Il Consiglio regionale ha bocciato la nostra proposta di avviare uno studio di fattibilità per unire Fidi Toscana spa e Sviluppo Toscana spa, due partecipate regionali. Decisivo il voto negativo del Partito Democratico annunciato da Leonardo Marras.

Ormai siamo a PD contro PD. L’assessore Ciuoffo aveva salutato con favore la nostra idea di far confluire le funzioni di Fidi Toscana spa in Sviluppo Toscana spa, salvando la parte pubblica della prima e efficientando i conti in ottica di razionalizzazione. Forti della sua risposta avevamo portato un atto di indirizzo che ripeteva esattamente quanto da lui indicato: uno studio di fattibilità per questa intuizione. Ma niente da fare, in Consiglio regionale il PD non ne imbrocca una nemmeno quando un autorevole esponente della giunta dà il disco verde.

Ormai appena vedono una proposta del Movimento 5 Stelle smettono di ricordarsi che sono qui per servire i toscani e si proiettano in campagna elettorale per le nazionali. Ennesima conferma che qui gli unici politicamente immaturi sono proprio questi professionisti della poltrona del Partito Democratico.

Fidi Toscana spa è una società in difficoltà, deve presentare un Piano industriale credibile ma ci chiediamo come farà visto che il suo secondo azionista, Monte Paschi di Siena, potrebbe trovarsi obbligato a chiedere la liquidazione delle sue quote per stare all’interno dell’Accordo di ristrutturazione fatto con la Commissione UE. Parleremmo nel caso di 42milioni di euro da dare a questo socio pesante, socio del quale – bene ricordarlo – Fidi Toscana spa possiede 10,5 milioni di euro in obbligazioni, sette delle quali subordinate. Le prime falciate come valore dalla crisi MPS.

In questo quadro ci saremmo aspettati che almeno i consiglieri regionali PD in Prima Commissione, Marras Bugliani Pieroni Baldi Capirossi e Vadi, prendessero in seria considerazione l’operazione da noi sostenuta con bene placet di Ciuoffo. Invece ha prevalso o la pigrizia o l’incapacità di ragionare lucidamente, per opportunismo politico. In entrambi i casi a danno dei toscani che li pagano lauti emolumenti.

GABRIELE BIANCHI