L’ordine del giorno dell’assemblea di questa mattina prevedeva la risposta alla richiesta di comunicazione avanzata dal Movimento 5 stelle sul tema della gestione dell’acqua, ma tutto è stato rinviato.

“Siamo allibiti. Quello che arriva dalla maggioranza è un pessimo segnale per i toscani. La giunta decide di fuggire dal confronto e tenere in piedi la sua farsa: da un lato parla di acqua pubblica, dall’altro apre a preoccupanti scenari di business e finanza creativa, come nel caso del richiamo esplicito a obbligazioni e hydrobond che rischiano di divenire l’ennesimo salasso per i cittadini”.

“La gestione di una risorsa così preziosa dev’essere totalmente pubblica e senza finalità di lucro, così come sancito dal voto di 26 milioni di italiani nel referendum del 2011. E deve rispondere a logiche di vicinanza al cittadino, con ambiti capillari ed omogenei che preservino la territorialità a dispetto del maxi distretto che invece vorrebbe imporre la giunta”.

La Toscana possiede una rete colabrodo, con oltre il 37 per cento delle perdite di acqua potabile. Uno scenario accompagnato da tariffe salatissime corrisposte agli otto gestori che per circa il 40 per cento sono di proprietà di società private. Realtà che investono meno di quanto dovrebbero nella rete idrica, nelle fognature e nella depurazione, ma che ogni anno chiudono i propri bilanci con 77 milioni di euro di utili. È in queste condizioni che la giunta sceglie d’ignorare una legittima richiesta pervenuta dal Movimento 5 stelle. Ne prendiamo atto, denunciamo l’accaduto davanti all’opinione pubblica e mandiamo una rassicurazione a chi siede nei banchi del governo regionale: noi andremo avanti nell’interesse dei cittadini”.

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