Leggiamo sulla stampa che il direttore generale di ATO Costa ignora ad oggi quale sia il modello del Movimento 5 Stelle alternativo alla gestione per macro ATO e al piano unico della sua organizzazione per gestire in futuro i rifiuti del territorio di Livorno, Pisa, Massa Carrara e Lucca. È scritto nero su bianco e protocollato da novembre in Consiglio Regionale, PDL 140 “Economia circolare per una Toscana a Rifiuti Zero”. Può leggerlo e ci rendiamo disponibili a spiegarlo a tutti i Sindaci della Costa che non si sono opposti, diversamente da Filippo Nogarin, all’ennesimo scempio targato PD sulla pelle e le tasche dei cittadini. In un mondo normale pagherebbero questi sindaci lo scotto di 4,5 milioni di euro buttati al vento per tenere in piedi un’organizzazione, l’ATO Costa, rivelatasi ad oggi inutile.

La nostra è la prima legge di gestione dei rifiuti nata dai cittadini per i cittadini, con un ultimo passaggio tra i nostri iscritti appena concluso sul portale Rousseau, dal quale sono emersi alcuni spunti che saranno integrati nel testo.

Borchi e i Sindaci PD insistono nel distrarre i cittadini sugli unici dati di fatto che rendono chiare le loro scelte: sui rifiuti il modello regionale ha fallito ogni obiettivo, i cittadini pagano in media troppo un servizio incapace di raggiungere obiettivi minimi ormai datati e nel caso di ATO Sud sono arrivate pure le manette.

Al posto di un sonoro mea culpa la risposta di Rossi, sposata dagli esecutori Marras Monni e Mazzeo, è ad oggi “facciamo un grande ATO unico regionale per rifiuti e acqua”. Un abominio e una truffa colossale sia del risultato referendario che di ogni dato scientifico sui modelli gestionali di questi servizi di base.

È per questo che probabilmente Borchi ha fermato la gara per il socio privato in ATO Costa. Mirano ad un gestore unico regionale, privato. Come per MPS il trucco PD è sempre il solito: sbagliare, far finta di nulla, e poi alla chetichella farla ancora più grossa.

Giacomo Giannarelli