Nel Consiglio regionale del 14 marzo scorso l’aula ha approvato all’unanimità due atti legati alla situazione dell’ex Lucchini tra i quali il nostro, promosso dalla nostra Irene Galletti e introdotto con questo post. Per permettere l’approvazione dell’atto il nostro Giacomo Giannarelli ha dialogato con la maggioranza e raggiunto l’obiettivo tramite alcune piccole modifiche agli impegni che l’atto indicava per la Giunta regionale.

Grazie alla nostra azione la Giunta sa dal 14 marzo di dover attivarsi celermente nelle sedi opportune affinché

  • sia data comunicazione al Consiglio regionale in merito ai contenuti conoscibili dell’accordo preliminare di vendita di Aferpi a Jindal e in merito al nuovo piano industriale
  • sia attivato un confronto istituzionale dentro la “Commissione Costa” sulla diversificazione produttiva a Piombino
  • sia assicurata l’estensione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori ex Lucchini e anche ai lavoratori dell’indotto

In attesa che la Giunta guidata da Enrico Rossi ci faccia sapere quanto prima come ha attuato questi impegni, abbiamo letto con interesse della possibilità di un incontro il 6 aprile tra Jindal, le istituzioni (Regione inclusa quindi) e i sindacati in cui verrebbe prospettata “un’ipotesi di piano industriale su Aferpi”.

Per chi si fosse perso alcuni aggiornamenti, ad oggi sappiamo – sempre per via stampa – che la due diligence si è conclusa a fine marzo. Dato che al momento non ci risulta Jindal si sia tirato indietro deduciamo sia andata a buon fine, quindi potrà chiudere l’acquisto di Aferpi e avviare un’attività industriale nell’area che deve essere riassunta in quel Piano Industriale ad oggi ancora non arrivato alla Regione (visto che nessuno ci ha informato a riguardo).

Come alcune sigle sindacali siamo preoccupati dallo scenario “eterno ritorno” cui chi governa la Toscana e governava il paese ci ha abituato. Speriamo di non ritrovarci con ennesime conferenze stampa con foto di strette di mano, fiducie date a scatola chiusa su bozze di Piani industriali mirabolanti che poi la storia dimostrerebbe poco consistenti.

Piombino e la Toscana meritano altro.

Certo saremmo felici di leggere un Piano Industriale dove l’ipotesi altoforno è tramontata e l’occupazione è perlopiù salva, con degni ammortizzatori sociali per chi resterebbe escluso e una tutela analoga – come chiesto dal Consiglio regionale su nostra proposta – per i lavoratori delle aziende dell’indotto eventualmente danneggiate dagli sviluppi dell’Ex Lucchini. Ma lì la partita è ormai soprattutto nelle mani del futuro nuovo proprietario Jindal.

Mentre vorremmo capire quanto prima quali garanzie vogliono dare lo Stato e la Regione sui grandi temi dimenticati negli ultimi tre anni: bonifiche (quelle vere dell’area a caldo ad un passo dal centro città), energia, SS398, conclusione dei lavori del PRP in ottica strategica nazionale e diversificazione produttiva.

Noi siamo come sempre disponibili a fornire il nostro contributo a riguardo, a tutti i livelli istituzionali.