La giunta regionale ha inserito per decreto un deposito autobus sito a Barga (LU) nella procedura di gara per il gestore unico del trasporto pubblico locale. In questo modo il proprietario del deposito può star tranquillo sull’esito della gara – attualmente finita a carte bollate tra ricorsi e slanci in avanti della Regione – perché, chiunque sia il vincitore, resterà in piedi quel suo contratto di locazione che dal 2012 porta nelle sue casse societarie 35mila euro l’anno – diventate 40mila dal 2016 – e dovrebbe rinnovarsi tacitamente nel 2018 per altri 6 anni. Tutto cristallino se non fosse per quel piccolo particolare che proprietario di questo deposito in località Il Frascone nel Comune di Barga (LU) è una società – la San Quirico srl – posseduta al 76% dal senatore PD, Andrea Marcucci.

L’aspetto curioso è che il deposito in questione entrò in scena quando CLAP spa, gestore tpl attivo nella Provincia di Lucca e firmatario del contratto con la San Quirico srl, fece il suo ingresso nel Consorzio CTT Nord, soggetto portante di quel Consorzio MOBIT attualmente impegnato a contendersi la gara regionale per il gestore unico con Autolinee Toscane del gruppo francese RATP. I cittadini di Barga ringraziarono per una scelta che spostava il ricovero per gli autobus dal centro cittadino all’area industriale, dov’è sito il deposito della San Quirico srl, forse ignari che oltre al traffico cittadino, quella decisione favoriva anche il loro concittadino senatore-imprenditore.

Ci teniamo a precisare che in questa storia non ci pare presente alcun illecito. Diciamo che il noto intuito imprenditoriale di Marcucci ha avuto ennesima conferma: è stato l’imprenditore – in comproprietà – giusto al momento giusto – quando CLAP spa fu “salvata” da (o svenduta a) CTT Nord – e casualmente la Regione gli ha blindato quanto con solerzia era riuscito ad ottenere nel difficile mercato degli immobili al servizio del trasporto pubblico locale toscano, quando una possibile vittoria dell’avversario di MOBIT avrebbe potuto comportare un qualche stop a questo business.

GABRIELE BIANCHI

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