Lascia perplessi leggere Eugenio Giani che, attraverso le agenzie di stampa, proclama un presunto bilancio positivo del lavoro svolto dal Consiglio Regionale toscano.

Basti pensare che si dà valenza positiva all’approvazione della legge sanitaria. Una legge nata male, che la stessa maggioranza di governo non ha esitato a snaturare mutilandone ben 50 articoli, pur di chiudere i lavori entro il 2015. Una fretta sospetta: mentre i cittadini chiedevano di dire la loro sulla riforma sanitaria attraverso un referendum, dopo che lo stesso consiglio regionale si era impegnato in tal senso, e Giani non aveva mancato di ergersi a garante “super partes” della volontà popolare, la nuova legge veniva approvata a tappe forzate, in sedute notturne, senza una logica.

Vanificando, così, la possibilità di svolgere il referendum, già duramente provato dalla macchina regionale che, incredibilmente efficiente nello scrivere e passare al Consiglio la legge sanitaria, si scopriva incredibilmente lenta e laboriosa nel verificare le firme dei cittadini, desiderosi di esprimersi attraverso una scelta referendaria.

Molte sono le cose che Giani omette di ricordare nei propri comunicati: le vistose difficoltà che lo stesso ha evidentemente incontrato – durante l’approvazione della legge – nell’interpretazione del regolamento, sempre letto in senso contrario all’opposizione. Difficoltà non nuove, del resto: ben si ricorda la strana impossibilità di permettere a parte dell’opposizione di entrare nell’Ufficio di Presidenza della Regione e di partecipare in modo qualificato all’interno delle Commissioni consiliari.