“Gen.le Direttore Monestier,

Il 27 agosto i nostri consiglieri in prima commissione, Bianchi e Cantone, le inviarono una replica alla lettera del consigliere regionale PD Francesco Gazzetti ospitata integralmente da Il Tirreno il giorno prima. La nostra replica non ebbe lo stesso trattamento, fu pubblicata tagliata, ma raggiunse l’obiettivo di quello che riteniamo un corretto rapporto tra politica e informazione. Servì a raccontare una notizia da noi acquisita e suggerita alla stampa: i 21 milioni per le imprese giovanili annunciati da Rossi ai primi di agosto sono fermi per il Patto di Stabilità. Il Patto, come lei saprà, è attivo da ben prima dell’annuncio quindi ci sembrava doveroso darvi modo di informare giovani imprenditori e imprenditrici della Toscana di non sentirsi quei fondi già in tasca – unico fatto che crediamo li interessi –  e in parallelo denunciare l’errore orrore di questo metodo PD del creare un racconto del reale parziale e propagandistico,senza alcuna cura per chi magari sull’attesa di quei fondi basa parte della propria sopravvivenza.

Questo a nostro parere è il male principale della politica: concentrarsi sulle dichiarazioni e non sui fatti, minando alle fondamenta la credibilità stessa delle istituzioni.

Oggi leggiamo sul giornale da lei diretto una nuova lettera estesa di Gazzetti e Mazzeo, dove parrebbe replichino alle nostre affermazioni di una settima fa. Anche in questo caso, applichiamo lo stesso metodo: ridarvi una notizia, nella speranza che raccogliate la sfida di aiutare i cittadini a farsi gli anticorpi da questa politica “annuncio e propaganda” che caratterizza ormai in modo per noi irrecuperabile il PD in salsa renziana.

La notizia è che gli uffici legislativi del Consiglio Regionale hanno bollato come “incostituzionale” e “senza coperture” l’unico atto prodotto dai consiglieri PD toscani (16) per ridurre i costi della politica: l’abolizione del doppio vitalizio. Bene ricordare i fatti: l’impianto normativo che il PD stesso negli anni ha prodotto consente oggi ad un ex consigliere regionale ed ex parlamentare di godere di entrambi i vitalizi e di lasciarli in eredità a moglie e figli. Durante tutta l’estate gli esponenti del Partito Democratico toscano hanno presentato l’abolizione del doppio vitalizio – ovvero la semplice scelta obbligata tra godere di uno o l’altro – come la prova del nuovo corso PD sul tema della lotta ai privilegi della casta cui appartengono. Il 1 settembre abbiamo scoperto in Commissione che non avevano valutato la legittimità costituzionale dell’atto né, soprattutto, la sua sostenibilità economica. La misura infatti produrrebbe un buco nel bilancio dovuto alla restituzione in unica tranche di tutte le trattenute “subite” dagli ex-consiglieri, cui aggiungere le eventuali spese per i ricorsi di questi,che, essendo la norma incostituzionale, verrebbero probabilmente persi dalla Regione. Il PD ha sospeso così l’iter dell’atto, cui i nostri Cantone e Bianchi hanno chiesto di aggiungere la rimozione della reversibilità del vitalizio a mogli e figli, e annunciato modifiche per ovviare ai problemi di fattibilità sovracitati. Di fatto quindi l’8 settembre, nel primo consiglio dopo la lunga pausa estiva, la proposta PD non ci sarà, così come i 21 milioni annunciati da Rossi sono ancora fermi per il Patto di stabilità.

Questi sono i fatti che, al netto del politichese di Rossi Gazzetti e Mazzeo, ci auguriamo vogliate raccontare ai cittadini lettori de Il Tirreno. Con l’invito ulteriore di approfondire, come abbiamo fatto noi, anche le centinaia di milioni per Livorno raccontati da Rossi in campagna elettorale  e replicati dai consiglieri PD nella loro lettera. Ad oggi nemmeno un euro è stato speso e ci risulta che al netto di 50 milioni promessi dal Governo il resto sono mutui ancora da sottoscrivere. Auspichiamo che questi investimenti dichiarati in campagna elettorale siano quanto prima tradotti in qualcosa di fruibile, a cittadini e turisti, e soprattutto di utile per uno sviluppo di lungo periodo, dove termini e modalità siano condivisi con amministrazione e cittadini livornesi.

Ci spiace dover concludere per amor di verità con due notizie forse imbarazzanti per Gazzetti e Mazzeo.

Le assenze del consigliere Cantone nel mese di luglio sono dovute alla partecipazione ad una ricorrenza funebre in Albania, luogo natale della moglie del consigliere, cui questo ha ovviato passando tutto il mese di agosto in Consiglio regionale e nei territori. Tra i sopralluoghi effettuati alcuni hanno riguardato proprio i comuni dell’Isola d’Elba – dimenticati dal PD regionale – al fine di avere una migliore consapevolezza dei problemi da affrontare nella Commissione “Ripresa Economica Toscana Costiera”. Alla luce di questi incontri con i sindaci e cittadini elbani è emersa infatti la necessità di allargare l’orizzonte della commissione sulle tre aree di crisi complessa – create da decenni di malgoverno del Partito Democratico – includendovi anche l’arcipelago toscano.

L’ultima notizia è che in tema di riduzione dei costi della politica i colleghi PD emiliani hanno raccolto il modello Movimento 5 Stelle approvando in Consiglio regionale una proposta di legge che pone il tetto di 5 mila euro lorde all’indennità dei consiglieri. Sarebbe un bel gesto e quando i consiglieri PD toscani vorranno, siamo pronti a scrivere insieme un atto analogo qui in Toscana, magari includendo anche il rimborso delle spese effettivamente realizzate e rendicontate. Al netto della propaganda, restano i fatti e una forza di governo deve concentrarsi in questi. Questo è il nostro approccio e come scritto nella precedente lettera: quando i consiglieri PD vorranno veramente lavorare e smettere di fare i semplici passacarte della Giunta regionale la nostra porta è aperta.”.

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle