La corruzione si porta via quasi dieci miliardi di euro pubblici ogni anno e anche la Toscana, pur essendo regione virtuosa, contribuisce a questo conto.

Il Piano Anticorruzione è lo strumento preventivo principale per invertire la rotta e la trasparenza ne è parte costitutiva spesso trascurata.

Non a caso nel novembre scorso ANAC ha fornito nuove linee guida per attuare la normativa di prevenzione della corruzione, fissando un elenco di documenti che le società e gli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni, regioni incluse, devono pubblicare nella sezione Amministrazione trasparente dei loro siti web.

Avevano tempo fino al 31 gennaio e vogliamo sapere dalla giunta se la scadenza è stata rispettata.

Un recente report ANSA indica che i soggetti pubblici attivi in fatti di corruzione sono per il 34% manager o dirigenti o funzionari pubblici, 30% semplici dipendenti pubblici e a seguire nel 10% dei casi sindaci, nel 7% medici del servizi sanitario e 7% assessori. Anche per questo i settori più esposti alla commissione di reati in materia di corruzione sono gli appalti per le infrastrutture e l’ambito sanitario, seguito dal sistema dei controlli.

Solo la diffusione della cultura dell’anticorruzione, centrata sulla programmazione dell’attività e sul controllo di gestione può cambiare lo scenario in meglio e per questo abbiamo accolto con soddisfazione il riconoscimento espresso da figure di ANAC e non solo verso il Piano Anticorruzione del Consiglio Regionale.

Visto che questo documento è un’eccellenza, perché non farlo diventare un modello per tutta la realtà regionale?

Dalle ASL alle tante partecipate, passando per le Fondazioni e le agenzie, la costellazione di organismi ed enti che ruotano attorno alla Regione Toscana potrebbero trarre giovamento dal riconoscere un modello cui riferirsi in materia di Pianificazione per l’Anticorruzione.

La Pubblica Amministrazione deve abbracciare con convinzione i modelli gestionali che ridefiniscono il servizio pubblico secondo i principi di pianificazione, responsabilizzazione, trasparenza e controllo. Le leggi esistono già da tempo, compito di chi governa attuarle nell’interesse collettivo.