24 febbraio alle ore 14 da Piazzale di Docciola a Volterra.

“Dobbiamo passare dalla sanità dei tagli, 45 milioni sul solo personale nella nostra regione, alla sanità dell’orgoglio per i quarant’anni di quella legge di riforma del servizio sanitario nazionale, la n.833 del 1978, che il mondo intero ci invidia e dobbiamo solo attuare al meglio. Ricordo che quella legge superò i modelli mutualistici dei sistemi privati e dimostrò nero su bianco quanto ancora oggi è evidenza scientifica: il servizio sanitario pubblico è il modello più sostenibile per i cittadini sotto tutti i punti di vista, incluso quello economico” precisa Andrea Quartini.

“Noi lo sappiamo mentre altri lo hanno dimenticato” conclude il consigliere regionale M5S.

GLI UCCELLI LA FANNO SULLA FRUTTA, MA PER L’ASSESSORA NON E’ UN PROBLEMA

E’ arrivata la risposta dell’assessora Saccardi alla nostra interrogazione sulle condizioni igienico sanitarie del Mercato sito nel Centro Alimentare Polivalente (CAP) di Firenze, gestito da Mercafir S.c.p.a.

Due mesi fa denunciammo i problemi igienico sanitari di Mercafir con tanto di foto che ritraevano escrementi di volatile sulla frutta e verdura destinata al territorio regionale e sulle mani di alcuni operatori.

Una situazione indecente, da noi verificata di persona in sopralluogo, dovuta ai tanti pennuti che volano indisturbati tra i banchi e sopra le teste dei lavoratori del Mercato. Davanti alla nostra denuncia pubblica e interrogazione, ci aspettavamo una reazione istituzionale decisa a riguardo. Ammettiamo che ancora una volta Giunta e ASL sono riuscite a stupirci in peggio.

Con una risposta stringata Saccardi certifica che l’Azienda USL ha controllato il Mercato Ortofrutticolo di Novoli il 22 dicembre, cioè undici giorni dopo la nostra interrogazione, e nell’occasione ha “acquisito dalla società di gestione (Mercafir) un crono programma di interventi per la messa sottocontrollo della popolazione dei volatili, sul rispetto del quale vigilerà”. Praticamente l’Assessora regionale alla Sanità sta dicendo a noi e ai cittadini che l’Azienda sanitaria è andata a Mercafir, ha visto quanto abbiamo visto noi e ha ottenuto a riguardo la miseria di un piano – senza date a noi fornite – per mettere sotto controllo il problema, sul quale cercherà di stare attenta.

Ma non finisce qui, Saccardi ci tiene infatti a precisare che l’Azienda USL, di cui è responsabile politica, non le ha fornito “comunicazioni riguardo a provvedimenti di competenza per rilevazione di situazioni di pericolo per la salute pubblica”. Tradotto dal politichese: l’Azienda USL ha detto tutto ok, per Saccardi a posto così e pace sia per quegli escrementi sulla frutta che il caso ha voluto quindi non presenti durante il sopralluogo dell’Azienda Sanitaria preposta alla verifica delle condizioni di igiene, nonostante i tanti volatili in circolazione nell’area.

Visto che noi non abbiamo lavorato di Photoshop ci sembra un quadro degno dell’attivazione della Procura della Repubblica di Firenze. L’ultima istituzione che a quanto pare può preservare i cittadini dai pericoli di una situazione che la parte politica di governo regionale vuole solo nascondere sotto il tappeto.

ROSSI “TOSCANA NON IMMUNE DA MAFIA”. BUONGIORNO PRESIDENTE! BEN SVEGLIATO

Il Presidente Rossi ha scoperto ieri che la Toscana non è immune dalla presenza della mafia. Alla faccia del risveglio, dopo decine e decine di inchieste negli ultimi anni e pure una concessione dell’Autorità Portuale regionale ad un’azienda in odor di mafia, fermata solo grazie a noi, il Presidente della Regione arriva a capire che non siamo immuni. Altro che immuni Rossi, il virus è già in circolo da tempo e la terapia antibiotica ve l’abbiamo proposta più volte ma lei e il Partito Democratico con cui governa avete detto sempre no.

Avevamo proposto di nominare l’Osservatorio per la Legalità, fermo da due anni, e di elevarlo a Conferenza Permanente Antimafia, e avete bocciato l’iniziativa.

Avevamo chiesto maggiore attenzione all’antimafia nella Prima Commissione, con una specifica proposta di legge, e anche lì il PD compatto, insieme a MdP ora LeU, ha detto no. Adesso Rossi viene fuori con la scoperta della mancata immunizzazione.

L’unico vero vaccino contro le mafie lo può proporre solo chi ha le mani libere e l’umiltà di ascoltare gli appelli degli esperti. Li abbiamo riuniti qui il 29 settembre scorso e il coro è stato unanime: per politica e istituzioni regionali l’antimafia non dev’essere un contenuto da conferenza stampa, ma una linea precisa fatta di scelte chiare. Siamo sempre a disposizione se qualcuno da Rossi al PD vuole parlare di queste.

CAVA FORNACE VA CHIUSA ORA. NOI COL COMITATO PER ATTO DI SOSPENSIONE CAUTELATIVA

Siamo stati i promotori dell’atto di indirizzo col quale il Consiglio regionale, all’unanimità, ha dichiarato la necessità di chiudere Cava Fornace. Non ci stiamo a prendere in giro i cittadini. L’atto è chiaro, la giunta deve attenersi e punto.

Ho letto con rispetto e interesse la lettera del Comitato volontario contro la discarica di “ex cava Viti” e lo sottoscrivo in toto. La Regione deve deliberare un atto di sospensione cautelativa dell’attività di discarica senza aspettare un giorno di più. Altrimenti Rossi e il PD dichiarino pubblicamente che ritengono il Consiglio regionale ininfluente e chiederemo la sfiducia per manifesta incapacità di rispettare lo Statuto regionale e le norme costituzionali.