Il PD toscano continua a credere e raccontare grandi operazioni per risolvere i gravi problemi che ha creato, ma fallisce su tutte: sono ferme le bonifiche a Piombino, propedeutiche per ogni piano di rilancio, è in stallo la gara regionale TPL, si è rivelato fallimentare il sistema a macroATO su rifiuti e acqua e siamo al quarto rinvio del bando per Darsena Europa. Quest’ultimo caso è emblematico.

Il PD chiede all’impresa privata di spendere oltre 360 milioni su un’opera di fatto incapace di garantire quei traffici necessari a ritornare sull’investimento e infatti dalla prima scadenza per manifestare interesse del 22 marzo 2016, siamo arrivati al 30 maggio 2017: 14 mesi dopo. Dov’è la fila di investitori?

Oltre il già noto tema dei fondali naturali di Livorno, dopo il fallimento della Hanjj Shipping – settimo operatore al mondo di quel trasporto merci marittimo in crisi strutturale – e il richiamo della Corte dei Conti UE all’insostenibilità di gestire tre interventi, buon senso avrebbe voluto l’apertura di un dibattito serio in Consiglio Regionale sui porti toscani. Invece dal PD siamo al silenzio tombale e al consueto appassionarsi al sottobosco delle nomine, vedi Autorità portuale di Livorno, con ritardi colpevoli pagati come sempre dai cittadini e lavoratori del settore.

La nostra posizione è chiara su tutti e tre i porti toscani: mancano i numeri per rendere Darsena Europa un progetto sostenibile e prima bisognerebbe colmare quei 45 punti percentuali per sfruttare al massimo l’attuale porto di Livorno; il Porto di Carrara deve tornare nel quadro toscano per non diventare – come sospettiamo – il retro porto di La Spezia e su Piombino era necessario aprire una transizione importante che mettesse il turismo come apripista dello sviluppo territoriale. Chiediamo al PD un atto di apertura nel dibattito consiliare su tutte queste partite cruciali per la Costa toscana.

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