Guido Fanelli lanciò qui in Toscana il 22 gennaio 2016 la rete dei Centri Hub al centro dell’inchiesta, quel ‘Network del dolore’ chiamato PINHUB che ha tre nodi nella nostra regione.

Aspettiamo i risultati dell’indagine per chiarire il coinvolgimento dei Centri HUB di Firenze, Pisa e Siena in questa rete di malaffare. Ma a prescindere la Toscana deve aumentare la vigilanza. La necessità di arginare il conflitto di interesse in sanità, sul quale abbiamo sollecitato più volte il Consiglio regionale, non è più ritardabile. Tra le società finite nel mirino della magistratura c’è anche un’azienda farmaceutica con sede in Toscana e alcune figure coinvolte nelle indagini sono manager di aziende che hanno avuto commesse anche col sistema sanitario regionale. Presenteremo un’interrogazione alla giunta per chiarire la parte toscana di questo caso di malaffare in sanità.

La maggior parte dei pazienti che richiedono la terapia del dolore sono fragili, spesso malati di cancro. Fare profitto sul dolore è di per sé discutibile eticamente, a maggior ragione quando il dolore è elemento significativo della malattia. Intervenire su persone e famiglie che soffrono per finalità di questo tipo è intollerabile e quanto accaduto rende purtroppo il metro di una degenerazione seria dell’etica pubblica.

ANDREA QUARTINI

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