Dopo la maxi inchiesta sui fanghi, silenziata dal PD regionale, la Toscana torna in causa nell’ennesima indagine che lega mafia e traffico di rifiuti. Da tempo insistiamo sul tema: dobbiamo alzare gli anticorpi e anche per questo sabato saremo a Suvignano.

L’inchiesta della Procura di Catania sulle attività della Cisma Ambiente – ricondotta dagli inquirenti a personaggi della cosca Santapaola-Ercolano – conferiva infatti rifiuti speciali anche nella nostra Regione. Se è certo l’amianto della Cisma Ambiente in quella Cava Fornace di Montignoso già oggetto di numerose azioni da parte nostra – da ultima di un’interrogazione firmata da Giacomo Giannarelli sul mancato rispetto delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale da parte del gestore – resta legittimo il dubbio che questa azienda abbia lasciato in Toscana anche altro e altrove.

Non dimentichiamo infatti che come ricordato dalla stampa più accorta, la Cisma Ambiente è legata al caso dei 198 fusti tossici persi dalla Eurocargo Venezia davanti all’Isola di Gorgona, 71 dei quali mai ritrovati. In quel caso finirono in mare, provocando un danno inqualificabile, e la notizia divenne pubblica.

Auspichiamo che l’inchiesta escluda che una sorte meno nota abbia riguardato altri traffici di Cisma Ambiente, o da questa provenienti, sul territorio e lo spazio marino regionale.

ENRICO CANTONE