Ci hanno messo 75 giorni per non rispondere alla domanda più semplice: quanti chilometri di spiagge libere ci sono in Toscana? Un’omissione colpevole abbinata però ad una dichiarazione chiara: l’amministrazione regionale PD-Art.1 non vuole disturbare i comuni che abusano della pazienza dei cittadini in materia di accesso all’arenile libero.

Dal 2006 la Regione avrebbe potuto predisporre dei Piani di utilizzo delle aree del demanio marittimo, sui quali mettere nero su bianco la quota di equilibrio tra spiagge libere e aree concesse ai privati. Lo hanno fatto Lazio, Puglia, Liguria. Qui niente e il motivo lo si legge nella risposta degli assessori Ceccarelli e Ciuoffo: l’amministrazione regionale PD-‘Diversamente PD’ non vuole governare un tema spinoso, lasciando ai Comuni costieri la scelta.

Per la giunta comunque ‘gli arenili destinati alla libera fruizione sono percentualmente superiori a quelli soggetti a concessione demaniale ad uso turistico-ricreativo’, peccato che non ci diano un solo dato di verifica. Lo hanno fatto perché li avrebbe smentiti o perché non ce l’hanno? In entrambi i casi siamo di fronte ad un atteggiamento negligente, a discapito di cittadini e turisti della costa toscana. Determinare la quota percentuale minima di spiagge libere in Toscana è una scelta di buon governo, mentre per la maggioranza – scrivono – sembra solo un problema dal quale scappare.

Un atteggiamento ancor meno comprensibile se si considera che la Regione, così impaurita dall’idea di dire ai Comuni quanto arenile lasciare libero, non si fa problemi ad andare contro pianificazione urbanistica e sicurezza dei Comuni interessati da grandi opere inutili come il nuovo aeroporto di Peretola.

GABRIELE BIANCHI