“Le nostre “superficiali osservazioni”, per richiedere la bonifica delle aree contaminate da Keu – così come definite dal Presidente Giani – seguono le dichiarazioni fatte dalla Giunta toscana a luglio 2022, in cui si era impegnata a procedere con la bonifica. Se le nostre osservazioni sono superficiali, allora lo sono anche le promesse fatte dalla Giunta che non sono state ancora mantenute.” Ad affermarlo è Irene Galletti, consigliera regionale del Movimento 5 stelle in Regione Toscana.

“È importante anche notare che gran parte delle dichiarazioni del Presidente Eugenio Giani si riferiscono a situazioni che risalgono al 2021. Siamo nel 2023 e sarebbe stato doveroso fornire un aggiornamento anche senza la nostra interrogazione. Inoltre, recenti studi autorevoli hanno dimostrato che il cromo trivalente presente nel Keu può diventare cromo esavalente a contatto con l’ossigeno, l’acqua e il suolo, mettendo a rischio la salute e l’ambiente nei 13 siti contaminati conosciuti. Tuttavia, le quantità di Keu emerse anche in sede di Commissione di inchiesta sono nettamente superiori a quelle conferite nei siti conosciuti, e al momento non sappiamo se quelle terre siano state trattate correttamente, dove siano finite e se costituiscano un pericolo per le persone.”

“Sebbene alcune informazioni sui siti ancora oggetto di indagini non siano attualmente disponibili, è importante notare che tra i siti già noti e ben documentati dalla stampa non è stato fatto abbastanza per risolvere il problema. Lungo la strada regionale 429, tra Empoli e Castelfiorentino, i terreni inquinati sono stati semplicemente coperti con teli, creando agitazione tra i residenti giustamente in protesta. Al Green Park di Pontedera sono state avviate solo di recente le prime operazioni di rimozione dei rifiuti, mentre per quanto riguarda l’impianto Le Rose di Bucine, nell’aretino, le modalità di intervento sono ancora in fase di definizione. È a Crespina Lorenzana il materiale Keu è stato perfino utilizzato per dei lavori di sistemazione di un tratto di acquedotto, se dovesse rompersi i cittadini potrebbero ritrovarsi con il cromo esavalente nella propria acqua di casa.”

“Per tutti questi motivi, non è accettabile sentirsi dire nel 2023 che la Giunta si sta attivando per mettere un po’ di soldi nella prossima variazione di bilancio, o che “ben” 97.000 euro sono stati stanziati per approfondimenti ambientali e monitoraggio. Se Arpat avesse operato al massimo delle sue capacità e non fosse stata privata di risorse a partire dal 2009, non ci troveremmo ora costretti ad accontentarci di queste scarse risorse per effettuare le necessarie analisi ambientali. Inoltre, va sottolineato che Arpat sta ancora operando con risorse limitate anche per le sue attività ordinarie. È deludente che la Regione adotti queste modalità per garantire la tutela della salute e attuare il principio di precauzione.”

“La risposta comunicata in Aula da Giani si è rivelata tardiva e nel complesso insufficiente, mentre le soluzioni proposte risultano deludenti e ben al di sotto delle aspettative. Riteniamo che sia importante che la Giunta regionale prenda consapevolezza del rischio di trovarsi di fronte ad una possibile “terra dei fuochi” toscana e si adoperi al massimo delle proprie capacità per tutelare i cittadini toscani.” Così Irene Galletti, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Toscana.