L’Italia è sotto procedura di infrazione della Commissione Europea perché da due anni tarda ad indicare il luogo dove saranno stoccati i rifiuti radioattivi nazionali: 75mila metri cubi a bassa intensità e 15 mila ad alta attività. La questione dovrebbe chiudersi entro marzo e le regioni hanno la possibilità di indicare il proprio territorio come area potenzialmente idonea ad accogliere questo maxi deposito. Noi vogliamo sapere se PD e Rossi hanno candidato la Toscana per accogliere questo deposito nazionale o almeno questa ce l’hanno risparmiata.

La nostra interrogazione attende ancora risposta nonostante siano già passati i sessanta giorni da regolamento. Salvo sorprese dell’ultimo minuto, dovrebbe arrivare durante il Consiglio regionale di domani.

Ricordo che la Carta delle Aree Potenzialmente Idonee ad accogliere il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare (CNAPI) è di competenza di due Ministeri: Ambiente e Sviluppo Economico. La mappa esiste già, realizzata dall’azienda SOGIN che cura la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, e doveva finire in un decreto governativo che ancora non è pubblico. A livello formale solo dopo questo decreto le regioni potranno manifestare l’interesse ad accogliere il maxi-deposito, ma sappiamo come ragiona la politica dei partiti: i giochi sono già fatti e il silenzio opportunistico in periodo elettorale non dovrebbe tranquillizzare i cittadini.

Ricordo che nella nostra Toscana è ancora attiva la ferita del CISAM di Pisa, dove la radioattività non è ancora un brutto ricordo, speriamo che nessuno voglia tornare ad esporre la popolazione a questi rischi.

***

Aggiornamento: oggi 16 gennaio la giunta regionale ci ha risposto che “La Regione Toscana ha già espresso l’assoluta indisponibilità” ad ospitare il deposito. Ma sapete a chi l’hanno detto? Ai giornali e basta! Nemmeno una delibera, un atto formale, una lettera.