Per l’ennesima volta il tempismo dell’accordo preliminare tra Cevital e Jindal ci dice quanto qualcuno abbia usato la crisi dell’ex Lucchini per fare campagna elettorale. Un uso immorale del dramma vissuto dalla comunità di Piombino e della Val di Cornia che non riteniamo perdonabile.

Ora esigiamo che la Regione apra il capitolo trasparenza sull’accordo preliminare e assicuri con chiarezza quale sia la posizione di Jindal in tema di Piano industriale.

In parallelo chiediamo un tavolo di confronto istituzionale sulla diversificazione produttiva a Piombino, la vera questione che ci separa da ogni altra forza politica. A prescindere da quanto acciaio Jindal sceglierà di produrre a Piombino, Governo Regione e Comune devono assicurare a questa comunità una visione di medio lungo periodo capace di stare al passo coi tempi. E questo passa da tre elementi a nostro parere: conclusione del porto e della SS398, e soprattutto le bonifiche della macro area sud. Le grandi dimenticate che invece sono il nodo cruciale del futuro di Piombino.

Infine chiediamo che la Giunta regionale operi per assicurare l’estensione degli ammortizzatori sociali garantiti ai lavoratori ex Lucchini anche a quelli dell’indotto. E non ci accontentiamo del finto reddito di cittadinanza di 500 euro al mese per sei mesi. Quella è sola la dimostrazione lampante che è stata fallimentare, sul piano politico e sociale, la scelta di Rossi e del PD di fare ostruzionismo da un anno e mezzo sulla nostra proposta di legge sul reddito di cittadinanza regionale.

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AGGIORNAMENTO
Il Consiglio regionale ha approvato il 14 marzo il nostro atto, con una parziale modifica. Potete leggere l’atto approvato qui

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