Da lunedì i tanti pendolari lungianesi che ogni giorno si fanno fino a 3 ore di treno per andare nella Toscana dove è rimasto un lavoro si troveranno la beffa di un rientro a tappe. Dalle 14 in poi, infatti, sono spariti i treni regionali diretti: soppressi, come quelli comodi delle 14:53 e 16:53, o trasformati in viaggi della speranza con sosta a Vezzano Ligure e corsa finale verso casa con tanto di scorno orario. Per gli affezionati alla soluzione delle 15:53, fino a 40 minuti in più.

Una situazione intollerabile cui la Regione deve porre rimedio facendo leva sul contratto di servizio. I pendolari lunigianesi non sono figli di un dio minore e devono ottenere se non le stesse corse almeno gli stessi tempi di arrivo.

Bene che RFI lavori sulla direttrice Pisa-La Spezia, ma ci chiediamo perché questi lavori vengano sempre programmati nei periodi peggiori: quando ricomincia l’attività lavorativa ordinaria e riaprono i corsi universitari. È così difficile programmare opere straordinarie quando meno creano disagio ai pendolari?

Ormai è rimasto solo il Movimento 5 Stelle a difendere i lunigianesi. Eppure ancora non abbiamo gruppi locali nei consigli comunali. Ennesima dimostrazione di quanto agiamo nell’interesse generale senza logiche di bandiera. I cittadini della Lunigiana alzino la testa, creino dei gruppi di attivismo nel territorio, perché lasciare la politica in mano a questi partiti è autolesionismo civile.

GIACOMO GIANNARELLI