Quando il Ministro della Sovranità alimentare chiede pubblicamente di non trasformare il 25 aprile in una festa divisiva, evidentemente ha le idee confuse al riguardo, o sente pressante il disagio di dover celebrare una giornata che non è nelle sue corde. Lo stesso accadde lo scorso anno, quando sentimmo dire dalla seconda carica dello Stato che i partigiani uccisero, a Via Rasella, una banda musicale di pensionati e non nazisti delle SS. Affermazione fantasiosa che ancora oggi lascia sgomenti.

Come lo scorso anno, questo governo, il più a destra di sempre dalla sconfitta del nazifascimo in Italia, prova a rimescolare le carte in maniera maldestra. E sempre in maniera maldestra ha provato ad annichilire il monologo sul 25 aprile del giornalista e scrittore Antonio Scurati, ottenendo esattamente l’effetto contrario, con tanto di pubblicazione risentita sul profilo social della Presidente del Consiglio. Chapeau!

Tuttavia, vorrei rassicurare le eminenti cariche del nostro governo che il 25 aprile non può essere una festa divisiva per il semplice fatto che tutta l’Italia volle la Liberazione, e non si trattava di una semplice “rissa tra comunisti e fascisti”, come riuscì a dire un altro ministro di questo governo, quello delle infrastrutture, solo qualche anno fa. C’erano anche partigiani appartenenti ad altre fazioni politiche, come socialisti, liberali, monarchici, anarchici e membri della Resistenza cattolica.

La Resistenza italiana è stata caratterizzata da una vasta gamma di gruppi e movimenti che hanno combattuto contro l’occupazione nazista e il regime fascista. Inoltre, molti partigiani provenivano da diverse sfere sociali, compresi contadini, operai, studenti, professionisti, imprenditori, sacerdoti e membri delle forze armate italiane che si erano ribellati contro il regime fascista e la sua collaborazione con le forze naziste.

La Resistenza rappresentava, dunque, una varietà di ideologie e motivazioni, unite dal comune obiettivo di liberare l’Italia dall’oppressione nazifascista. Ed è proprio da questo concetto unitario che nasce la celebrazione del 25 aprile, festa che appartiene a tutti gli italiani, nessuno escluso. Nazifascisti a parte, ovviamente.

E l’unico modo per trasformarla in una festa divisiva consiste nel mettere tutti gli italiani da una parte e i nazifascisti dall’altra. Ammesso che una cosa del genere sia pur immaginabile, eminentissimi esponenti di questo governo, voi da che parte stareste?